Nel silenzio e nella solitudine lo sguardo incontra alcune cose antiche della nostra Terra e la memoria corre lontano fino ai giorni nei quali questi oggetti erano nel quotidiano della vita ordinaria. Ed è così che rivedi la stanza dispensa dove i nonni conservavano il grano e la farina, il granturco, i fagioli, i ceci … e rivedi le salsicce appese al soffitto della cucina e il camino acceso nell’unica stanza oltre la camera da letto. Gli occhi si rianimano e le voci dei compagni della contrada si affollano e … un pallone calciato con gli unici scarponi di ogni giorno riprende la sua corsa fino a centrare la porta senza pali segnata con due semplici sassi nell’unico prato libero e non coltivato.
Questa non è una favola inventata ma i contorni di un mondo nobile e antico che gli anni veloci della crescita senza freni ha cercato di cancellare … eppure certe atmosfere non le puoi dimenticare e riaffiorano colorando il grigio di questo tempo segnato dalla pandemia e dal nero cupo di una guerra che è tornata a turbare la vita smontando le illusioni … ora è meglio chiudere gli occhi e provare a cercare il riposo e a desiderare di sognare.
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Emozioni che ascolti
Uno dei testi più potenti della musica italiana.
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
Ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare
Un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
Dove il sole va a dormire
Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore
Come la neve non fa rumore
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
Se poi è tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me
Ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni
Tu chiamale se vuoi emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo
Per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore per ore ed ore
Per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
Nascere un giorno una rosa rossaE prendere a pugni un uomo solo perché è stato un po’ scortese
Sapendo che quel che brucia non son le offese
E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che
È dentro me
Ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni
Tu chiamale se vuoi emozioni
Battisti e Mogol
Una proposta: “Fare il Presepe di Pasqua”
Rilanciamo la proposta di costruire il “Presepe di Pasqua”. Intanto noi vi presentiamo il nostro che è ancora in costruzione. … Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Silenzio e Ascolto
Siamo in cammino tra le pieghe di una storia ogni giorno più complessa e complicata … Restiamo nel Silenzio per Ascoltare i segni che lo Spirito ci dona per aiutarci ad attraversare la vita.
Franca e Vincenzo osb-cam ♥️
Serafino di sarov
La Quaresima è tempo favorevole per ascoltare lo Spirito e fare con Lui un viaggio irripetibile.
Ecco un breve testo dello starec Serafino di Sarov monaco russo ortodosso del XIX secolo.
Franca e Vincenzo osb-cam ♥️
«Bevi dove beve il cavallo,
lui non berrà mai acqua cattiva.
Metti il letto dove dorme il gatto.
Mangia il frutto che ha toccato il verme.
Prendi il fungo dove si siede l’insetto.
Pianta il tuo albero dove scava la talpa.
Costruisci la casa dove il serpente si scalda.
Scava la fontana dove gli uccelli
si nascondono dal caldo.
Mangia più verde avrai gambe forti
e un cuore più resistente come gli esseri della foresta .
Nuota spesso e ti sentirai sulla terra come i pesci nell’acqua.
Guarda il cielo più che puoi e i tuoi pensieri diventeranno leggeri e limpidi.
Taci di più e parla di meno e nella tua anima regnerà il silenzio e il tuo animo sarà pacifico e tranquillo.»
(San Serafino di Sarov)
SILENZIO e preghiera
Cari amici, da domani mattina e fino a Pasqua il nostro eremo entra in un tempo di silenzio e preghiera. Pertanto tutte le nostre iniziative pubbliche saranno sospese. Riprenderemo, se Dio vorrà, nel tempo di Pasqua. Per ora auguriamo a voi tutti di vivere questo tempo nel silenzio personale e di famiglia, nella preghiera continua e compiendo opere di carità.
Franca e Vincenzo osb-cam ♥️
Buon cammino
Saper aspettare
Dopo aver fatto tutto ciò che potevamo la vita ci chiede di saper attendere; ci chiede di saper restare nel silenzio, in un abbandono fiducioso; ci chiede di stare senza porre domande, senza chiedere oltre; ci chiede di fidarci dello Spirito che sa ma non giudica, che non cerca più niente, che sa bene come nulla più dipende da se stessi ma che è tutto nelle mani del Signore. La vita ci chiede di ardere come un fuoco 🔥 che riscalda e offre tepore e abbracci a chi li vuole.
Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️
Piccole parole sull’Amicizia
Questo sentimento è decisivo nella vita. Lo diciamo per esperienza. Nei momenti difficili l’Amico è un balsamo capace di alleviare anche i dispiaceri profondi, le amarezza che non immaginavi di poter assaporare e le delusioni che attraversano l’esistenza. Ma, questa è la realtà. Ringraziamo Dio per il dono dell’Amicizia e ringraziamo chi, per Amicizia, e solo per Amicizia, sa dimostrarlo concretamente. L’Amicizia è un dono raro e, quando è vera, dura per tutta una vita. Se hai un amico puoi non averlo incontrato per tanto tempo oppure vivere vite diverse e distanti ma quel sentimento che ti lega non si potrà mai sfilacciare qualsiasi cosa accade. L’amico ti rassicura e ti offre tranquillità. Sai di poter contare su di lui. Lo diciamo per esperienza e condividerlo ci sembra una segno di grande speranza in un tempo così complicato come quello che stiamo tutti attraversando.
Franca e Vincenzo, osb-cam
“L’amicizia è un regalo della vita e un dono di Dio. Attraverso gli amici, il Signore ci purifica e ci fa maturare. Allo stesso tempo, gli amici fedeli, che sono al nostro fianco nei momenti difficili, sono un riflesso dell’affetto del Signore, della sua consolazione e della sua presenza amorevole. Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita. Ecco perché «per un amico fedele non c’è prezzo» (Sir 6,15).
Papa Francesco
La tristezza di questi Natali
Correva l’anno 1991 e padre Turoldo viveva il suo ultimo Natale. Questa poesia è la sua ultima accorata preghiera di Natale.
“La tristezza di questi natali”
Signore, ti muova a pietà.
Luminarie a fiumane,
ghirlande di false costellazioni
oscurano il cielo di tutte le città.
Nessuno più appare all’orizzonte:
nulla che indichi l’incontro con la carovana del Pellegrino;
non uno che dica in tutto l’Occidente:
“Nel mio albergo si, c’è un posto”!
Non un segno di cercare oltre,
un segno che almeno qualcuno creda,
uno che attenda ancora colui che deve venire…
Non attendiamo più nessuno!
Tutto è immoto, pure se dentro un inarrestabile vortice!
E’ così, è Destino, più non ci sono ritorni,
né ricorsi: è inutile che venga!
Tale è questa civiltà gravida del Nulla!
Ora tu, anche se illuso di credere
o figlio dell’ateo Occidente, segui pure la tua stella così è gridato per tutta la città dai vessilli –
segui, dico, la stella e troverai cornucopie vomitare leccornie,
o non altro che spiritati manichini di mode folli in volo dalle vetrine…
Poiché falso è questo tuo donare (è Natale!),
falso perfino stringerci la mano avanti la Comunione,
e trovarci assiepati nella Notte a cantare “Gloria nei cieli … “.
Un amaro riso di angeli obnubila lo sfavillio dei nostri presepi,
Francesco cantore di perfette, tragiche letizie:
pure se un Dio continuerà a nascere,
a irrompere da insospettati recessi:
là dove umanità alligna ancora silenziosa e desolata:
dal sorriso forse di un fanciullo della casba a Daccà, o a Calcutta…
Nessuno conosce solitudine come il Dio del Cristo:
un Dio che meno di tutti può vivere solo!
Certo verrà, continuerà a venire,
a nascere ma altrove,
altrove…”
Da “Il sapore del Pane”
Il pastore della meraviglia
Oggi condividiamo con voi la gioia profonda di sentirci un po’ come il “Pastore della meraviglia” e cerchiamo di dirvi anche il perché.
Siamo a pochi giorni dal Natale e oggi, la vita ci consente di vivere un’esperienza simile a quella vissuta dal “pastore della meraviglia“.
Ma chi è questo personaggio?
Molti lo conoscono già. E’ probabilmente uno dei pastori più sconosciuti ma anche più importanti del presepe. Egli di solito è al centro della scena del presepe e sembra anche essere collocato fuori contesto. Se ci fate caso lui è l’unico pastorello del presepe che sembra non avere un mestiere. Di solito ha le braccia in alto e lo sguardo meravigliato. Sempre sta con la bocca aperta per la cosa prodigiosa che sta vivendo e vedendo.
Anche noi oggi di fronte ai fatti della vita abbiamo la bocca aperta di meraviglia. Ringraziamo il Signore e ringraziamo gli uomini che si fanno occhi, orecchi e mani di Dio per ascoltare il grido dei poveri. I poveri sono tanti e tutti hanno bisogno dell’aiuto di Dio che però, per aiutare ha bisogno anche Lui stesso dell’aiuto dell’uomo. Ringraziamo Dio per i doni della vita che attesi, magari per anni, arrivano all’improvviso e quando arrivano restiamo meravigliati come il pastore della foto davanti alla grotta della natività dove ha incontrato Gesù.
Franca e Vincenzo osb-cam ♥️
PS Il pastore della foto sta nel nostro presepe casalingo.