Andate per le strade

La bufera avvolge l’aria, agita la terra e scuote gli alberi della foresta. Il vento soffia forte e spazza via tutto ciò che incontra, distrugge amicizie e amori. È in questo drammatico scenario che Gesù muore in croce.

Gli apostoli sono avvolti dalla tormenta e i cuori impauriti e smarriti hanno iniziato a battere forte. Non era né facile né scontato riempire il vuoto di un’assenza cosi straordinaria. Smarriti, disorientati, soli, svuotati, terrorizzati, quando sono sul baratro del precipizio APPARE GESÙ. La luce abbagliante della sua presenza squarcia la realtà e offre coraggio e speranza agli sfiduciati. La vita riprende vigore.

Questa esperienza è, oggi, la nostra storia, la storia del giorno di Pasqua che deve diventare la storia ordinaria, quotidiana e illuminante capace di aiutare l’esistenza. Ed invece, noi, duri di cuori e tardi a credere; scettici e dubbiosi facciamo fatica a “vedere Gesù”. Siamo uomini di poca fede che, però, Gesu chiama ad andare per le strade del mondo per raccontare il nostro incontro con Lui e come Lui, con il Suo Amore, ha cambiato la nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

   Parola del Signore

Gettate la rete

 Sulla parola, sulla Tua Parola … Fidarci e affidarci sembra non essere più un valore. Cerchiamo certezze ma non ci sono. Pretendiamo di realizzare i nostri desideri e non i sogni di Dio. Il mistero ci fa paura mentre è proprio in quel Mistero che si nasconde il piano di Dio. Abbiamo smarrito il senso e il valore dell’affidarci. Crediamo solo a ciò che vediamo e solo a ciò che tocchiamo. Ed è così che l’infelicità ha preso possesso dell’umanità. Abbiamo sostituito Dio con il potere, con il denaro e con il successo.

Oggi anche noi siamo invitati a gettare le reti, anche noi siamo chiamati a fidarci del Signore. È Lui che muove la storia mentre noi, poveri illusi, crediamo di essere qualcuno. Crediamo di essere noi gli artefici di ogni cosa e poi basta un invisibile virus a cambiare le nostre vite. Nemmeno il più ricco e potente fra gli uomini è riuscito o ha provato a fermare la folle corsa del covid19 che sta seminando paura e morte.

Da quando l’uomo ha smarrito il senso e il valore di fidarsi e di affidarsi al Signore il male non trova più ostacoli e il cuore dell’uomo non riesce più a guidarlo verso scelte di vera felicità.

Solo affidandoci al Signore, invece, potremo ritrovare quella vita buona che vive nei desideri puri e belli che il creatore ci ha donato. Sta proprio in quei desideri semplici e che ci accarezzano la vita che potremo trovare la serenità e la gioia per la quale siamo nati.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

   Parola del Signore

Essere testimoni

Di fronte al nuovo siamo impauriti. Le novità ci spaventano. Abbiamo tutti bisogno di sicurezze. Oggi, il covid19, ha fatto emergere le nostre fragilità, le nostre paure, le preoccupazioni e siamo sempre meno certi del futuro. Nulla è per sempre e oggi stiamo imparando a capire che nemmeno il futuro sarà come il passato. D’altra parte, lo sappiamo bene: il futuro non è mai stato come il passato. Il cambiamento fa parte della vita e vi sono momenti topici nei quali i cambiamenti sono repentini e totalmente imprevisti ed imprevedibili.

Nessuno degli apostoli poteva immaginare la passione e la morte di Gesù e, fatto ancora più eclatante, nessuno poteva immaginare che il Cristo risorgesse dai morti. Per credere, infatti, abbiamo bisogno di guardare e toccare. A volte, lo sappiamo, non basta nemmeno questo.

Gesù, oggi, però, ci invita, ancora una volta, a credere in Lui. Ci chiama a dimostrarlo proponendoci di vivere da Risorti, cioè da donne e da uomini testimoni del suo Amore. Egli ci vuole appassionati innamorati dei crocifissi della storia. Ci chiede di essere pazienti e umili pellegrini in cammino sulle sue orme. Gesù ci chiama a cambiare vita e a perdonare chiunque ci ha fatto, ci fa o ci farà del male. Questo è il compito del “testimone”: ” Amare e Perdonare“.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

   Parola del Signore

Resta con noi

Quando il sole tramonta e calano le ombre, quando la sera della vita si fa prossima e la notte è più vicina, la tristezza bussa alla porta del cuore e la paura avanza. È questo il tempo nel quale si fa urgente cercare un sostegno, un tetto che ripara, un porto dove rifugiarsi e trovare protezione.

Smarriti e disillusi, i due discepoli di Emmaus, incontrano Gesù sulla strada e subito il cuore riprende a battere forte. L’emozione provoca forti vibrazioni che ridanno fuoco alla vita. Le Parola di Gesù sollevano l’esistenza e fanno volare i pensieri. Le donne, la tomba vuota e gli angeli … Poi Gesù accoglie l’invito ed entrò per restare con loro e quando spezzò il pane ai discepoli si “aprirono gli occhi e lo riconobbero”.

Il mistero si fa “presenza” e la presenza offre certezza ai cuori che ora gridano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

   Parola del Signore

Ho visto il Signore

Vedere e annunciare. Il coraggio di essere testimoni quando tutto il resto del mondo corre come se Gesù non ci fosse. È questo, probabilmente, il compito più difficile che attende le donne e gli uomini. Raccontare Gesù nell’agire nella vita quotidiana, e, saperlo fare bene, infatti, è l’arduo compito che ci viene affidato. È questa la via privilegiata per annunciare il Cristo risorto. Si, perché siamo chiamati ad annunciarlo nella vita quotidiana, nei luoghi ordinari dell’esistenza, la dove possiamo davvero “vederlo, incontrarlo e servirlo“. Ogni volta che lo facciano siamo gli Apostoli del Signore, i suoi testimoni. Per farlo occorre sapersi convertire ogni giorno e restare fedeli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

   Parola del Signore

Crocevia

Il lunedì dell’Angelo 2020 è, per davvero, un crocevia del tempo e della storia. Seduti nel piccolo orto giardino leggiamo “il passo del vento” di Mauro Corona e Mauro Righetti, un sillabario alpino. Ci fermiamo un attimo alla voce “crocevia” (forse allargando la foto -che trovate alla fine di questo testo- potete leggere, anche voi,le prime righe).

È una immagine potente, soprattutto oggi, che viviamo il tempo del coronavirus. L’invito che riceviamo in questo pezzo di storia che siamo chiamati a vivere ci chiede di fare delle scelte fondamentali. C’è chi, finora, nella propria vita, non è ancora riuscito a prendere una direzione, altri che lo hanno gia fatto ma, oggi, è arrivato un tempo, ed è questo, nel quale la forza delle circostanze ci sollecita a scegliere o a cambiare le scelte già fatte. Indugiare ancora sarebbe davvero follia. Siamo invitati ad aprirci al mistero, a percorrere strade nuove, inesplorate, dove l’avventura si appropria dei giorni, delle ore, dei minuti e di ogni più piccolo secondo. Che faccio? Che facciamo? Di fronte a noi ci sono anche tanti piccoli segnali che vogliono vincere la nebbia ed evitare di portarci fuori pista. Da giovane, riflette Mauro Corona, puoi tornare indietro, noi alla nostra età non possiamo. Molto, ormai, è stato fatto. La linea è tracciata e il covid19 fa il resto condizionando la strada. Guardiamo il passato e non lo giudichiamo ma siamo contenti di aver dato un senso alla strada percorsa che ci ha portato a riconoscere nell’eremo una possibilità di essere. Abbiamo tentato molto e, se Dio vorrà, proseguiremo a scrivere qualche parola, forse qualche riga ancora. Abbiamo creduto e crediamo nella semplicità, nella essenzialità, nella sobrietà e passo dopo passo l’eremo, piccola Chiesa domestica, ha preso forma accompagnata dai nostri amici camaldolesi che ci hanno accolto, aiutandoci a leggere il nostro vissuto e il nostro presente per poi immaginare anche un possibile futuro. Mai come oggi diciamo grazie a don Innocenzo Gargano e madre Michela Porcellato e a tanti altri che prima di loro ci hanno accompagnato e che portiamo nel cuore. Oggi, con il senno di poi, possiamo dire che al crocevia che ci ha portato fin qui siamo stati aiutati a fare una buona scelta, qualcuno potrebbe dire “profetica” ma stiamo correndo troppo. Il vento dello Spirito ci ha sollevato fino ad immaginare l’eremo, piccola Chiesa domestica, in un tempo (allora) nel quale nessuno avrebbe mai potuto pensare che l’umanità avrebbe dovuto vivere questo tempo attuale. Lo abbiamo immaginato quando il mondo correva in un’altra direzione e c’era chi, e forse c’è ancora, crede che tutto tornerà come prima. Noi siamo convinti che il passato non tornerà più in quel modo. Intanto, ora, siamo “tutti a casa”, tutti protetti nelle nostre domus, con il mondo fermo. Risorgeremo certamente. Ma il futuro, come pian piano in numero sempre più ampio di persone, stiamo comprendendo non sarà più come il passato. Davvero, per certi versi, dobbiamo dire Grazie. Grazie perché saremo costretti ad abbandonare le folla corsa del passato, dovremo abbandonare certe abitudini stressanti, dovremo lasciare perdere il consumismo e tante vecchie abitudini che non potranno più appartenere alla vita quotidiana. Il coronavirus ci ha messo di fronte un nuovo mondo e ci ha fatto scoprire tutta la nostra fragilità. Oggi abbiamo l’opportunità di aprire testa e cuore alla solidarietà, al dialogo, a rapporti più autentici. abbandonando maschere e finzioni. Anche la mappa del cosiddetto “potere” sarà ridisegnato a tutti i livelli e in tutto il pianeta. Beh, ci fermiamo. È tempo di preparare qualcosa da mangiare. Oggi carbonara e carne alla brace. Avremo tutto il tempo, finalmente, per riflettere e per contemplare questo meraviglioso creato.

Buon lunedì dell’Angelo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Presero il denaro

Il male si esprime in tanti modi e spesso va a braccetto con la menzogna e con il denaro. Ieri come oggi si costruiscono “fake news”, false notizie, “verità” che sono bugie. Alla base c’è quasi sempre invidia, gelosia, brama di potere, ipocrisia. In questo modo si rovina e distrugge la convivenza sociale, la vita e la reputazione delle persone. Il male sembra godere di se stesso ma è inevitabile che rende la vita di chi lo pratica un inferno fin da subito. I tesori accumulati in questo modo, il successo costruito danneggiando gli altri e il potere conquistato con questo stile non danno la felicità.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

   Parola del Signore

… E vide e credette

Buona Pasqua

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

   Parola del Signore

Sabato santo

Oggi è il giorno del SILENZIO. Nessun commento solo un suggerimento per la riflessione personale.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo».
(PG 43, 439. 451. 462-463)
La discesa agli inferi del Signore
  Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
  Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
  Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
  Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
  Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
  Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
  Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
  Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

Passione del Signore

 È il momento del silenzio.

È il momento del grande silenzio. Di fronte al mistero della morte del figlio di Dio mancano le parole. Siamo qui perplessi, con gli occhi sbarrati, le mani l’una nell’altra, seduti a terra e contempliamo l’uomo. Da oggi tutto cambia possiamo risorgere e risorgeremo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

                           Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

– Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

– Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

– Non  sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

– Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

– Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

– Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

– Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

– Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

– Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)

– E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

– Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla