Tendi la tua mano

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,6-11
 
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Parola di Dio.

Tendere la mano è una necessità e un bisogno prima di tutto nostro e poi anche una cosa molto bella per gli altri. A volte, però, le mani degli uomini sono paralizzate, rattrappite e incapaci di chiedere e donare. Le cose cambiano se, invece, abbiamo incontrato Gesù. L’incontro con Lui, il Maestro, l’unico Maestro, ci cambia la vita. È Lui che permette alla nostra mano di distendersi e di avere il coraggio di chiedere aiuto. Ed è sempre Lui che ci dà il coraggio di entrare nella logica del dono. Entrambi questi gesti non sono compresi in profondità da questo mondo. Entrambi sembrano essere atteggiamenti di debolezza, di povertà, di piccolezza. Ebbene sono proprio questi gli atteggiamenti e lo stile di Dio che l’incontro con Gesù permette di vivere trasformando debolezza, povertà e piccolezza in uno stile bello ai suoi occhi. Si tratta di incarnare uno stile di vita che questo mondo non comprende e forse nemmeno accetta ma che, invece, è proprio quello che l’incontro vero con Gesù ci permette di realizzare. Un incontro che ci permette di sognare un mondo nuovo guardando in alto, in alto proprio li dove volano gli aquiloni.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se ti ascolterà

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore.

Dopo aver letto e riletto questo brano ci è venuta in mente la procedura prevista dalla Regola di san Benedetto nei confronti di un fratello peccatore: “L’abate si comporti come un esperto medico: se ha usato i lenitivi, gli unguenti delle esortazioni, i medicamenti delle divine Scritture, e, da ultimo, il cauterio dell’esclusione o delle battiture della verga, se vede che tutto il suo darsi da fare non serve a nulla, allora ricorra a ciò che è ancor più efficace: la preghiera sua e di tutti i fratelli per lui, affinché il Signore, che tutto può, operi la guarigione del fratello malato” (28,2-5).

E, pregare nel silenzio, è l’ultima possibilità che possiamo esercitare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il Signore del sabato

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,1-5
 
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

Gesù sempre mette al centro l’idea del dono. Ogni cosa, ogni parola, ogni azione deve essere vista nell’ottica del dono. La stessa Legge di Dio è un dono. Un dono d’amore. Un dono di un Dio che ama profondamente l’umano. Ma, se tutto questo è vero, è ancora più vero che il dono sta ad un livello inferiore del donatore. Comprendere questo è fondamentale per dare un ordine alla vita e per capire l’Amore di Dio. L’amore di Dio, infatti, mette al primo posto la libertà… L’obbedienza che ci è chiesta, infatti, non è agli uomini, alle strutture, alle Leggi ma alla Parola. Possiamo e dobbiamo obbedire nella comunione e salvando sempre la comunione mettendo al centro la Parola. Ecco perché, tornando al vangelo di oggi, si dice che il sabato (cioè il riposo) è per l’uomo e il Figlio dell’uomo, cioè Gesù, è il signore del sabato. Nel giorno del riposo dalle occupazioni quotidiane (sabato o domenica che sia), infatti, occorre riposarsi dedicando spazio al Signore … ridando energia non solo al corpo ma anche allo Spirito.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La giovane Maria e i giovani

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Parola del Signore

La tradizione ci tramanda che Maria, nasce da Anna e Gioacchino e come tutti i giovani di tutti i tempi e di ogni parte del mondo ha vissuto la sua gioventù facendosi delle domande. Dalle risposte a queste domande poi ha costruito la sua vita. Anche oggi i giovani si fanno domande e probabilmente sono sempre le stesse. Si chiedono ad esempio dove è possibile trovare il senso della vita. Nella nostra esperienza di vita ne abbiamo incontrati diversi anche quando siamo stati impegnati a servire da educatori nel gruppo scout che abbiamo contribuito a fondare. Ebbene, condividiamo che i giovani di oggi come quelli di ieri cercano slancio cercando donne e uomini capaci di ascoltarli e magari di indicare dove trovare le sorgenti della fede e prepararsi ad affrontare la vita. Forse la più grande emergenza del tempo presente è l’assenza di adulti che Ascoltano, di adulti che testimoniano con la vita.

Oggi, infatti, stiamo assistendo al fenomeno di tanti giovani che si allontanano dalla fede. Forse occorre che gli adulti escano dai loro gusci e come pellegrini si facciano “compagni di viaggio” dei giovani per mostrare che la comunione è l’unica possibilità per costruire relazioni capaci di fare esperienza del Signore. Non si tratta di costruire gruppi o associazioni ma di mostrare la possibilità di vivere un “cammino di fiducia”, una “speranza”, forme di “accoglienza” … vivendo tutto con semplicità di cuore. Maria è un modello molto moderno e attuale. La sua icona ci mostra che tutto questo è possibile!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Lasciarono tutto

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,1-11
 
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:  «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.

Lasciare tutto per riempirsi del tutto. Forse è proprio questa l’unica cosa da fare, l’unica cosa che conta. Spesso, invece, presi dai pensieri e dai desideri restiamo immobili, quasi paralizzati mentre sarebbe proprio il caso di lasciare tutto per vivere con leggerezza pronti a viaggiare oltre noi stessi, oltre le contingenze che appesantiscono il cammino. Sarebbe proprio necessario, infatti, farsi portare dal vento e volare alto per cambiare prospettiva. Sarebbe proprio il caso di lasciare tutte le meschinità, le zavorre mentali e materiali che ci impediscono di essere noi stessi. Forse è proprio questo il tempo di aprirsi e seguire, per davvero, l’unico Maestro, Amico e confidente che non tradisce, l’unico che permette allo Spirito di alzarsi in volo e restare stupito guardando il mondo dall’alto. E ci chiediamo: se non ora, quando?

Il tempo si è fatto breve e c’è chi vorrebbe continuare come prima e, quel che è peggio, più di prima a trascinarci dentro storie, diatribe, discussioni e intrighi di ogni genere nei quali consumare il poco tempo rimasto lottando, distruggendo, rovinando relazioni e rapporti per sgomitare e tagliare per primi dei traguardi.

No, l’unica vera cosa da fare è lasciare queste persone che si sono fatti conquistare dal “male” e vivono del male e nel male. Noi non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo vivere in questo modo. Non possiamo recitare o fingere, mentire o vivere nella falsità. Seguire il Maestro che ci invita a camminare al suo seguito è l’unica bella alternativa ad una vita sterile, piatta e, perfino, vuota. Si, vuota, perché qualsiasi desiderio terreno non potrà mai riempire pienamente davvero il nostro cuore e offrire quella gioia e quella felicità che portiamo nel cuore. Fino a quando ci faremo prendere dalle tentazioni del potere, del danaro e del successo resteremo sempre infelici. Ecco perché il vero senso della vita è lasciare tutte le vanità e liberarci dei fardelli che rendono il cammino pesante. Lasciare tutto per andare oltre con il sorriso e la leggerezza. Se non ora, quando?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

PS La nostra piccola riflessione odierna potrebbe apparire a qualcuno fuori luogo e fuori contesto mentre noi crediamo che tocchi proprio il cuore della vita.

La buona notizia

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44
 
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. 
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. 
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore

La buona notizia è per tutti. Nessuno è escluso. Gesù scende lungo le strade, attraversa le piazze, bussa alle case di donne e uomini e cerca di incontrare i feriti, chi è arrabbiato, chi è incattivito, chi è deluso, povero o preoccupato. Egli porta la Parola del Padre e non giudica ma accoglie e così risana e porta salvezza e consolazione.

Gesù bussa alle porte del cuore per liberarlo dalle schiavitù del possesso, del danaro e del potere. Egli ascolta le nostre parole, anche quelle non dette esplicitamente e si abbassa per curare le nostre ferite, ci guarda e si china sui piccoli, sui fragili, sugli ultimi.

Gesù ci accoglie tutti così come siamo, allarga le braccia e accoglie con semplicità per accompagnarci e farci rialzare quando cadiamo, quando siamo stanchi, quando delusi abbiamo perso le forze. Gesù è accanto a noi e non ci lascia mai perché non c’è nulla che non può essere perdonato per ricominciare a vivere da liberi Figli di Dio.

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Io so chi sei tu, il Santo di Dio

Dal Vangelo secondo Luca 
Lc 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. 
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Parola del Signore.

Il male riconosce subito il bene e si ribella. Il male agisce di nascosto e di fronte all’Amore alza la voce e protesta, accusa e digrigna i denti. Il male si muove con astuzia, deve assolutamente fare il suo “mestiere” e quando incontra l’Amore, quando incontra la persona Umile, quando incontra un Servo buono e fedele scatena la sua rabbia. Sa, infatti, che non potrà vincere il bene; sa che non può opporsi all’Amore. Di fronte al “potere” del bene deve solo tacere e fuggire. È un po’ quello che accade in questo brano di Luca. Tutti, infatti, restano meravigliati delle Parole pronunciate da Gesù. Diciamo la verità non se lo aspettavano.

Sappiamo bene che per molti l’autorità significa avere successo, avere potere e dominare gli altri. Ma per Dio non è così: per Dio la vera Autorità è Amare tutto e tutti; è Servire il prossimo; è vivere in umiltà senza aver paura di esprimersi anche se farlo può costare.

I tiepidi non ce la fanno. Occorre una fede forte capace di vivere con semplicità per costruire un mondo migliore, un mondo più umano, un mondo libero.

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Nessun profeta è ben accetto nella sua Patria

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.
 

Il profeta è sempre fuori tempo, sempre fuori contesto, sempre incompreso. Emarginato o perseguitato è un rifiutato. Il profeta ha un solo “potere”: saper guardare oltre il presente. Egli è sempre nel futuro. Gesù con le sue parole, i suoi gesti e il suo messaggio è stato capace di guardare molto oltre il suo tempo e, come tutti i profeti, è stato ucciso dai potenti del suo tempo e cioè capi religiosi e politici quasi sempre coalizzati tra di loro. Insomma, con altre parole possiamo anche dire che i profeti pensano che i propri sogni e anche le proprie speranze sono le realtà del domani. I profeti, quindi, come i contadini mettono a dimora piantine che dopo di loro daranno buoni frutti.

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Guadagnare la vita

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,21-27u

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore.

Ogni giorno camminando sui sentieri della vita siamo chiamati a scegliere e sono queste scelte che possono farci camminate sui sentieri tracciati da Gesù oppure su altre vie che, però, non ci portano verso la salvezza.

Oggi Gesù non ci chiede come si potrebbe pensare di scegliere la via del dolore o della sofferenza. Egli ci chiede di “lasciare noi stessi” cioè quella parte di noi che cerca la Gloria su questo mondo e che persegue i miti della ricchezza, del potere e del successo. Egli ci chiede, infatti, di rinunciare a noi stessi per Amare per vivere l’Amore verso gli altri. Sarà solo amando che troveremo e guadagneremo la nostra vita. La grande saggezza del mondo ci tramanda questa verità anche al di là della fede cristiana. È risaputo, infatti, che gli uomini di Amore sono uomini che costruiscono buone relazioni e sanno donare Speranza a chi questa Speranza non ha. Gesù ci invita, perciò, a seguirlo sulla via croce nella quale rinunciamo a noi stessi per fare spazio vero a Lui. Il resto è illusione che dura lo spazio di un attimo e svanisce inevitabilmente dentro gli abissi del male, un male che dobbiamo rifiutare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il servo buono e fedele

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. 
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 

Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

I talenti? Metterli a frutto e farli crescere. Il pensiero più rapido e veloce potrebbe fare pensare ai soldi e alle ricchezze. Meglio chiarirlo subito. Qui il Signore parla di ben altro. È chiaro, infatti, che Gesù non si riferisce certamente a cose da fare, a opere da realizzare o a ricchezze da raddoppiare. Non parla nemmeno di fare crescere il numero dei cristiani ma la migliore interpretazione del senso profondo riguarda la nostra “obbedienza” alla Parola di Dio. È questa infatti che ci spinge a superare la frontiera del si è fatto sempre così, oppure ci aiuta ad aprire nuove vie, nuovi sentieri, nuove strade. Troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel Vangelo. È evidente, perciò, che questa sia la vera e unica risorsa da fare fruttare nella vita. Gli altri, il mondo probabilmente non ci capirà. Anche i nostri amici e i nostri parenti resteranno perplessi e sconcertati di fronte alle nostre scelte. Qualcuno potrebbe anche credere che siamo fuori di testa, magari persone strane, … Scegliere il Vangelo è, invece, la vera pienezza di vita, l’unica vera possibilità per essere donne e uomini capaci di essere “servi buoni e fedeli”. Questa è la via, andare controcorrente e sfidare il si è fatto sempre così, sfidare quel male travestito da buonismo a buon mercato che si riempie di parole ma che non compie mai gesti concreti. Andare controcorrente ci può emarginare ma è l’unica possibilità per ESSERE davvero creature nuove e servi fedeli del creatore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Aquila e Priscilla