Mysterium Lunae

L’immagine della Luna è stata una di quelle che più hanno colpito nel corso dell’omelia pronunciata dal Vescovo Luigi Vari (il nostro Vescovo) nella Messa Crismale di quest’anno. La luna, infatti, non vive di luce propria. Allo stesso modo la Chiesa, se vuole essere se stessa, deve riflettere la Luce di Cristo che è la vera Luce.

Quando, infatti, anche ciascuno di noi perde di vista che l’unica vera possibilità che abbiamo per Essere è cercare di riflettere un semplice raggio della Luce di Cristo perdiamo il senso dell’esistenza.

Siamo così chiamati a raccontare con la vita, più che con le parole, il nostro incontro con Gesù; a trasmettere gioia proprio nei luoghi dove il dolore è più marcato; Speranza dove se ne è smarrita la memoria; Amore nelle relazioni interpersonali. Così e solo così potremo tentare di riflettere, almeno un po’, lo splendore della Luce di Cristo.

Se, invece, come spesso accade, mettiamo noi al primo posto ci illudiamo di essere luce ed entriamo dentro il “palcoscenico del mondo” nel quale volendoci dare gloria resteremo, invece, sempre ombre senza mai essere vere luci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Obbediente fino alla morte

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

… Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito…

Oggi visitiamo una chiesa e ci fermiamo davanti all’altare della reposizione restando in Silenzio, Meditando e Pregando.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Li amò sino alla fine

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 

Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Parola del Signore.

Gesù è venuto per salvarci e ci mostra una via: è la via del Servizio. Servire è il modo che Gesù ci indica per salvare la nostra vita. Il mondo, invece, abusando di questa Parola ( Servizio) la utilizza per mascherare il potere, per mascherare la propria posizione di privilegio, per riempirsi la bocca di buonismo. È tempo di smascherare le funzioni, di spogliarci dei vestiti belli per indossare i panni del Servizio e lavare i piedi ai poveri, sollevare gli oppressi e avere il coraggio di essere testimoni di Cristo che non evitato di sfidare il potere costituito. Il cristiano non teme i potenti ma con la sua vita ne mette a nudo le ipocrisie.

Francave Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Guai a chi tradisce

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Parola del Signore.

“Il tradimento” appare proprio uno dei temi emergenti dei vangeli di questi giorni. Essere traditi da una persona che si è sempre considerata “amica” è una brutta faccenda. Sembra che si tratti, purtroppo, di una realtà che appartiene a questo mondo. Però, quando la si vive personalmente lascia una grande amarezza nella bocca della vita. Qualcuno sostiene che bisogna abituarsi perché questa è la realtà. No, ci rifiutiamo categoricamente di vivere secondo questa logica che riteniamo essere barbara. Un cristiano non può e non deve accettare questa logica. Crediamo, invece, nello straordinario valore dell’amicizia, nella potenza contenuta nella pratica dell’amicizia che è capace davvero di ridare colore alla vita. Gesù subisce il tradimento di un amico, di una delle persone della sua cerchia ristretta e non c’è dubbio che la circostanza è traumatica e destabilizzante. L’accetta? E noi siamo capaci di fare altrettanto? Siamo capaci di sopportare il male subito? Non crediamo che l’uomo Gesù l’abbia accolta con indifferenza. Crediamo che sia stata per Gesù una cosa profondamente dolorosa, una delusione immensa, una sofferenza fortissima. Chi è stato tradito da qualcuno che considerava Amico lo sa bene. Ma di fronte a questa realtà non bisogna reagire al male con il male. E poi c’è anche chi per giustificare i propri errori e/o furbizie le chiama “incomprensioni“. È un modo ridicolo di giustificarsi o di tacitare la propria coscienza. Intanto chi è tradito la prima cosa che deve fare è lasciare andare via, allontanarsi e restare in silenzio lasciando che il corso delle cose si compia. Sarà il tempo a giudicare. Sarà la vita a dare risposte. Sarà la coscienza a raccontare come sono andate le cose. Il cristiano deve essere convinto e restare convinto che, per un amico, occorre essere pronti a tutto. Ma, evidentemente, non per tutti è così. Ed è questa la situazione che ha vissuto Gesù. Tradito per soldi e/o per interessi e/o per potere è stato messo in croce. Ma è l’unico risorto. L’unico Maestro che ha indicato e continua ad indicare la strada verso la felicità!!!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Uno di voi mi tradirà

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.

Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore.

Gesù subisce il tradimento e lo accetta. Forse anche qualcuno di noi ha vissuto o sta vivendo un’esperienza simile. Come reagire? Chi ha subito il tradimento o lo sta subendo deve rispondere come Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Purtroppo chi tradisce e lo fa consapevolmente è destinato a vivere la stessa sorte di Giuda Iscariota. Satana prende dimora in lui e la sua vita non sarà più la stessa. Il rimorso del male fatto o analogamente del bene omesso lo tormenterà per il resto dei suoi giorni rendendolo incapace di chiedere perdono. Ma è proprio questa incapacità che gli rende la vita concretamente difficile. Sarà ossessionato dal male e il rischio maggiore sarà quello di non trovare pace. Chi tradisce, infatti, è simile al demonio che continuamente fa il male cercando di affermarsi agli occhi del mondo mentre distrugge la sua relazione con Dio. I traditori non vanno combattuti ma compatiti, non vanno ostacolati ma osservati e se si riesce vanno anche accompagnati con la preghiera.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Sei giorni prima della Pasqua

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Parola del Signore.

Da ieri siamo entrati nella Settimana Santa il tempo più importante per noi cristiani. Nel racconto biblico ritorna Lazzaro che Gesù aveva riportato in vita, Marta sempre impegnata nel servizio, Maria che con un gesto profetico cosparge i piedi di Gesù con il profumo di nardo che servirà anche per la sua sepoltura, Giuda Iscariota che oltre ad essere il traditore era anche ladro. Poi è nominata una folla di Giudei che vanno dove si trova Gesù anche per curiosità e vedere Lazzaro che era stato risuscitato dai morti. Infine ecco i capi dei sacerdoti che decidono di uccidere anche Lazzaro perché “molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù”. Emerge un quadro sempre più inquietante e poco rassicurante per Gesù e per i suoi amici. Ma ormai il tempo si è fatto breve e quel che deve accadere sta per essere compiuto. In questa settimana perciò siamo invitati a leggere e “Ascoltare” la Parola con maggiore intensità cercando di confrontare la nostra vita con la vita dei personaggi che incontriamo. Per esempio a quale personaggio del vangelo di oggi ci sentiamo più vicini?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il traditore

Dalla Passione secondo Marco

Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

Parola del Signore

Oggi, domenica delle Palme, siamo chiamati a leggere e ascoltare la Passione di Gesù Cristo secondo Marco. Ne abbiamo voluto scegliere e sottolineare solo qualche versetto ed in particolare quelli nei quali Giuda Iscariota, uno dei discepoli (cioè un amico di Gesù, uno di cui Gesù si fida) accetta soldi (oltre ai soldi, oggi, si possono accettano anche altri favori …) per tradire e consegnare Gesù ai potenti che poi, con false accuse e menzogne, prima lo denigrano e poi lo fanno condannare a morte da Pilato. Quanti Gesù conosciamo, quante persone sono state tradite e denigrate da falsi amici. Ebbene, per prima cosa, chiediamoci se anche noi siamo stati qualche volta come Giuda, se anche noi abbiamo tradito qualcuno, se anche noi ci siamo approfittati di qualche circostanza per tradire la fiducia di un amico, di una persona che ci credeva amici, … Questo tempo di Quaresima è quello giusto per interrogarci e, se ancora abbiamo un minimo di coscienza e di dignità chiediamo scusa e cerchiamo di riparare il danno commesso. Forse possiamo ancora tentare di fare del bene e salvarci … Forse possiamo riprendere in mano la nostra vita e farne il capolavoro che Dio si aspetta, forse, però, …

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Molti credettero

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. 
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Parola del Signore.

Accade anche oggi. Se qualcuno con la sua vita (parole e azioni) può turbare l’ordine costituito, cioè i potenti la sua vita è a rischio. Gesù compie azioni che non piacciono ai potenti del tempio che vogliono continuare a mantenere il potere e allora questi per preservare la loro posizione di privilegio decidono di ucciderlo. È una decisione con la quale intendono, tra l’altro, dare un esempio agli altri: chi si ribella o critica i potenti viene schiacciato … nel caso di Gesù, ucciso. E il popolo? Vedremo che il popolo si schiererà dalla parte dei potenti: “meglio mettersi dalla parte di chi comanda e cercare qualche contentino che rischiare di essere punito dai potenti” (Dante li classifica “ignavi”). In questo modo il popolo perde la sua libertà, perde la sua vita vera e sceglie di essere schiavo. Questa realtà è stata vera al tempo di Gesù, che sarà catturato, processato con false accuse e messo in croce e accade anche oggi, quando i potenti, come al tempo di Gesù, utilizzano il loro ruolo per togliere o non riconoscere diritti, per punire e/o emarginare qualcuno che da loro fastidio o che, non ubbidisce al loro potere perverso. I potenti, perciò, si organizzano e anche con menzogne cercano di denigrare le persone che non gli ubbidiscono o che conservano la loro libertà e dignità. I potenti, perciò, cercano di fare loro del male e lo fanno con malizia, con furbizia e, in questo modo, lanciano un messaggio agli altri: se non ubbidite farete la stessa fine. Ma nessun potente potrà mai domare uno spirito libero. La libertà è un dono Dio che dobbiamo preservare ed esercitare per conservare la nostra dignità di persone e dobbiamo farlo costi quel che costi. Questa è vera testimonianza cristiana. Fare come ha fatto Gesù. La nostra libertà non ha prezzo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Egli sfuggì dalle loro mani

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».  E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore.

Per i Giudei Gesù si fa Dio e, quindi, per loro, bestemmia. Sarà riconosciuto solo sulla croce, luogo di morte e di dolore. Non bastano nemmeno le opere per essere creduto. Cercano di catturarlo e di lapidarlo.

Gli autori di questa persecuzione sono sempre coloro che si sentono minacciati dalla possibilità di perdere il potere. Dietro la violenza c’è sempre il timore di perdere qualcosa: denaro, potere e successo. Eccoli i veri mali del mondo che Gesù aveva rifiutato all’inizio della sua predicazione, quando nel deserto il diavolo cerca di tentarlo. Gesù rifiuta tutte e tre queste tentazioni e restando un umile servo distribuisce tutto ciò che possiede: l’Amore!!!

Nella nostra vita non cediamo alle stesse tre tentazioni di sempre se vogliamo essere felici. Nessuna delle tre riuscirà a rendere la nostra esistenza bella. La bellezza e l’armonia camminano su logiche diverse e offrono alla vita ritmi e percorsi esistenziali lontani dal potere, dal successo e dal denaro. Guardiamo oltre queste tre barriere. Oltre c’è un orizzonte da scoprire e del quale godere. Scacciamo queste tre bestie feroci dalla nostra esistenza e scopriremo la bellezza della vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Raccolsero pietre per lapidarlo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,51-59
 
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Parola del Signore

Come sarebbe la nostra vita senza Gesù ? Eppure l’incredulità è sempre in agguato per turbare i nostri giorni. Certamente, a volte, i dubbi possono assalire le nostre giornate e farci vivere nell’incertezza. Ma, possiamo dirlo, quando la fede prende il sopravvento le nostre giornate trascorrono con gioia perché “tocchiamo” la Speranza con la vita e sentiamo nel cuore la presenza dell’Invisibile.

Questa verità non piace a tutti e c’è sempre qualcuno che vorrebbe “raccogliere delle pietre” (e lo fa’ veramente scagliando parole) per gettarle verso Gesù e screditare la fede. Chi ha la fede, però, sa come sfuggire alle azioni e alle parole di quanti non sopportano i testimoni del Signore capaci di mostrare con la vita quotidiana che essere cristiani dona la felicità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Aquila e Priscilla