La vita e’ superiore alle parole

“La conoscenza è l’amore. La strada per la conoscenza è l’amore. L’amore di cui parliamo, però, è  l’amore del fare, l’amore che si fa azione, l’amore che è vita, … sangue. Il resto, tutto il resto, sono parole, parole che anche se belle, restano tali. Meglio restare fedeli alla vita concreta che alle parole-cornice. Se davvero  crediamo in Dio delle parole chiacchiere non sappiamo proprio cosa farcene. Viviamo la vita fedeli alla Parola  e tutto il resto lasciamolo ai prestigiatori delle parole.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo di Matteo 23, 1-12

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati «rabbì» dalla gente.
8Ma voi non fatevi chiamare «rabbì», perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate «padre» nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare «guide», perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato

 

 

Bene dire

Dire bene, gioire e perdonare,
ma soprattutto amare.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.

Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.

Accogliere il grido degli ultimi

Poveri, storpi, zoppi e ciechi,
eccoli i nostri Amici.
Sono loro le persone da accogliere.
Ma, siamo capaci di dare senza attendere nulla in cambio?
Siamo capaci di dare senza calcoli?
Siamo capaci di fidarci di Dio?
Siamo capaci di perdere?
Siamo capaci di evitare i privilegi?
Siamo capaci di respingere gli onori?

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Profeti del servizio: semplici e obbedienti

L’umiltà è farsi ultimo ed essere ultimo.
Ma come si fa? Come si fa in un mondo dove orgoglio, successo e potere sono diventati i grandi valori di riferimento?
La via è unica: è la via dell’obbedienza e della semplicità, la via di farsi “servi” degli ultimi. di chi soffre, di chi è solo e abbandonato. La via è quella di chi non giudica, di chi decide di farsi compagno di strada del povero, del rifiutato, di chi è solo ed escluso. La via del silenzio.
Se riusciremo a fare questo saremo davvero sollevati sul palmo della mano di Cristo e avvertiremo la sua tenera carezza che ci mostra la sua protezione. Saremo come il Padre ci vuole: servi dell’amore.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato

Abbassa gli occhi e vedrai Dio

L’allievo chiese al maestro: “Maestro, mi può insegnare cosa debbo fare per vedere il volto di Dio?”.
E il Maestro rispose: “Ragazzo mio, ma  tu davvero vuoi vedere Dio? Allora chiudi gli occhi abbassali a terra e vedrai Dio”.

Franca e Vincenzo obl-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore

Oltre ogni orizzonte c’e’ Dio

Oltre le nuvole c’è il sole,
Oltre ogni confine c’è altro da scoprire,
Oltre ciò che siamo c’e ciò che possiamo,
Oltre la Legge c’è l’amore.

Oltre ogni silenzio c’è un fiume di parole,
Oltre il male c’è il bene,
Oltre l’urlo rabbioso c’è una carezza,
Oltre il presente c’è un futuro.

Oltre il reale c’è l’immaginazione,
Oltre il deserto c’è un prato verde,
Oltre la superbia c’è l’umiltà,
Oltre ogni lacrima c’è un sorriso.

Oltre la malattia c’è la guarigione,
Oltre la condanna c’è il perdono,
Oltre la morte c’è la salvezza,
Oltre la pena c’è la misericordia.

Oltre c’è sempre qualcosa che vale la pena scoprire e in questo oltre troviamo Dio.

Franca e Vincenzo osb-cam

Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Parola del Signore

Oltre la morte solo l’amore

Amare è l’unica possibilità per vincere il mistero della morte. Non una vuota memoria ma una invisibile lacrima d’amore è il segno, la ragione e la forza della vita oltre la morte. Che Dio ci benedica e che ognuno sappia sentire l’amore di Dio nella vita per non morire mai e riesca a donare una lacrima invisibile alle persone care per non farle morire mai.
Solo l’amore vince la morte.

Franca e Vincenzo osb-cam

In attesa di una carezza

Spesso ci chiediamo dov’è Dio?
Ci chiediamo perché non si fa vedere, perché non sentiamo la sua voce, perché il dolore, la sofferenza … la morte.
Poi ecco, all’improvviso, una carezza ci sfiora il volto e diventiamo di fuoco. Una piccola e semplice carezza ci dona un’emozione da brivido, una sensazione che attiva simpatia e apre il cuore su una realtà infinitamente dolce e tenera e comprendiamo che Dio è in una carezza.
Dio è in quel sottile e delicatissimo segno
che ci fa tornare bambini,
che ci fa innocenti e puri,
che ci fa capaci, ora, di vederlo in quel lieve gesto che si esprime con innocenza e dona tenerezza.
Accarezzaci o Dio e toccheremo il cielo con un dito sorridendo alle nubi che disegneranno per noi visioni celesti.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

I Santi, il fuoco e vita quotidiana

Qualche minuto fa abbiamo acceso, quest’anno, per la prima volta il fuoco nel camino. La fiamma ha iniziato ad avvolgere la legna e a diffondere un delicato e ancora timoroso  tepore unitamente ad un leggero profumo che riempie e attiva la memoria attorno a dolci ricordi. Ed è così che la tradizione si rinnova e aiuta a vivere anche il nostro piccolo momento di preghiera attorno all’angolo nel quale primeggia la Parola dalla quale prende forza la stola del servizio.

Al termine del giorno ripassiamo in rassegna le ore trascorse al lavoro, le persone incontrate, le parole pronunciate e le azioni compiute. Tutto questo ci aiuta nel dialogo con il Padre e ci consente di prepararci a vivere la notte.  Una notte che annuncia già la festa di tutti i Santi, una festa nella quale contempliamo non solo i grandi Santi presenti nel calendario ma anche i martiri, i “piccoli” i cui nomi ci sono sconosciuti, quelli che  «hanno cercano il volto di Dio»,  «i poveri in spirito», coloro che hanno vissuto «nel pianto», i «miti»,   «quelli che hanno fame e sete della giustizia», i «misericordiosi», i «puri di cuore», gli «operatori di pace», i «perseguitati per la giustizia» e per «causa Sua»; uomini e donne, giovani e adulti, che hanno conosciuto il peccato e, poi, si sono convertiti.

Intanto la fiamma del caminetto continua a danzare mentre ci si prepara a gustare una bruschetta, un po’ di verdura e qualche scampolo di formaggio con un piccolo bicchiere di vino. Buonanotte.

Franca e Vincenzo osb-cam

Vietato lamentarsi

Pablo Picasso ebbe a scrivere che alcuni uomini trasformano un punto giallo in un sole, altri il sole in un puntino giallo”. Da che parte stiamo?

Papa Francesco sulla porta d’ingresso del suo appartamento ha fatto affiggere un cartello che dice “Vietato lamentarsi”. Si, è proprio così. I cristiani poi, più di tutti, devono essere bravi a sorridere anche nelle difficoltà. Baden Powell, fondatore del movimento scout ( e noi siamo scout)  ha spiegato che “un sorriso fa fare il doppio di strada di un brontolio”.

Ma come si fa ad essere ottimisti?  Sarà la fede a salvarci. La fede in un Dio buono e misericordioso, infatti, alimenterà la speranza che supera ogni difficoltà. Crediamo che ogni avvenimento della vita anche se ci sembra cattivo è per il meglio. Non può essere diversamente. Anzi, sicuramente è così. Si tratta di una speranza che non ha come orizzonte i nostri desideri ma il bene che Dio ha pensato per noi. In questo cammino di fiducia e di speranza restiamo semplici e sereni. Il Signore sa di cosa abbiamo bisogno.

Concludiamo con l’invito a recitare una piccola preghiera di Tommaso Moro: “Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male, ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama «io». Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri. Amen”.

Franca e Vincenzo osb-cam

Aquila e Priscilla