Non è costui il figlio del falegname ?

Cari amici dell’Eremo buongiorno.

Oggi come tutti i giorni vi proponiamo il Vangelo del giorno ma da oggi e per tutto il mese di maggio ci faremo accompagnare da Maria, la Madre di Gesù. Lo faremo aiutati da Tommaso da Kempis, grande maestro dello spirito vissuto tra il 1380 e il 1471. È lui l’autore della notissima “Imitazione di Cristo” definita dall’abate Olivet: “Il più bel libro uscito dalle mani dell’uomo, poiché il Vangelo è uscito dalle mani di Dio”.

Iniziamo questa mattina condividendo un piccolo passo tratto da uno scritto di Tommaso da Kempis nel quale saluta Maria e che possiamo fare nostro all’inizio di questo mese di maggio:

“Sono assai bisognoso di grande consolazione, soprattutto della grazia del Figlio tuo, perché non sono assolutamente in grado di aiutare me stesso. Ma tu, Madre misericordiosissima, se ti degnerai di considerare la mia pochezza, in molti modi potrai soccorrermi e confortarmi con abbondanti consolazioni. Perciò, non appena mi sentirò oppresso dalle difficoltà o dalle tentazioni, farò subito ricorso a te, poiché dove sovrabbonda la grazia più sollecita è la misericordia”.

Buon cammino del mese di maggio

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.

Io sono la porta

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,1-10

In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.  Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore.

Oggi come in passato abbiamo bisogno di avere delle certezze, dei punti fermi. Gesù è il punto stabile, solido, sicuro e certo. Egli ci introduce dentro il Regno di Dio, ci accoglie e ci fa entrare nel recinto per proteggerci dagli ingannatori e dai falsi profeti. Gesù è la Verità che ci accompagna dentro una vita nella quale ladri, furbi, briganti e truffatori sono sempre in agguato per impadronirsi delle nostre vite e distruggere la nostra felicità. Gesù è l’unico Maestro del quale possiamo fidarci e affidarci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

I piccoli

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
 
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Ci siamo mai chiesti chi sono i piccoli? I piccoli … Sono piccoli i bambini; sono piccoli coloro che pur conoscendo i soprusi, le angherie, le maldicenze e le cattiverie che si dicono su di loro fanno finta di niente. Sono piccoli coloro i quali nulla pretendono dagli altri e accettano anche il male che subiscono. Sono piccoli i miti, gli umili … I piccoli sono i veri sapienti!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La mia carne è vero cibo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Gesù si offre, offre l’esempio della sua vita e chiede di essere riconosciuto Figlio del Padre. Mangiare la sua carne, bere il suo sangue significa incarnare la sua vita. Vivere come è vissuto Lui: è questo il messaggio. Significa prendere le distanze da chi usa il potere per vantaggi personali. Gesù non ha paura di denunciare il male e chi lo pratica; Egli non si gira dall’altra parte ma si fa vero compagno di viaggio. Non dobbiamo temere di essere come Gesù se desideriamo avere la Vita Eterna.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Pane vivo, disceso dal cielo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

È Gesù il pane vivo! Restiamo in silenzio davanti al tabernacolo. La nostra salvezza è qui!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Fare la volontà del Padre

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,35-40
 
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.

E noi? Stiamo facendo la volontà di Dio? Accogliamo la vita e cerchiamo di accettare il progetto di Dio per noi?

Andate in tutto il mondo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore.

Siamo tutti inviati nel mondo per portare la buona notizia. Per fare ciò che Gesù ci ha chiesto e ci chiede non serve essere una persona perfetta ma è necessario come prima cosa stare con Lui nel quotidiano della vita e vivere come Lui ci ha chiesto e ci chiede di fare. Il mondo non ha bisogno di maestri ma di testimoni. Più che prediche parolaie occorre vita concreta, scelte coerenti, azioni capaci di esprimere la fede. Vivere da cristiani, infatti, è la migliore predica. Certo non sempre il mondo comprenderà. Spesso, come è accaduto a Gesù, ci saranno persone che osteggeranno le scelte di vita evangelica, altre che le criticheranno dicendo che si tratta di un vivere fuori dal tempo, altre che vorranno obbligare a fare diversamente… Il cristiano deve avere il coraggio di vivere da cristiano, non si dovrà curare delle critiche (soffrirà in silenzio), testimonierà la propria fede senza clamore lasciando che a parlare sia la sua vita. Sarà proprio la vita del vero cristiano a stimolare le domande degli altri e magari la loro conversione. Non c’è predica migliore che l’esempio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Intervistati da Paride

Oggi, 23 aprile, il sito www.legraindeble.it pubblica una nostra intervista che mette al centro l’Eremo di famiglia, la sua vocazione e il suo progetto. Abbiamo risposto molto volentieri alle domande di Paride, missionario per vocazione, filosofo per formazione, insegnante precario per professione e scrittore per passione che con un gruppo di amici ha dato vita alla Fraternità redazionale che cura il sito nel quale sono presenti varie rubriche tutte molto interessanti. Se vuoi entra nel sito (il link lo trovi in fondo a questo post) e navigando scopri la sua originalità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Cibo per la vita eterna

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,22-29

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Parola del Signore.

Mangiare è vitale. Nessun fisico può restare in vita senza un adeguato nutrimento. Ma il cibo non ci basta. Abbiamo bisogno di qualcosa di più. Abbiamo bisogno del nutrimento spirituale che ci dona un senso alla vita. Ecco perché l’uomo cerca Dio e questa ricerca si snoda per tutta la vita. Eppure dobbiamo cercare di aprire non solo gli occhi del corpo ma anche gli occhi del cuore. Con questi ben aperti scopriremo che il nutrimento spirituale che cerchiamo è con noi. Il cibo spirituale, infatti, ha casa nella Parola e nell’Eucarestia. In quella particola che durante la consacrazione si fa corpo di Cristo c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sfamarci del cibo della vita eterna. È questo cibo che ci porta pace, gioia, serenità. È questo cibo che ci presenta il corpo di Cristo nutrimento per la vita eterna.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Egli entrò per rimanere

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».  

Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore.

La prima cosa che a nostro parere emerge dall’ ascolto di questa Parola è la semplicità. Tutto avviene nell’ordinario della vita. Gesù incontra l’uomo dentro la sua storia ordinaria, dentro la quotidianità e con semplicità mostra la via da seguire. Allo stesso modo Gesù invita al banchetto eucaristico dove lo ritroviamo nello spezzare il pane. Restiamo umili e semplici Amici e servitori di un Dio che, entrato nella storia, si è fatto compagno di viaggio.

Aquila e Priscilla