Sprecare speranza

Stamattina nel campo dell’eremo abbiamo seminato i broccoli. Da sempre i contadini seminano nei loro campi e mentre compiono questo antico gesto sperano in un buon raccolto. Se è così e , siamo certi che è così, il cristiano nel mondo è chiamato a seminare la speranza. Se qualcuno, invece, uccide la speranza, si fa seminatore di morte. Ecco cosa di recente ha detto a questo proposito papa Francesco:

“Seminatori di speranza. Un cristiano può seminare amarezze, può seminare perplessità, e questo non è cristiano, e tu, se fai questo, non sei un buon cristiano. Semina speranza: semina olio di speranza, semina profumo di speranza e non aceto di amarezza e di dis-speranza”.

La voce, lo sguardo, i modi di fare siano gentili e tranquillizzanti, in una parola bisogna essere consolatori e donare conforto ad immagine del Paraclito, come esortava a fare il Beato cardinale Newman. Francesco auspica quindi che lo Spirito Santo non solo faccia abbondare nella speranza, ma, di più – dice – “ci faccia sprecare speranza” con i più bisognosi:

“Sono soprattutto i poveri, gli esclusi, i non amati ad avere bisogno di qualcuno che si faccia per loro ‘paraclito’, cioè consolatore e difensore, come lo Spirito Santo si fa per ognuno di noi, che stiamo qui in Piazza, consolatore e difensore. Noi dobbiamo fare lo stesso per i più bisognosi, per i più scartati, per quelli che hanno più bisogno, quelli che soffrono di più. Difensori e consolatori”.

Franca e Vincenzo osb-cam

Il crocifisso della Chiesetta nuova

Viaggiando nel buio di una notte senza luna ho incontrato un uomo che, ai più, appariva solo, stanco, sporco e smagrito. Tutti i passanti andavano di fretta e nessuno sembrava lo avesse notato seduto su un gradino di una delle strade principali della città. Erano lontani i tempi nei quali in molti si erano avvalsi di lui. Da poco quell’uomo aveva ricevuto notizia di essere stato sfrattato con tutta la sua famiglia. Non sapeva che fare e dove andare e continuava a far finta di pensare. In realtà non riusciva a capire perché gli stava capitando tutto questo.
Passavano le ore e lui continuava a restare li dov’era mentre attorno a se tutto continuava a muoversi come prima e sempre piu veloce. Lui con gli occhi persi nel vuoto pensava a cosa avrebbe potuto fare ma il cervello era come se fosse bloccato. Aveva tentato di chiamare qualche amico ma aveva capito che non era aria. Aveva ricevuto risposte molto vaghe e in qualche caso anche meravigliate. Tra l’altro non riusciva a comprendere neanche la ragione vera che aveva indotto il padrone della casa ad intimargli di lasciare libero l’appartamento.
Intanto passavano le ore e la notte era già alta. Il buio avvolgeva l’aria e lui non era riuscito a tornare a casa. … Ad un certo punto si accorse che era davvero tardi. Tentò di telefonare a casa ma o non riusciva a fare il numero oppure non c’era più campo.
Fu a quel punto che stanco, sfiduciato, avvilito si sedette su una vecchia panchina del metrò e Morfeo si impadroni di lui. La dov’era rischiava grosso. Si sa che la notte è il regno dei ladri e della gente di malaffare e lui rischiava grosso. Fu allora che decise di trovare un riparo. Non trovò nulla di meglio che il porticato di una Chiesa diroccata. Decise di restare li fino a quando non sarebbe passata la notte. Intanto pregava non tanto con le parole quanto contemplando un vecchio crocifisso che sembrava l’unica cosa rimasta in piedi di quella Chiesa distrutta dall’incuria. Eppure proprio fissando lo sguardo su quel vecchio crocifisso egli sembrava rianimarsi. Sotto il crocifisso c’era una scritta: “Crocifisso donato da Papà Giovanni XXIII alla Chiesetta nuova del Gesù misericordioso”. Fu in quel momento che un lampo di luce gli fece intravedere qualche brandello di verità sulla sua condizione ma era troppo tardi per tornare indietro. Tutto il passato era irrimediabilmente compromesso occorreva ripartire dall’inizio ma era un compito impari e lui non poteva far nulla. Rassegnato cercò di prendere sonno sperando che al risveglio i suoi occhi potessero vedere l’alba nuova.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Con gli Amici dell’eremo

E cosi questa sera abbiamo ricominciato gli incontri all’eremo. A farci compagnia il gruppo degli “amici” che da anni pregano la Parola con noi. Anche stasera il Signore è stato  “qui” accogliendo le nostre povere parole e succerendo al nostro spirito lo stile con il quale cercare di essere suoi testimoni nella semplicità.

È bello sapere di essere parte di una “grande famiglia” nella quale si è amici e si condividono gioie e speranze. Tutto avviene nel quotidiano nel quale spesso non riusciamo a farci capire e a farci conoscere e, forse, nemmeno siamo capaci di dimostrare l’amore che portiamo nel cuore.

Eppure anche questa sera con semplicità abbiamo invocato lo.Spirito, abbiamo, come piccola Chiesa domestica,  ascoltato la Parola, l’abbiamo meditata, l’abbiamo pregata e contemplata … Abbiamo condiviso, accompagnati dalla fioca luce di un cero, le nostre povere riflessioni e chiesto al Signore di restare con noi.

Poi, leggendo il Vangelo di Matteo di domenica prossima (Mtv 21, 28-33) abbiamo riscoperto come fare la volontà del Padre è lo straordinario che ci fa figli autentici. Abbiamo riconosciuto come ogni “si” pronunciato con la bocca ha bisogno di una testimonianza nel quotidiano e che Dio Padre, sempre in dialogo con ogni uomo. vuole guidare l’uomo verso la salvezza e costantemente protegge da ogni male. Allora con la fiducia nel cuore cercheremo di vivere il presente puntando lo sguardo sul futuro.

Franca e Vincenzo osb-cam

La terra della speranza.

Può un uomo, un altro uomo, uccidere la speranza? No. Nessun uomo può uccidere la speranza se questa speranza l’hai accolta nel tuo cuore. Qualcuno può chiedersi se esiste da qualche parte sulla terra l’immagine di un Dio fedele. La nostra risposta è si, certo, esiste.

“Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante appariva un deserto, sarà di nuovo coltivata e si dirà: “La terra, che era desolata, è diventata ora come il giardino dell’Eden, le città rovinate, desolate e sconvolte, ora sono fortificate e abitate” (Ezechiele 36, 34-35).

Ecco, l'”Eden” è la terra della nostra speranza, il posto dove Dio ci vuole suoi collaboratori ed è li, in quella terra, che c’è la nostra speranza. Li  c’è l’immagine del Dio fedele. Il nostro paradiso è proprio lì ed è in quel meraviglioso giardino che regna la vita per noi. Nessun uomo, però, potrà prendere il posto di Dio. Ogni pensiero di Dio per noi, infatti, è un dono da accogliere e amare sempre e comunque senza se e senza ma. In ogni caso Dio ci fa liberi. Liberi  amanti del bene. Questa libertà, però, non sboccia e non germoglia se non c’è “dialogo”. Dio è sempre pronto al dialogo e sempre accoglie le nostre difficoltà e nel dialogo, da Padre vero, ci guida e ci accompagna soprattutto nei momenti difficili.  Dio, infatti, ci conosce in profondità e ci vuole bene, sempre e comunque. Siamo certi che non ci farà mai del male, mai.

Franca e Vincenzo osb-cam

E’ nato “Encomio”

Tempo di vendemmia, tempo di vino. Anche all’eremo come in tante altre case si è ripetuta la “magia” della vendemmia e della pigiatura e poi eccolo “il nettare degli dei”.
Quest’anno all’eremo il vino lo abbiamo estratto da uve di Aglianico, Merlot e Sangiovese e ieri dopo alcuni giorni lo abbiamo raccolto nelle damigiane … È nato “ENCOMIO”.
Lo abbiamo battezzato con questo nome perché ogni vino che produciamo ricorda un evento importante per la famiglia. L’anno scorso abbiamo prodotto “Nutritesta” e quest’anno “ENCOMIO”. Il primo è stato dedicato a Lucia e all’inizio della sua vita professionale e il secondo ad un evento importante della carriera di Domenico che ha ricevuto un encomio solenne.
Intanto la vita quotidiana prosegue per tutti e anche per noi all’eremo che vogliamo brindare in l’allegria con voi tutti accompagnati da un calice del nostro “ENCOMIO”. Auguri a tutti di buona vita sempre in compagnia di Gesù.

Franca e Vincenzo osb-cam

Gesù alle nozze di Cana, come racconta il vangelo secondo Giovanni, trasformò l’acqua in vino. Durante l’Ultima Cena, come riporta il Vangelo secondo Matteo, Gesù prese un calice colmo di vino e disse: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati’.

Il bene sta sempre oltre i potenti

Ai potenti da fastidio se qualcuno denuncia il loro comportamento e per questo cercano di eliminare ogni voce critica.
Ai potenti, invece, piacciono le persone che fanno da corona alla loro “corte” e dicono sempre “si” solo per compiacere il loro padrone e ottenere vantaggi. Sono gli stessi pronti a cambiare opinione se cambia il potente di turno continuando a sguazzare nel torbido pur di continuare a godere di privilegi. Questi, a volte, sono più crudeli del loro stesso padrone capaci di mettere in atto ogni azione violenta per compiacere se stessi e mettere in cattiva luce gli altri.
Da sempre i potenti preferiscono questi individui e cercano di eliminare non solo gli avversari ma anche coloro che, per amore del popolo, sono pronti a sacrificare la vita e ogni onore per il bene di tutti.
Eppure, questi appassionati del bene e della verità, nonostante, sanno a cosa vanno incontro e sono facili profeti “vedendo” che  finiranno per essere emarginati ed esclusi non possono rinunciare ad Amare. Perché senza Amare si sentirebbero già morti mentre Amando sentono di avere la vita fin da subito. Chi si riconosce Uomo non può che Amare. Che accada ciò che deve accadere  ma che non si perda mai la vita. Alla vita non si può rinunciare perché la vita ci è stata donata per viverla da uomini veri.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo di Luca 9,9

“Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo”.

A due a due …

Gesù manda i suoi discepoli per le strade del mondo. Li manda senza denari, senza vestiti di ricambio, senza bastone e li affida alla provvidenza. Ma attenzione non li manda soli. Gli invia a due a due affinché ognuno, durante il viaggio si possa appoggiare all’altro. La ricchezza che Dio concede ai suoi discepoli è solo quella di un compagno di viaggio con il quale affrontare i pericoli e le insidie della vita e con il quale condividere le gioie, le ansie e le paure. I discepoli di Gesù sono forti, quindi, di un aiuto e di un supporto che li sostenga nella lotta contro il male e contro ogni potere laico o religioso che rischia di complicare, ancora  di più, la loro già fragile esistenza.

La loro missione sulla terra, il loro pellegrinaggio di testimoni, di evangelizzatori è affidata alle persone che incontreranno e non certo a ricchezze accumulate. Proprio nei giorni scorsi papa Francesco ci ha ricordato come il male si insinua nel cuore degli uomini attraverso il denaro, “sterco del demonio”.

L’invito di oggi rivolto a tutti, ma proprio a tutti, è quello di un radicale rinnovamento (aggiornamento) che sappia abbandonare i segni e i simboli del potere, che sappia avere più fiducia nell’uomo, che sappia confidare nella provvidenza di Dio e che abbia il coraggio di abbandonare le cose che appesantiscono e che sono fonte di controtestimonianza. Gesù invita a lasciare le sicurezze, gli agi, i privilegi e ogni tipo di potere che “uccide l’anima” e distrugge ogni possibilità di essere autentici testimoni. Oggi, in questa epoca di cambiamento, c’è davvero bisogno di ridare cuore ad una missione che cammina sui piedi scalzi di donne e uomini innamorati di Dio e che, in umiltà, sappiano riproporre l’autentico messaggio del Signore. Perché ciò possa accadere c’è tanto bisogno di preghiera e di autentica testimonianza ordinaria.

E’ molto  difficile che gli apparati e le caste possano percorrere queste strade ma gli uomini di Dio hanno il dovere di mostrare che è possibile seguire l’esempio di Gesù e il suo invito ad andare senza denaro, senza tunica, senza bastone ma con l’unica ricchezza di avere Lui per guida e un compagno di viaggio per ogni altro bisogno.

Franca e Vincenzo osb-cam

“Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche”.  Luca

,

 

Spalle al muro, dicono che sei vecchio

C’è un testo di Renato Zero che parla dei vecchi ed è un testo davvero ben fatto. Vorremmo meditarlo con voi ed invitarvi a  fare un semplice giochetto. Si tratta di associare persone che conosciamo, situazioni e fatti concreti che in qualche modo ci appartengono alle parole di Renato. Forse potranno aiutarci a vivere meglio il nostro presente.

Buon viaggio con Renato Zero.

Franca e Vincenzo osb-can

Spalle al muro,
Quando gli anni, son fucili contro,
Qualche piega, sulla pelle tua,
I pensieri tolgono, il posto alle parole,
Sguardi bassi alla paura, di ritrovarsi soli.
E la curva dei tuoi giorni, non è più in salita,
Scendi piano, dai ricordi in giù,
Lasceranno che i tuoi passi, sembrino più lenti,
Disperatamente al margine, di tutte le correnti.
Vecchio,
Diranno che sei vecchio,
Con tutta quella forza che c’è in te,
Vecchio
Quando non è finita, hai ancora tanta vita,
E l’anima la grida e tu lo sai che c’è.
Ma se Vecchio,
Ti chiameranno vecchio,
E tutta la tua rabbia viene su,
Vecchio, si,
Con quello che hai da dire,
Ma vali quattro lire, dovresti già morire,
Tempo non c’è ne più,
Non te ne danno più!
E ogni male fa più male,
Tu risparmia il fiato,
Prendi presto, tutto quel che vuoi,
E faranno in modo, che il tuo viso, sembri stanco,
Inesorabilmente più appannato, per ogni pelo bianco.
Vecchio.
Vecchio.
Vecchio!!!
Mentre ti scoppia il cuore, non devi far rumore,
Anche se hai tanto amore, da dare a chi vuoi tu!
Ma sei vecchio.
Insulteranno Vecchio
Con tutto quella smania che sai tu,
Vecchio, si
E sei tagliato fuori,
Quelle tue convinzioni, le nuove sono migliori,
Le tue non vanno più,
Ragione non hai più.
Vecchio si
Con tanto che faresti,
Adesso che potresti non cedi perché esisti,
Perché respiri tu

 

Dotti, medici e sapienti contro Francesco

Dotti medici e sapienti
studiano,
si consultano,
parlottano tra loro,
condannano in nome della legge e
scrivono sentenze.

Agiscono con l’odio nel cuore,
hanno paura di perdere il potere e
cercano di fermare la valanga.

Qualcosa lascia credere
che potrebbero anche vincere e
screditano il Papa.

Scrivono lettere subdole,
mascherano l’odio con parole accattivanti,
si ergono a difensori delle legge ed
in realtà difendono solo il loro potere.

Li riconosci dai gesti duri,
dai sorrisi quasi sempre beffardi,
dall’aria di sufficienza,
di chi crede di saperne più di tutti.

Questi “ominielli”
isolano, escludono e
si pensano i depositari della verità.

Ogni cristiano cattolico,
ogni uomo libero,
ogni uomo che ama l’altro
si stringa attorno a Francesco,
chi può e vuole preghi,
gli altri lo difendano da ogni male
e da ogni tentativo di delegittimazione
dai finti cattolici che in nome di una
tradizione fatta Legge
tradiscono la misericordia di Dio e
giungono finanche
a lanciare pietre contro il Papa.

Chi parla male del Papa
non è cattolico e oggi
vuole solo difendere la sua
nicchia di potere.

Franca e Vincenzo osb-cam

Sempre oltre, fin dove osano le aquile

Bag, abbiamo letto che ti chiamano Bag. Un modo carino, affettuoso e simpatico per dimostrare vicinanza. Bello. Ma chi può azzardare di chiamarti con questa breve sigla? Solo chi sente di esserti amico può permettersi di farlo.
Gli amici, infatti, quando lo sono davvero, ovunque vivono, lo sono per sempre e nulla e nessuno potrà mai cancellare sentimenti che vivono dentro di noi. Così speriamo e crediamo che, in qualche modo, sarà anche per voi che dopo anni ed anni ( quasi tutti vicini ai 30 anni o appena più in là) continuate a conservare più di un filo di unità nonostante alcuni già vivono in città e addirittura nazioni diverse. Anche tu Bag, tra qualche giorno parti. Hai scelto di andare in Canada. È davvero un gran bel posto. Sei un infermiere, hai una professione e avevi anche un lavoro che hai lasciato ma, a volte, questo non basta e non è tutto. Vivi, vivi i tuoi sogni. Inseguili e fanne un capolavoro. Tu solo puoi farlo. Noi saremo tutti a fare il tifo per te e ogni componente di questo gruppo farà altrettanto e ognuno di voi lo farà per l’altro.
Noi due siamo “adulti” … (ma che significa poi?), però sentiamo di essere compagni di viaggio dei tuoi e dei vostri sogni. Non abbiamo la tua, la vostra età, e anche queste poche righe corrono il rischio di non essere proprio calzanti ma, stanne certo o statene certi, sono il segno di un sentire che vuole partecipare senza invadere. Dire solo un semplice “ci siamo”.
Bag ti conosciamo da sempre ed è bellissimo che tu hai scelto questo semplice “gruppo giovani” per fare un saluto con il cuore a tutti e anche a noi. Questo è solo un arrivederci ma qualunque cosa ti ha spinto a lasciare questa terra, qualsiasi sia il tuo sogno, il nostro augurio è che tu riesca a spingere i tuoi passi sempre oltre, … sempre oltre fino a dove osano le aquile.
Non fermarti mai Bag noi saremo sempre dietro di te a soffiare perché il vento ti sostenga e tu possa raggiungere ogni tuo sogno e ogni tuo desiderio.
Vai Bag … sempre oltre fin dove osano le aquile.
A presto Bag

Franca e Vincenzo osb-cam