L’alleanza promessa

Siamo sotto al Monte Sinai. Dio chiama Mosè e gli promette l’alleanza. Dio fa cosi anche con noi. Ci chiama e ci fa una promessa alla quale, però, lui resta fedele fino a donare la vita (Gesù muore per noi sulla croce). Dio ci chiede di ascoltare la sua voce e di obbedire alla sua Legge, cioè di restare fedeli. Con l’alleanza noi mettiamo in gioco la nostra responsabilità e siamo chiamati ad essere suoi sacerdoti

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 19, 1-8

AL SINAI: ALLEANZA E SANTUARIO

I preliminari dell’alleanza

1 Al terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. 2Levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
3Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: 4«Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. 5Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! 6Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa». Queste parole dirai agli Israeliti».
7Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. 8Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo.

Il sogno di un popolo di profeti

_Nel deserto Israele non solo cammina, ma cresce, si forma e prende coscienza del bisogno di autodeterminazione. Il popolo di Dio, lentamente, come ogni comunità, matura e diventa più cosciente, per opera dello Spirito santo, della sua qualità e della sua missione. Mosè si augura che nel popolo magari tutti fossero profeti (vedi Numeri 11,29)._ 🌈

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 18, 13-27

13Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera.14Allora il suocero di Mosè, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: «Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?». 15Mosè rispose al suocero: «Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l’uno e l’altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi». 17Il suocero di Mosè gli disse: «Non va bene quello che fai!18Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; non puoi attendervi tu da solo. 19Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu sta’ davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. 20A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. 21Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini validi che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità, per costituirli sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 22Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. 23Se tu fai questa cosa e Dio te lo ordina, potrai resistere e anche tutto questo popolo arriverà in pace alla meta».
24Mosè diede ascolto alla proposta del suocero e fece quanto gli aveva suggerito.25Mosè dunque scelse in tutto Israele uomini validi e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 26Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori. 27Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò alla sua terra.

Ietro e’ il primo convertito

_L’incontro tra Mosè e Ietro (il suocero) è lo sfondo nel quale prende forma il kerigma dell’antico testamento. Ietro, infatti, è il primo convertito che accoglie il messaggio di liberazione di Dio al popolo di Israele e, quindi, a tutti i popoli. È il primo non israelita che riconosce i segni operati da Dio a favore del popolo eletto. 🤗_

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 18, 1-12

1 Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, cioè come il Signore aveva fatto uscire Israele dall’Egitto. 2Allora Ietro prese con sé Sipporà, moglie di Mosè, che prima egli aveva rimandata, 3con i due figli di lei, uno dei quali si chiamava Ghersom, perché egli aveva detto: «Sono un emigrato in terra straniera», 4e l’altro si chiamava Elièzer, perché: «Il Dio di mio padre è venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone». 5Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui, venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio. 6Egli fece dire a Mosè: «Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo da te con tua moglie e i suoi due figli!». 7Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l’uno della salute dell’altro ed entrarono sotto la tenda.8Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e agli Egiziani a motivo di Israele, tutte le difficoltà incontrate durante il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati. 9Ietro si rallegrò di tutto il bene che il Signore aveva fatto a Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani.10Disse Ietro: «Benedetto il Signore, che vi ha liberato dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha liberato questo popolo dalla mano dell’Egitto! 11Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dèi: ha rivolto contro di loro quello che tramavano».12Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio. Vennero Aronne e tutti gli anziani d’Israele, per partecipare al banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio.

La liberta’ esige umilta’ e fiducia

_La liberazione dal faraone e da ciò che rappresenta non pone fine al rischio di altri potenti/nemici. La vittoria è questione di fiducia in Dio, di preghiera fatta di umiltà. La preghiera non è, infatti, una pratica magica e Dio agisce sempre attraverso l’opera degli uomini chiamati alla fede e ad abbandonare ogni autosufficienza. Quando Israele guarda in alto e sottomette il suo cuore a Dio può ottenere la vittoria. 💫_

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Guerra contro Amalèk

Esodo 17, 8-16

8Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. 9Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio».10Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. 11Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. 12Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. 13Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.
14Allora il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalèk sotto il cielo!». 15Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò «Il Signore è il mio vessillo» 16e disse:

«Una mano contro il trono del Signore!
Vi sarà guerra per il Signore contro Amalèk,
di generazione in generazione!».

Il bastone e l’acqua

_Ancora proteste, ancora mormorazione, ancora incredulità. Il deserto è il luogo che educa e corregge, che prova la fede e la mette di fronte ad un bivio. Ma Dio è li. È presente e agisce. Ancora una volta chiede a Mosè e gli chiede di servirsi di un bastone, oggetto che fa male e che in questo caso, invece, aiuta a far sgorgare acqua. E sarà proprio con un bastone che verrà percosso Gesù sulla croce dal cui costato sgorghera acqua. 🤗💫_

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 17, 1-7

1Tutta la comunità degli Israeliti levò le tende dal deserto di Sin, camminando di tappa in tappa, secondo l’ordine del Signore, e si accampò a Refidìm. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. 2Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!». Mosè disse loro: «Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?». 3In quel luogo il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». 4Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». 5Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’!6Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. 7E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

I sogni dell’uomo con il cappello a cilindro

L’uomo con il cappello a cilindro e il papillon da un po’ di tempo ha ripreso a sognare. Fa strani sogni, sogni davvero curiosi.

Sognare a volte porta in brutte situazioni. Appaiono, per esempio, uomini dal volto buono ma dal cuore di pietra, ingannatori seriali che hanno fatto di questa arte una professione. Spesso raccontano favole e rubano segreti a ingenui e semplici creduloni che poi  vengono venduti per quattro soldi ai loro propositi di esercizio del potere. Questi loschi figuri dal volto buono e dal cuore di pietra si aggirano per strade e piazze, frequentano i salotti buoni ed esercitano il potere credendo di restare impuniti. L’uomo con il cappello a cilindro e il papillon, ormai, gli ha scoperti e restando al gioco ha imparato a difendersi. Non gli piace questa situazione meschina ma cosa altro può fare? Tu cosa gli consiglieresti di fare?

L’uomo con il cappello a cilindro ha però scoperto che questi ingannatori seriali sono più di quanti aveva mai immaginato e allora ha rafforzato la sua corazza. Tra i rimedi più sicuri c’è sicuramente la cernita delle amicizie. Occorre selezionare al massimo, e restringere il campo all’essenziale e non perdere mai la spinta al bene … l’uomo con il cappello a cilindro e il papillon resterà sempre un buono rischiando ogni giorno di essere frainteso ma mai perderà il desiderio di compiere il bene. Ora ha imparato che per vivere cosi dovrà perdere un po’ della sua innata innocenza e corazzarsi di discrezione costruendo relazioni capaci di raccontare con gesti e poche parole che si vive una volta sola e che non possiamo farci sfuggire l’occasione di fare il bene. Ha anche imparato che di fronte agli ingannatori seriali occorre mantenere un comportamento di difesa fatto di poche parole senza alcuna condivisione. Meglio ancora sarà fuggire ogni occasione di incontro per evitare sbagli che possano insospettire. Ma sopra ogni cosa non parlerà di questo argomento e dedicherà la sua attenzione alle cose semplici della vita quotidiana: un pezzo di pane, una ciotola di riso, un filo d’erba che cresce tra le pietre, un frutto appena colto dall’albero, un sorriso e tante altre cose che in questo mondo sono solo amenità. A presto.

L’uomo con il cappello a cilindro

L’uomo con il cappello a cilindro indossa spesso un papillon sulla camicia bianca. Giacca scura, scarpe nere e pantalone all’inglese. È un uomo d’altri tempi, un gentile uomo di provincia con l’animo sensibile, lo sguardo penetrante e una certa intelligenza che gli permette di “vedere” oltre certe apparenze.

Vestito cosi, nessuno lo ha mai visto, eppure lui non se ne cura e, nel silenzio, attraversa strade, piazze e antichi vicoli alla continua ricerca di qualcosa di “misterioso” che solo lui sa.

I suoi passi a volte lenti e in altre occasioni più veloci non sono quasi mai distratti e scruta ogni cosa … anche il lento movimento di una tendina spostata dalla incuriosita padrona di casa che si affaccia cercando di non farsi notare. No, nemmeno lei sfugge alla “distratta” (si fa per dire) attenzione dell’uomo con il cappello a cilindro e il papillon.

Se tu, vorresti sapere perché veste in questo modo cosi curioso in questo tempo che ha varcato il secondo millennio nemmeno lui lo sa dire, eppure, senza cilindro e senza papillon non esce mai. Le uniche eccezioni se le permette in alcuni giorni in estate, quando anche il cuore sembra andare in vacanza. Ma sono giorni davvero rari.

Per lui indossare il cappello a cilindro è come la sua stessa pelle. Non è un di più. No, è l’essenza stessa del suo carattere dolce, gentile, premuroso, facile alla commozione e generoso. La maggior parte degli altri non lo sa che lui è così e ognuno se lo dipinge secondo impressioni e sensazioni sue proprie. L’uomo con il cappello a cilindro e il papillon lo sa, sembra che non se ne importi ma lui, invece, ne soffre e vorrebbe tanto dire che la loro opinione è sbagliata ma non riesce a farlo e se qualche volta ha tentato ha solo registrato un misero fallimento. Ora ha quasi del tutto rinunciato all’impresa e si è rifugiato in un silenzio certe volte davvero impenetrabile. Ogni tanto scrive qualche verso che non proclama mai a nessuno.

 

La liberta’ e’ una conquista che costa

_La nostalgia del passato fa mormorare. Si preferisce essere schiavi. La libertà ha un prezzo. Ogni persona che si libera deve accettare di attraversare la crisi economica … (o sociale) deve attraversare il deserto ma riceverà i segni di bene del Signore che donerà il pane e la carne, che non farà mancare il necessario. L’uomo davvero libero è invitato, però, a non accumulare ma a condividere. Dio vuole che il suo popolo unisca produzione e consumo e che ognuno possa avere secondo il suo necessario. E questo farà la prima comunità cristiana di Gerusalemme … La manna, quindi, è il segno della presenza di Dio che non da la salvezza in automatico ma la concede se c’è condivisione e cosi Cristo è il vero pane che nutre la nostra vita spirituale e che ci aiuta a vincere le tentazioni. 🤗💫_

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

16 La manna, il cibo del deserto

1 Levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto.
2Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
4Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. 5Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno».
6Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto 7e domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». 8Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore».
9Mosè disse ad Aronne: «Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: «Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!»». 10Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube. 11Il Signore disse a Mosè: 12«Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: «Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio»».
13La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. 14Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. 15Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. 16Ecco che cosa comanda il Signore: «Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda»».
17Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto, chi poco. 18Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne aveva preso di meno, non ne mancava. Avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. 19Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». 20Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. 21Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva.
22Quando venne il sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane, due omer a testa. Allora tutti i capi della comunità vennero a informare Mosè. 23Egli disse loro: «È appunto ciò che ha detto il Signore: «Domani è sabato, riposo assoluto consacrato al Signore. Ciò che avete da cuocere, cuocetelo; ciò che avete da bollire, bollitelo; quanto avanza, tenetelo in serbo fino a domani mattina»».24Essi lo misero in serbo fino al mattino, come aveva ordinato Mosè, e non imputridì, né vi si trovarono vermi. 25Disse Mosè: «Mangiatelo oggi, perché è sabato in onore del Signore: oggi non ne troverete nella campagna. 26Sei giorni lo raccoglierete, ma il settimo giorno è sabato: non ve ne sarà».
27Nel settimo giorno alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono. 28Disse allora il Signore a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei ordini e le mie leggi? 29Vedete che il Signore vi ha dato il sabato! Per questo egli vi dà al sesto giorno il pane per due giorni. Restate ciascuno al proprio posto! Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo dove si trova». 30Il popolo dunque riposò nel settimo giorno.
31La casa d’Israele lo chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianco; aveva il sapore di una focaccia con miele.
32Mosè disse: «Questo ha ordinato il Signore: «Riempitene un omer e conservatelo per i vostri discendenti, perché vedano il pane che vi ho dato da mangiare nel deserto, quando vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto»». 33Mosè disse quindi ad Aronne: «Prendi un’urna e mettici un omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i vostri discendenti». 34Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose per conservarla davanti alla Testimonianza.
35Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant’anni, fino al loro arrivo in una terra abitata: mangiarono la manna finché non furono arrivati ai confini della terra di Canaan. 36L’omer è la decima parte dell’efa.

Amarezze

_Il deserto è il luogo della sete e trovare acqua salata è un ulteriore disagio. Alla mormorazione Dio ha l’occasione di fare il primo segno ed è in quel luogo che Dio dona una legge. Dio ha così occasione per provare il suo popolo. Quante volte Dio interviene nelle nostre vite; quante volte l’amaro viene trasformato in dolce; quante volte, nonostante ciò noi non riconosciamo il suo Amore e viviamo come se non ci fosse?_ 💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 15, 22-27
22Mosè fece partire Israele dal Mar Rosso ed essi avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono tre giorni nel deserto senza trovare acqua. 23Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare. Per questo furono chiamate Mara. 24Allora il popolo mormorò contro Mosè: «Che cosa berremo?». 25Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova.26Disse: «Se tu darai ascolto alla voce del Signore, tuo Dio, e farai ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini e osserverai tutte le sue leggi, io non t’infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitto agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce!».
27Poi arrivarono a Elìm, dove sono dodici sorgenti di acqua e settanta palme. Qui si accamparono presso l’acqua.

Solo il bene puo’ vincere il male

_Il Signore fa tremare i nemici del suo popolo, fa tremare il male che ogni giorno insidia il bene, annienta corrotti e ingannatori. Israele, dopo i dubbi, le perplessità, le proteste e lo scetticismo è indotto dai fatti a riconoscere il bene che il Signore gli dona e come è sconfitto il male. Per questo innalza un canto di lode e di ringraziamento, per questo è costretto dai fatti a riconoscere che se si segue il Signore il bene vince il male. Purtroppo, spesso, non riusciamo a seguire il Signore (siamo refrattari alla sua Parola). Non ci fidiamo della sua Voce (che parla nel nostro cuore) ma confidiamo in noi e nei “nostri pensieri”, nelle “nostre idee”, … ci fidiamo di “incantatore”, di “profeti del nulla”, di “allettanti proposte” capaci solo di illuderci e rifiutiamo di seguire il Signore e i suoi messaggeri. … Tutto questo, spesso, ci impedisce di attraversare il nostro mar Rosso. Se, invece, riuscissimo a fidarci di Lui, potremmo anche noi contare con Israele … “Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.

2Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!”_ 🌈💫

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 15, 1-21 15

1 Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.

2Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!

3Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.

4I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.
5Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.

6La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico;

7con sublime maestà
abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore,
che li divora come paglia.

8Al soffio della tua ira
si accumularono le acque,
si alzarono le onde come un argine,
si rappresero gli abissi nel fondo del mare.

9Il nemico aveva detto:
«Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino,
se ne sazierà la mia brama;
sfodererò la spada,
li conquisterà la mia mano!».

10Soffiasti con il tuo alito:
li ricoprì il mare,
sprofondarono come piombo
in acque profonde.

11Chi è come te fra gli dèi, Signore?
Chi è come te, maestoso in santità,
terribile nelle imprese,
autore di prodigi?

12Stendesti la destra:
li inghiottì la terra.

13Guidasti con il tuo amore
questo popolo che hai riscattato,
lo conducesti con la tua potenza
alla tua santa dimora.

14Udirono i popoli: sono atterriti.
L’angoscia afferrò gli abitanti della Filistea.
15Allora si sono spaventati i capi di Edom,
il pànico prende i potenti di Moab;
hanno tremato tutti gli abitanti di Canaan.

16Piómbino su di loro
paura e terrore;
per la potenza del tuo braccio
restino muti come pietra,
finché sia passato il tuo popolo, Signore,
finché sia passato questo tuo popolo,
che ti sei acquistato.

17Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.

18Il Signore regni
in eterno e per sempre!».

19Quando i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri furono entrati nel mare, il Signore fece tornare sopra di essi le acque del mare, mentre gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare.20Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne, prese in mano un tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con danze. 21Maria intonò per loro il ritornello:

«Cantate al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare!».