Se vuoi, puoi …

Affacciati alla finestra scopriamo le prime luci del giorno. Il cielo s’illumina e il cuore si apre sull’infinito. Il chiarore del mattino ha il potere di dare forza alla vita, di dare coraggio alla speranza … questo nuovo giorno sarà migliore di ieri. Le cose vecchie sono finite, ne sono nate di nuove. Oggi tutto sarà diverso, tutto rinnovato, tutto più bello.

Quest’alba è degna di un Re; la sua luce, infatti, illumina il piccolo prato che appare un tappeto pieno di gemme mentre l’edera disegna arazzi sui muri di pietre che fanno da contorno al giardino e i primi raggi del sole si infilano tra i rami pieni di foglie di un grande albero.

La lebbra, il peccato e la colpa sono vinti, purificati e scomparsi. La Luce, quella vera, illumina l’universo e il cuore e, finalmente, la pace, prende dimora in noi spingendo i nostri passi su sentieri nuovi, belli, pieni di speranza. Siamo persone nuove se riusciamo a cogliere questi grandi misteri della vita. “Se vuoi, puoi…”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

   Parola del Signore

3 commenti su “Se vuoi, puoi …”

  1. In Gv 9 si legge:”Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia cieco (storpio; lebbroso;..?)”
    Possiamo oggi rispondere: ne lui , ne i suoi genitori, da che tutti hanno (abbiamo) peccato.
    Allora che succede quando G. Si trova in questi frangenti? Come interpretare queste cose?
    Nei secoli sono state date tante interpretazioni, di questo come di altri passi della Auto Rivelazione di Dio.
    Una di queste suona, oggi, così: “Così, mentre il lebbroso purificato diventa testimone (“a testimonianza per loro”) e predicatore della Parola, Gesù *prende su di sé* le conseguenze della lebbra, si fa carico del peccato ad essa associato: …”
    Ma a mio avviso ci si ferma, così, solo alla superficie della interpretazione.
    Se approfondiamo la seconda lettura di oggi nell’Ufficio delle Ore (brano dal trattato Contro le Eresie di sant’Ireneo ), appare chiaro che, come in tutta la Scrittura (ad una lettura olistica), Gesù non sia venuto nella carne ” *solo* ” per prendere su di sé il peccato dell’umanità e perdonarlo (funzione vicaria oggi assai indebolita, ma cosa già grandiosa che chiamiamo salvezza; e che va sempre ritrovata perché continuamente pecchiamo), ma in primis per portare a *compimento* il *Progetto* del Padre (Gv 1,12-13). Mentre il perdono dei peccati è *conseguenza* , quindi, la priorità dell’Incarnazione è il completamento della creazione stessa che è ancora in corso! Lui, Gesù, è il Progetto di Dio e Lui Gesù, è il compitore di tale Progetto.
    Tutto questo dice che volontà di Dio è stata ed è quella di creare un uomo ” *incompiuto*” (dono massimo di cui lodare e ringraziare), che per giungere al suo compimento, deve sottoporre il suo libero arbitrio (che deriva proprio da tale dono di incompiutezza) alla pedagogia maieutica dell’amore del Padre che si incarna in Gesù, il quale accetta, per questo, di passare per la croce, ovvero di passare da Unigenito a Primogenito.
    Infatti: quale madre/padre vorrebbe (ammessa e non concessa la possibilità di farlo) poter agire sul genoma del proprio figlio, progettato con vero amore, per ricavarne un essere che certamente ami, automaticamente, mamma e papà? Questo non sarebbe un figlio, ma un automa. È fondamentale comprendere la dinamica dell’amore! Quando questo va dai genitori al figlio, si ha una figliolanza adottiva. Quando il figlio (pur adottivo) *comprendendo* di quale grande amore è stato amato, sente imperioso il desiderio di *riamare* , dello stesso amore i genitori, qui si è di fronte alla vera figliolanza generata. Il Cristo Totale (con noi *in* Lui) è il figlio generato! Non un figlio adottivo, quali noi oggi.
    Ergo: la lettura dell’episodio evangelico di oggi (come tutta la Scrittura) a mio avviso, va ben oltre alla semplice tesi della salvezza, ma riguarda, ancora una volta, direttamente’ quella del *compimento* di tutta la creazione: il Cristo Totale (che ancora identifichiamo infantilmente in un “giardino” paradisiaco).

    1. . .. e come risponde Gesù ai suoi, in Gv 9?: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori ma è così affinché si manifestassero le opere di Dio in lui”. Qui non parla dei peccati del cieco (lebbroso,…), ergo non ha nulla da prendere su di sé . Ma.ha da manifestare la.gloria di Dio che tramite Lui, fattosi uomo, porta a compimento il Progetto del Padre.

    2. Grazie Dino. Siamo in cammino. Tra sentieri sconnessi, buche improvvise, ostacoli di vario genere … il viaggio è pieno di insidie … speriamo di giungere alla meta e aggiungere, con la Grazia di Dio, ciò che ci manca per poterci presentare avendo cercato di fare il meglio che potevamo. Intanto, per quanto possiamo, contempliamo questo creato e se riusciamo cerchiamo di stupirci di fronte alla grandezza della bontà e della misericordia di Dio.

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