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Dov’è il tuo piccolo vangelo?

«Un giorno, ad Alessandria, abba Serapione incontrò un povero intirizzito dal freddo. Allora disse tra sé: “Come mai io che passo per un asceta sono rivestito di una tunica, mentre questo povero, o piuttosto Cristo, muore di freddo? Certamente, se lo lascio morire, sarò condannato come omicida, nel giorno del giudizio”.
Allora si spogliò come un valoroso atleta e diede il suo vestito al povero; quindi si sedette con il piccolo vangelo che portava sempre sotto il braccio.
Passò una guardia e, vedendolo nudo, gli chiese: “Abba Serapione, chi ti ha spogliato?”. Mostrando il suo piccolo vangelo, rispose: “Ecco chi mi ha spogliato”.
Mentre se ne ripartiva, incontrò un tale che era stato arrestato per un debito, perché non aveva da pagare. Allora, l’immortale Serapione vendette il suo piccolo vangelo e pagò il debito di quell’uomo. Quindi ritornò nella sua cella, nudo.
Quando il suo discepolo lo vide nudo, gli chiese: “Abba, dov’è la tua tunica?”. L’anziano gli disse: “Figliolo, l’ho mandata là dove ne avevano bisogno”. Il fratello chiese: “Dov’è il tuo piccolo vangelo?”. L’anziano rispose: “In verità, figliolo, ho venduto Colui che mi diceva ogni giorno: “Vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” e l’ho dato via per avere più fiducia quando comparirò davanti a Lui nel giorno del giudizio”»
(dai Detti dei Padri del deserto)

Una pappa con farina di lenticchie

Cari amici da alcuni anni condividiamo con voi il nostro breve commento ai vangeli quotidiani. Ora sentiamo il bisogno di iniziare un nuovo cammino di condivisione un po’ più libero e spontaneo.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Un anziano cadde malato e non poté prendere cibo per molti giorni. Il suo discepolo chiese il permesso di preparare qualcosa che lo riconfortasse. Così fece e gli preparò una pappa con farina di lenticchie. Lì v’era appeso un vaso contenente un po’ di miele e un altro riempito con olio di lino con un odore molto cattivo e che serviva solo per la lampada. Il fratello si sbagliò e al posto del miele versò olio fetido nella pappa. Nell’assaggiarla il vecchio non disse nulla e continuò a mangiare in silenzio. Il fratello insistette perché mangiasse di più. E il vec­chio facendosi violenza riprese a mangiare. Il fratello insistette per la terza volta, ma il vecchio si rifiutò, dicendo: «In realtà, figlio, non posso più». Il discepolo lo incoraggiò dicendo: «Padre, è molto buona, mangerò con te». E nell’assaggiarla capì quello che aveva fatto, si gettò faccia a terra, dicendo: «Guai a me, padre! Ti ho ucciso e mi sono caricato di questo peccato, perché non hai detto niente». E il vecchio rispose: «Non ti angustiare, figlio; se Dio avesse voluto che mangiassi il miele, avresti messo miele in questa pappa».

Svegli al sorgere del sole

Un giovane monaco chiese al suo abate, da tutti considerato uomo di grande santità: ” Come posso essere certi di trovarmi alla presenza di Dio?”. L’abate rispose: “Hai tanto controllo su di essa quanto è il potere che hai di far sorgere il sole”. Esasperato, il giovane esclamò: ” Ma allora a cosa servono tutti i nostri esercizi spirituali e le nostre preghiere?”. Queste cose servono per essere certi di essere svegli quando il sole sorge”.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Silenzi apparenti

Sul silenzio e il giudizio così sottolinea Abba Poimen: “Vi è un uomo che sembra tacere e il suo cuore giudica gli altri; costui parla sempre”. Abba Arsenio così afferma: “Di aver parlato mi sono pentito tante volte, di aver taciuto, mai”.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

La forza del silenzio

Teofilo, memorabile per la sua santità, vescovo di Alessandria, era in viaggio per Sceta e i fratelli, radunatisi, dissero all’Abate Pambo: Di’ una parola o due al vescovo, affinché la sua anima in questo luogo possa essere moralmente edificata. L’anziano rispose: Se per lui non è edificante il mio silenzio, non c’è speranza che lo siano le mie parole.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Il vecchio mantello

Un soldato chiese a un anziano se Dio avrebbe perdonato un peccatore. Ed egli gli disse: Dimmi, caro, se il tuo mantello è lacero lo getterai via? Il soldato rispose dicendo: No, lo rammenderò e lo rimetterò addosso. L’anziano gli disse: Se tu ti prendi cura del tuo mantello, vuoi che Dio non sia misericordioso con te che sei la sua immagine?

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Timor di Dio

Due fratelli andarono da un anziano che abitava da solo a Sceta. Il primo disse: Padre, ho imparato a memoria tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. L’anziano gli disse: Hai riempito l’aria di parole. L’altro disse: Ho copiato l’Antico e il Nuovo Testamento e li ho nella mia cella. E a costui l’anziano replicò: Hai riempito di pergamena la tua finestra, ma non conosci colui che disse: Il regno di Dio non è nelle parole ma nella potenza? E ancora: non quelli che ascoltano la legge saranno giustificati davanti a Dio, ma quelli che la mettono in pratica. Perciò i fratelli gli chiesero quale fosse la via della salvezza ed egli disse loro: L’inizio della salvezza è il timor di Dio e l’umiltà unita alla pazienza.

(Cos’è il timor di Dio? Si tratta di fidarsi di Dio e non di altri).

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli Amici dell’eremo di famiglia camaldolese.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Il rumore del silenzio

Uno degli anziani disse: Un monaco non dovrebbe chiedere come agisce questo e come vive quello. Domande simili ci allontanano dalla preghiera e ci portano a sparlare e a spettegolare. Non c’è niente di meglio del silenzio.

La saggezza del deserto: ” Detti dei Padri” scelti per gli Amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e priscilla.

L’asino e Padre Isacco

Gli anziani e tutti i monaci che abitavano nel deserto di Sceta si riunirono in assemblea e decisero che padre Isacco fosse ordinato presbitero per servire la Chiesa in quel luogo solitario, in cui, in determinati giorni e ore, i monaci del deserto si riunivano per il culto. Ma l’Abate Isacco, udendo la decisione che era stata presa, fuggì in Egitto e si nascose in un campo tra i cespugli, poiché si riteneva indegno dell’onore del sacerdozio. Molti monaci si misero in cammino dietro lui per prenderlo. Quando alla sera si fermarono in quello stesso campo a riposare, stanchi del viaggio (nel frattempo era sopraggiunta la notte), lasciarono libero l’asino che portava i bagagli e lo mandarono a pascolare. L’asino, mentre mangiava, giunse nel luogo dove l’Abate Isacco si era nascosto. Sul far del giorno i monaci, cercando l’asino, arrivarono dove il vecchio si era nascosto. Sorpresi di come Dio li avesse favoriti, lo presero e stavano per legarlo e portarlo via prigioniero. Ma il venerabile anziano non lo permise, dicendo: Ora non posso più oppormi a voi, dal momento che forse la volontà di Dio è che io, per quanto indegno, riceva gli ordini del sacerdozio.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri scelti” per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam