Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,16-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore.
Alcuni anni fa siamo stati a Taize nella Comunità di Freré Roger frequentata da migliaia di giovani cristiani provenienti da tutto il mondo . È stata un’esperienza piena di luci, cioè di testimonianze semplici di come la fiducia in un Dio che sta accanto a noi può cambiare la vita e darci un senso. Il vangelo di oggi ci spinge a condividere con voi tutti (che siete tanti) un piccolo passo della regola di Taize… Eccolo:
“Non arrestarti mai, cammina con i tuoi fratelli, corri verso la meta, seguendo le tracce del Cristo. E la sua traccia è un cammino di luce: lo sono, ma anche voi siete la luce del mondo (Cfr. Gv 8,12 e Mt 5,14)… Affinché la luce del Cristo ti penetri, non basta contemplarla come se tu fossi soltanto puro spirito, devi impegnarti decisamente in questo cammino, anima e corpo. Che tu sia in mezzo agli uomini un segno di gioia e di amore fraterno”.
Ecco allora l’invito a non sentirsi mai soli, ad amare i poveri, i diseredati, i genitori, la famiglia, … Amare il prossimo chiunque sia … Raccontare le meraviglia di Dio con le parole e con la vita, non rattristare nessuno, aiutare davvero il prossimo e non lavarsene le mani, non fingere di ascoltare ma avere cura del vero bene dell’altro, restare semplici ed essenziali, accarezzare un fiore e guardare il mondo con gli occhi di un bambino … Allora sapremo essere luce, piccole luci capaci di attraversare la notte fino a raggiungere l’alba della risurrezione.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️