Mangiare in silenzio per cibare corpo e anima

Non sappiamo se vi sia mai capitato di stare a tavola in qualcuno di quei monasteri nei quali vige ancora la regola del silenzio. A noi è capitato e possiamo assicurarvi che è un’esperienza davvero suggestiva. Se non l’avete mai fatta ve la consigliamo.

Comunque un altro ufficio connesso con la refezione dei fratelli e` quello del lettore di mensa. Anche questo ufficio e` settimanale, come quello dei servitori. La lettura a tavola era sconosciuta in Egitto (Pacomio). Secondo Cassiano, l’uso di leggere a tavola lo avrebbero introdotto i monaci di Cappadocia per evitare le discussioni frivole e le dispute. S.Basilio si appella al motivo spirituale, seguito poi da tutta la tradizione monastica: cioe` di rifocillare anche lo spirito insieme al corpo (vedi la scritta nel nostro refettorio del monastero di S.Silvestro: “Dum corpus reficitur, mens ieiuna non maneat” <mentre si rifocilla il corpo, lo spirito non rimanga digiuno>; cosi` S.Agostino, S.Cesario, ecc.

  1. Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che ci sia un monaco incaricato della lettura, che inizi il suo compito alla domenica.
  2. Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità;
  3. e tutti ripetano per tre volte il versetto: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode”, che è stato intonato dal lettore stesso,
  4. il quale, dopo aver ricevuta così la benedizione, potrà iniziare il proprio turno.
  5. Nel refettorio regni un profondo silenzio, in modo che non si senta alcun bisbiglio o voce, all’infuori di quella del lettore.
  6. I fratelli si porgano a vicenda il necessario per mangiare e per bere, senza che ci sia bisogno di chiedere nulla.
  7. Se poi proprio occorresse qualche cosa, invece che con la voce, si chieda con un leggero rumore che serva da richiamo.
  8. E nessuno si permetta di fare delle domande sulla lettura o su qualsiasi altro argomento, per non offrire occasione di parlare,
  9. a meno che il superiore non ritenga opportuno di dire poche parole di edificazione.
  10. Prima di iniziare la lettura, il monaco di turno prenda un po’ di vino aromatico, sia per rispetto alla santa Comunione, sia per evitare che il digiuno gli pesi troppo,
  11. e poi mangi con i fratelli che prestano servizio in cucina e in refettorio.
  12. Però i monaci non devono leggere e cantare tutti secondo l’ordine di anzianità, ma questo incarico va affidato solo a coloro che sono in grado di edificare i propri ascoltatori.

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