- Anche se a un monaco viene imposta un’obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi, il comando del superiore dev’essere accolto da lui con assoluta sottomissione e soprannaturale obbedienza.
- Ma se proprio si accorgesse che si tratta di un carico, il cui peso è decisamente superiore alle sue forze, esponga al superiore i motivi della sua impossibilità con molta calma e senso di opportunità,
- senza assumere un atteggiamento arrogante, riluttante o contestatore.
- Se poi, dopo questa schietta e umile dichiarazione, l’abate restasse fermo nella sua convinzione, insistendo nel comando, il monaco sia pur certo che per lui è bene così
- e obbedisca per amore di Dio, confidando nel Suo aiuto.
H..U. Von Balthasar fa notare la presenza, invisibile ma certa, di Gesu` Cristo in questo luogo. “Solo l’esempio di Cristo – ha scritto – giustifica il mirabile capitolo 68 di San Benedetto. Dato che il Padre chiese al Figlio cose impossibili – che prendesse su di se` tutto cio` che presso Dio e` impossibile, esecrabile, cioe` il peccato – il Figlio muore sulla croce. Pero` prima il Figlio espose al Padre le ragioni della sua impossibilita` ad obbedire: ‘Padre mio, se e` possibile, passi da me questo calice. Pero` non come voglio io, ma come vuoi tu’ (Mt,26,39). Se il monaco, secondo la Regola, presenta al superiore umilmente, senza atteggiamento di contraddizione, i motivi della sua ripugnanza all’ordine ricevuto, non fa altro che seguire l’esempio di Cristo nel Getsemani; e se, nonostante l’abate mantiene il suo ordine, il monaco obbediente seguira` Cristo fino alla croce”.