Riteniamo che il passo del Vangelo di oggi abbia e debba sempre più avere un rilievo importante nella nostra vita. Il Signore che ci ha offerto il dono della chiamata a servirlo è, infatti, il nostro “premio”. Che altro desideriamo? Essere al suo servizio è già motivo di grande gioia. Essere suoi servi è grazia che Egli dona a piene mani e che ciascuno di noi è chiamato ad accogliere. È già appagante riconoscersi semplicemente servi. Tutto ciò ci chiede di non avere alcuna pretesa e alcun merito. Siamo invitati a non crederci decisivi e a non credere di essere indispensabili. Nulla è merito nostro e niente dobbiamo rivendicare mai ed in nessun caso. I servi, cioè noi, non abbiamo bisogno di riconoscimenti da parte di nessuno ma siamo già beati nel Signore. La sua vicinanza, la sua presenza e il suo Amore è la ricompensa più grande e anche più immeritata.
Ogni giorno, perciò, costi quel che costi siamo chiamati a gioire nel mettere in pratica il comandamento dell’Amore e siamo chiamati a perseverare anche quando non siamo compresi e perfino quando c’è chi ci osteggia o peggio ci esclude, ci attacca o ci emargina. L’Amore è più grande di ogni male e vince sempre. Questa è la chiamata del cristiano.
Il Signore ci dia la forza e il coraggio di essere sempre suoi testimoni credibili.
Che Dio ci aiuti!!!
Franca e Vincenzo, osb-cam
Lc 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? 8Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»».