La mia casa è casa di preghierA

Il fico, insieme all’ulivo sono simboli di Israele. I loro frutti permettono al popolo di vivere. La loro coltivazione e cura è, quindi, importante per la vita del popolo. Oggi, leggiamo uno degli episodi che appare tra i più sconcertanti della vita di Gesù. Si tratta dell’albero seccato perché non ha portato frutti. L’episodio è narrato in due tempi e in mezzo c’è la cacciata dal Tempio dei venditori e dei compratori. Perché l’evangelista fa questo? Questo racconto così fatto serve a farci capire, ancora più chiaramente, che Gesù non punta all’apparenza (una bella pianta rigogliosa e senza frutti oppure ad un Tempio splendente ma senza amore). Gesù vuole riformare la vita religiosa del Tempio, vuole portarla all’essenziale, ad essere ispiratrice di pratiche di vita d’amore. Ecco perché caccia chi ha trasformato la vita attorno al Tempio in un mercato. La sua casa, vuole essere casa di preghiera, casa che accoglie il povero, casa che non esclude, che non emargina. La casa del Signore è casa che porta frutto d’amore. Il Tempio, invece, come il fico che non porta frutto (dove non si pratica l’amore), viene invece riconosciuto come sterile perché lontano e distante dal suo compito. Ed ecco allora l’invito finale di Gesù ad avere Fede e a dimostrarla nella pratica di vita quotidiana e dice: “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe”.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 11,11-25

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.

Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:

“La mia casa sarà chiamata

casa di preghiera per tutte le nazioni”?

Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».

Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.

La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Parola del Signore.

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