Né uscì sangue ed acqua

Paradossalmente spezzare le gambe ad un condannato a morte sulla croce era un gesto di pietà attraverso il quale si accellerava la morte. Ed è ciò che fanno i soldati ai due crocefissi con Gesù. A Gesù non serve perché annota l’evangelista “era già morto”. Ma uno dei soldati presenti decise di colpire Gesù con una lancia trafiggendolo al fianco. E qui accade ancora un fatto straordinario: “subito né uscì sangue e acqua”. Gesù anche se il suo corpo appare senza vita dona vita. Sangue ed acqua sono, infatti, simboli di vita che sgorgano dal suo costato per comunicare vita. Ancora una volta Gesù trova il modo per donare un segno che, richiamando le antiche Scritture, sono il segno del dono d’amore che Egli fa per togliere “il peccato” dal mondo e mostrarci quale è la vera via per Amare: dare la vita per gli altri.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,31-37

Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Parola del Signore

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