Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

Oggi, dice Gesù, “oggi” si è compiuta questa Scrittura”. L’oggi di cui parla Gesù è proprio il nostro oggi, il nostro adesso. Egli, come il Padre ha fatto con Lui propone a noi una strada; propone, in particolare, di vivere l’Amore, cioè una vita che è dono, che è capacità di amare senza nulla aspettarsi in cambio. Chi ama, infatti, dona se stesso, dona la propria vita, la propria partecipazione attiva alle sofferenze e alle gioie degli altri che ci vivono accanto. Chi ama davvero, la prima cosa che fa è quella di aprire orizzonti, di aprire la vista e il cuore alla verità della vita. Chi ama è il profeta che non ha paura di dire le cose come stanno, di essere mite, umile e di prendersi anche le conseguenze di questa realtà. Ma come è evidente nell’esperienza quotidiana, dire cose vere a chi non le vuole sentire, provoca la reazione e il rifiuto del profeta. Ecco perché il profeta è scacciato e mandato via; ecco perché i suoi concittadini cercano addirittura di precipitarlo giù e poi lo cacciano via.

Chiediamoci se anche noi abbiamo vissuto la stessa esperienza, cioè se abbiamo rifiutato le proposte di Gesù per la nostra vita e lo abbiamo cacciato dal nostro cuore; chiediamoci se non abbiamo dato Amore e se, per orgoglio (o per altri motivi,) abbiamo pensato e pensiamo solo a noi stessi rifiutando di Amare il nostro prossimo. Chiediamoci se non siamo stati miti, se abbiamo tramato contro qualcuno, se abbiamo detto bugie o cercato di presentare una verità falsata … Se abbiamo rifiutato l’Amore di Dio e se poi, addirittura,abbiamo escluso Gesù e il suo Amore dalla nostra vita e, quindi, dal nostro cuore. Le risposte non saranno fatte di parole ma di azioni concrete attraverso le quali l’Amore vero (che è qualcosa che ci mette alla prova concretamente) si mostra, si tocca e si presenta come un aiuto e un sostegno alla vita e alla Speranza. Buon cammino.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,21-30
 
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

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