Siamo ancora davanti alla mangiatoia pieni di gioia e di stupore, pieni di meraviglia come il pastorello che nel presepe sta, davanti alla grotta, con il cappello in mano e la bocca aperta ed ecco che la Parola ci presenta la scena della risurrezione. Pietro e Giovanni su indicazione di Maria di Magdala corrono verso la grotta e, come aveva detto loro Maria, trovano il sepolcro vuoto. È il segno che Gesù è risorto. Gli occhi vedono “i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte”. Sono i segni che Gesù ha lasciato il letto sul quale era stato poggiato il corpo. Lui non c’è e di lì a poco apparirà a Maria e anche ai discepoli. È la vittoria della vita sulla morte. Il cuore può credere e quindi sperare che anche noi risorgeremo con Lui. Quel Dio bambino che abbiamo accolto e festeggiato nella nostra mangiatoia già oggi ci mostra verso quale destino siamo invitati a camminare. Pertanto il provvisorio che stiamo vivendo anche se difficile, doloroso e triste è destinato a cambiare in gioia e felicità. L’insperato è già annunciato come realtà viva e vera.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,2-8
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Parola del Signore.