Spiritualità della cura e della consolazione. «I coniugi cristiani sono cooperatori della grazia e testimoni della fede l’uno per l’altro, nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari». Dio li invita a generare e a prendersi cura. Ecco perché la famiglia «è sempre stata il più vicino “ospedale”».
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L’amico Gesu’ in famiglia
Se la famiglia riesce a concentrarsi in Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita familiare. I dolori e i problemi si sperimentano in comunione con la Croce del Signore, e l’abbraccio con Lui permette di sopportare i momenti peggiori. Nei giorni amari della famiglia c’è una unione con Gesù abbandonato che può evitare una rottura.
“Intanto incominciamo fratelli”
“Fratelli” ci ha chiamati “fratelli” il nostro nuovo arcivescovo … Sono state queste alcune delle prime parole che ha pronunciato ieri pomeriggio a Gaeta nella Cattedrale appena dopo la presa di possesso …
La faccia buona di chi ti accoglie con un sorriso che ti tocca il cuore, i gesti semplici di un Padre che ti vuole bene, le parole che sorgono dalla Parola e indicano la via da seguire, lo sguardo che esprime fin da subito una chiamata a seguire Gesù, … queste le nostre primissime sensazioni di fronte al nostro nuovo arcivescovo, un uomo di Dio donato alla nostra diocesi. Pregare con la Parola per vivere nell’oggi la gioia e la speranza e poi, quel suggerimento che il vangelo di oggi ci propone con delicatezza e forza: chinarsi sulle ferite dell’uomo, fasciare le ferite con l’olio della compassione e il vino della gioia, prendersene cura caricandoselo sulle spalle, portarlo in salvo e trascorre con lui la notte fino alla nuova alba; pagare le spese con il proprio e promettere di farlo ancora se servirà.
È cosi che stiamo leggendo il programma che mons. Vari sembra aver proposto o delineato per la diocesi. Prossimità, dono, gratuità, vita semplice, relazioni umane profonde, …
Stiamo vivendo un tempo davvero nuovo … Gioia e speranza …
Amare e’ l’unica possibilita’.
La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze,
lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani. Quando si vive in famiglia, lì è difficile fingere e mentire, non possiamo mostrare una maschera. Se l’amore anima questa autenticità, il Signore vi regna con la sua gioia e la sua pace. La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti. In questa varietà di doni e di incontri che fanno maturare la comunione, Dio ha la propria dimora.
L’Eremo a servizio della Parola.
La preghiera del cuore genera spazi di condivisione; gli sguardi che si incrociano come quelli degli innamorati; le mani che si stringono e i silenzi che raccontano una comunione ideale profonda. Questo e l’esperienza del nostro piccolo eremo, un porto sulle colline di San Martino (a Castelforte), un luogo di accoglienza dello Spirito, un piccolo segno dell’amore di Dio che è stato capace di suggerire sogni e desideri nei nostri cuori.
L’ideale forza della vita
Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza: «I giovani battezzati vanno incoraggiati a non esitare dinanzi alla ricchezza che ai loro progetti di amore procura il sacramento del matrimonio, forti del sostegno che ricevono dalla grazia di Cristo e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita della Chiesa».
Attenzione ai casi concreti.
Non tutto è bianco o nero.
È meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno a una legge o a una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. Prego caldamente che ricordiamo
sempre ciò che insegna san Tommaso d’Aquino e che impariamo ad assimilarlo nel discernimento pastorale: «Sebbene nelle cose generali vi sia una certa necessità, quanto più si scende alle cose
particolari, tanto più si trova indeterminazione. […]
La famiglia pregando si sostiene nella fede
Noi Pastori dobbiamo incoraggiare le famiglie a crescere nella fede. Per questo è bene esortare alla Confessione frequente, alla direzione spirituale, alla partecipazione ai ritiri. Ma non bisogna dimenticare di invitare a creare spazi settimanali di preghiera familiare, perché “la famiglia che prega unita resta unita”.
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La Chiesa accoglie i “feriti”.
I Padri sinodali hanno affermato che, nonostante la Chiesa ritenga che ogni rottura del vincolo matrimoniale «è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli».
Educare con il cuore
Nell’epoca attuale, in cui regnano l’ansietà e la fretta tecnologica, compito importantissimo delle famiglie è educare alla capacità di attendere. Non si tratta di proibire ai ragazzi di giocare con i dispositivi elettronici, ma di trovare il modo di generare in loro la capacità di differenziare le
diverse logiche e di non applicare la velocità digitale a ogni ambito della vita.