Archivi categoria: Commento ai Vangelo

“Annunciare” … “per questo sono stato mandato”

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Dirò solo: avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso
poi non dirò più niente.

Davide Maria Turoldo

Buona giornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

… per questo sono stato mandato

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Oggi sentiamo il bisogno di condividere la Parola partendo da questa affermazione di Gesù: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».

Ci chiediamo perchè questa “necessità” … La prima risposta che ci viene in mente è legata allo stile della sua venuta e cioè “per Servire”. Questo è certamente vero perchè il primo a dirlo è Lui stesso: “sono venuto per Servire”, cioè per fare il diacono. E sappiamo bene che questa sua venuta è per la nostra Salvezza e in questa Salvezza indicarci la Via della felicità. In questa pratica non troviamo solo l’assenza della tristezza, della morte e del male ma anche quel qualcosa in più che si chiama Amore. In questo risiede il cuore del Vangelo. Gesù ce lo mostra con la vita curando gli altri senza perderci sulle vie che, questo mondo, ci invita a percorrere per conquistare denaro, successo e potere. Il vero segreto della vita sta nel Servire per curare e lasciarsi curare.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

… portare il lieto annuncio ai poveri

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,16-30
 
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, 
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

Lieto annuncio: non si può parlare di Gesù senza gioia, perché la fede è una stupenda storia d’amore da condividere. Testimoniare Gesù, fare qualcosa per gli altri nel suo nome, è dire tra le righe della vita di aver ricevuto un dono così bello che nessuna parola basta a esprimerlo“.

papa Francesco

Buona giornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

… non metterti al primo posto

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore.

Il vangelo di oggi ci parla di umiltà, di cura dell’altro, di una Vera sapienza di vita quotidiana … Per riflettere ci facciamo aiutare da Padre Davide Maria Turoldo un profeta del novecento. Cos’è e dov’è l’umiltà? Sta forse nel metterci in un cantuccio, nell’isolarci dagli altri? Bene leggiamo cosa scrive padre Turoldo:

Non nel disimpegno,
nel chiamarsi fuori,
ma nel tenace, umile,
quotidiano lavoro
che si prende cura della terra
e delle sue ferite,
degli uomini e delle loro lacrime.
Scegliendo sempre l’umano
contro il disumano.

David Maria Turoldo

Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,17-29
 
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore.

Certe volte le violenze fisiche o morali sono figlie della gelosia, delle ripicche o peggio ancora del desiderio di mostrare che il potere non tollera il dissenso. Eppure proprio in racconti come questo occorre trovare la forza di denunciare i potenti corrotti, la loro arroganza e la loro protervia. Solitamente si tratta di fannulloni capaci di orchestrare inganni ai danni degli altri e vivere alle loro spalle e questo nella migliore delle ipotesi. La denuncia di Giovanni verso Erode ed Erodiade non poteva essere tollerata e così la donna cioè colei che qui incarna il potente non esita a far prostituire la figlia pur di vendicarsi di chi (Giovanni) ha osato denunciare la loro vita sbagliata. Erodiade utilizza l’utile sciocco (Erode) per far tagliare la testa di Giovanni. È il trionfo del male; la vendetta di un potente non riconosciuto anzi di un potente che vive in una condizione di falsità che da cinico perverso da sfogo ai suoi desideri di vendetta. Insomma Erodiade al male associa anche la crudeltà divenendo un simbolo di depravazione ed esercizio della cattiveria più gratuita.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Figli di chi uccise i profeti

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,27-32
 
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: ««Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

Parola del Signore.

Buongiorno. Stamattina condividiamo il commento di Giovanni Nicolino …

“Nel severo rimprovero che il Signore oggi rivolge agli scribi e ai farisei troviamo ancora una volta vicende e situazioni della nostra vita e del nostro cuore, del tutto vere e attuali!
Con la cupa immagine dei “sepolcri imbiancati” (ver.27) il Vangelo rivela e ammonisce sul contrasto tra l’apparenza esteriore della nostra vita e la reale condizione interiore della nostra persona.
Ancora una volta sento la necessità di precisare, a me prima che a voi e per voi, che il problema non sta nell’affermare come Gesù che ci chieda di trattare onestamente il nostro prossimo, adeguando la nostra reale situazione interiore a quello che possiamo e vogliamo manifestare e comunicare!
Penso che innanzi tutto ci sia chiesto di non nascondere ai nostri fratelli proprio quell’incongruenza nostra tra quello che manifestiamo e quello che realmente siamo!
Certo, non possiamo non sentire il peso e la fatica tra quello che sappiamo e diciamo e quello che noi stessi siamo realmente!
Le parole del ver.30 possono essere un’accusa tremenda a noi stessi, non solo e non tanto per quello che realmente siamo, ma per l’ “inganno” che compiremmo se non manifestassimo sinceramente quello che realmente siamo! Provo a chiarire: la Parola evangelica che comunico, prima di tutto accusa me!
E, insieme al fratello che mi ascolta, anch’io cerco ed esprimo il mio desiderio di conversione evangelica!
Io, peccatore come e più del mio fratello, gli annuncio la Parola che mi accusa per salvarmi!
Altrimenti, come ascoltiamo dal ver.31, noi testimoniamo “contro noi stessi”, proprio perché non facciamo e non testimoniamo la Parola del Signore che è detta prima di tutto a noi! Affinchè il Vangelo sia veramente “la Buona Notizia” per il fratello che mi ascolta, devo testimoniargli come questa Parola sia detta a me per primo, perché io possa accoglierla ed esserne salvato!
Ascoltiamo come veramente detta a noi e per noi la Parola alla quale noi per primi dobbiamo e vogliamo convertirci!
Altrimenti, dice il ver.31, testimoniamo contro noi stessi! Posso dire di conoscere bene anche l’umile pace che ci dona la Parola che ascoltiamo e comunichiamo prima di tutti a noi stessi!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni”.

Buona guornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi, ❤️

Guai a voi, guide cieche

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,13-22

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Parola del Signore.

L’ipocrisia è, da sempre, una delle piaghe che falsifica l’esistenza. L’ipocrita, infatti, si maschera per apparire ciò che non è. Nom ama, fa finta; non ha compassione, fa finta; non fa il bene dell’altro, fa finta … Indossa una maschera e perde la sua vera identità di Uomo.

Gesù si rivolge a scribi e farisei che al suo tempo di avvalevano delle loro conoscenze religiose per “dominare” gli altri e imponevano pesi inutili diffondendo pratiche che invece di aprire la via del regno dei cieli la chiudevano per loro e per gli altri.

Stiamo attenti a non cadere anche noi nella stessa trappola. La Fede non si può ridurre a pratiche vuote, a formule che pronunciamo pensando che ripetendole come una cantilena noi stiamo pregando, ecc.

La Fede ha bisogno di coerenza con la vita, ha bisogno di vita, cuore, ragione e, soprattutto, di Amare davvero. Il resto sono chiacchiere!!!

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Verranno da Oriente e da Occidente

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

Per entrare nel Regno di Dio abbiamo bisogno di lottare con lo spirito di questo mondo che raccomanda tre regole: accumulare ricchezza, puntare al successo e avere il potere. Tutte e tre sono state rifiutate da Gesù. Questo lo dimentichiamo, purtroppo. Troppi inganni, troppe trappole sa tessere il demonio e cadere tra le sue braccia è spesso facile e provvisoriamente appagante. Come sempre il demonio è furbo come una volpe, è tentatore e sa mentire alla grande. Sa mascherarsi e sa fare del male nascondendosi dietro paraventi ma neanche lui riesce a farlo per sempre. C’è sempre un momento nel quale l’inganno, la finzione e il male fatto viene alla luce. Prima o poi arriva accade. Oggi il Signore ci ricorda: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”.

Buona domenica

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Dicono e non fanno

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore.

Una delle nostre pratiche più diffuse e, quindi, praticate è quella di giudicare le vite altrui, di parlare bene e razzolare male. Forse, il vero cambiamento, deve partire da noi stessi. Dobbiamo essere noi il cambiamento che desideriamo vedere. In fondo lo sappiamo: sono gli esempi a parlare molto più delle parole belle e buone che possiamo pronunciare.

Gesù si rivolge alla folla e con un linguaggio molto chiaro esprime poche ma essenziali considerazioni che ci invitano a riflettere sulla nostra vita e sui nostri contesti di vita: non giudichiamo ma cerchiamo di vivere la Fede nel nostro quotidiana offrendo più che parole buoni e saggi esempi di vita.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Non temere

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse:  «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Oggi, papa Leone XIV ci ha chiesto di pregare per la Pace. La potenza della preghiera del cuore ha un effetto pacificante … pratichiamolo con Fede!!!

Intanto l’Eccomi” di Maria ci aiuta a pronunciare il nostro e a pregare con le parole di Davide Maria Turoldo.

Eccomi”. 

Si è aperto il cielo.  

Com’era l’angelo, dolce fanciulla?

Come parlava: da dentro il tuo cuore?

Era la voce di tutti i profeti

Che risuonava dal libro più antico.

Certo tu eri la figlia fedele,

figlia di Sion, la terra in attesa,

isola intatta che l’albero porti

della speranza per tutto il creato.

S’è aperto il cielo sul nostro destino

Per abbassarsi e calarsi su noi:

perché da un angelo udissimo quanto

la nostra storia coinvolge l’eterno!

Ora saremo i congiunti di Dio,

sarà la terra per sempre il paese

delle sue nozze, la stanza o riviera

ove si abbracciano l’uomo e il suo Dio.

                                                     (David Maria Turoldo