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La tua fede ti ha salvato

Gesù ama e offre la possibilità ad ogni donna e ad ogni uomo di rispondere a questo suo dono con libertà. E quale è la risposta che l’uomo può dare e che Gesù si attende? La risposta che Gesù si aspetta e che l’uomo, se vuole, può dare è la FEDE.

È la Fede, dirà Gesù, che guarisce. È la Fede che permette all’uomo di tornare da Gesù e ringraziarlo per l’amore che ha ricevuto. È la Fede la risposta che Gesù si attende.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

   Parola del Signore

Prepara

Disponibili, senza pretese e senza vantarsi. Chiamati ad amare come Gesù che si offre e si dona e nulla chiede in cambio … Amare e Servire è la “rivoluzione” cristiana che il mondo rifiuta e che ci viene consigliato di non seguire. Eppure questa e non altra è l’indicazione che viene da Gesù.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

   Parola del Signore

Quale segno ci mostri?

Il Dio di Gesù Cristo è differente da quello che viene adorato nel tempio. Il Dio di Gesù Cristo non chiede ma si offre, non vuole sacrifici ma li compie, non è nelle mani di alcuni ma vuole dialogare con tutti gli uomini.

Fuori, fuori dalla casa del Padre !!!

Gesù scaccia fuori dal tempio i venditori di buoi, pecore e colombe e rovescia i banchi dei cambiamonete che avevano trasformato la casa del Padre in un mercato.

Un gesto forte, coraggioso e che rompe gli equilibri del passato. Gesù cambia le carte in tavola e con parole che i Giudei non comprendono annuncia la sua morte e resurrezione.

Gesù ci chiede di usare la testa e di essere suoi discepoli ci chiede di adorare il Padre in Spirito e verità. Le cose vecchie sono finite … Lui rinnova tutto e continua a farlo ogni giorno con una potenza che siamo chiamati a leggere nel nostro quotidiano.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2,13-22

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore.

Figli della luce

È l’ora di decidere se siamo e vogliamo essere figli della luce o se, invece, vogliamo essere figli del mondo. In ogni circostanza della vita c’è una scelta da fare, da che parte stare. Il Signore qui mette a confronto le due categorie di persone e sembra elogiare chi ha usato l’ingiusta ricchezza con scaltrezza. In realtà Gesù apprezza il modo con il quale si è agito e non la ricchezza che è sempre frutto di disonestà. Ciò che Gesù loda è la scaltrezza che occorre acquisire e servirsi per fare del bene. Commentando questo passo del Vangelo Benedetto XVI ha detto: «In verità, la vita è sempre una scelta: tra onestà e ingiustizia, tra fedeltà e infedeltà, tra bene e male (…). In definitiva –dice Gesù- dobbiamo deciderci».

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

   Parola del Signore

Gesù accoglie tutti

A chi si ritiene giusto non piace che un peccatore possa essere accolto e perdonato. A chi fa delle regole un potere non sta bene che Gesù sia misericordioso. Anche oggi, purtroppo, c’è chi mormora se si perdona qualcuno e se qualche peccatore viene accolto e gli si fa festa per lui.

La storia si ripete. C’è, infatti, anche oggi, chi si crede migliore, chi vive per controllare l’osservanza delle leggi ed è incapace di leggere il cuore dell’altro, chi si fa implacabile giudice ed emana verdetti di condanna.

Gesù, invece, cerca i peccatori, si ferma con loro, condivide la loro vita quotidiana e si fa loro compagno di viaggio, costi quel che costi.

Gesù è sempre pronto ad accoglierci e ad abbracciarci; è sempre pronto a rallegrarsi e a gioire con quelli che sono considerati “pecore nere”; ieri come oggi e domani, però, Gesù continua ad aspettare la nostra conversione. Non facciamolo aspettare ancora … Se non ora, quando?

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

   Parola del Signore

Portare la croce

Il Signore è molto ma molto esigente. Egli da noi vuole tutto e ci chiede di lasciare tutto. Essere discepolo è, davvero, una scelta che non ammette sconti. Gesù chiede tutto: chiede finanche la nostra vita.

La Parola di oggi, infatti, è molto dura e ci invita a fare scelte radicali, scelte che implicano rinunce forti e che vanno in direzione ostinata e contraria rispetto a come viviamo.

Forse prima di riprendere il cammino dovremmo fermarci un attimo a riflettere per cercare di dare risposte di senso. Questo ci aiuterà a vivere il nostro quotidiano con maggiore consapevolezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

   Parola del Signore

Esci per le strade

Gli indegni dell’invito ricevuto sono in tanti. Sono tutti coloro che rifiutano la chiamata. Dicono “No” ad accogliere l’invito a sedersi alla cena della grande festa. Dicono “No” alla proposta di entrare nel regno di Dio. Ed è così che il Signore chiama “i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Ora, finalmente, la festa può iniziare e sarà una grande cena, una serata indimenticabile che non avrà mai fine. Quanti, invece, hanno messo e mettono ricchezza, potere e successo al primo posto nella loro vita e nei loro impegni resteranno fuori e non gusteranno mai la cena del Signore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

   Parola del Signore

Beati voi

Chiamati ad essere felici, chiamati a vivere come Gesù. Sentieri beati è una scelta alla portata di tutti. Le beatitudini sono le vie della santità, le strade sulle quali Gesù ci chiama e sulle quali ci aspetta per accompagnarci …

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

Guarire di sabato

Siamo chiamati a fare il bene e la Legge è solo un aiuto; un aiuto ma non un obbligo. Spesso, invece, giustifichiamo le nostre indifferenze, le nostre omissioni, le nostre cecità, il nostro girarci dall’altra parte nascondendoci dietro il rispetto delle Legge. Quando questo accade mostriamo la nostra ipocrisia, il nostro essere “farisei” cioè crediamo più alla Legge che all’Amore.

Gesù ci mostra la strada e ci indica che la Legge sta sempre sotto o dietro l’Amore. Siamo chiamati ad amare … anche di “sabato😉”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

   Parola del Signore