Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Per la durezza del vostro cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,3-12
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». 
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 

Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Parola di Dio.

La rivoluzione cristiana è quella che mette al primo posto l’Amore. Quando, si ricorre alla Legge, invece, l’Amore è già finito. Mai, la Legge, potrà sostenere l’Amore.

“Ama e fa ciò che vuoi” sarai libero, libero di vivere e sognare e ogni giorno della vita sarà una sorpresa meravigliosa.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Servo malvagio

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,21-19,1

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

Parola del Signore.

Con Gesù la legge del taglione “Occhio per occhio, dente per dente” è finita, è finita per sempre. Egli che cerca l’uomo sempre e per sempre ci chiede e ci incoraggia a perdonare, ad essere misericordiosi come Lui. Certo non è facile ma possibile. Non è scontato ma ci si può lavorare. Perdonare diventa quindi un parametro decisivo nel cammino del cristiano.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dove due o tre sono riuniti … Li sono Io in mezzo a loro.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore.

Gesù risorto è qui. Egli è accanto ad ogni persona quando questa persona insieme ad almeno un’altra si riunisce nel Suo nome. Gesù è dentro ogni storia d’amore, dentro lo stare insieme di due persone se queste si Amano. Credere a questo annuncio che il Vangelo ci tramanda è rivoluzionario. Non siamo più soli. Gesù è qui. Egli ascolta, vede, conosce, comprende, accompagna, conforta e incoraggia qualsiasi relazione d’amore fra due persone. Dove c’è l’Amore c’è Gesù. Se crediamo questo dobbiamo essere sempre felici e sereni sempre e comunque. Gesù sta dentro l’Amore, dentro lo stare insieme nel Suo Amore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Beato chi Ascolta e osserva la Parola

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Oggi guardiamo il cielo e “vediamo” Maria. Lei ci attende per introdurci al cospetto di Dio. Questa fede nella risurrezione sta al centro del credo cristiano. Una Chiesa indivisa lo aveva capito e fatto proprio; una Chiesa libera e forte aveva intuito la straordinaria potenza di questa realtà che appartiene al nocciolo duro della fede cristiana. Maria, che ha unito la terra e il cielo, la donna che ha “permesso” a Dio di farsi Uomo e che in umiltà ha accolto la Parola oggi ci guida su strade e sentieri di pura bellezza. Lei ha schiacciato il male e continua incessante la sua potente opera per il bene e il riscatto dei poveri, dei diseredati, degli emarginati e degli umili. Invochiamo l’intercessione di Maria e avremo la consolazione e la gioia dei figli redenti.

Buona festa dell’Assunta

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La tassa del tempio

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,22-27
 
In quel giorno, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Parola del Signore.

Al tempo di Gesù c’era una tassa da pagare al Tempio. Una tassa per usufruire dei servizi del Tempio. Gesù con due semplici battute ci fa, invece, comprendere che se siamo figli non dobbiamo pagare tasse. L’amore non si compra. L’amore è libero, gratuito e parte dal cuore. Riceviamo così una bella lezione per la nostra vita. Non possiamo quindi vivere la nostra fede pensando e credendo di doverla meritare o addirittura pagare per ricevere l’Amore. Siamo Figli di Dio! I Figli sono Amati dal Padre gratuitamente. Egli è un Padre e un Padre Ama e Ama sempre con misericordia infinita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Comandami di venire da Te

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Parola del Signore.

Nelle acque agitate della vita, quando anche noi siamo nella tempesta e la sicurezza della barca sulla quale stiamo attraversando il mare della vita è in burrasca il Signore ci vede e si accorge di quanto accade e si avvicina. L’entusiasmo e il desiderio di incontrarlo ci spingono a compiere azioni che sembrano essere follia. Ci avventuriamo a percorrere strade complicate dove i pericoli e le insidie non mancano. E può capitare che proprio mentre stiamo vivendo il miracolo di camminare dentro situazioni difficili prende il sopravvento la paura e rischiamo di fermarci e di affondare dentro la sfiducia e lo scoraggiato. Ed è proprio in quel momento nel quale tutte le sicurezze sembrano svanire, le forze ci mollano e rischiamo di diventare preda facile del male che un grido di aiuto sgorga dal nostro cuore: “Signore, salvami”. Ed eccolo Gesù che ci tende la mano. Egli interviene per ridarci sicurezza per sollevarci ed evitare che possiamo sprofondare. Il Signore ridà forza e coraggio alla nostra fede e ci invita a proseguire il cammino. Siamo fragili, siamo incostanti, come il pendolo oscilliamo tra l’esuberanza della sicurezza e la paura che ci blocca e ci deprime. Il Signore sta proprio dentro il nostro vissuto, dentro le paure, i dubbi, le domande che non trovano risposta, dentro il male che riceviamo, dentro le azioni malvagie che ci offendono e ci schiacciano. Il Signore è lì proprio dove noi non immaginiamo, dove la bufera ci scuote e ci minaccia, dove il pericolo è forte. Per tutti noi la prima reazione è: “Signore, salvami!”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se avrete fede …

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,14-20

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

Parola del Signore.

Abbiamo da affrontare una sfida decisiva. Si tratta della sfida più importante della nostra vita. Siamo chiamati a sfidare il male più profondo quello radicato nel cuore. È un male diabolico che sconvolge la vita e la scuote, un male che ci fa sbattere come quel ragazzo epilettico del vangelo di oggi che viene guarito grazie alla fede del padre. Basterebbe un granello di fede piccolo quando il seme della senape per spostare le montagne e vincere il male che distrugge la vita; basterebbe un granello di fede per annientare quel male che a valanga cerca di travolgere la vita e trascinarci dentro il suo destino di morte. Lasciamo che i morti seppelliscano i morti, dobbiamo fuggire il male e i demoni che abitano questo mondo. Questi esseri abitati dal demonio sono immondi e puzzolenti come il male che tentano continuamente di spargere per distruggere la vita bella, pacifica e serena che ciascuno di noi desidera vivere. Ebbene Gesù in un altro passo del vangelo fa precipitare i porci indemoniati dentro un burrone in fondo al mare, simbolo di morte. Il male e il demonio hanno un solo compito: farci vivere l’inferno su questa terra. Dobbiamo evitare che la bava della loro sete di potere possa contagiare le nostre vite. Dobbiamo evitare che le loro azioni malvagie e subdole possano turbare i nostri giorni. Dobbiamo espellere questi porci dalle nostre vite e accarezzare un fiore di campo, semplice e selvaggio, ammirando la sua bellezza, la sua libertà e la sua purezza. Combattiamo la nostra buona battaglia per non perdere la fede.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Perdere per trovare

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,24-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

Parola del Signore.

Ci sono donne e uomini che sembrano vivi ma che in realtà sono solo morti; il loro cuore si è smarrito nel delirio della loro presunta grandezza. Vivono da veri disperati assetati solo di potere, denaro e successo e succhiano il sangue dei poveri senza mai essere felici. Sfruttano gli altri e trascorrono il loro tempo per cercare di soddisfare i loro desideri personali.

In realtà sappiamo bene che un uomo ricco che perde l’anima è un uomo morto. Ma qual’è il prezzo che questi morti, che appaiono vivi, pagano per avere la ricchezza o per il loro potere? Sono persone sole, spesso costrette a “rubare” le cose e la dignità degli altri per sentirsi grandi mentre sono esseri immondi, poveri illusi sempre alla rincorsa di qualcosa e mai felici dentro. Per sentirsi grandi offendono la dignità degli altri mentre , in realtà, si stanno suicidando. Nel loro delirio di grandezza coinvolgono anche altri che, ricattati, compiono azioni deplorevoli e indegne per gli Uomini veri. Sono dei veri disperati costretti a compiere azioni senza dignità e senza onore. Saltimbanchi prezzolati sulla scena di un mondo depravato. I loro Padroni e loro stessi credono di salvarsi. In realtà si stanno scavando la fossa. A questi veri disperati Gesù dice: “chi vuole salvare la propria vita, la perderà“. I secondi, schiavi nelle mani di esseri davvero malefici, forse, potrebbero ancora provare a reagire respingendo i “demoni” travestiti da sirene che li tentano con eterne promesse di vantaggi personali. Purtroppo è difficile per questi disperati riuscire a svincolarsi dai tentacoli del male che è sempre assetato e mai pago del sangue degli ultimi. Ultimi che lottano con dignità e tanto coraggio per la loro libertà e sono pronti a tutto per non perderla. E non la perderanno perché sanno bene che il “Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se il chicco di grano muore

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,24-26
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore.

È molto bello e significativo che il Vangelo di oggi ci parla del chicco di grano e ci dice che solo se muore porterà molto frutto. Si è davvero significativo che ci venga proposto oggi questo passo di Giovanni. Oggi, infatti è il giorno nel quale facciamo memoria di San Lorenzo. San Lorenzo è stato diacono della Chiesa di Roma che è morto bruciato sulla graticola per non tradire e per servire i poveri e il suo Vescovo. Questo accostamento è, per tutti i diaconi, occasione che ci richiama al servizio verso gli ultimi e al coraggio che occorre sempre avere nel dire con chiarezza le cose come stanno. Dire in maniera chiara la Verità è un dovere per tutti e lo è soprattutto per i diaconi chiamati a servire. Gesù stesso ha detto io sono venuto per fare il diacono e cioè per servire. Tutto questo in un mondo nel quale, invece, ci viene proposto di vendere l’anima al diavolo (cioè a chi esercita l’arte della divisione e del male verso l’altro) per conquistare fette di potere, denaro e avere successo, e cioè per soddisfare i propri interessi. Poi ci sono anche persone disponibili a cedere alla tentazione di vendere i propri amici pur di ingraziarsi il potente di turno, dimostrarli fedeltà e sottomissione per sperare di avere qualche favore.

Oggi il Vangelo, invece, ci chiama a servire e a servire morendo a se stessi. Questo significa Amare ed essere pronti a mettersi da parte come ha fatto San Lorenzo che ha vissuto servendo i poveri, gli ultimi e i diseredati che vanno difesi dai potenti che gli sfruttano per i loro interessi personali.

Questo genere di potenti sono il nulla e resteranno soli in un mondo che da un lato li teme e dall’altro ne diffida. Queste persone non avranno mai pace e perderanno la propria vita per sempre. Prima o poi arriverà il giudizio di Dio e sarà implacabile. Allo stesso modo, purtroppo, finiranno i tiepidi, e cioè chi cede al ricatto in attesa di favori che sono diritti; chi tradisce e si fa sciocco strumento nelle mani di perfidi individui che sono solo l’incarnazione del male. Questi perfidi figli del male inquinano ogni cosa che toccano e con un diabolico disegno spingono anche gli altri a fare altrettanto. Gesù, invece, ci invita a perdere la vita per seguirlo sulla via della Croce. Siamo davvero disposti a farlo? E questo il momento di dimostrarlo con fatti concreti.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Non vi conosco

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,1-13
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Parola del Signore.

Forse uno dei segreti più importanti e meno conosciuti della vita è quello di “vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Vivere con semplicità e sobrietà; vivere il tempo che ci viene donato da Dio essendo consapevoli che questa è la principale risorsa che dobbiamo saper riempire di opere del Regno. Vivere senza temere che il male possa vincere contro il bene. Il male, ogni male è destinato a perdere. Chi pratica il male resterà solo e, come le vergini stolte, non potrà entrare alla Festa e accogliere lo sposo (Cristo). “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️