Archivi categoria: Parole dal cuore

Il cancro della Chiesa è il clericalismo

IL CLERICALISMO E’ IL CANCRO DA ESTIRPARE
E’ tutta una questione di esercizio del potere al quale non si intende rinunciare per dare, invece, effettivo spazio ai laici. La Chiesa, infatti, è popolo di Dio in cammino ma il clericalismo lo impedisce e, in molti, stanno addirittura registrando un movimento di ritorno a prima del Concilio. Papa Francesco, comunque, sta provando ad invertire la rotta.

 

 

“Un cristiano -ha scritto Gian Franco Svidercoschi che ha seguito per oltre 50 anni le vicende della Chiesa cattolica che è stato vice direttore dell’Osservatore Romano ed ha scritto molti libri tra i quali “Una vita con Karol” insieme al cardinale Stanislaw Dziwisz ed ha collaborato con Giovanni Paolo II alla stesura di “Dono e Mistero”- non può rinunciare alla speranza. Non può fare a meno di sperare che, passata questa lunga stagione di scandali (che sembrano non finire mai) la Chiesa riesca a trasformarla e a viverla come un tempo di grazia, come un’occasione provvidenziale. Per guardare dentro se stessa, per tornare alle origini evangeliche. E quindi, riprendendo il cammino tracciato dal concilio Vaticano II, per cogliere il “nuovo” che Dio incessantemente le propone”.

Sempre Svidercoschi nel suo libro “Il ritorno dei chierici” EDB, scrive: “bisognerebbe smontare pezzo per pezzo il “sistema” clericale, da tempo incancrenitosi ma con una capacità incredibile di riciclarsi, di trovare nuovi “terreni” favorevoli, diventando così sempre più invisibile all’esterno e sempre meno percepibile nelle coscienze. Insomma bisognerebbe liberare la Chiesa gerarchica dal vizio d’origine che si porta dietro, e cioè da un certo esercizio dell’autorità che la trasforma automaticamente in una struttura piramidale, in una casta”.

Si tratta di ridiventare una vera famiglia, dove nessuno debba sentirsi messo da parte, emarginato.

Non perdiamo la speranza. Mai.

Oblati camaldolesi

Il senso di un’oblatura

Il rischio dell’insignificanza e dell’incomprensione di questa scelta per il mondo di questo tempo è davvero reale ma non ne abbiamo paura. In realtà l’essenza di questa scelta “controvento” si ispira all’esigenza di avanzare una proposta di vita che vuole indicare, nella semplicità e nell’ordinario, una possibilità di umanizzazione dell’esistenza. Se dovessimo riuscire a far percepire anche ad uno soltanto la vita buona che Gesù ci propone ne sarà valsa la pena.

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Sul Monte Taleo

Mentre lo sguardo si perde in lontananza la mente scende nel tempo e le parole del vento riportano alla memoria storie ed atmosfere antiche. Focalizzo i 13 monasteri che la tradizione accredita fondati da San Benedetto sul Monte Taleo e mi accorgo di avere, appena adesso, varcato l’ingresso di uno di questi.

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Diacono, icona di Cristo servo

Domani, 28 aprile 2017, insieme ad altri 7 confratelli, facciamo memoria dei nostri 10 anni di ordinazione diaconale. Ringrazio l’Arcivescovo Luigi Vari che ha voluto programmare una celebrazione eucaristica con tutti i diaconi e con chi altro desidera partecipare presso la Chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni a Formia alle ore 19,00  e, in questa vigilia, condivido con tutti voi questo scritto presente sul sito della diocesi di Ravenna sul diaconato e i diaconi. I diaconi, ricordo a me stesso, sono  ministri sacri e membri del clero, ma soprattutto sono “icona del Cristo servo”. Proprio quest’ultima definizione è quella che più di tutte siamo chiamati a meditare e vivere. Se volete pregate per noi.

TRATTO DAL SITO DELLA DIOCESI DI RAVENNA

“…con il sacramento dell’ordine, quegli uomini [i diaconi] fanno parte integrante del clero, anche se sono sposati, hanno famiglia, svolgono un lavoro (non ricevono alcun compenso dalla Chiesa per il loro servizio) e sono impegnati nel mondo, ma, come tutti i cristiani, sono nel mondo, ma non sono del mondo. Il Vescovo Mons. Monari così scrive: “Non c’è dubbio che il diacono è presente e opera nella Chiesa come ‘icona vivente del Cristo servo'” e basterebbe questa affermazione per aprire spazi immensi di riflessione, di meditazione, di servizio, di formazione spirituale. L’appartenenza dei diaconi al sacramento dell’ordine “è una dottrina sicura”. Infatti, il Codice di diritto Canonico al Titolo VI Can.1008 e 1009, modificati…dal Papa Benedetto XVI con Motu Proprio, recita: ‘Con il sacramento dell’ordine per divina istituzione alcuni tra i fedeli, mediante il carattere indelebile con il quale vengono segnati, sono costituiti ministri sacri; coloro cioè che sono consacrati e destinati a servire, ciascuno nel suo grado, con nuovo e peculiare titolo, il popolo di Dio’. Gli ordini sono l’episcopato, il presbiterato e il diaconato. ‘Coloro che sono costituiti nell’ordine dell’episcopato o del presbiterato ricevono la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo Capo, i diaconi invece vengono abilitati a servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità’.
…il Concilio Vaticano II…ha restaurato dopo molti anni il diaconato come grado a se stante del sacramento dell’ordine com’era nella Chiesa fin dai suoi primi anni.
Lumen gentium, Cap. III, Costituzione gerarchica della Chiesa n. 29: ‘In un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani ‘non per il sacerdozio, ma per il servizio’. Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nella ‘diaconia’ della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio. È ufficio del diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura. Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di S. Policarpo: ‘Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti”.
(sul sito dell’ Arcidiocesi di Ravenna – Cervia).

Ringrazio il confratello diacono Mario Elpini che me lo ha inviato.