C’erano con lui e i 12 alcune donne

Una delle grandi “rivoluzioni” che Gesù realizza concretamente è la parificazione tra uomo e donna. Mentre andava da una città all’altra predicando e annunciando oltre ai Dodici c’erano con lui “alcune donne”. La presenza delle donne con Gesù è una grande rivoluzione per quei tempi nei quali la donna non aveva alcuna considerazione. A questa realtà aggiungiamo che la prima persona che incontra Gesù dopo la risurrezione è, appunto, una donna chiamata Maria Maddalena. È Lei che rimase con Maria la madre di Gesù sotto la croce, è sempre Lei che diede l’annuncio della risurrezione ed è sempre Lei che viene chiamata Apostola degli Apostoli.

Le donne, come gli uomini, e anche di più se vogliamo, sono seguaci e testimoni e sono al “servizio” del Figlio di Dio … È tempo che, come suggerisce papa Francesco, nella Chiesa se ne prenda atto e si dia attuazione a questa indicazione di Gesù.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,1-3
 
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Parola del Signore.

Nuovi desideri

Questo mondo, se non si cambia qualcosa, è destinato all’autodistruzione. Negli ultimi venti anni abbiamo vissuto almeno tre pandemie: quella finanziaria del 2007, quella del terrorismo dilagante e ora quella del coronavirus. Ciò dimostra che il capitalismo ha fallito; ha fallito la politica e ha fallito la scienza. Tutto questo è il frutto della separazione che c’è stata tra i grandi saperi dell’uomo. Senza una relazione profonda tra uomo, mondo animale e vegetale, scienza e fede, arte e cultura siamo destinati a fallire. Dal 1970 ad oggi l’uomo ha distrutto senza dare la possibilità di una rigenerazione. Si è navigato a vista e gli uomini sono stressati ed esasperati, camminano senza un orientamento condivido. Sembrerebbe tutto lecito e tutto possibile. Tra le conseguenze peggiori c’è quella della distruzione dell’ambiente e, in questo ambiente, dell’uomo stesso. Continuare così è da irresponsabili. Una possibilità di svolta sta in nuove forme di desiderio capaci di creare un nuovo paradigma di felicità.

Dobbiamo fare qualcosa adesso !!!

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Perdonato, perché HA molto amato

La Fede salva e provoca il perdono del Padre. La prostituta che, nel brano di oggi, entra nella casa del fariseo che ospita Gesù ha una grande Fede e, soprattutto, ha creduto nel perdono dei suoi molti peccati. Ed è questa Fede che la spinge a compiere gesti che sono diventati esempi di vita scolpiti per sempre nella parole che l’evangelista Luca ci riporta. Il brano di oggi ci racconta l’Amore e il senso di gratitudine e riconoscenza che palpita nel cuore della prostituta e ci trasmette la grande speranza che deve abitarci. C’è davvero un Padre che ci Ama; c’è davvero un Amore che ci dà il coraggio e la forza di testimoniare; c’è davvero una vita da vivere fino in fondo sapendo e credendo che dipende da noi e solo da noi credere nel perdono e nell’Amore del Padre che è felice di accoglierci fra le sue braccia.

Il Padre perdona e perdona sempre perché Ama e Ama immensamente. Non c’è peccato che non è perdonato.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 7,36-50

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.

Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».

E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».

Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Parola del Signore.

Ecco tuo Figlio!

Ogni mamma se ha un figlio che vive una situazione di dolore e sofferenza si sente sotto la croce come in questo episodio che, oggi, ci racconta Giovanni. Affidiamo il commento di questa mattina a don Tonino Bello, vescovo in odore di santità …

“Santa Maria, donna del Sabato santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com’ è tra le brume del venerdì e le attese della domenica di Risurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. È il giorno della speranza, in cui si fa il bucato dei lini intrisi di lacrime e di sangue, e li si asciuga al sole di primavera perché diventino tovaglie di altare.Ripetici, insomma, che non c’è croce che non abbia le sue deposizioni. Non c’è amarezza umana che non si stemperi in sorriso.
Non c’è peccato che non trovi redenzione. Non c’è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie più nere trascolorano negli abiti della gioia. Le rapsodie più tragiche accennano ai primi passi di danza. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono già i motivi festosi dell’alleluia pasquale.
Santa Maria, donna del Sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all’incontro col tuo figlio Risorto.
Quale tunica hai indossato sulle spalle? Quali sandali hai messo ai piedi per correre più veloce sull’erba? Come ti sei annodata sul capo i lunghi capelli di nazarena? Quali parole d’amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutto d’un fiato non appena ti fosse apparso dinanzi?
Madre dolcissima, prepara anche noi all’appuntamento con lui.
Destaci l’impazienza del suo domenicale ritorno. Adornaci di vesti nuziali. Per ingannare il tempo, mettiti accanto a noi e facciamo le prove dei canti.
Perché qui le ore non passano mai”.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-27
 
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Parola del Signore.

Il Padre non condanna

Nessuna condanna, nessuna punizione … Solo un immenso Amore che illumina la vita. Questa è la fede. Per il mondo una follia per il Padre un bisogno, un desiderio una concreta pratica di vita

Gesù annuncia a Nicodemo e a noi il suo percorso d’Amore che termina e inizia sulla croce. Questa è la realtà: l’esaltazione della croce. Una luce da accogliere nella vita.

Accogliendo la luce noi accogliamo il dono di distruggere il male dell’ingiustizia, il male dell’arroganza, del successo, dell’indifferenza, della povertà, dell’egoismo, della malattia nelle quali le regole di vita di questo mondo hanno seppellito la vera umanità.

Decidiamo di tornare alla Luce e saremo felici.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,13-17
 
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
 
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore.

Una grande fede

Alzare gli occhi al cielo, scrutare oltre i disegni delle nuvole e affidare ogni speranza alla fiducia nell’Amore di un Padre misericordioso. Senza una Grande Fede nessun evento “miracoloso” potrà mai accadere nelle nostre vite.

L’umiltà e la fiducia del centurione ha attraversato i secoli ed è giunta fino a noi dopo aver colpito il cuore di Gesù che ammirandole ha permesso la guarigione del servo del centurione.

Le donne e gli uomini di ogni tempo e anche noi tutti, infatti, abbiamo bisogno di crescere in umiltà e fiducia. Abbiamo bisogno di affidarci (ma davvero) nelle mani della Provvidenza che conosce i nostri cuori.

Il teatro dell’esistenza non ha bisogno di comparse o di attori ma di donne ed uomini veri e autentici, capaci di pronunciare parole vere e di saper riconoscere le proprie miserie. C’è bisogno di verità e di fiducia in un tempo e in un mondo che, purtroppo, vive in un aleatorio volteggio di falsità che genera solo tristezza.

La vera gioia nasce da una verità che conquista il proprio cuore e sa contagiare le persone che incontra tanto da guarire la vita.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 7,1-10

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.

Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».

Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Parola del Signore.

Perdere PER vincere

È solo, incompreso e rifiutato; cacciato via dalla istituzione religiosa e perseguitato dai sacerdoti del Tempio, cerca di capire se il suo messaggio è stato compreso ma si rende conto che nemmeno i suoi discepoli hanno intuito Egli chi è davvero. Anche loro credono che Gesù sia venuto per liberare il popolo dall’oppressione romana. La delusione di Gesù è grande.

Chi mette al primo posto della vita la reputazione, il prestigio, il successo e il danaro non può e seguire Gesù. Seguire il Figlio di Dio, il Cristo, l’Unto, significa rinunciare a stesso, ai sogni di gloria, all’accumulo della ricchezza e decidere di prendersi in carico la cura di altre persone che gridano aiuto; significa mettersi al “Servizio” senza calcoli. Abbiamo, infatti, imparato che non sono e non saranno i riti a salvare la nostra vita. Per “vincere” occorre saper perdere, occorre saper essere uomini di speranza anche quando questa speranza sembra mancare o è invisibile.

Per vincere e salvare la propria vita, insomma, occorre essere pronti a perdere se stessi, a scacciare il proprio egoismo: è necessario Amare. Ebbene, si, è importante mettere al primo posto il bene degli altri e non la propria reputazione. Occorre essere pronti ad accettare, anche il rigetto e il rifiuto delle Autorità religiose. Sarà, inoltre, necessario chiedere al Padre il perdono per chi ci fa o tenta di farci del male. Gesù chiede di Amare e di farlo senza attendersi nulla in cambio. Siamo davvero disposti a vivere lo stile di vita proposto da Gesù? Molti dei suoi discepoli lo abbandoneranno. E noi??

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 8,27-35

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».

Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Parola del Signore.

Le fondamenta sulla roccia

Da piccoli andavamo al catechismo e ci mostravano il disegno di una casa costruita sulla roccia e una sulla sabbia. Quando arrivava la bufera e il vento soffiava forte la casa costruita sulla roccia restava salda al suo posto e chi ci viveva dentro era protetto. La casa costruita sulla sabbia, invece, era spazzata via e i suoi abitanti erano spazzati via.

Questo accade nelle nostre vite quando pur ascoltando la Parola non la mettiamo in pratica. San Paolo dirà: “Se avessi il dono della profezia, se avessi la pienezza della fede, ma non avessi la carità, non sarei nulla”. Parlare bene o predicare bene, credere in Dio ma non vivere ciò che si dice non serve. Ciò che ci salva dalla tempesta e dalla morte è Amare concretamente l’altro. Occorrono fatti. Le parole o i riti da soli non bastano.

Solo amando concretamente costruiremo la nostra casa sulla roccia e salveremo la nostra vita. Finché siamo qui in questo mondo abbiamo tempo per Amare e dare fondamenta alle nostre parole salvando la nostra vita. Cosa aspettiamo ancora?

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,43-49

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

Parola del Signore.

Chiese vuote e assenza di Dio

Si racconta che in piena pandemia in un piccolo paese degli Appennini un’anziana si stava recando in chiesa per pregare. Pochi metri prima di entrare nella chiesa del paesino ha incrociato una sua conoscente e nel salutarla le ha chiesto: “Dove vai?”. La conoscente, con fare frettoloso, le risponde: “Torno a casa. La chiesa è vuota. Non c’è nessuno”. L’anziana di getto replica: “E che è successo? Anche Gesù se n’è andato?”.

Può essere che anche Gesù Cristo è andato via? Oppure siamo noi che non ci accorgiamo della sua presenza?

«Può forse un cieco guidare un altro cieco?

È proprio vero che è e sarà il bello a salvare questo mondo. Il bello, il buono e lo stupore dell’innocenza sono i tre ingredienti da non perdere o conquistare per vivere felici. C’è una immensa saggezza nella bellezza alla quale nessun occhio e nessun cuore possono resistere. Il bello e il buono sono superiori ad ogni Legge e ad ogni giudizio. Il bello e il buono che lo Spirito suggerisce e diffonde vinceranno il male, ogni male.

Se cerchiamo maestri guardiamo il più bello fra gli uomini, guardiamo quel Cristo che ogni giorno ci cammina a fianco e ci sostiene e per cercare di imitarlo facciamoci compagni di viaggio degli altri. Abbiamo TUTTI, nessuno escluso, un unico Maestro: Gesù Cristo.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-42
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore.

Aquila e Priscilla