Perché questa generazione chiede un segno

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,11-13
 
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.
 
Parola del Signore.

Cerchiamo segni, siamo mendicanti di prodigi … ma a noi pare che questi segni, questi prodigi manchino. Siamo ciechi e sordi di fronte alle meraviglie che ci circondano; siamo incapaci di cogliere il mistero nascosto nei fatti della vita e non ascoltiamo più la Parola di Dio e non riconosciamo nemmeno lo Spirito Santo che cerca invano di suggerirci vita buona. Spesso, di fronte ai fatti della vita, crediamo di poter risolvere tutto secondo il nostro modo di pensare senza accogliere le indicazioni che attraverso fatti o persone il Signore ci propone. Ed ecco allora il fallimento dietro l’angolo. Le cose non vanno come dovrebbero andare e, inevitabilmente, ne subiamo le conseguenze. Il Signore, però, continua ad attendere la nostra conversione alla sua Parola, ci chiede di ascoltare la sua voce e di aprire il cuore al bene, ci chiede di avere fiducia in Lui. Non sprechiamo questa unica possibilità. Non esiste altra strada. Non esiste.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Così fu detto agli antichi, ma io vi dico.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 20-22a.27-28.33-34a.37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
 
Parola del Signore.

Per ascoltare la lectio di questa sera tenuta da dom Innocenzo Gargano presso il Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma clicca qui

Mangiarono a sazietà

Dal Vangelo secondo Marco 
Mc 8,1-10

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». 
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
 
Parola del Signore.

Oggi abbiamo l’ennesima conferma che Gesù ha compassione di noi. Egli ci guarda, ci ascolta e interviene nella nostra vita per darci una importante ed essenziale ragione di vita. Gesù comprende che noi abbiamo “fame” di dare un senso e un significato alla vita, Lui sente profondamente il nostro bisogno di amore e allora ieri, come oggi si prende cura di noi e ci offre ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Non è il successo, non è il potere e non sono i soldi a dare senso e significato alla vita. Per dare senso e significato alla vita occorre credere ed abbracciare il bene, l’amore, la passione per la cura dell’altro. Fino a quando, infatti, continueremo a pensare a noi e solo a noi stessi continueremo ad essere soli e infelici, tristi e svogliati, apatici e sofferenti come la folla che ha seguito Gesù e che aveva bisogno di senso.

I pani e i pesci che Gesù dispensa, diciamolo, è la sua Parola che se ascoltata davvero in profondità ci cambia la vita e ci sfama per sempre e se ci pensiamo un attimo non è questo quello che noi davvero desideriamo? Se ascoltiamo la Parola di Gesù noi davvero avremo trovato un senso e un significato alla vita. Tutto il resto (denaro, successo e potere) ci sembrerà come in realtà è davvero assolutamente inutile.

La Parola di Gesù come per gli oltre 4000 del brano del Vangelo placò la fame che avevano. Anche per noi è e sarà lo stesso. Se ascolteremo in profondità la Parola la nostra vita cambierà per sempre ed in meglio. Non avremo più fame o avremo fame solo della sua Parola qualsiasi è e sarà la nostra vita perché consapevolmente troveremo una risposta bella, accattivante e definitiva alla nostra vita. Occhio amici non facciamoci sfuggire questa verità. Apriamo gli occhi, il cuore e il cervello.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Fa udire i sordi e fa parlare i muti

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore

Il sordomuto non può ascoltare e non può parlare. Non può ascoltare la Parola di Dio e non la può trasmettere. Viene così meno a due precetti essenziali che il Dio dei nostri Padri ci ha, invece, chiesto di praticare. Possiamo ben dire che il sordomuto è il simbolo del popolo d’Israele che non ascoltava più in profondità la Parola e non la trasmetteva più in maniera corretta. Insomma un po’ come noi che spesso non Ascoltiamo più la Parola ritenendola quasi inutile e preferiamo concentrarci (forse) solo sui riti o sulle pratiche di devozione e poi, quindi, non avendo Ascoltato non siamo neanche più capaci di ripeterla agli altri. In questo modo non viviamo più la vera fede ma pratichiamo riti vuoti dei quali abbiamo smarrito anche il significato più profondo.

Oggi, Gesù, ci sta prendendo e ci porta lontano in una zona solitaria e qui, con la sua Parola, desidera aprirci al vero Ascolto della Parola e vuole invitarci a raccontarla agli altri.

Se, quindi, ci faremo portare con Lui in un luogo in disparte e Ascolteremo (in profondità, meditandola) la sua Parola (contenuta nella Bibbia) allora, tornando in comunità, da ex sordomuti diremo anche noi: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Il 🔥 della Parola è l’unico che può infiammare i nostri cuori ed è l’unico che può spingerci a predicarla agli altri.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il demonio se n’era andato

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,24-30

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Parola del Signore.

Supplicato sembra non voler cedere, ma di fronte all’insistenza appassionata e coraggiosa di una mamma anche Gesù decide di cambiare atteggiamento. La figlia di questa donna straniera a cui la cultura del popolo eletto non concede nulla e che è posseduta dal demonio viene liberata. Gesù interviene rompendo gli schemi e supera atavici impedimenti per donare vita nuova a chi cerca guarigione e libertà. Il male è sconfitto da un bene cercato con insistenza e grande speranza.

Questa storia che Marco ci ha proposto oggi ci aiuta a comprendere come il nostro Signore di fronte alle richieste insistenti riesce a cambiare opinione dimostrando di essere un Dio umile che ha a cuore il vero bene. Anche una briciola di bene può salvare la nostra vita. Anche una sola briciola di quel pane “dono di Dio” è salvezza per la quale vale la pena di pregare senza mai fermarsi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Sali (Canto dell’anima)

Il testo di «Sali (Canto dell’anima)» di Anna Oxa

Bocche piene di falsità che nutre il mondo
Mani prive di dignità, votate a Dio
Sali, uomo, sali e dimentica
Sali e ritorna alla (tua) nascita
Occhi dell’ambiguità dei nostri tempi
Vite frammentate senza verità

Sali, donna, sali e resuscita
Sali e ritorna alla (tua) nascita
Libera l’anima
Come rondini la sera
Vola libera
Nitida come il canto dell’anima
Come stella dell’aurora
Di un mattino che non c’è
E che non ha nome

Arca dell’umanità andata a fondo
Cuori puri mangiati dall’avidità
Sali e poi un’altra vita tu
Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai

Libera l’anima
Come stella dell’aurora
Di un mattino che non c’è
Sali… sali… Rosa… sali
Come stella dell’aurora
Di un mattino che non c’è
E che non ha nome… oh…
Che non ha nome
Oh… oh… oh… oh… oh… oh… oh…
Nitida l’anima
Come stella dell’aurora
Di un mattino che non c’è
E che non ha nome

Il brano appare un invito a rinascere, un invito a purificare la parte profonda del nostro “io” per tentare un innalzamento e percorrere una strada nuova, un salire in alto per superare la superficialità e il banale. E’ un invito a scacciare la falsità, l’ambiguità, la cattiveria e ogni cosa che sporca il cuore.
C’è un desiderio di purificarsi e di vincere le ambiguità per tentare di avvicinarsi alla Verità. E’ un forte invito a percorrere strade nuove che la potente voce di Anna Oxa trasmette con una grande forza emotiva ed un coinvolgimento totale del corpo e dell’anima.
Una canzone bellissima, interpretata da una delle voci più caratteristiche e belle del panorama contemporaneo. A fare di questa canzone qualcosa di molto particolare c’è anche la potenza vocale di Anna Oxa che dopo dodici anni torna a Sanremo per lanciare un appello forte al cambiamento interiore. Eccellente la sua interpretazione.
Sali (Canto dell’anima)

Dal di dentro escono i mali propositi

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore

È dal cuore che escono i mali. Gesù lo dice con chiarezza. Il bene, invece, viene dallo Spirito di Dio. Dal cuore dice Gesù escono: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Il cuore si riempie di malizia e fa confusione e magari ci inganna fino al punto di farci credere buoni? Quando, invece, noi ci doniamo all’altro, quando davvero ci mettiamo a disposizione dell’altro solo allora stiamo ascoltando lo Spirito di Dio. Dobbiamo essere consapevoli che il bene viene solo dall’ascolto dello Spirito di Dio che sceglie di agire attraverso di noi.

Il nostro cuore è facile preda del male. Spesso, infatti, il cuore non è umile e non ama, anzi è la sede del non amore. Dobbiamo fermarci ed essere attenti: cosa ci sta guidando nelle nostre scelte, cosa ci sta spingendo a certi modi di fare, cosa ci sta indicando di compiere certi comportamenti. Siamo preda del male che inganna il cuore e che ci fa credere di essere buoni. Cerchiamo di invocare lo Spirito di Dio che è l’unica possibilità che abbiamo di correggerci e salvare la nostra vita. Non viviamo da illusi del bene, solo lo Spirito di Dio può portarci al bene ed è Lui che dobbiamo invocare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

“Mi onorano con le labbra”

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-13
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Parola del Signore.

Anche oggi l’uomo sembra preoccuparsi e molto dell’inquinanento atmosferico, della distruzione delle foreste ma poco o nulla si preoccupa dell’inquinanento interiore. Forse è ora di riprendere la cura del cuore. Non è mai tardi per ricostruirci come donne e uomini. C’è sempre la possibilità di un nuovo inizio se davvero lo desideriamo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Toccare almeno il lembo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,53-56
 
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Parola del Signore.

Quante volte abbiamo sentito che Gesù guarisce e che il suo sguardo e la sua Parola sanno sollevarci dalla polvere. Forse, però, ci siamo fatti scivolare addosso queste parole e siamo rimasti fermi nel nostro dolore e nella nostra sofferenza. Oggi abbiamo riascoltato di una folla di persone che, invece, lo cerca e gli porta i malati. Gesù compie prodigi: guarisce e salva.

Proviamo, proviamo per una volta, a cercarlo davvero, proviamo a toccare o almeno a sfiorare il suo mantello e vivremo il miracolo della guarigione sulla nostra pelle e nel nostro corpo. Non siamo noi che possiamo salvare il mondo, solo il Signore può farlo. Solo il Signore può cambiare i cuori delle persone.

Siamo figli Amati. Lasciamoci amare!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Aquila e Priscilla