L’Abate insegni con l’esempio

Un Abate è chiamato ad essere un uomo vero, un uomo capace di autorevolezza e di grande attenzione per i suoi monaci. È molto interessante leggere e meditare questo primo capitolo della Regola dedicato alla figura dell’ Abate al quale si richiede una grande cura e un grande amore verso i suoi fratelli.

 

  1. , quando uno assume il titolo di Abate deve imporsi ai propri discepoli con un duplice insegnamento,
  2. mostrando con i fatti più che con le parole tutto quello che è buono e santo: in altri termini, insegni oralmente i comandamenti del Signore ai discepoli più sensibili e recettivi, ma li presenti esemplificati nelle sue azioni ai più tardi e grossolani.
  3. Confermi con la sua condotta che bisogna effettivamente evitare quanto ha presentato ai discepoli come riprovevole, per non correre il rischio di essere condannato dopo aver predicato agli altri
  4. e di non sentirsi dire dal Signore per i suoi peccati: “Come ti arroghi di esporre i miei precetti e di avere sempre la mia alleanza sulla bocca, tu che hai in odio la disciplina e ti getti le mie parole dietro le spalle?”
  5. e ancora: “Tu che vedevi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, non ti sei accorto della trave nel tuo”.
  6. Si guardi dal fare preferenze nelle comunità:
  7. non ami l’uno piò dell’altro, a eccezione di quello che avrà trovato migliore nella condotta e nell’obbedienza:
  8. non anteponga un monaco proveniente da un ceto elevato a uno di umili origini, a meno che non ci sia un motivo ragionevole per stabilire una tale precedenza.
  9. Ma se, per ragioni di giustizia, riterrà di dover agire così lo faccia per chiunque; altrimenti ciascuno conservi il proprio posto,
  10. perché, sia il servo che il libero, tutti siamo una cosa sola in Cristo e, militando sotto uno stesso Signore, prestiamo un eguale servizio. Infatti, “dinanzi a Dio non ci sono parzialità”
  11. e una cosa sola ci distingue presso di lui: se siamo umili e migliori degli altri nelle opere buone.
  12. Quindi l’abate ami tutti allo stesso modo, seguendo per ciascuno una medesima regola di condotta basata sui rispettivi meriti.
  13. Per quanto riguarda poi la direzione dei monaci, bisogna che tenga presente la norma dell’apostolo: “Correggi, esorta, rimprovera”
  14. e precisamente, alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre.
  15. In altre parole, mentre deve correggere energicamente gli indisciplinati e gli irrequieti, deve esortare amorevolmente quelli che obbediscono con docilità a progredire sempre più. Ma è assolutamente necessario che rimproveri severamente e punisca i negligenti e coloro che disprezzano la disciplina.
  16. Non deve chiudere gli occhi sulle eventuali mancanze, ma deve stroncarle sul nascere, ricordandosi della triste fine di Eli, sacerdote di Silo.
  17. Riprenda, ammonendoli una prima e una seconda volta, i monaci più docili e assennati,
  18. ma castighi duramente i riottosi, gli ostinati, i superbi e i disobbedienti, appena tentano di trasgredire, ben sapendo che sta scritto: “Lo stolto non si corregge con le parole”
  19. e anche: “Battendo tuo figlio con la verga, salverai l’anima sua dalla morte”.
  20. L’abate deve sempre ricordarsi quel che è e come viene chiamato, nella consapevolezza che sono maggiori le esigenze poste a colui al quale è stato affidato di più.
  21. Bisogna che prenda chiaramente coscienza di quanto sia difficile e delicato il compito che si è assunto di dirigere le anime e porsi al servizio dei vari temperamenti, incoraggiando uno, rimproverando un altro e correggendo un terzo:
  22. perciò si conformi e si adatti a tutti, secondo la rispettiva indole e intelligenza, in modo che, invece di aver a lamentare perdite nel gregge affidato alle sue cure, possa rallegrarsi per l’incremento del numero dei buoni.
  23. Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche,
  24. ma pensi sempre che si è assunto l’impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto
  25. e non cerchi una scusante nelle eventuali difficoltà economiche, ricordandosi che sta scritto :”Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù”
  26. e anche: “Nulla manca a coloro che lo temono”.
  27. Sappia inoltre che chi si assume l’impegno di dirigere le anime deve prepararsi a renderne conto
  28. e stia certo che, quanti sono i monaci di cui deve prendersi cura, tante solo le anime di cui nel giorno del giudizio sarà ritenuto responsabile di fronte a Dio, naturalmente oltre che della propria.
  29. Così nel continuo timore dell’esame a cui verrà sottoposto il pastore riguardo alle pecore che gli sono state affidate mentre si preoccupa del rendiconto altrui, si fa più attento al proprio
  30. e corregge i suoi personali difetti, aiutando gli altri a migliorarsi con le sue ammonizioni.

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