C’e’ ancora fede sulla terra?

Viviamo giorni difficili non solo per il caldo e l’afa ma anche per una generale situazione sociale, politica, economica e di fede di grave crisi. Spesso, sempre più spesso le relazioni sono ridotte allo zero. Si litiga e polemizza su ogni cosa. Desideriamo, perciò, condividere una riflessione di Enzo Bianchi della comunità di Bose che, forse, può aiutare ad aprire gli occhi sulla  situazione della fede.

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Le gioie e le speranze

“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. Certamente non poteva esserci incipit più bello per un documento che desiderava un incontro rinnovato e cordiale con tutta l’umanità.

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La Chiesa e’ il popolo di Dio riunito attorno alla mensa

Che cosa vuol dire essere “Popolo di Dio”?

Cominciamo con il dire che  la Chiesa siamo tutti noi insieme riuniti nel nome di Gesù Cristo. Un popolo di battezzati che fa dell’amore la sua unica legge e che amando porta speranza e salvezza per costruire qui è adesso il Regno di Dio. Questo e non altro ci ha detto il Concilio Vaticano II. Se qualcuno vi dirà o farà capire che nella Chiesa c’è chi comanda e chi ubbidisce dice cose non vere. Nella Chiesa c’è la partecipazione di tutti alla costruzione del Regno secondo la legge dell’amore e chi ama e ama davvero non comanda ma ama appunto. Ogni mancanza d’amore è  un tradimento del Signore e della sua unica e vera Legge (“Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri come vi ho amato io … – cioè fino alla morte e alla morte di croce-). Chi esercita il suo servizio in modo autoritario tradisce il Vangelo, tradisce Cristo; chi impedisce all’altro di svolgere il suo servizio è un traditore di Cristo e della legge dell’amore; chi crede di essere migliore dell’altro abusa del suo stato e offende il Signore. Si potrebbe continuare ma lasciamo la parola a papa Francesco e rileggiamo cosa dice Lui a questo proposito.

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E fu cosi che prete e pololo di Dio si guardarono …

Il Concilio fu davvero una grande svolta. Con la Costituzione sulla liturgia i fedeli non furono più considerato spettatori ma divennero soggetti attivi. Si cominciò a pregare in modo nuovo e a vivere la stessa fede in modo nuovo … Le discussioni furono aspre ma alla fine si decise l’uso delle lingue nazionali. La Sacrosanctum Concilium fu approvata con soli quattro voti contrari.

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La grande svolta. Si torna alle origini.

Con il Concilio Vaticano II ed in particolare con la Lumen gentium, la Chiesa cambiava la sua immagine e ritornava alle origini. Si riscopriva che la Chiesa prima che sull’autorità era fondata sulla comunione fra tutti i membri del popolo di Dio. Era una grande novità, una vera svolta che coinvolgeva il modo di vivere la comunità, il modo di pregare, di santificare, di evangelizzare. Il Concilio rivoluzionava la concezione di libertà religiosa, i rapporti con le altre Chiese cristiane, con le religioni non cristiane, soprattutto con l’ebraismo e portava ad un radicale cambio di mentalità. La Chiesa iniziava cosi un grande processo di conversione.

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Il discorso alla luna

La sera dell’apertura del Concilio Giovanni XXIII ha davanti una  piazza San Pietro stracolma di persone. Non aveva intenzione di parlare ma davanti alle luci delle fiaccole che davano una vista ancora più suggestiva della piazza decise di parlare e pronunciò quel grandioso discorso alla luna che ancora oggi emoziona e commuove.

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