Ogni persona o situazione che da fastidio al potere va eliminata. Il potere non vuole essere contraddetto. Il potente, infatti, si comporta da prepotente. Non accetta il confronto e scambia i suoi desideri per legge. Egli crede di essere al di sopra di tutto e di tutti e vuole dimostrarlo a tutti i costi. Non si ferma nemmeno di fronte all’evidenza e cerca il modo per imporre agli altri la sua volontà. È quello che accade a Gesù e che purtroppo accade anche oggi più spesso di quanto si crede.
Il cristiano, come Gesù, però, ha il diritto dovere di opporsi alle prepotenze. Lo deve fare per onorare la verità e per un’esigenza di dignità. Il cristiano, infatti, anche a rischio di pagare di persona si opporrà al potere e, soprattutto, al potere mascherato da buonismo. Il cristiano con pacatezza e con la forza della verità avrà cura di mettere tutti davanti alle proprie responsabilità e lotterà con dignità perché nessuno abbia la possibilità di schiacciare l’altro.
Il vangelo di oggi ci mette di fronte un esempio eloquente. Scribi e farisei, sono sempre più infastiditi dal fatto che in tanti seguono Gesù e, così, cercano di catturarlo. Per farlo lo accusano di “farsi re”. Un’accusa chiaramente falsa. Gesù, però, riesce a non farsi catturare. Si rifugia oltre il Giordano. Sente che la sua ora sta per arrivare e fugge, cercando di non farsi catturare; cerca riparo in un luogo sicuro. La sua non è paura ma esigenza necessaria ad evitare il livore e la rabbia disperata dei potenti del Tempio che vedono messa a rischio la loro fetta di potere.
I potenti, però, non dimenticano e continuano a cercare l’occasione per toglierlo di mezzo. Gesù ne è consapevole ma non rinuncia alla sua missione. Affronterà il suo destino e si prepara a farlo.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Parola del Signore