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Dalla tristezza alla gioia

Dalla tristezza alla gioia; dal buio alla luce. Camminiamo spesso con un dolore nel petto. Spingiamo i nostri passi in avanti e siamo incapaci di cogliere il mistero che ci circonda. Anche noi, come i due viandanti di Emmaus, avvolti nel dolore e nella prova, camminiamo distratti dai nostri problemi. I nostri occhi non sono capaci di incontrare i suoi. Gesù, però, si fa prossimo e vuole ascoltare. Cerca di capire cosa abbiamo nel cuore. Egli, il Maestro, per prima cosa ascolta e vuole che gli raccontiamo la nostra storia. Solo alla fine Gesù interviene e rimprovera e, con dolcezza, ci invita a ripensare la nostra storia alla luce della Scrittura. Ci chiede di ripensare ai tradimenti, alle passione, ai dolori, alle sconfitte, alle gioie e ai rimpianti. Ci chiede di aver coraggio perché l’ultima parola è ancora tutta da scrivere.

Egli a questo punto ci guarda negli occhi (nelle nostre profondità) e, con parole di misericordia ci dona la speranza e il coraggio di rinnovare la vita. Le sue parole, scolpite nella Scrittura, ci mettono fuoco nelle vene e nel cuore. Tutto questo per uscire fuori dalla cella nella quale ci siamo rinchiusi. Gesù ci libera. Egli è il nostro liberatore. E quando la sera sta per calare si fa riconoscere nello spezzare il pane. Noi, a questo punto, non vorremmo che se ne andasse via e ripetiamo come i due viandanti: “Resta con noi perché si fa sera” ma Gesù scompare. Non c’è più bisogno di Lui. Ora abbiamo capito, siamo risorti con Lui. “Non ci arde forse il cuore quando leggiamo il vangelo?”. Tutto è cambiato, tutto è diverso e possiamo ripetere: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Ne abbiamo fatto esperienza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca – Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

In cammino

Ogni buon pellegrino si porta dietro un bastone, una bisaccia, una borraccia e una conchiglia. Si, anche una conchiglia. Questa, infatti, è il simbolo per eccellenza del Cammino di Santiago e il buon pellegrino la porta sempre con se. E oggi che Gesu ci invita ad uscire per le strade del mondo per “proclamare” la buona notizia ai poveri e per far conoscere che un mondo diverso da quello che stiamo vivendo esiste è meglio mettersi in cammino portando con se bastone, bisaccia, borraccia e conchiglia. Tutti simboli e segni che ci aiutano a camminare per le strade e i sentieri della vita quotidiana. Ad ognuno di questi segni e simboli ciascuno di noi può dare un suo significato. Quale è il bastone che ci sorregge nel cammino della vita, nella nostra missione di portatori del vangelo? Allo stesso modo chiediamoci cosa simboleggia la borraccia e l’acqua che contiene per noi? E cosa mettiamo nella nostra bisaccia per realizzare la missione che Gesù ci affida? Infine la conchiglia. Sembra davvero un segno inutile. Che senso ha portarla con noi? Eppure, ogni pellegrino in cammino la porta con sé. Cosa potrebbe simboleggiare nella nostra vita? A volte ci sarà anche capitato di vedere delle conchiglie fossili che rendono le pietre piccole opere d’arte. Ce ne sono anche su un muro del nostro giardino. Quando ci passiamo accanto e lo sguardo si poggia su di loro questo antico simbolo del pellegrino ci ricorda che nel cammino dell’esistenza siamo invitati ad abbellire, con azioni e opere di bene, il giardino della vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

5 pani e 2 pesci

Cinque pani e due pesci, forse la merenda di un ragazzo, come potrà sfamare 5000 famiglie? Solo la fantasia e la creatività di Dio possono realizzare questo miracolo. L’apostolo Filippo era giustamente preoccupato. Con 200 denari si poteva comprare solo del pane. Gesù, però, accoglie l’offerta del ragazzo e realizza l’inaudito. Tra la razionalità di Filippo e l’ammirevole e ingenua offerta del giovane ragazzo, Gesù sceglie l’offerta del ragazzo. Sceglie la leggerezza e l’ amore. Forse anche noi, nella vita, dovremmo saper essere meno calcolatori e abbandonarci, con maggiore speranza, nelle mani di Dio. Facciamo nostro quel tocco di ingenuità del ragazzo che ci aiuta ad entrare nel grande sogno di Dio!

Franca e Vincenzo


Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Parola del Signore

A quale dio credo?

Questa è la domanda chiave della vita. La Parola di oggi ci aiuta ad riflettere e a contemplare il Figlio. Credere in Lui da la vita eterna. Dio, il Padre, ce lo ha donato e Lui, il Figlio, ci ha lasciato lo Spirito da accogliere e dal quale farsi portare dove ci conduce.

Franca e Vincenzo, osb-cam


Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,31-36

Chi viene dall’alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
 
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Parola del Signore

Toccare la luce

Gesù è la nostra Luce. Eppure c’è chi sceglie le tenebre. Sono le persone che rifiutano il bene e il bello. È evidente, inoltre, che occorre rifiutare le zone di ombra. Queste sono le aree di vita che danno fastidio e che, in molti casi, sono l’anticamera del male.

Accogliere la Luce, aprire il cuore a Cristo è l’unica vera possibilità di praticare una vita nella verità. Una vita, insomma, piena di opere ispirate da Dio. Opere che illuminano l’esistenza.

È nel fare che scopriamo e tocchiamo la luce e, quindi, abitiamo la vita. Ed è in questo fare che, quindi, si deve esprime la quotidianità dell’esistenza chiamata ad abitare l’ordinario.

Tutto questo è possibile e ci impegna ogni giorno e ogni istante del singolo giorno a prendere decisioni che vengono dall’alto. Il Signore ci guiderà se noi gli permetteremo di farlo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

   Parola del Signore

Come una farfalla

Quando il vento dello Spirito scende e riempie il cuore dell’uomo, il viaggio si fa mistero. Quando la sua forza ti avvolge nel suo vortice ti trasporta in terre nuove e luoghi inesplorati dove la vita si fa avventura. Quando la sua potenza entra nelle parole il creato prende nuova forma. Quando il suo coraggio si fa storia la libertà si fa prossima e le catene si sciolgono.

È questo lo Spirito che viene dall’alto e apre alla fede nel Dio di Gesù Cristo. È questo il bello che trasforma i sogni in certezze e i miraggi in verità. Tutto crea, tutto spera.

Lo Spirito soffia dove vuole e, come nel volo di una farfalla, conduce a passare di fiore in fiore per trasformare questo mondo. Fa battere le ali a ritmi gioiosi, invita a sfiorare i petali che riempiono i prati di mille colori e spinge a guardare oltre ogni difficoltà. Ed è cosi che mostra fantasia e libertà … La farfalla come il vento non ha una meta certa ma, libera, crea e dona vita nuova.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

   Parola del Signore

il VENTO soffia

Dalle nostre parti c’è sempre stato un po’ di vento, una brezza leggera che, soprattutto, d’estate accarezza e rinfresca. A volte, però, s’inorgoglisce e si fa più forte e da qualche tempo, in alcuni momenti, alza la voce con prepotenza e scuote tutto ciò che incontra. Quando questo accade anche il cuore batte forte come quando, preso dall’emozione, lo stesso cuore accoglie lo Spirito che guida e incoraggia a fare scelte controcorrente sostenute dalla Potenza di Dio. Lo Spirito che scende dall’alto trasforma la vita e concede a chi sceglie di entrare nel Regno la possibilità di realizzare i segni che Dio suggerisce.

Ascoltiamo, oggi, la voce del vento e viviamo l’Amore che lo Spirito ci mette nel cuore … Chiunque, infatti, nasce dallo Spirito, non ha paura e, anche se ignorato dai potenti, con le parole e l’azione scuote tutti dal loro torpore e invita a guardare alto, li dove il sole splende e dove le stelle accolgono i sogni.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni


Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

   Parola del Signore

Porte chiuse

Pace a voi”! – Grazie per essere venuto.

La paura ci abita e il timore di morire si è impadronito della vita. Abbiamo chiuso porte e finestre sbarrato l’ingresso delle case. Rafforzato le misure di protezione con i lucchetti e non sappiamo che fare.

Gesù entra comunque nelle nostre case allo stesso modo di come fece dopo la Pasqua, “il primo giorno della settimana dove si trovavano i discepoli”.

Pace a voi” .

Ecco sembra di vederlo mentre mostra mani e fianco. E dopo aver donato ancora “Pace” soffia su di loro e dona lo Spirito Santo.

Tommaso, assente, tornato non crede. Dopo otto giorni Gesù torna e lo invita a credere e a toccare le sue ferite. E, forse, è proprio nel nostro dolore e nella nostra sofferenza che possiamo vedere e toccare Gesù.

Oggi, domenica in Albis e domenica della Misericordia, Gesù entra nelle nostre case e più ancora nei nostri cuori, soffia il Suo Spirito e ci invita a portare l’annuncio della Sua risurrezione e il Suo Amore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

   Parola del Signore

Andate per le strade

La bufera avvolge l’aria, agita la terra e scuote gli alberi della foresta. Il vento soffia forte e spazza via tutto ciò che incontra, distrugge amicizie e amori. È in questo drammatico scenario che Gesù muore in croce.

Gli apostoli sono avvolti dalla tormenta e i cuori impauriti e smarriti hanno iniziato a battere forte. Non era né facile né scontato riempire il vuoto di un’assenza cosi straordinaria. Smarriti, disorientati, soli, svuotati, terrorizzati, quando sono sul baratro del precipizio APPARE GESÙ. La luce abbagliante della sua presenza squarcia la realtà e offre coraggio e speranza agli sfiduciati. La vita riprende vigore.

Questa esperienza è, oggi, la nostra storia, la storia del giorno di Pasqua che deve diventare la storia ordinaria, quotidiana e illuminante capace di aiutare l’esistenza. Ed invece, noi, duri di cuori e tardi a credere; scettici e dubbiosi facciamo fatica a “vedere Gesù”. Siamo uomini di poca fede che, però, Gesu chiama ad andare per le strade del mondo per raccontare il nostro incontro con Lui e come Lui, con il Suo Amore, ha cambiato la nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

   Parola del Signore

Gettate la rete

 Sulla parola, sulla Tua Parola … Fidarci e affidarci sembra non essere più un valore. Cerchiamo certezze ma non ci sono. Pretendiamo di realizzare i nostri desideri e non i sogni di Dio. Il mistero ci fa paura mentre è proprio in quel Mistero che si nasconde il piano di Dio. Abbiamo smarrito il senso e il valore dell’affidarci. Crediamo solo a ciò che vediamo e solo a ciò che tocchiamo. Ed è così che l’infelicità ha preso possesso dell’umanità. Abbiamo sostituito Dio con il potere, con il denaro e con il successo.

Oggi anche noi siamo invitati a gettare le reti, anche noi siamo chiamati a fidarci del Signore. È Lui che muove la storia mentre noi, poveri illusi, crediamo di essere qualcuno. Crediamo di essere noi gli artefici di ogni cosa e poi basta un invisibile virus a cambiare le nostre vite. Nemmeno il più ricco e potente fra gli uomini è riuscito o ha provato a fermare la folle corsa del covid19 che sta seminando paura e morte.

Da quando l’uomo ha smarrito il senso e il valore di fidarsi e di affidarsi al Signore il male non trova più ostacoli e il cuore dell’uomo non riesce più a guidarlo verso scelte di vera felicità.

Solo affidandoci al Signore, invece, potremo ritrovare quella vita buona che vive nei desideri puri e belli che il creatore ci ha donato. Sta proprio in quei desideri semplici e che ci accarezzano la vita che potremo trovare la serenità e la gioia per la quale siamo nati.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

   Parola del Signore