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Contadini malvagi

Non solo non accolgono e rifiutano di riconoscere il padrone ma si organizzano per uccidere il figlio. Triste, questa parabola è davvero triste.

Il padrone aveva tentato e ripetutamente di essere riconosciuto. Ottiene solo malvagità.

Alla fine sarà costretto a dare tutto la vigna in affitto ad altri sperando che questi siano migliori e consegnino i frutti.

Franca e Vincenzo, osb-cam

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

   Parola del Signore

Piccoli

Della pagina del Vangelo di oggi ci piace sottolineare un aspetto … La Beatificazione dei piccoli. La bellezza di comprendere quanto sia ormai sempre più necessario ed indispensabile farsi piccoli e minimi. L’importanza di coltivare l’umiltà, di non aver paura di mostrare la propria fragilità, la necessità di seguire la via degli ultimi.

Mai come prima tutto questo è diventato urgente; mai come oggi rappresenta la via privilegiata per essere cristiani.

In un tempo e in mondo nel quale alzare la voce, essere arroganti, mostrare la forza e l’astuzia è diventata una prassi di tutti, scegliere la via del silenzio, accarezzare il vento e farsi scivolare addosso la violenza dei prepotenti resta l’unica vera risposta possibile per i testimoni del vangelo.

Questo stile di vita profondamente evangelico appare essere ormai la più forte espressione possibile per cercare di restare fedeli al messaggio del Vangelo.

La scena di questo mondo passa e passa in fretta e cosa ci resterà. Il denaro o le cose accumulate? Il potere esercitato schiacciando gli altri? Il successo di imprese fantasmagoriche?

L’unica vera cosa che resterà per sempre è l’amore donato che per essere vero deve restare nel silenzio, nei piccoli gesti quotidiani, nell’umile testimonianza di chi accoglie il male, ogni male fisico o morale e lo assorbe senza farsene vittima.

È questa la sfida più importante che siamo chiamati a vincere. Dotti e sapienti non capiranno e non saranno d’accordo. Solo i piccoli, gli ultimi, i minimi potranno godere di questa beatitudine e vedere i propri nomi scritti nei cieli e ascoltare la voce del Signore che vince il male, ogni male.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

   Parola del Signore

Non indurite il cuore

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

   Parola del Signore

Farsi Come bambini

Il Signore oggi ci chiama alla saggezza dell’innocenza. Ci invita farci come bambini, piccoli, semplici, puri. È un bel cammino da fare.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

   Parola del Signore

Accoglienza

Semplici, piccoli e pieni di fiducia sono spesso invisibili agli occhi del mondo. Non lottano per i primi posti ma vivono senza invidiare o odiare.

Innocenti e fragili accarezzano il vento e lo sguardo si perde incantato sull’infinito.

Un fiore in un prato verde è il loro tesoro e la gioia è di casa nella loro vita. Tutto è bello e tutto è da ammirare senza ostacoli.

Guardano il cielo di giorno e sorridono; alzano gli occhi al cielo di notte e sognano.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

   Parola del Signore

Non vi siete pentiti

La bellezza di un’alba in riva al mare ha i colori di chi ascolta la Parola e cambia la propria vita.

Non saranno le sole pratiche rituali e la partecipazione alle devozioni a salvare le nostre vite. La fede si nutre della vita quotidiana e l’ingresso nel Regno di Dio è per chi vive e pratica il bene attraverso gesti di vero Amore.

Il Signore non ci chiede sacrifici (come i pagani) non ci chiede l’offerta di cose o pratiche abitudinarie … Ci chiede di amare, ci chiede di soccorrere i poveri, gli ultimi, … di fare del bene, di stare accanto a chi soffre, di fare il nostro possibile per sostenere chi è nel bisogno, … non ci chiede di sostituirci a loro ma di offrire la nostra discreta disponibilità … Ci chiede di sentirci parte viva dell’Eucaristia sull’altare … In quel pane ci siamo anche noi … Ci siamo noi se e quando offriamo la vita concreta e ne facciamo un servizio vero agli altri. … Questo significa lodare Dio ed essere suoi Figli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

   Parola del Signore

Non ne coglievano il senso

Il successo è un lampo. È una luce che non dura per sempre. L’uomo saggio, infatti, osserva, scruta con intellingenza e comprende. Egli conosce il cuore delle persone che incontra e la fragilità del consenso. L’invidia, la gelosia e il timore di perdere il potere presto, molto presto si uniranno per giudicare e condannare, per accusare e punire chi, come Gesù, è ammirato e osannato dal popolo.

Gesù, vero uomo, immagina e prevede già l’imminente reazione di scribi e sacerdoti e mette in guardia i suoi discepoli che non capiscono e hanno paura di sapere.

È la storia di sempre. Gli uomini di potere vogliono avere attorno a sé servi sciocchi e non gradiscono uomini liberi. Gesù uomo libero scatena la reazione rabbiosa del potere e finirà denigrato e punito per una colpa che non conosce. Accade ovunque, accade ancora.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

   Parola del Signore

Rifiutato

Un Dio che soffre: un Dio rifiutato; un Dio ucciso. Ma che Dio è? Non è un Dio ricco, potente, grande … Non è ciò che logicamente ognuno potrebbe immaginare o sperare.

Il nostro è un Dio che ama e che si china a lavare i piedi dei discepoli.

La Parola, oggi, e Gesù stesso ci invitano a trovare un luogo solitario dove pregare e riflettere; a ritagliarci un tempo per pensare e osservare come viviamo la nostra Fede e come la si vive nella nostra amata Chiesa. Se siamo coerenti con la vita di Gesù, se viviamo il quotidiano accogliendo l’altro e il diverso, se siamo capaci di essere appassionati amanti del bene oppure viviamo nell’affannosa ricerca del denaro, del possesso, di un briciolo di potere … Se ci facciamo giudici degli altri, se rifiutiamo e/o scacciamo i poveri, se siamo capaci di chinarci a lavare i piedi e le piaghe di chi incontriamo.

Che il Signore ci illumini.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

   Parola del Signore

E cercava di vederlo

Quando germoglia un fiore, quando in questo antico mondo emergono cose nuove e belle l’uomo di potere cerca di vedere e toccare e non gli basta contemplare la bellezza ma con il desiderio del dominio cerca di controllare. Così facendo perde il meglio, perde lo stupore della creazione, il senso della meraviglia e il bello che i fiori di un prato ci donano.

Il potere cerca sempre di dominare, ha paura del nuovo anche quando questo con semplicità e innocenza cerca di rinfrescare l’aria stantia e aprire strade ai sogni del buono e del bello.

Il potere ha l’occhio indagatore e sospettoso e finisce per smarrirsi nei labirinti di pensieri contorti pronto a difendere la sua posizione e non sa cosa pensare perché i suoi pensieri sono davvero lontani da quelli puri e semplici di un Dio che vive d’Amore.

Erode, stamattina ci consegna l’immagine spenta di chi non sa sognare, non sa godere del bello, non sa meravigliarsi più di nulla, non riesce a stupirsi. Erode non potrà, quindi, mai convertirsi davvero perché il potere e l’intenzione di controllare lo rinchiude in una “cella” buia dove la vera luce non entra e non può entrare. Erode è un infelice che vive l’ansia di perdere il suo potere e trascorre il suo prezioso tempo non per godere dei gigli del campo ma per evitare che la loro semplicità possa disturbare lui e il gruppetto di “bravi” di cui si circonda. Quanti e chi sono gli Erode attorno a noi? E noi somigliamo ad un piccolo Erode o ad un fiore libero che gode della brezza di un vento leggero?

Erode è sempre più solo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

   Parola del Signore

Convertitevi

Le case, le piazze e le strade dei nostri paesi e delle nostre città sono sempre più piene di persone che soffrono. Tutti colpiti da malattie, dolori fisici e morali che chiedono e attendono di essere guariti. La medicina fa ciò che può ma non basta a guarire davvero la vita. Oltre ai medici occorrono, come da tempo suggerisce papa Francesco, degli ospedali da campo capaci accogliere e guarire le malattie del ❤️ e dell’anima e a sollevare dalla miseria chi vive nella povertà e ha fame.

In questi casi sono necessari “specialisti del servizio” capaci di ascolto e accoglienza, di buona vista e orecchio attento … di cristiani che sanno chinarsi per lavare le ferite e medicarle, di donne e uomini impegnati a portare la buona notizia attraverso gesti concreti di vita che sono la liturgia del quotidiano dove lo Spirito si fa presenza capace di essere vista, toccata e le cui parole accarezzano i cuori ridando vigore a vite ferite. Il Signore chiama tutti ad annunciare e guarire e ci consacra sacerdoti per celebrare la Parola attraverso la presidenza della liturgia del quotidiano: quella che conta davvero.

Chi vuol capire capisca ci dice Gesù.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

   Parola del Signore