Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Archivi categoria: Commento ai Vangelo
Meditazione biblica mensile
Agosto
Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso”. (Luca 18, 15-17)
In questo testo, Gesù e i suoi discepoli vengono disturbati portando loro dei bambini piccoli. Mentre i discepoli s’innervosiscono e lo manifestano, per Gesù questa situazione che non ha scelto diventa un’opportunità. Accoglie la situazione e i bambini e ne trae un insegnamento: Il regno di Dio appartiene a chi l’accoglie come un bambino.
Che cosa caratterizza i bambini? Innanzitutto, il fatto che essi non possono sovvenire da soli a tutti i loro bisogni. Se nella Bibbia gli orfani – insieme alle vedove e gli stranieri – sono i poveri e deboli per eccellenza, è proprio perché non hanno nessuno a difendere i loro diritti e non sono in grado di farlo da soli.
I bambini piccoli devono, più o meno frequentemente, a seconda della loro età, rivolgersi a una persona che li aiuti a realizzare quello che desiderano o che dia loro ciò di cui mancano. Pongono la propria fiducia nelle sue capacità di risolvere la situazione che è più grande di loro. E i più piccoli esprimono con forti strilli la loro insoddisfazione quando i genitori non vogliono o non possono offrire la soluzione attesa.
Anche nella nostra vita d’adulti, ci sono lacune che non possiamo riempire da soli. Imparare dai bambini, è imparare ad avere fiducia e a ricevere la nostra vita. Non abbiamo bisogno di auto-realizzarci! Invece di guardare la nostra vita come una risorsa da sfruttare al massimo, potremmo accogliere con gratitudine quello che ci è dato di vivere. Questo ci porterà pure a delle nuove relazioni con gli altri e con tutta la creazione.
Sarebbe già qualcosa fidarci di qualcuno più forte di noi e voler ricevere la nostra vita da qualcuno capace di offrirci la pienezza che ci manca. Ma Gesù ci propone ancora un’altra cosa: accogliere ciò che è più debole e aprirci a ciò che è limitato.
Il regno di Dio viene con potenza, ma molto spesso si manifesta sotto le apparenze della debolezza. L’orizzonte più ampio a volte ci è aperto da ciò che sembra più limitato. Gesù ci invita ad accogliere questa debolezza e quei limiti dandone l’esempio. Invece di vedere nei bambini che gli venivano presentati una fonte di disagio o una perdita di tempo, si lascia disturbare e vi scopre un’occasione per approfondire il suo insegnamento, una nuova possibilità di esprimere il suo messaggio.
Egli non solo accoglie i bambini, ma si identifica con loro. In un altro momento della sua vita, egli prende un bambino, lo mette davanti alla gente e dice loro: “Chi accoglie questo bambino, accoglie me” (Lc 9,48). In Gesù, Dio si mostra come colui che è debole e bisognoso. In Gesù, è lui che diventa vittima delle forze di questo mondo. È così che porta il suo regno. È il messaggio della croce: la potenza di Dio si manifesta nella debolezza e la morte di Gesù dà la vita.
Il Vangelo ci invita ad accogliere una pienezza di vita che verrà da uno più forte di noi. Per scoprirla, ci chiama ad aprirci a ciò che è debole e limitato, nella nostra vita e in quella degli altri. Se ascoltiamo questa chiamata in semplicità e fiducia, troveremo lì una fonte di speranza, creatività e gioia.
Quali sono le caratteristiche dei bambini che mi sembrano più importanti? Com’è possibile “diventare un bambino” pur restando una persona adulta e matura?
Dove ho visto la potenza di Dio sotto l’apparenza della debolezza umana?
In che modo posso accogliere nella mia vita le persone bisognose e vulnerabili? Questo che cosa cambierebbe in me
Briciole di speranza
Briciole di parole
segnano storie,
lanciano urla di guerra.
Briciole di Parola,
uniscono vite e cuori.
Briciole di parole di Parola,
seppur cadute e poi raccolte con fede,
offrono speranza e danno vita.
Briciole di fede aprono strade di pace
e segnano vite libere.
Il resto, tutto il resto è solo vanità,
rancore, odio e morte.
Briciole di speranza,
briciole di fede,
briciole di verità
briciole di gioia.
Piccoli, fragili, innocenti come bambini
I piccoli come i bambini hanno una via privilegiata verso il Regno … ma si è piccoli anche quando si subisce passivamente, quando nel silenzio si vive il quotidiano senza aspirare a cose grandi, quando esclusi dai potenti di turno si sorride alla vita e si accarezza un fragile fiore.
Continua la lettura di Piccoli, fragili, innocenti come bambini
Perseguitati si, ma forti perche’ amati
La vita ci riserva spesso sorprese da persone che non te lo aspetti. Anche a Gesù è accaduto cosi. Umiliato, denigrato, escluso e scartato ha accolto tutto con pazienza. Ha saputo sopportare la maldicenza dei potenti del tempo incapaci di confrontarsi. Questi soggetti, in gran parte sacerdoti del tempio, hanno usato il potere di cui erano stati investiti per condannare Gesù ed eliminarlo. Oggi, come allora, la storia si ripete mille e mille volte tutti i giorni in tante realtà anche a noi vicine.
Continua la lettura di Perseguitati si, ma forti perche’ amati
Attenti agli intolleranti
Il Signore, questa domenica, invita a far crescere la zizzania con il buon grano; invita alla tolleranza, spinge alla tenerezza, suggerisce di non essere duri e zelanti e di guardare di più se stessi. Sono per davvero bellissime indicazioni per la vita di ogni giorno. Indicazioni che, purtroppo, molte volte, sono ignorate proprio da chi dovrebbe suggerirle ai cuori dei fratelli. Gli intolleranti, gli zelanti, i duri spesso, infatti, sono ciechi su se stessi e sulle proprie miserie e si chiudono nei confronti degli altri dai quali pretendono la perfezione, in nome di un pericoloso ? Tutto e subito?, ben diverso dalla pazienza di Dio.
Sempre più spesso, infatti, si incontrano cristiani che vorrebbero estirpare quella che, a loro giudizio, è la zizzania e tentano di eliminarla con la forza e l’arroganza dell’esercizio del potere. In questo modo si fanno giudici degli altri con parole e azioni che a volte sono palesi abusi. Si arrogano il diritto di umiliare gli altri e lo fanno in nome di Dio o di un ruolo che dovrebbe essere servizio d’amore. In questo modo negano la loro stessa missione non riuscendo più a trovare la pace e l’equilibrio interiore. Vedono nemici ovunque e diffidano di tutto e di tutti. Ma tant’è. Sempre oggi. il Signore invita ad essere piccoli, umili, semplici granelli di senape messi a dimora nei campi della vita quotidiana e a non scoraggiarsi perché proprio il piccolo granello di senape una volta cresciuto sarà capace di accogliere tra i suoi rami tanti uccelli (persone che vi trovano accoglienza e protezione).
Tutto questo perché sia palese che come un pizzico di lievito può far lievitare tre misure di farina allo stesso modo un solo cristiano può mostrare che l’amore è capace di vincere ogni intolleranza, ogni durezza, ogni odio o esercizio indiscriminato del potere.
La Maddalena donna liberata
Liberata dal male hai seguito il Maestro ascoltando i suoi insegnamenti, hai sofferto sotto la Croce, poi andando al sepolcro hai visto, per prima, la tomba vuota e dato l’annuncio. Hai parlato con quello che credevi un angelo e ti ha risposto chiamandoti per nome “Maria” e tu lo hai riconosciuto “Rabbini” (Maestro).
E così hai avuto forza per diventare “Apostola degli Apostoli”, segno di chi ha ascoltato, “visto” e creduto. Donna liberata e annunciatrice della risurrezione; donna coraggiosa e forte, segno e simbolo di una fede vissuta nel quotidiano.
Il monaco Zeno dall’eremo di camaldoli commenta la parabola del seminatore
Chiamati ad una vita nuova
“Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì”. Mt 9,9
Neanche io ti condanno
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».