Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Verranno giorni …

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Parola del Signore.

In questo tempo siamo invitati a digiunare, cioè a rinunciare a qualcosa … Mi chiedo a cosa ho deciso di rinunciare? In cosa chiedo a Dio di cambiare? Questa rinuncia può aiutarmi davvero a purificare la mia vita quotidiana? A chi chiedo aiuto per restare fedele a questa promessa? Credo che la preghiera mi potrà aiutare a non cedere alle tentazioni?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi perderà la propria vita per causa mia la salverà

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Parola del Signore.

Rifletto su qualche punto di domanda. In quale occasione ho pensato di salvare la mia vita senza guardarmi intorno? Sarei disponibile a perdere qualcosa di “mio” rinunciando a possederlo per aiutare qualche altra persona? Quale è la cosa più importante per me?

Dio vede nel segreto

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore.

Pregare, digiunare e fare la Carità (cioè Amare) sono i cartelli indicatori della Quaresima. E’un cammino emozionante, profondo, intimo, personale e rigenerante. Oggi riflettiamo e meditiamo su :

Come pregheremo in questi 40 giorni?

A cosa rinunciamo tra le cose che più ci piacciono?

Quale opera di carità decidiamo di realizzare?

Dio, il Padre nostro vede e ascolta ogni nostro sospiro, ogni nostro pensiero …

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Servo di tutti

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,30-37
 
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
 
Parola del Signore.

Sono capace di mettermi davvero a servizio degli altri? In quale occasione l’ho fatto? Sono capace di riconoscere i pregi e le capacità dell’altro? Nella vita quotidiana ho un atteggiamento di accoglienza oppure tendo ad escludere e ad emarginare?

Aiuta la nostra incredulità

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,14-29

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
 
Parola del Signore.

Proviamo a riflettere: È capitato anche a me di chiedere un “miracolo”? Chiedendo aiuto a Gesù ho sentito la sua presenza accanto a me? In quale occasione, se c’è stata, mi sono sentito passare dalla morte alla vita? Come vivo la mia preghiera? Credo o no che solo la preghiera ci può aiutare a cambiare il nostro modo di vedere e pensare le cose e, quindi, ci può aiutare a farci superare il male?

Amate i vostri nemici

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?  E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
 
Parola del Signore.

Ecco il commento di Padre Innocenzo Gargano dal Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma sulle letture di domenica 20 febbraio. Per ascoltare clicca qui

Facciamo tre capanne

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,2-13
 
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
 
Parola del Signore.

Sull’alto monte dove Gesù sceglie di portare solo Pietro, Giacomo e Giovanni avviene qualcosa che è molto difficile solo immaginare. Certamente si svela un mistero che rapisce i tre discepoli e che spinge Pietro spaventato come gli altri ma anche meravigliato a chiedere a Gesù di poter costruire tre capanne per restare lì uniti. C’è lo splendore di una luce che abbaglia e purifica ogni cosa e che è una chiara manifestazione del Regno dove ogni cosa avrà una spiegazione donando una gioia infinità e quella felicità che da sempre cerchiamo. A noi sembra che ci sono suggerite due azioni: la prima è un salire sul monte, per raccoglierci in preghiera e recuperare energie al corpo e alla mente; la seconda è scendere nuovamente per incontrare gli altri, soprattutto coloro che sono stanchi e affaticati, coloro che cercano segni di speranza e farci loro compagni di viaggio. Non dimentichiamo però che la strada verso la felicità passa dalla Croce.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Perdere la vita per salvarla

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,34-9,1
 
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto  il regno di Dio giungere nella sua potenza».
 
Parola del Signore.

Siamo stati creati per Amore e per Amare e per Amare Dio prima di ogni cosa. Se questo è vero, come è vero, allora non possiamo non fidarci di Dio e abbandonarci fra le sue braccia è la logica conseguenza.

La logica conseguenza di queste premesse è che al centro della nostra vita c’è Dio-Padre e il suo progetto per noi. Gesù con chiarezza ci dice che non dobbiamo temere di perdere la vita e cioè che non dobbiamo aver paura di lasciare le cose che abbiamo o i desideri legati alla carriera, al possesso di beni e al successo personale. Gesù ci chiama a seguirlo e a fare la volontà di Dio anche se questa scelta potrà significare di dover accettare dei rischi. Fare tutto amando e per Amore. Accogliere le incomprensioni, le cattiverie, le gelosie e le sofferenze continuando ad Amare restando pieni di Speranza. Si tratta di accogliere la propria croce e Amarla. Il Dio-Padre non ci abbandonerà mai. Egli ci sosterrà con le sue amorevoli braccia e ci solleverà riconsegnandoci alla vita buona e saggia per donarci gioia e felicità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Tu non pensi secondo Dio

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Parola del Signore

Se anche noi come Pietro crediamo che Gesù è “il Cristo” allora dobbiamo chiederci: “Io penso secondo Dio?”.

Nel quotidiano mi allineo alla mentalità degli altri? Seguo le suggestioni che il mondo mi offre? Sono attratto dal piacere, dal potere, dal successo, dalla ricchezza? Vivo con superficialità? Sono egoista, indifferente o magari sfrutto gli altri?

Un esame di coscienza ci aiuterà a ritrovare la strada del bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Vedi qualcosa?

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,22-26

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

Parola del Signore.

Ci sembra che oggi Gesù ci invita a tornare discepoli. C’è sempre qualcuno che ci deve prendere per mano per aiutarci a “vedere”. Si, a vedere. Per prima cosa occorre che la fede e la fiducia in Gesù ci aiuti a vedere Lui e poi, occorre vedere gli altri umani, donne e uomini di cui avere cura. Due, infatti, sono i passaggi che Gesù oggi compie per ridare la vista al cieco. In un primo momento il cieco vede “come degli alberi che camminano”. Simbolicamente vede che cose stabili (gli alberi) sono in movimento. Comprendiamo così che il nostro sguardo non è preciso. Ci sono delle zone di ombra. Abbiamo bisogno di un intervento di un nuovo intervento di Gesù affinché il nostro sguardo sia purificato. Solo allora potremo vedere le cose con maggiore chiarezza. Ecco allora facciamoci portare da Gesù e lasciamo che Lui, con la sua Parola, operi e ci aiuti ad avere fiducia e speranza. Solo allora potremo fare ritorno a casa e vivere il nostro quotidiano nella pace e nella gioia

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️