Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Non sono venuto a chiamare i giusti

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

Il primo passo sulla strada della conversione è riconoscersi peccatori. Spesso si crede che i peccatori sono gli altri. In realtà siamo tutti peccatori, tutti abbiamo bisogno di perdono. Si crede di essere migliori degli altri e questo è questo è il peccato di superbia. E, la superbia è la radice, forse peggiore, sulla quale si costruiscono castelli. Il superbo ha scarse possibilità di guarire perché non accetta di essere peccatore. Accettare di aver peccato, invece, è già un primo passo verso la guarigione. È Gesù il nostro medico, Lui è venuto per guarire i malati, (cioè i peccatori), quindi tutti noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Figlio, Ti sono perdonati i peccati

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». 
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?  Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore.

Gesù, oggi, ribadisce che il suo Amore è per tutti e, quindi, anche il perdono è naturalmente concesso a tutti. A Gesù interessa l’uomo presente; ha a cuore l’uomo e scommette sul cambiamento che segue il perdono. Gesù perdona anche senza pentimento preventivo e perdona subito per attivare nel perdonato quell’energia positiva che scioglie le catene e lo libera dalla paralisi nella quale il peccato lo ha cacciato. Gesù con il suo perdono libera l’uomo e lo solleva. Forse la preoccupazione di Gesù sta piuttosto nel vedere se c’è la volontà dell’uomo di accogliere il suo perdono. Capita, infatti, che il peccato e il male abituano la persona a proseguire lungo questa strada tanto che quando il male si è incancrenito nel cuore l’uomo egli può addirittura rifiutare il perdono. Sappiamo, infatti, che chi si abitua a vivere nel buio rifiuta la luce: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate”.

Gesù, però, insiste e invita anche a perdonarsi reciprocamente: “Perdonate e sarete perdonati” (Lc 6,37); “Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi” (Mt 6,14; Mc 11,25).

Insomma accogliamo il perdono del Signore e perdoniamo noi stessi e gli altri: questa è la rotta del cristiano!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La lebbra sparita

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore.

I sacerdoti credevano e insegnavano che per avvicinarsi a Dio era necessario essere puri. Per questo il lebbroso non poteva avvicinarsi. Gesù fa esattamente il contrario. Non ci sono persone che possono essere emarginate. Dio accoglie tutti e sempre. Per Dio nessuno può essere escluso dall’amore. Nessuno ha colpe che lo escludono e lo emarginano. L’amore di Dio è per tutti. L’amore di Dio non si ha per merito ma è sempre e solo dono. Non c’è bisogno di fare offerte di alcun tipo per ricevere da Dio il dono dell’amore. Matteo, nel vangelo di oggi, infatti, mette il lebbroso al primo posto. Lo fa per cambiare la società ebraica e anche per insegnarci che Dio non ha preferenze di persone ma ama tutti, nessuno escluso.

Facciamo tesoro di questo insegnamento perché, forse, anche oggi ci sono persone che, come i sacerdoti del tempo di Gesù, insegnano che per avvicinarsi a Dio occorre essere puri. Gesù ci dice che non è vero. E allora diciamo “bene” di tutti e come Lui facciamoci dono sfidando chi propone cose diverse. Il dono dell’amore è per tutti. Per tutti! Chi esclude qualcuno è in dissonanza con Dio. Diffidiamo di queste persone! È Gesù a darci la rotta giusta. Seguiamo il suo insegnamento tralasciando chi propone o dice il contrario.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gesù guari molti

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore.

Gesù guarisce la suocera di Pietro e poi molti e dopo, tutti lo cercano! Lo cercano per essere guariti. Ma Gesù dice ai discepoli di andare altrove e puntualizza: “per questo infatti sono venuto!”.

Allora anche noi tutti e ciascuno personalmente possiamo pregare così:

Fa o Signore che anche io ti cerchi non per essere guarito ma per Ascoltare la tua Parola e che ascoltando anche io possa seguirti e cambiare vita lasciando le cose vecchie e che il passato non sia più una palla al piede.

Fa o Signore che la ascoltando la tua Parola io mi liberi dalle prigioni della superbia, dell’avarizia, dell’ira, dell’invidia, della lussuria, della gola e dell’accidia.

Signore Pietà, Cristo Pietà, Signore Pietà”.

Ora, se puoi, rileggi il brano del vangelo e mentalmente lascia andare ogni pensiero che frena il tuo desiderio di seguire il Signore lungo le strade di un mondo che ne sta perdendo il senso. Anche per noi, per te, infatti, stamattina, nel buio, prima dell’alba, sta suonando una campana che vuole svegliarci dal sonno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

P.S. Questa mattina condividiamo anche uno scritto che ci ha molto colpito:

Arriva un tempo in cui,
dopo una vita passata ad aggiungere,
inizi a togliere.
Togli i cibi che ti fanno male.
Togli i vestiti che ti vanno
troppo stretti o troppo larghi.
Togli le cianfrusaglie
dimenticate nei cassetti.
Togli il cuore dai posti
dove non c’è più amore,
togli il tempo passato a inseguire le persone.
Togli lo sguardo da chi ti ha ferito,
togli potere al passato,
togli le colpe dai tuoi racconti
e lo sguardo da chi ti parla dietro.
Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni,
i sì concessi per adattamento.
La vera ricchezza non è aggiungere,
ma togliere.

“Togliere” -Manuela Toto

Insegnava come uno che ha autorità

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,21b-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore.

L’evangelista Marco, ci racconta che Gesù insegnava con Autorità. Sembrerebbe che Gesù, con le sue Parole, vorrebbe costringerci. In realtà il termine Autorità viene utilizzato per comunicare che l’insegnamento di Gesù è VERO e lo è sia perchè Egli è credibile, in quanto ha visto e ascoltato direttamente ogni cosa dal Padre, sia perché ciò che dice lo VIVE. Insomma Egli insegna con Autorità perché è AUTOREVOLE e quindi ispira FIDUCIA. Egli è, quindi, il modello a cui tutti dobbiamo ispirare la vita. Per questo Gesù è l’unico Maestro!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Venite dietro a me

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Questa mattina desideriamo soffermare un attimo la nostra attenzione sulla parola Vangelo, sul convertirsi e credere al Vangelo. Già sappiamo tutti che la parola Vangelo significa “buona notizia”. Ma quale potrebbe essere questa “buona notizia?”.

La prima notizia è che il Dio di Gesù non è quello dei sacerdoti del suo tempo. Il Dio di Gesù Cristo è un Dio che accoglie, che Ama, che perdona; è un Dio che non punisce che non da regole. Il Dio di Gesù Cristo ci ha donato il suo Spirito e ci ha chiesto di vivere secondo quanto il Suo Spirito ci suggerisce. È un Dio che chiede responsabilità o, meglio ancora, corresponsabilità. È un Dio che ci considera fratelli e in Lui tutti figli dell’unico Padre.

Questa buona notizia, però, richiede di lasciare la vecchia mentalità del passato, ci chiede di essere collaboratori con Lui, di seguirlo sulle strade del mondo e, pur non abolendo la Legge passata, gli da compimento, gli dà pienezza e ci consegna il “comandamento” che li unisce tutti: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È questa la novità di cui siamo chiamati ad essere consapevoli e Sant’Agostino poi dirà: “Ama e fa ciò che vuoi!“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Viene dopo di me

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,7-11

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

Anche nella nostra vita ogni giorno accadono eventi prodigiosi. Innanzitutto, come non accorgersi della vita che continua, dello spuntare del sole, delle sorgenti che continuano a darci acqua, dell’aria che ci permette di respirare e della natura che ci offre panorami bellissimi oltre al cibo che ci sostiene. Sono tutti segni ai quali ci siamo abituati quasi che tutto questo ci è dovuto. L’uomo è diventato insaziabile e come un bambino continua a chiedere, continua a pretendere, continua a prendere senza limiti ogni cosa ovunque si trova.

Incontentabile e incontenibile l’uomo si agita e scatena violenza, suscita guerre e solo una piccola parte accumula ricchezza lasciando la maggioranza in povertà.

Pochi, sempre meno, sono quelli che sono capaci di scoprire nel quotidiano il Giovanni che battezza e Gesù che si reca al Giordano. Siamo incapaci di vedere i cieli che si squarciano per consentire allo Spirito di scendere o di ascoltare quella voce che, nel nostro cuore, continua a gridare: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Forse è arrivato anche per noi il tempo di scendere dal piedistallo sul quale ci siamo elevati e cercare di vivere il quotidiano con la curiosità e l’innocenza dei bambini.

Buon cammino!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Abbiamo visto la sua stella

Dal Vangelo secondo Matteo

… alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». … Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Non ti puoi sbagliare, perché
Quella è l’isola che non c’è

E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto, perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”.

Oggi, Epifania del Signore, a noi sembra essere proprio il giorno nel quale il sogno, l’immaginazione e la realtà di fondono e confondono. Siamo tutti in viaggio, ma solo chi sa sognare si fa compagno dei magi che dall’oriente seguono la stella. Chi immagina e sogna forte è un vero cercatore di senso, è una persona che rende davvero omaggio alla vita, perché questa è la vita: immaginare il futuro e se lo immagini lo potrai anche vedere nella realtà. È un po’ quello che accade ai magi che, diciamolo, non sono tre ma tutti i sognatori che alzano gli occhi al cielo e vedono la stella, la seguono partendo dalle loro oscurità (dal loro buio) e camminano fino a trovare (anche grazie alle Scritture) il luogo nel quale il Dio bambino ci attende e al quale, tutti insieme (i camminatori e i cercatori di senso) depositano e consegnano tutte le cose inutili, tutti gli orpelli, gli egoismi, i fatui sogni di gloria per assorbire, per sempre, nella vita la Vera Vita. Ora possiamo spingere i nostri passi con leggerezza, con speranza, con gioia perché, finalmente, abbiamo compreso che vivere è altro rispetto ai valori farlocchi di un mondo legato al potere, al danaro e al successo. Questi sono gli sterchi del demonio. Noi, invece, cerchiamo prati verdi, aurore sempre nuove e paesaggi incantati dove il lupo e l’agnello vivono insieme,

“E non è un’invenzione
E neanche un gioco di parole
Se ci credi ti basta, perché
Poi la strada la trovi da te

Son d’accordo con voi, niente ladri e gendarmi
Ma che razza di isola è?
Niente odio né violenza, né soldati né armi
Forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è

E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto, perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”.

Buon viaggio

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siamo venuti dall’ Oriente

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

Ogni giorno nasce una nuova alba e annuncia il sole che illumina e riscalda. Il sole sorge sempre ad oriente e fin dalla notte dei tempi, come le stelle, è una guida e un segno per l’uomo in viaggio. Avviene così che al tempo stabilito, anche i magi, modelli per l’uomo che cerca, scrutano i cieli e decidono di seguire la “stella” che indica il luogo dove è nato un bambino prodigioso. Basta uno spicchio di cielo per osservare il firmamento e trovare la stella-guida; basta un occhio che sa vedere, un cuore in ricerca e il desiderio di trovare un senso e poi camminare. Guidati dalla “stella” è possibile, affrontando ogni situazione, attraversare i deserti del mondo, vincere i venti, le piogge e solcare mari agitati. La stella-guida ci porterà fino alla grotta, di fronte a quel bambino puro e innocente che gli uomini del potere vorrebbero uccidere cercando di ingannare la nostra buona fede. I malvagi, infatti, sono furbi e vogliono approfittarsi di noi per trafiggere a morte i cuori innocenti.

L’uomo che cerca e poi trova, invece, capisce che non deve più tornare indietro e, soprattutto, deve evitare i potenti. Per altra strada proseguirà il viaggio; su altri sentieri spingerà i suoi passi mentre i potenti, presi dalla rabbia e dal livore, daranno sfogo ai loro sentimenti peggiori diffondendo morte e dolore.

L’uomo che cerca, invece, continuerà il suo cammino per altre strade sempre guidato dalla stella del Dio bambino. Egli avrà sempre bisogno di guardare il cielo, di perdere lo sguardo nel firmamento che sempre annuncia l’Infinito e poi ce lo dona come perla preziosa che ci concede serenità e gioia.

Guardiamo il nostro spicchio di cielo e la stella-guida ci donerà le indicazioni verso quella grotta dove è nato, anche per noi, quel bambino fragile e bisognoso di cura e di affetto che vuole riscaldarsi con le nostre attenzioni e le nostre premure. Ma ricordiamoci sempre che quello che conta è il viaggio verso la stella 🌟 del Dio bambino. Egli ci salverà da ogni male.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Che cosa cercate?

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì  – che tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore

Nel cuore dell’uomo c’è sempre stata l’esigenza di conoscere, il bisogno di cercare qualcosa o qualcuno capace di appagare il bisogno di pace. Quando questa ricerca si svolge in modo sbagliato o quando si inseguono falsi miti la pace sfugge e l’esistenza si contorce fino al punto di rendere la vita un’ossessione continua.

Siamo tutti, nessuno escluso, viandanti che cercano pace, serenità e verità e la storia ci ha dimostrato che queste mete universali se mal cercate distruggono la vita. Non c’è mai pace, infatti, per chi sbaglia obiettivo, per chi ripone fiducia solo in se stesso, per chi crede di poter raggiungere queste mete attraverso il denaro, il successo e il potere. Ci si illude grandemente di essere qualcuno mentre, purtroppo, per chi ha vissuto lottando tutta la vita per conquistare denaro, successo e potere arriva il momento nel quale tutte le illusioni cadono. Al di là di ciò che si dice agli altri o che gli altri credono la persona sente nel cuore e nell’anima di aver fallito. È questa la realtà che, diciamola tutta, è anche difficile da accettare. E allora? Allora come Andrea e Simon Pietro è l’ora di cambiare vita!

È l’ora di gettare la maschera.

Oggi, non domani, è il tempo per cambiare vita. Ma per farlo occorre avere coraggio. Per cambiare vita bisogna avere fiducia in un Dio che non promette ricchezza, successo e potere ma che dona, invece, il bene più grande e più prezioso: la Pace nel cuore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️