Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Venite dietro a me

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Questa mattina desideriamo soffermare un attimo la nostra attenzione sulla parola Vangelo, sul convertirsi e credere al Vangelo. Già sappiamo tutti che la parola Vangelo significa “buona notizia”. Ma quale potrebbe essere questa “buona notizia?”.

La prima notizia è che il Dio di Gesù non è quello dei sacerdoti del suo tempo. Il Dio di Gesù Cristo è un Dio che accoglie, che Ama, che perdona; è un Dio che non punisce che non da regole. Il Dio di Gesù Cristo ci ha donato il suo Spirito e ci ha chiesto di vivere secondo quanto il Suo Spirito ci suggerisce. È un Dio che chiede responsabilità o, meglio ancora, corresponsabilità. È un Dio che ci considera fratelli e in Lui tutti figli dell’unico Padre.

Questa buona notizia, però, richiede di lasciare la vecchia mentalità del passato, ci chiede di essere collaboratori con Lui, di seguirlo sulle strade del mondo e, pur non abolendo la Legge passata, gli da compimento, gli dà pienezza e ci consegna il “comandamento” che li unisce tutti: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È questa la novità di cui siamo chiamati ad essere consapevoli e Sant’Agostino poi dirà: “Ama e fa ciò che vuoi!“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Viene dopo di me

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,7-11

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

Anche nella nostra vita ogni giorno accadono eventi prodigiosi. Innanzitutto, come non accorgersi della vita che continua, dello spuntare del sole, delle sorgenti che continuano a darci acqua, dell’aria che ci permette di respirare e della natura che ci offre panorami bellissimi oltre al cibo che ci sostiene. Sono tutti segni ai quali ci siamo abituati quasi che tutto questo ci è dovuto. L’uomo è diventato insaziabile e come un bambino continua a chiedere, continua a pretendere, continua a prendere senza limiti ogni cosa ovunque si trova.

Incontentabile e incontenibile l’uomo si agita e scatena violenza, suscita guerre e solo una piccola parte accumula ricchezza lasciando la maggioranza in povertà.

Pochi, sempre meno, sono quelli che sono capaci di scoprire nel quotidiano il Giovanni che battezza e Gesù che si reca al Giordano. Siamo incapaci di vedere i cieli che si squarciano per consentire allo Spirito di scendere o di ascoltare quella voce che, nel nostro cuore, continua a gridare: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Forse è arrivato anche per noi il tempo di scendere dal piedistallo sul quale ci siamo elevati e cercare di vivere il quotidiano con la curiosità e l’innocenza dei bambini.

Buon cammino!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Abbiamo visto la sua stella

Dal Vangelo secondo Matteo

… alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». … Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Non ti puoi sbagliare, perché
Quella è l’isola che non c’è

E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto, perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”.

Oggi, Epifania del Signore, a noi sembra essere proprio il giorno nel quale il sogno, l’immaginazione e la realtà di fondono e confondono. Siamo tutti in viaggio, ma solo chi sa sognare si fa compagno dei magi che dall’oriente seguono la stella. Chi immagina e sogna forte è un vero cercatore di senso, è una persona che rende davvero omaggio alla vita, perché questa è la vita: immaginare il futuro e se lo immagini lo potrai anche vedere nella realtà. È un po’ quello che accade ai magi che, diciamolo, non sono tre ma tutti i sognatori che alzano gli occhi al cielo e vedono la stella, la seguono partendo dalle loro oscurità (dal loro buio) e camminano fino a trovare (anche grazie alle Scritture) il luogo nel quale il Dio bambino ci attende e al quale, tutti insieme (i camminatori e i cercatori di senso) depositano e consegnano tutte le cose inutili, tutti gli orpelli, gli egoismi, i fatui sogni di gloria per assorbire, per sempre, nella vita la Vera Vita. Ora possiamo spingere i nostri passi con leggerezza, con speranza, con gioia perché, finalmente, abbiamo compreso che vivere è altro rispetto ai valori farlocchi di un mondo legato al potere, al danaro e al successo. Questi sono gli sterchi del demonio. Noi, invece, cerchiamo prati verdi, aurore sempre nuove e paesaggi incantati dove il lupo e l’agnello vivono insieme,

“E non è un’invenzione
E neanche un gioco di parole
Se ci credi ti basta, perché
Poi la strada la trovi da te

Son d’accordo con voi, niente ladri e gendarmi
Ma che razza di isola è?
Niente odio né violenza, né soldati né armi
Forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è

E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto, perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”.

Buon viaggio

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siamo venuti dall’ Oriente

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

Ogni giorno nasce una nuova alba e annuncia il sole che illumina e riscalda. Il sole sorge sempre ad oriente e fin dalla notte dei tempi, come le stelle, è una guida e un segno per l’uomo in viaggio. Avviene così che al tempo stabilito, anche i magi, modelli per l’uomo che cerca, scrutano i cieli e decidono di seguire la “stella” che indica il luogo dove è nato un bambino prodigioso. Basta uno spicchio di cielo per osservare il firmamento e trovare la stella-guida; basta un occhio che sa vedere, un cuore in ricerca e il desiderio di trovare un senso e poi camminare. Guidati dalla “stella” è possibile, affrontando ogni situazione, attraversare i deserti del mondo, vincere i venti, le piogge e solcare mari agitati. La stella-guida ci porterà fino alla grotta, di fronte a quel bambino puro e innocente che gli uomini del potere vorrebbero uccidere cercando di ingannare la nostra buona fede. I malvagi, infatti, sono furbi e vogliono approfittarsi di noi per trafiggere a morte i cuori innocenti.

L’uomo che cerca e poi trova, invece, capisce che non deve più tornare indietro e, soprattutto, deve evitare i potenti. Per altra strada proseguirà il viaggio; su altri sentieri spingerà i suoi passi mentre i potenti, presi dalla rabbia e dal livore, daranno sfogo ai loro sentimenti peggiori diffondendo morte e dolore.

L’uomo che cerca, invece, continuerà il suo cammino per altre strade sempre guidato dalla stella del Dio bambino. Egli avrà sempre bisogno di guardare il cielo, di perdere lo sguardo nel firmamento che sempre annuncia l’Infinito e poi ce lo dona come perla preziosa che ci concede serenità e gioia.

Guardiamo il nostro spicchio di cielo e la stella-guida ci donerà le indicazioni verso quella grotta dove è nato, anche per noi, quel bambino fragile e bisognoso di cura e di affetto che vuole riscaldarsi con le nostre attenzioni e le nostre premure. Ma ricordiamoci sempre che quello che conta è il viaggio verso la stella 🌟 del Dio bambino. Egli ci salverà da ogni male.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Che cosa cercate?

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì  – che tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore

Nel cuore dell’uomo c’è sempre stata l’esigenza di conoscere, il bisogno di cercare qualcosa o qualcuno capace di appagare il bisogno di pace. Quando questa ricerca si svolge in modo sbagliato o quando si inseguono falsi miti la pace sfugge e l’esistenza si contorce fino al punto di rendere la vita un’ossessione continua.

Siamo tutti, nessuno escluso, viandanti che cercano pace, serenità e verità e la storia ci ha dimostrato che queste mete universali se mal cercate distruggono la vita. Non c’è mai pace, infatti, per chi sbaglia obiettivo, per chi ripone fiducia solo in se stesso, per chi crede di poter raggiungere queste mete attraverso il denaro, il successo e il potere. Ci si illude grandemente di essere qualcuno mentre, purtroppo, per chi ha vissuto lottando tutta la vita per conquistare denaro, successo e potere arriva il momento nel quale tutte le illusioni cadono. Al di là di ciò che si dice agli altri o che gli altri credono la persona sente nel cuore e nell’anima di aver fallito. È questa la realtà che, diciamola tutta, è anche difficile da accettare. E allora? Allora come Andrea e Simon Pietro è l’ora di cambiare vita!

È l’ora di gettare la maschera.

Oggi, non domani, è il tempo per cambiare vita. Ma per farlo occorre avere coraggio. Per cambiare vita bisogna avere fiducia in un Dio che non promette ricchezza, successo e potere ma che dona, invece, il bene più grande e più prezioso: la Pace nel cuore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

E io ho visto …

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore.

C’è un vedere che supera l’ordinario e scavalca il quotidiano ma vi resta dentro. C’è un sentire che va al di là delle onde sonore ma ascolta parole comuni. Si, c’è un oltre che possiamo vedere, ascoltare e toccare attivando alcuni sensi nascosti. Ci sono profumi con fragranze che stordiscono il comune e perfino gusti inebrianti nei quali perdersi. Giovanni è uno di quegli uomini che riesce a percepire tutto questo “oltre” e poi lo racconta e poi lo vive e poi lo propone. Suggerisce un gesto plateale di pentimento sulle rive del Giordano. La sua testimonianza è credibile. Molti lo seguono e tanti altri vanno da Lui credendo che proprio Lui fosse l’Atteso. No, non è così, dirà Giovanni ed indica un altro uomo che si avvicina: ‘Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!“.

Solo chi attiva tutto il suo spirito vitale riesce a percepire la presenza dell’Uomo Dio venuto per salvare le nostre vite. Giovanni vede, vede quello che chi si distrae non vede e lo annuncia con forza, con coraggio, con grande certezza. Si, lo fa perché “ha visto” l’invisibile, ha sentito nel cuore che lo straordinario si è manifestato.

Giovanni è un grande. È lui che apre la strada e ci invita a seguire il Maestro, l’unico Maestro!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

PS L’immagine del post di oggi propone un particolare di un’opera di Annarita Ruggiero. Anche qui c’è un occhio. Un occhio attento che si apre per cogliere sensazioni, emozioni, suggestioni che si sono manifestate attraverso le parole di poeti, scrittori, saggisti e menestrelli della parola. Sono scritti che con leggerezza e tanta profondità, con emozione e plasticità colorano le vite e lasciano tracce di umanità offrendo opportunità per fare viaggi dentro mondi e atmosfere totalmente altre ma pienamente umane.

Voce di uno che grida nel deserto

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,19-28

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua.  In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.

Giovanni il Battista è la voce che grida nel deserto e che annuncia la venuta nel mondo di Gesù . Un fatto accaduto più di 2000 anni fa e che continua a ripetersi nel nostro tempo. Ieri come oggi quando qualcuno testimonia davvero Gesù i soliti, noti mascherati da perbenisti e il potere costituito, si allarma. “Tu chi sei?”chiedono preoccupati. Nessuno, infatti, deve disturbare l’ordine costituito. E Giovanni precisa: “Io sono voce di uno che grida nel deserto”. Il mondo reso un deserto dalle nostre cattiverie, arroganze e indifferenze non ascolta e i potenti vigilano affinché nessuno disturbi le loro manovre … è, invece, tempo di cambiare vita, … è tempo di tornare a Vivere cercando il bene e rifiutando il male. Ascoltiamo i profeti del nostro tempo. Sono pochi ma le loro parole possono aiutarci a riprendere la via giusta, la strada del bene che è Pace, Giustizia e Verità!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il bambino cresceva e si fortificava

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Ci colpisce sempre la figura di Simeone, un anziano che l’evangelista Luca definisce “giusto e pio”. Egli è stato anche molto paziente avendo atteso l’avverarsi della promessa fattagli dallo Spirito Santo: “non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore”. Ed infatti spinto dallo Spirito Simeone quel giorno si reca al tempio e riconosce Gesù il Dio bambino spingendosi fino ad accoglierlo nelle sue braccia. Ora Simeone ha visto compiersi la promessa. È pronto ma prima ci ha lasciato una bellissima preghiera che la saggezza della chiesa ha inserito nella compieta che si prega a fine giornata. Ne riproponiamo il testo perché la preghiera di Simeone è davvero bella, consolante e piena di speranza:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Una grande luce

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,36-40

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

In questo tempo di Natale le lettura e il Vangelo ci stanno spesso parlando di una “Grande Luce” che entra nel mondo e nella vita delle donne e degli uomini. Difficile sapere se e quando questi annunci siano entrati davvero nei nostri cuori e quanta Speranza ci sta dando e se davvero riusciamo a farla nostra. Questa Grande Luce squarcia il buio delle nostre notti, illumina i nostri sentieri e vuole guidare i nostri passi.

Noi ci auguriamo e vi auguriamo in questo ultimo scorcio di 2023 che davvero questa Grande Luce possa entrare nella vita e nel cuore e cambiarci profondamente dentro.

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Luce per rivelarti alle genti

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-35

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore.

Gli anziani hanno la capacità di guardare lontano, la saggezza di saper attendere, la premura di accogliere tra le braccia e benedire. Gli anziani sono le più importanti e necessarie ricchezze di una società, spesso sono dei visionari e sanno sognare futuro. Sanno riconoscere il bene e offrono parole buone a chi le sa ascoltare.

Anna e Simeone, accolgono il Dio bambino sulle soglie del tempio e i loro occhi si illuminano e lasciano intravedere le fiamme di una luce che riempie la vita e suggerisce percorsi di futuro. Simeone riconosce in quel bambino la luce del mondo e pronuncia parole profetiche che solo lo Spirito Santo poteva suggerire: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Siamo figli amati e ogni giorno possiamo risorgere dalle macerie nelle quali viviamo … l’inganno del demonio che rende la vita dell’uomo un inferno sarà sconfitto e le pecore non saranno più sbranate da lupi famelici che tentano, con le loro astuzie, di catturarle.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️