Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Vedrai cose più grandi

Siamo stati creati per cercare un senso alla vita e per scoprire la “Verità“. Desideriamo, infatti, “toccare” come “Tommaso” e ci guardiamo intorno per “Vedere” e, a volte, facciamo silenzio per “Ascoltare“. Anche oggi Gesù ci chiama: “Vieni e vedi“. Nonostante ciò è innegabile che il mondo tenta continuamente di travolgerci per inserirci dentro il suo disegno; prova ad allontanarci dalla “Verità” e spesso, purtroppo, ci riesce. Lo fa proponendoci mille distrazioni per non farci pensare, per non farci riflettere e non farci “Vedere” la “Verità”. Ma è innegabile che dentro ciascuno di noi c’è un desiderio profondo di scoprire, di conoscere e di vedere … Siamo chiamati: “Vieni e vedi” dice adesso Gesù a te a me … a tutti noi. Ma non solo ci invita. Gesù ci chiede di seguirlo e ci presenta le meraviglie del creato, la bellezza del mondo e, se siamo attenti, ci sorprende con le cose grandi che abitano ogni nostro fratello. Il nostro compito, quindi, è e sarà sempre: essere aperti e disponibili a vedere e ad ascoltare con il cuore le cose grandi con le quali ogni giorno Gesù ci stupisce. Per vedere e toccare basta essere semplici ascoltatori con il cuore aperto. Facciamolo e d’improvviso la felicità abiterà la nostra vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,43-51

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

Che cosa cercate?

Se incontriamo Gesù diventiamo persone nuove e sentiamo il bisogno di trasmettere questa esperienza agli altri. Egli ci chiama: «Venite e vedrete»? Lo dice anche a noi adesso. Noi non vogliamo e non possiamo rinunciare a questa bellissima chiamata. Siamo certi che se andiamo da Lui troveremo ristoro e ci donerà la forza e il coraggio di affrontare la vita, di superare le difficoltà, di non mollare mai di fronte agli ostacoli del quotidiano.

Se restiamo con Gesù, Egli ci riempirà del suo Spirito e riusciremo a superare ogni problema. Dobbiamo fidarci e affidarci a Gesù.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì  – che tradotto, significa maestro – dove dimori?».
Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore.

Ecco l’agnello di Dio

Ci sono immagini, come quella dell’agnello di Dio, che ci lasciano intuire la verità nascosta della venuta del Figlio di Dio e ci sono parole che lasciano segni profondi del mistero, cioè del piano di salvezza pensato da Dio e donato a tutti noi, che ci invita a riflettere sulla nostra vita. In questo “Cammino”, facciamoci aiutare dallo Spirito che può mostrare e rendere davvero visibili i segni della presenza di Dio nella nostra vita. Questi giorni appaiono molto propizi per rinnovare la nostra attenzione e curare i nostri acciacchi nella fede. Buona vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore.

Voce di uno che grida nel deserto

Giovanni significa “misericordia di Dio” e cosa è venuto a gridare in un mondo diventato “deserto“? Giovanni, chiede agli uomini di intraprendere una vita diversa, una vita nuova, chiede agli uomini e alle donne di ricominciare a vivere secondo la volontà del Signore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,19-28

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.

Alzati e fuggi in Egitto

È nel sogno che Dio parla a Giuseppe. Lo fa più volte e ogni volta è ascoltato. Giuseppe non parla mai, ma segue il cuore e agisce. Umile e paziente, laborioso e semplice decide di fidarsi e questo salva la sua vita, quella di Maria e quella di Gesù bambino. Che esempio! Che modello! Chiediamoci: ha ancora un senso essere, vivere e agire come Giuseppe? A nostro parere è l’ultima e unica possibilità rimasta alla vita buona. In questo frastuono post moderno è l’unica risposta possibile. Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare noi.

Chissà quante volte anche noi abbiamo ricevuto in sogno l’invito a seguire Gesù e forse non ci siamo fidati e non abbiamo seguito ciò che l’Amore del Padre ci indicava. Poi, però, ne abbiamo pagato le conseguenze e, forse, ancora oggi le stiamo pagando.

L’unica vera possibilità di salvezza sta nel saper accettare la propria condizione, nel non desiderare cose che sappiamo essere fuori dalla nostra portata e vivere gli anni che ci sono donati provando, se possibile, ad evitare i pericoli e le tentazioni dell’effimero. Ogni giorno il Signore ci rinnova l’invito a prenderci cura di noi e dei nostri cari con umiltà, pazienza e semplicità. Anche loro, però, devono fare la loro parte. Noi non possiamo sostituirci a nessuno. Tentare di fare al posto degli altri è un fallimento assicurato. Se Maria non avesse seguito Giuseppe in Egitto come sarebbe andata a finire?

La gioia sta nell’accettare la realtà e nel prendersi cura delle piccole cose che vanno custodite, accarezzate e curate. È la storia che ci insegna tutto questo. Ignorarlo significa non aver compreso la vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23
 
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».

Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Parola del Signore

Luce per rivelarti alle genti

Gesù non è ciò che manca alla nostra vita per viverla bene e in bellezza. No, Gesù è l’essenziale, la fonte a partire dalla quale ogni cosa ha un senso. Gesù è l’origine della Luce che da senso al dolore e alla gioia, è la ragione stessa della nostra vita. Senza di Lui nulla avrebbe significato. Ed è solo grazie a Lui che possiamo tentare di dare risposte ai fatti della vita. Senza Gesù, diciamolo, sarebbe impossibile affrontare questa vita spesso ostile ai nostri desideri. Ed invece grazie a Lui tutto ha un senso anche se non troviamo la risposta. Con Gesù infatti possiamo condividere pesi e delusioni e trovare l’unico Amico che non tradisce Mai. È Lui l’unico punto di riferimento rimasto e al quale aggrapparsi di fronte al male che subiamo e che ci invita a guardare sempre avanti, sempre oltre il dolore, sempre oltre ogni sofferenza… Gesù, infatti, è Luce che da Speranza anche se non la vediamo. Con Lui si può Sperare anche se, a volte, tutto appare impossibile. NULLA È IMPOSSIBILE A DIO.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-35

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore.

Erode mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme

Eccolo Erode l’uomo furbo e ingannatore che cerca di compiacere Dio per dominare sul mondo. Erode è l’uomo senza scrupoli, l’uomo che utilizza ogni mezzo pur di dominare gli altri. Egli è colui che quando fallisce (perché non si può e non si riesce ad ingannare Dio) da sfogo alla violenza e da l’ordine di uccidere perfino i bambini innocenti pur di conservare il proprio potere.

Questa realtà era vera ieri e lo è anche oggi e la ritroviamo come un modello nelle intenzioni e nelle azioni degli uomini che vivono per il potere credendo di essere i depositari di un destino che secondo loro li pone su un gradino più alto degli altri e trasformano il “servizio al popolo” in un potere personale. Non vale la pena di combattere questi soggetti. È tempo perso. Loro non cambieranno mai e continueranno a credere di essere più bravi, di essere migliori, di essere destinati ad esercitare un certo ruolo. Non sanno, questi Erode del nostro tempo, che anche oggi c’è gente che sa osservare la “stella”, che sa “farsi guidare” da una Luce potente che loro non riescono a vedere. Gli occhi e il cuore di questi Erode non vedono (sono accecati dal potere) e sono vuoti, sono circondati da un buio pesto e s’infiammano di odio e di rabbia ecco perché continuano ad agire solo per distruggere gli altri. Lo fanno, come sempre, di nascosto, come ladri che vivono di notte e credono di non essere visti. Ipocriti!!! Erode era un ipocrita come lo sono i suoi arrabbiati imitatori. Restiamo vigili e tranquilli e scegliamo di andare da Gesù seguendo la sua stella e, una volta trovato, torniamo per un’altra strada senza riincontrare l’Erode del nostro tempo. Lasciamolo arrovellare nelle fiamme del suo livore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-18
 
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.

Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

Parola del Signore.

Entrò, vide e credette

Siamo ancora davanti alla mangiatoia pieni di gioia e di stupore, pieni di meraviglia come il pastorello che nel presepe sta, davanti alla grotta, con il cappello in mano e la bocca aperta ed ecco che la Parola ci presenta la scena della risurrezione. Pietro e Giovanni su indicazione di Maria di Magdala corrono verso la grotta e, come aveva detto loro Maria, trovano il sepolcro vuoto. È il segno che Gesù è risorto. Gli occhi vedono “i teli posati là, e il sudario –  che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte”. Sono i segni che Gesù ha lasciato il letto sul quale era stato poggiato il corpo. Lui non c’è e di lì a poco apparirà a Maria e anche ai discepoli. È la vittoria della vita sulla morte. Il cuore può credere e quindi sperare che anche noi risorgeremo con Lui. Quel Dio bambino che abbiamo accolto e festeggiato nella nostra mangiatoia già oggi ci mostra verso quale destino siamo invitati a camminare. Pertanto il provvisorio che stiamo vivendo anche se difficile, doloroso e triste è destinato a cambiare in gioia e felicità. L’insperato è già annunciato come realtà viva e vera.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,2-8
 
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario –  che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Parola del Signore.

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome

Gesù lo aveva previsto. Se si resta fedeli alla Verità di Cristo, se si ha il coraggio di rifiutare il male, se si cercherà di resistere alle tentazioni del diavolo i farisei di questo tempo agiranno per emarginare, denigrare se non, addirittura, perseguitare chi cerca di vivere l’autenticità del messaggio di Cristo. Ci chiediamo chi siano questi farisei? Non è facile distinguerli. Oggi come allora i novelli farisei sanno mimetizzarsi, sono maestri nel proporsi come tutori di una fedeltà formale magari fondata sulla affermazione “si è sempre fatto così” che però è ormai assolutamente fuori luogo. Sappiamo bene che la Verità non si veste di autorità ma preferisce l’Autorevolezza. Eppure non possiamo negare che vecchi modi di pensare legano l’autorità al potere mondano mentre la Verità si appoggia al Potere di “poveri segni”, di “semplici gesti”, di “piccole e autentiche azioni quotidiane” che trovano ragione dentro cuori ancora capaci di dialogare con l’Infinito. Questo stile di vivere il messaggio cristiano viene osteggiato dai novelli farisei che volutamente mantengono ai margini coloro che provano a seguire la Verità. Eppure, a pensarci bene, mai nella storia come in questo tempo stiamo vivendo una profonda e irreversibile crisi del cristianesimo che chiama gli uomini di buona volontà al coraggio della testimonianza che è svincolata da ogni legame con autorità mondane ed è sempre più in sintonia con quella Libertà di essere e sentirsi Figli di un Padre che, come dice Papa Francesco, ci vuole felici. Ma ci vuole coraggio, tanto coraggio a percorrere questa strada difficile della Verità che è poco compresa se non addirittura rifiutata, emarginata o condannata. Occorre scegliere se stare con Dio oppure con il mondo. Se seguire la Verità oppure adagiarsi su forme vuote di verità che sono quelle preferite dai novelli farisei.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,17-22
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Parola del Signore.

Ci visiterà un sole che sorge dall’alto

Questo meraviglioso canto di Zaccaria disegna un nuovo orizzonte per poveri, oppressi e peccatori, cioè per noi tutti. Notiamo due espressioni: 1) “Salvatore potente” 2) “sole che nasce dall’alto“.

La prima ci dice che il Salvatore è potente perché combatte i nostri nemici interni che ci tentano e spingono al peccato e ma anche contro i nemici esterni e cioè farisei e dei sadducei che impedivano al popolo di vivere una giusta relazione con il Padre (anche oggi, purtroppo, ci sono nemici esterni).

La seconda espressione ci dice che senza il “sole” non c’è vita e che questo sole divino è segno di speranza che illumina chi sta nelle tenebre del peccato e di una vita infelice. Il sole che arriva (Gesù bambino) apre le porte del Regno dei Cieli che ci guida su sentieri di Pace. Gesù bambino dona tenerezza e capacità di vedere il bene e ci chiama accanto alla mangiatoia per contemplarlo e chiedere grazia e perdono. Stasera partecipando alla Santa Messa chiederemo proprio questo Grazia e Perdono.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,67-79
 
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Parola del Signore.