Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,54-59
 
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Parola Signore.

Dicevano gli antichi: “Si capisce per credere, si crede per capire”. L’intelligenza aiuta la fede e la fede allarga gli orizzonti dell’intelligenza. Gesù ci invita invece a leggere con intelligenza i segni dei tempi a comprendere cosa sta avvenendo in noi e attorno a noi. Purtroppo l’uomo ha rinunciato a capire, evita di “leggere” che cosa sta avvenendo nel mondo e si fa portare dal vento senza più capire dove va e cosa fa. Diciamolo francamente, si brancola nel buio e si è rinunciato a progettare il futuro vivendo il presente così come capita accogliendo ogni istinto che ci sollecita senza pensare più alle conseguenze delle parole e dei gesti che si pongono in essere. È cresciuto l’egoismo e l’indifferenza verso tutto e tutti e diciamo che tutto è possibile. In questo modo rinunciamo al dono dell’intelligenza e viviamo il nostro quotidiano così come capita. Insomma le parole di Gesù di questa mattina sono l’ennesimo richiamo a riprendere in mano le nostre vite, a dare un senso a ciò che facciamo cercando di capire che cosa è accaduto e sta accadendo in noi e attorno a noi. Se non lo facciamo saremo destinati a vivere senza idee, senza un progetto, senza dare un senso e un significato alla nostra vita. Concludendo senza intelligenza siamo votati al fallimento.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il fuoco sulla terra

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,49-53
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.

Oggi Gesù ci ricorda che la sua vera missione è “portare fuoco” 🔥 e “dividere“. Sono parole forti che smentiscono certe visioni celestiali che, nel tempo, ci hanno proposto e continuano a proporci. Gesù, oggi, scuote quella chiesa invecchiata, stanca, immobile, abitudinaria e scontata e suggerisce invece una proposta di vita ecclesiale che mette “fuoco” alla nostra vita, che chiede passione, amore, forza vitale capace di infiammare il quotidiano con determinazione. Gesù dunque è venuto non per abolire la legge, ma per darle compimento (Mt 5,17); non a chiamare i giusti ma i peccatori (Mt 9,13; Mc 2,17; Lc 5,32); non a portare la pace ma la spada (Mt 10,34), la divisione (Lc 12,51); non per essere servito, ma per servire (Mc 10,45).

Se non è rivoluzione questa diteci che cos’è; se non è richiesta di Verità questa a voi cosa pare? Ed infatti il patriarca di Costantinopoli Atenagora ha scritto: “Il cristianesimo è la vita in Cristo. E il Cristo non si ferma mai alla negazione, al rifiuto. Siamo noi che abbiamo caricato l’uomo di tanti fardelli! Gesù non dice mai: ‘Non fare, non si deve fare’. Il cristianesimo non è fatto di proibizioni: è vita, fuoco, creazione, illuminazione”.

Dunque?

Se ascoltiamo la parola del vangelo la coscienza sarà scossa e il cuore sarà chiamato a fare scelte forti, tanto forti da provocare possibili divisioni tra chi segue la Parola e chi la interpreta a proprio favore per giustificarsi o magari la ignora. Queste divisioni possono toccare anche la propria famiglia. Seguire il vangelo con radicalità, infatti, relativizza i rapporti (pensiamo alla relazione tra San Francesco e il papà) e gli esempi sono infiniti.

Le parole di Gesù, quindi, danno il via a qualcosa di nuovo e se accompagnate dal fuoco dello Spirito Santo provocano inevitabilmente una rivoluzione in un ogni contesto. Non c’è dubbio che se lasciamo bruciare il fuoco dello Spirito e la potenza della Parola non sarà più possibile essere neutrali. Accogliere il vangelo così com’è è la più grande rivoluzione che possiamo compiere nella nostra vita. Una rivoluzione che, però, porta allo scontro con questo mondo e al rischio della crocifissione a cura dei potenti e dei perbenisti che, come novelli farisei e scribi, travestiti da buonisti, con falsità e menzogne di ogni genere, chiederanno la crocifissione sociale o l’emarginazione con relativa esclusione. Siamo disposti a questa lotta? Se non siamo disposti allora restiamo tranquilli e comodi l’ha dove ci siamo seduti e continuiamo a guardare indifferenti le sofferenze e le povertà. Buona vita!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Molto sarà chiesto

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,39-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Parola del Signore.

Gesù pronuncia una parola chiara … C’è una distinzione fra coloro che hanno rinunciato o rifiutato di seguire la Parola di Dio perché l’hanno ignorata o snobbata o fatto finta di seguire e coloro che non avendola conosciuta hanno commesso cose meritevoli di percosse. Insomma ognuno è responsabile in proporzione alla conoscenza che ha della Parola di Dio o, diciamo meglio, se abbiamo evitato di Ascoltare la Parola perché impegnati o perché non abbiamo avuto voglia di meditarla e viverla è evidente che oggi le le parole di Gesù si riferiscono proprio a noi. Se chi si dice credente e, quindi, conosce la Parola non ne è anche testimone ha una responsabilità maggiore rispetto a chi non ha avuto l’opportunità di conoscerla. L’occidente cristiano, perciò, si porta sulle spalle questo carico di responsabilità e possiamo dirlo con molta certezza: proprio l’occidente sta abbandonando la fede cristiana e vive il proprio quotidiano incarnando valori diversi dall’insegnamento cristiano. Diciamolo con chiarezza che si tratta di una scelta legittima che certamente non va né condannata né biasimata ma che è diversa da quella che i cristiani sono chiamati a testimoniare. La migliore forma di evangelizzazione resta sempre la testimonianza, l’esempio della propria vita e la fedeltà verso la Parola.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siate pronti …

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,35-38
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Parola del Signore.

Oggi Gesù ci ricorda che dobbiamo essere pronti. Ma pronti a che cosa? Sembra chiaro che ci si riferisce al momento nel quale saremo chiamati a lasciare questa vita. Il primo interrogativo è: ma siamo pronti davvero a lasciare questa vita nel mondo consapevoli che dovremmo iniziare un’altro percorso in un’altra dimensione? Siamo pronti ad affrontare questo viaggio oggi? Beh Gesù ci suona la sveglia e ce lo dice con molta franchezza. In realtà non conosciamo né il giorno e nemmeno l’ora, non conosciamo le circostanze, insomma, non sappiamo quando arriverà. Forse, diciamocelo, non ci pensiamo nemmeno. L’idea che questo giorno arriverà non sembra sfiorarci tant’è che continuiamo a vivere i nostri giorni senza che questo pensiero ci sfiori. Oggi Gesù con le sue parole tenta di metterci in guardia. Non lo fa certo per creare il panico nella nostra vita ma evidentemente perché ci tiene alla nostra salvezza. Il nostro semplice invito per il giorno di oggi è allora di fermarci un attimo a riflettere sulle parole di Gesù ripensando alla nostra vita quotidiana.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Quello che hai preparato di chi sarà?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,13-21
 
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore.

San Paolo scrive: “L’avidità del denaro è la radice di tutti i mali”. E dopo di Lui, San Basilio uno dei Padri della Chiesa qualche secolo dopo parlando dei ricchi scriverà: “A quanto pare, di tutti i grandi e incorruttibili beni, oggetto della beata speranza, tu non ti curi affatto, avido come sei solo di beni terrestri. No, non fare così. Largheggia con ciò che possiedi, sii generoso, anzi munifico nell’affrontare spese a beneficio dei bisognosi. Si dica anche di te: «Egli dona largamente ai poveri: la sua giustizia rimane per sempre» (Sal 111,9). Quanto dovresti essere grato al Donatore benefico per quell’onore che ti viene fatto! Quanto dovresti essere contento di non dover tu battere alla porta altrui, ma gli altri alle tue! E invece sei intrattabile e inabbordabile. Eviti di incontrarti con chi ti potrebbe chiedere qualche spicciolo. Tu non conosci che una frase: «Non ho nulla e non posso dar nulla, perché sono nulla tenente». In effetti tu sei veramente povero, anzi privo di ogni vero bene. Sei povero di amore, povero di umanità, povero di fede in Dio, povero di speranza nelle realtà eterne”.

Queste persone e/o categorie di persone sono sempre o quasi sempre tra quelle che attaccano papa Francesco soprattutto quando il papa invita ad andare nelle periferie. In ogni caso desideriamo anche sottolineare che non si condanna la ricchezza bensì l’uso che se ne fa e anche come queste sono state accumulate.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ipocriti!

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,15-21

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Parola del Signore.

Ancora una volta Gesù chiama i farisei “IPOCRITI”. Lo fa, perché, pubblicamente davanti a Lui, con malizia, lo esaltano e, infatti, dicono: “… sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità”. Poi, però, pongono una domanda “trabocchetto” … e chiedono “è lecito o no pagare il tributo a Cesare?”. Se Gesù avesse risposto sì sarebbe stato accusato di essere un collaboratore dei Romani (gli Ebrei, infatti, mal sopportavano e, quindi, contestavano i Romani e non amavano pagare le tasse); se, invece, avesse risposto “no” sarebbe stato denunciato perché sobillava il popolo contro i Romani. Ebbene, Gesù, chiama i farisei “IPOCRITI” cioè sepolcri imbiancati, e ancora, meglio l’ipocrita è “chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i propri sentimenti di avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore”. Gesù smaschera queste persone che agiscono con ipocrisia e risponde alla domanda iniziale spiazzando la loro malizia. Per questo si avvale del termine “restituire”, e quindi, chiarisce che le tasse vanno pagate e la Legge va rispettata. Gli ipocriti, invece, agiscono per aggirarla o interpretarla, con malizia, a proprio favore. Le Leggi, invece, sono scritte per il bene comune mentre i soliti “furbi” agiscono per “usarle” per i propri scopi che non sono “mai” per il bene comune ma, come ben sappiamo, per soddisfare i propri desideri personali che finiscono per mortificare gli altri. Questi sono i farisei del nostro tempo: degli autentici ipocriti. Questa categoria nella quale, se ascoltiamo le sirene del male, potremmo stare anche noi va combattuta con coraggio e lealtà rinunciando ai nostri desideri personali per il bene comune. In questo modo salviamo la nostra vita e il nostro onore per affermare la giustizia. La giustizia, infatti, è segno di pace vera, mentre l’ipocrisia è “sterco” del demonio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Lo Spirito Santo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,8-12
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Parola del Signore.

È davvero difficile seguire Gesù in un mondo come il nostro dove le tentazioni e le sirene dell’opulenza, del successo e del potere si insinuano nella vita quotidiana e tentano continuamente di portarci altrove, fuori dal Regno di Dio. In realtà se ci guardiamo intorno, se guardiamo con attenzione a noi stessi ci rendiamo conto di quanto siamo tutti presi da queste tre tentazioni. Ed infatti si sviluppano invidie, egoismi, ruberie, violenza e indifferenza (che è il peggiore dei mali. L’indifferenza, infatti , è quella che alimenta il disprezzo per gli altri e questo è un peccato davvero orribile, forse uno dei peggiori).

Seguire Gesù e il suo messaggio di povertà, obbedienza e castità è, quindi, complicatissimo, forse, e diciamo forse, potrebbe aiutarci Charles de Foucauld, il quale ci suggerisce che l’unica regola di condotta dei cristiani consiste nel domandarsi come si sarebbe comportato Gesù, e così comportarsi. Si tratta in buona sostanza di scegliere quello che sceglierebbe Gesù e in questo caso è evidente che non siamo più noi a parlare e ad agire ma a farlo per noi è e sarà lo Spirito Santo che parla ed agisce dentro di noi. I suoi suggerimenti saranno per noi un balsamo di vita. È così che avremo avere Pace e gioia e nessuna tentazione potrà più impadronirsi di noi. È così e in nessun altro modo che potremo salvare la vita e migliorare la vita in questo mondo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il lievito dei farisei

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,1-7

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Parola del Signore.

C’è un lievito buono che fa crescere la pasta per avere un buon pane profumato e un lievito che invece fa lievitare in apparenza e dopo la cottura la pagnotta è vuota dentro. Questo secondo lievito nella vita si chiama “ipocrisia”. L’ipocrisia è solo apparenza, è vuoto esistenziale e l’ipocrita vive di bugie, nasconde le sue vere intenzioni e sfugge ad ogni confronto. Ti accorgi di avere un ipocrita davanti se questo non riesce a guardarti negli occhi o, se anche lo fa, freme per allontanarsi. L’ipocrita, persona falsa e bugiarda, agisce dietro le quinte pensando di non essere scoperto e nega, nega perfino l’evidenza. L’ipocrita non sa o non vuole sapere che le sue meschine azioni sono ben conosciute e pur meritando il disprezzo la sua presenza è vissuta e/o subita in attesa della conversione fino a quando non giungerà l’inevitabile giudizio di Dio che tutto vede, tutto ascolta e, quindi, tutto conosce.

Gesù ci avverte di guardarci dagli ipocriti, sepolcri imbiancati, capaci di compiere azioni malvage e di fare del male solo per gusto di farlo. Credono di passarla liscia, di apparire non colpevoli ed invece sono esseri meschini, vuoti e privi di qualsiasi vera personalità…

Nella vita dobbiamo, piuttosto, stare attenti alla nostra vita e ad accogliere il Regno di Dio che, invece, dona pace, dona serenità e gioia. Il Regno di Dio, infatti, è dispensatore di verità e libertà, di gioia e passione per l’Amore… Nel Regno di Dio ogni persona è accolta, amata, custodita e accompagnata nel cammino dell’esistenza terrena ricevendo incoraggiamento e protezione. Chi vive nel Regno di Dio sa bene che il male non prevarrà e che gli ipocriti sono fuori dal Regno e vivono in continua e perenne agitazione.

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Guai a voi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,47-54
 
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Parola del Signore.

La Verità è sempre scomoda. La Verità è difficile da accettare e “scribi e farisei” anche nel nostro tempo la combattono. Basta dire un briciolo di Verità che si viene emarginati, scacciati e isolati. Chi dice la Verità è spesso “ucciso” con l’esclusione. Era vero prima ed è vero adesso. “Scribi e farisei” di questo tempo (e sappiamo bene che questi sono i potenti, sono i servi sciocchi del padrone, sono i furbi, i bugiardi … sono coloro i quali collaborano con chi fa del male e lo fanno gettando la pietra per poi nascondere la mano) continuano a distruggere vite, continuano a denigrare e a tendere agguati e a costruire trappole rendendo la vita degli altri difficile.

Anche a questi soggetti, Gesù dice: “Guai a voi …”. È un grido che dovrebbe fare sobbalzare le coscienze, che dovrebbe scuotere ogni donna e ogni uomo, che dovrebbe convertire i cuori malati e ridare pace e serenità. Non possiamo cambiare gli altri, possiamo cambiare solo noi stessi. Liberiamo il nostro cuore dal male e un sorriso di gioia spunterà sul nostro volto …

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come agnelli in mezzo a lupi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9
 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore.

Vivere da agnelli quando si è circondati da lupi è molto difficile. È naturale rispondere al male che si subisce con altro male ma questo è proprio quello che il male vuole. Il male e ci riferiamo a chi agisce con furbizia, a chi opera di nascosto per fare del male, a chi odia l’altro, a chi invidia o usa il suo potere per schiacciare l’altro attira altro male e altra violenza. Gesù invece vuole che i suoi discepoli agiscano con docilità e innocenza, vivendo del proprio lavoro e che siano capaci di resistere di fronte alle tentazioni di reagire al male. Ma questa richiesta, lo sappiamo, è difficile da vivere pienamente. L’istinto porta chiunque a reagire e ad opporsi al male che si subisce ma proprio per evitare che questo possa accadere occorre chiedere ad invocare la protezione del Signore, occorre accogliere lo Spirito Santo che plachi ogni desiderio di vendetta e ogni azione di risposta al male.

Il vero discepolo, quindi, vive da agnello tra i lupi e sa che a proteggerlo dal male c’è sempre il buon Pastore. È Lui, il buon Pastore che ci ha promesso di custodirci nel suo gregge evitando che i lupi possano sbranarci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️