L’uomo e la Luce

La parola da vivere oggi è: illuminare il mondo.

Ogni uomo può decidere di essere un riflesso della luce vera, un punto che può rischiarare le oscurità ed essere una delle tante piccole luci che possono illuminare il mondo e vincere le tenebre.

Portare la luce (cioè Amare) è, perciò, il primo e più grande compito che Gesù affida ai suoi Amici … Amare, infatti, è la più grande e la più potente possibilità che ogni uomo ha per contagiare, con il bene, tutti coloro che incontra nella vita.

Per farlo non ha più bisogno di Leggi, di autorità, di potenti, … gli basta accogliere, con libertà, la grazia e la verità di Dio. Ogni donna e ogni uomo, infatti, è, in Cristo, Figlio di Dio e, quindi, inviato a portare l’Amore di Dio nel mondo.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
 
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
 
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
 
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
 
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
 
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
 
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
 
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
 
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
 
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
 
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore

Aspettando

La parola da vivere oggi è: l’attesa.

Ci sono attese che durano tutta la vita, misteriosi eventi che segnano l’esistenza, come fiori che sbocciano tra pietre arse dal sole. Ci sono segreti nascosti nelle pieghe della storia che solo la fiducia sa farci scoprire nello scorrere del tempo. Ci sono esistenze che illuminano i nostri giorni bui e stelle che brillano tra gli squarci di nuvole nere. Accade così anche per Anna, profetessa del tempio, che attende per tutta la vita il bimbo che salva e quando lo accoglie eleva una potente preghiera di lode. Forse anche noi, dovremmo, come Anna, lodare Gesù e parlare di Lui a gente smarrita che attende chi le accoglie e le ascolta.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,36-40

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore

Gloria del tuo popolo

La parola da vivere oggi è: Accogliere Gesù.

Sembra facile accogliere Gesù. Ce lo hanno detto tante volte e anche noi, probabilmente, lo abbiamo detto. Ma cosa significa: “Accogliere Gesù”.

Il modo migliore per rispondere è quello di chiedere direttamente a Gesù: “… ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,  nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”. … “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-35
 
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
 
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
 
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse:
«Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»

Parola del Signore

Un grido è stato udito

La parola da vivere oggi è: riconoscere il potere dei prepotenti.

La storia antica e anche quella recente è piena di potenti prepotenti, di potenti arroganti, bugiardi, falsi e capaci di abusare del popolo.

Accadeva allora e accade, purtroppo, anche adesso. A farne le spese sono sempre i piccoli, gli indifesi e anche i bambini. Gli innocenti vittime del potere sono in gran numero e tutto questo spesso accade anche tra l’indifferenza e la disattenta superficialità di molti.

Oggi proviamo a pensare alle tante situazioni nelle quali bambini innocenti sono stati e sono vittime dei potenti prepotenti.

L’evangelista Matteo conclude ricordando il profeta Geremia, quello che più di tutti, ha combattuto, la prepotenza e l’arroganza dei capi dei giudei, la stessa che perseguiterà Gesù fino alla sua crocifissione.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-18
 
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
 
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio».
 
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.
 
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

Parola del Signore

La promessa

La parola da vivere oggi è: cercare la Promessa.

Tutta la storia del mondo si fonda su una Promessa. Dio fa una promessa ad ogni donna e ad uomo e invita ad accoglierla avendo fede e fiducia nella sua realizzazione; invita anche noi a scoprire quale è la sua promessa e ad aspettare che si realizzi. Questo è quello che accade ad Abramo, a Mosè e a tutte le donne e gli uomini che sono invitati a scoprirla e a stipulare un’Alleanza con Dio accogliendo il suo volere per poi attendere che la sua promessa trovi il tempo e il luogo della realizzazione.

Oggi ci impegniamo a comprendere quale è la promessa di Dio per noi e ad avere fede che si realizzi nella vita. Ci impegnamo a vivere con fiducia come ha fatto il vecchio Simeone e tanti altri le cui storie sono narrate nella Bibbia.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Trovare la vita

Il Vangelo di oggi lega incarnazione e martirio e aiuta nel discernimento ogni persona nel proprio contesto e ci mostra il destino del vero discepolo: “Chi avrà perduto la sua vita a causa mia la troverà” (Mt 10,39). Il discepolo non si distingue per capacità ma, semplicemente, per essere stato scelto. Il legame con Cristo provoca avversione, esclusione e, a volte, violenza fino al punto di essere odiati, finanche dalla propria “famiglia”. Questo potrebbe spaventarci e umanamente ci ferisce ma Gesù e, oggi, Stefano, ci indicano la via. Poniamo la nostra fragilità nelle mani di Gesù e chiediamo l’aiuto dello Spirito che ci sosterrà nel cammino.

Franca e Vincenzo, osb.cam


Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,17-22
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
 «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
 Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Parola del Signore

Santo Natale

Nella notte del mondo anche il nostro cuore è al buio e restiamo muti e soli; cerchiamo la Pace e siamo sempre più ostaggi dei vizi; sempre più tristi, preoccupati e smarriti cerchiamo consolazione ma senza una vera comunione restiamo nelle tenebre.

TI ABBRACCIAMO FORTE PERCHÉ IL CALORE DEI CORPI SCIOLGA OGNI GELO E POSSIAMO, INSIEME, CONTEMPLARE IL DIO BAMBINO.

Ti Auguriamo un Santo Natale.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Semi antichi, terra e prati nuovi

La parola da vivere oggi è: Guidami alla tua fedeltà.

Il Signore suggerisce ai cuori le scelte da compiere. Le sue vie, spesso, non sono quelle dei nostri desideri, ma seguirle ci dona un bene grande: la pace. Egli suggerisce ai peccatori la via della conversione e del cambiamento di vita e guida i poveri sulla strada della giustizia.

Al centro c’è, come sempre, la legge dell’Amore e la fedeltà alla volontà di Dio. È così che la terra, anche se, in inverno, sarà coperta dalla neve, saprà custodire per bene i semi dei fiori che, in primavera, doneranno profumi e colori ai nuovi prati.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R.

Il suo nome è GIOVANNI

La parola da vivere oggi è: aprirsi al nuovo.

La storia ci invita a cambiare e ad accogliere il nuovo. Rompere con il vecchio significa andare oltre le abitudini e creare cose nuove con radici antiche. È questo che meraviglia il cuore e apre la vita al mistero che anima i sogni e dà il coraggio di spingere i passi oltre gli ostacoli del si è fatto sempre così.

Ogni novità illumina il cielo della vita e suscita stupore … Nulla è impossibile a Dio.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

   Parola del Signore

Grandi cose

La parola da vivere è: ringraziare il Signore.

Dire Grazie al Signore è un passaggio decisivo della vita. Si tratta di riconoscere i doni che abbiamo ricevuto; di mostrare la consapevolezza della nostra fragile condizione; di crescere nell’umiltà. Un grande aiuto ci viene Maria e dallo stile che Lei ha saputo mostrare.

Il nostro Dio sta sempre dalla parte degli oppressi; simpatizza per gli umili ed è misericordioso verso chi lo teme. Egli interviene per sostenere chi è in difficoltà e confondere i potenti e i superbi. Il Signore è vicino ai poveri e agli oppressi; respinge i ricchi e soccorre il suo popolo.

Abbiamo fiducia e affidiamoci.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

   Parola del Signore

Aquila e Priscilla