E cercava di vederlo

Quando germoglia un fiore, quando in questo antico mondo emergono cose nuove e belle l’uomo di potere cerca di vedere e toccare e non gli basta contemplare la bellezza ma con il desiderio del dominio cerca di controllare. Così facendo perde il meglio, perde lo stupore della creazione, il senso della meraviglia e il bello che i fiori di un prato ci donano.

Il potere cerca sempre di dominare, ha paura del nuovo anche quando questo con semplicità e innocenza cerca di rinfrescare l’aria stantia e aprire strade ai sogni del buono e del bello.

Il potere ha l’occhio indagatore e sospettoso e finisce per smarrirsi nei labirinti di pensieri contorti pronto a difendere la sua posizione e non sa cosa pensare perché i suoi pensieri sono davvero lontani da quelli puri e semplici di un Dio che vive d’Amore.

Erode, stamattina ci consegna l’immagine spenta di chi non sa sognare, non sa godere del bello, non sa meravigliarsi più di nulla, non riesce a stupirsi. Erode non potrà, quindi, mai convertirsi davvero perché il potere e l’intenzione di controllare lo rinchiude in una “cella” buia dove la vera luce non entra e non può entrare. Erode è un infelice che vive l’ansia di perdere il suo potere e trascorre il suo prezioso tempo non per godere dei gigli del campo ma per evitare che la loro semplicità possa disturbare lui e il gruppetto di “bravi” di cui si circonda. Quanti e chi sono gli Erode attorno a noi? E noi somigliamo ad un piccolo Erode o ad un fiore libero che gode della brezza di un vento leggero?

Erode è sempre più solo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

   Parola del Signore

Convertitevi

Le case, le piazze e le strade dei nostri paesi e delle nostre città sono sempre più piene di persone che soffrono. Tutti colpiti da malattie, dolori fisici e morali che chiedono e attendono di essere guariti. La medicina fa ciò che può ma non basta a guarire davvero la vita. Oltre ai medici occorrono, come da tempo suggerisce papa Francesco, degli ospedali da campo capaci accogliere e guarire le malattie del ❤️ e dell’anima e a sollevare dalla miseria chi vive nella povertà e ha fame.

In questi casi sono necessari “specialisti del servizio” capaci di ascolto e accoglienza, di buona vista e orecchio attento … di cristiani che sanno chinarsi per lavare le ferite e medicarle, di donne e uomini impegnati a portare la buona notizia attraverso gesti concreti di vita che sono la liturgia del quotidiano dove lo Spirito si fa presenza capace di essere vista, toccata e le cui parole accarezzano i cuori ridando vigore a vite ferite. Il Signore chiama tutti ad annunciare e guarire e ci consacra sacerdoti per celebrare la Parola attraverso la presidenza della liturgia del quotidiano: quella che conta davvero.

Chi vuol capire capisca ci dice Gesù.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

   Parola del Signore

Ascolto e vita

Gesù va oltre le convenzioni umane, oltre i legami di sangue, oltre ogni regola istintiva e apre il cuore e la mente ad una fratellanza universale che la Parola rinsalda e rafforza.

È il vangelo che unisce e crea legami forti e potenti. È il vangelo che fa di chi lo segue una comunità dove non conta la lingua, il colore della pelle o il sesso. Il vangelo ascoltato e vissuto costruisce comunità e relazioni potenti e autorigeneranti perché il perdono ne è elemento costitutivo e caratterizzante e gli errori sono sempre occasione per ripartire. Ove manca il perdono manca l’amore e, quindi, dire di essere un discepolo è una menzogna.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

   Parola del Signore

Seguimi

Basta un attimo, solo un attimo, per cambiare vita. Una parola, uno sguardo, un gesto e all’improvviso tutto cambia e cambia per sempre.

C’è un momento nella vita in cui questo attimo può conquistare il “per sempre”: è il momento nel quale mente e cuore incontrano la misericordia, l’attimo nel quale comprendiamo di essere amati e perdonati.

L’esperienza del perdono cambia tutto e fa della nostra vita una vita totalmente nuova. Ma chi può perdonare? L’unica persona che può farlo e farlo davvero è Cristo che passa nel quotidiano della nostra vita e che, per distrazione, non vediamo e, spesso, facciamo finta di non vedere o rifiutiamo. Siamo noi a voler continuare a percorrere strade sbagliate e a non accettare la vera felicità proseguendo con gli errori di sempre. Il Signore, invece, ci offre in ogni istante l’occasione di cambiare vita, di lasciare le cose vecchie e di iniziare a camminare su strade nuove. Matteo accoglie l’invito di Gesù, lascia la sua vecchia vita e scioglie le catene che lo tenevano legato ai fantasmi che si era costruito. In un attimo si sente liberato, capace di sorridere, di gioire, di essere, finalmente, felice e lo sarà per sempre.

Anche noi possiamo fare come Matteo, accogliere l’invito di Gesù e cambiare vita cambiando il nostro modo di vedere le cose e di vivere la vita. Oggi il Signore c’è ne offre l’occasione. Dipende tutto da noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,9-13

In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

Il seminatore

Un prato pieno di fiori è come un incontro ricco di parole buone. Un cielo pieno di stelle è come un amico che con le parole dona coraggio. Un mare pieno di pesci è come un immenso custode di parole di vita.

Le parole buone danno coraggio e vita e la Parola del Maestro accolta nel cuore da vita vera e grande coraggio.

Una vita guidata dalla Parola è, perciò, capace di offrire a se stessi e al mondo intero forza, coraggio e vita per affrontare e superare ogni ostacolo e trovare la felicità che non si nutre di cose ma di piccoli gesti e parole misurate, di silenzi pieni di amore e di rispetto di libertà che ama.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

   Parola del Signore

I Dodici e alcune donne

Eccolo Gesù il più grande rivoluzionario della storia; l’uomo-Dio che con la sua vita cambia quella del mondo. Oggi scopriamo che tra i discepoli di Gesù ci sono anche delle donne. Non sono “stiratuniche”, perpetue o inservienti, no, si tratta di discepole impegnate nell’annuncio …

In un mondo nel quale una donna non poteva uscire di casa se non accompagnata da un uomo, qui ne incontriamo tre che escono, seguono Gesù e, al pari dei discepoli uomini, hanno compiti nell’annuncio.

Forse è tempo che anche nella Chiesa di questo tempo si riscopra questa vocazione.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

   Parola del Signore

La tua fede ti ha salvato

Eccolo l’amore di Dio. Sempre pronto al perdono e all’accoglienza; sempre disponibile a salvare chi si pente; sempre oltre i nostri piccoli calcoli.

Gesù perdona la peccatrice che ha molto peccato e perdona anche Simone che aveva messo in dubbio l’identità di Gesù.

L’amore quando è vero e autentico non perde tempo a giudicare gli altri, non si attarda ad allargare le braccia, non ha paura della malignità della gente, non porta rancore e non cerca la vendetta.

L’amore è libero, innocente, puro e capace di accarezzare ogni situazione della vita anche la più scabrosa … L’amore è oltre la ragione umana …

L’amore è “follia” vestita di mille colori che attraversa il grigio della vita e la colora di allegria e gioia.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

   Parola del Signore

Riconoscere la Sapienza

Mai contenti di nulla, sempre pronti a criticare. Ci sono persone a cui non sta bene nulla o quasi nulla. Sempre pronti a giudicare, sempre a lamentarci di tutto e di tutti. Forse in qualche caso si potrà avere anche ragioni ma spesso, forse molto spesso, si tratta più che altro di uno stile di vita, di un modo di essere che non aiuta, però, la vita buona.

Nella nostra meditazione di oggi aiutiamoci e aiutiamo i fratelli a vivere e a divulgare un nuovo stile di vita fatto di più attenzione verso gli altri e di un digiuno di parole per aiutarci e aiutare a fare della comunità una vera fraternità.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

   Parola del Signore

Una spada trafiggerà l’anima

Il cuore è superiore alla ragione. Ciò che senti nel cuore, infatti, ha la forza di sconfiggere ogni ragione perché si nutre della spinta emozionale e di un sentire che vive nel profondo e può sprigionare una straordinaria energia.

Maria si è sempre fidata del cuore e, infatti, il suo coraggio va oltre ogni ragione spingendola ad attraversare il dolore più forte e potente che una mamma può vivere: la morte del Figlio.

Oggi noi tutti ci stringiamo accanto al suo dolore per condividere il suo coraggio, la sua fede e la sua fiducia. Con il suo esempio tutti noi possiamo cercare di affrontare la nostra vita con le difficoltà piccole e grandi che siamo chiamati a superare.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,33-35

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore

Salvare il mondo

Il vento soffia forte e lo senti “ululare”; le nuvole si muovono in fretta e disegnano scenari di un grigio cupo; gli schizzi di pioggia colpiscono i presenti con violenza mentre le mani tentano di riparare almeno gli occhi.

Su una piccola collinetta tre uomini sono inchiodati ognuno alla propria croce e le smorfie dei loro volti esprimono solo dolore e sofferenza.

Il mistero della morte, da sempre iscritto nel destino degli uomini, qui raggiunge l’apice più severo ed evoca la parabola della vita, di ogni vita. Eppure questo doloroso epilogo non può essere e non è la fine. Oltre questa tragedia e questa atroce sofferenza il cuore immagina la pace arcobaleno che riempie di speranza l’esistenza.

Nessuno è condannato ma tutti sono salvati dall’amore infinito che si dona e accarezza i giorni fragili per aprire la vita alla gioia per sempre.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: 
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore

Aquila e Priscilla