Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Voi che mi avete seguito

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,27-29
 
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore.
 

Lasciare tutto, perché nulla è nostro. Tutto ciò che abbiamo è un dono di Dio e lasciandolo, in fondo, non lasciamo nulla. E, se lasciamo tutto, abbiamo spazio per riempirci delle cose che contano e che valgono davvero.

Tanti nostri pensieri e tanti nostri comportamenti sono guidati solo dal possedere. In ogni caso, che siano beni materiali, ricchezze, successo e/o potere si tratta sempre di un possedere qualcosa, qualcuno … E, non c’è dubbio, che vivere rincorrendo quest’idea la vita può diventare davvero un inferno. Si vuole sempre di più, si cerca di avere sempre di più e si trascorrono i giorni e gli anni in una continua e frenetica agitazione.

Lasciare tutto non significa certo morire di fame o perdere una dimora o non lavorare. Nel lasciare tutto occorre, infatti, il senso della responsabilità, dando valore alle relazioni e tentare, per quanto dipende da noi, di Amare l’altro, di rispettarlo e di non lasciare nessuno solo. Per fare tutto questo chiediamo aiuto a Gesù e seguiamolo. Egli donerà Pace al nostro cuore. E allora?

Lasciare tutto per Amare tutti!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La tua fede ti ha salvato

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,18-26
 
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. 
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. 
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

Parola del Signore.

Fede significa affidarsi a Dio. È nei momenti di buio, nei momenti della prova che la Fede può venirci in soccorso. Pur continuando a fare la nostra parte siamo chiamati a riporre tutto nelle mani di Dio. Questa è la fede: fidarsi e affidarsi. Per farlo occorre riconoscersi insufficienti. Occorre fidarsi di Dio. 🙏

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Mite e umile

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Gesù è umile e si abbassa fin quasi a dipendere dell’altro. Questa virtù lo aiuta ad essere pienamente Uomo e per esserlo occorre saper riconoscere i propri limiti. La sua umiltà è un grande messaggio per noi. Questa virtù ci fa riconoscere che abbiamo bisogno degli altri, che non possiamo fare tutto da soli. Essere umili, quindi, non consiste nell’essere piccoli e neppure nel sentirsi piccoli o nel dichiararsi piccoli, ma nel farsi piccoli, perché questo è lo stile di Dio. Dobbiamo imparare ad essere umili. Si tratta di abbassarsi, di farsi piccoli riconoscendo i propri limiti e le proprie fragilità. Ma non basta. Gesù è anche mite. Essere miti significa saper dominare sé stessi, lasciare spazio all’altro, ascoltarlo e rispettarlo nel suo modo di vivere, nei suoi bisogni e nelle sue richieste. La mitezza è una beatitudine che viene dallo Spirito Santo e che Gesù incarna pienamente. Egli è il modello da seguire sempre e per sempre!

Ecco perché Lui è venuto per condividere con noi la vita, per aiutarci a portare i pesi della vita, per alleggerire il nostro carico. Non siamo soli, Gesù si è abbassato fino a noi per farci vedere come fare.

Umiltà e mitezza, perciò, sono obiettivi e forse non basta tutta la vita per educarsi ad essere umili e miti. Sarà la vita ad offrirci le opportunità per farci umili e miti come Gesù.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Vino nuovo in otri nuove

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-17
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Parola del Signore.

Gli otri vecchi sono il passato. Il passato non può imprigionare il presente e il presente per chi ascolta la Parola è sempre Novità, è sempre Speranza. Gesù è l’unica novità che è accolta dai coniugi Aquila e Priscilla, collaboratori di Paolo nella evangelizzazione. Questa famiglia cristiana apre la propria casa all’incontro della comunità cristiana e in casa loro si Ascolta la Parola e si celebra l’Eucarestia.

Dio solo sa di quante sante famiglie, che aprono la casa alla comunità, c’è bisogno. Chi può faccia la sua parte … chi desidera partecipi e collabori. Stare insieme in fraternità è ormai una necessità!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Oggi, 8 luglio, facciamo memoria dei Santi Aquila e Priscilla … All’eremo preghiamo e lavoriamo.

Misericordia io voglio

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,9-13

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

“Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”. Eh sì, Gesù è venuto proprio per i peccatori. Li cerca, li frequenta ed entra nelle loro case (quelle di tutti gli uomini). Gesù scruta il cuore, conosce ciascuno di noi più di noi stessi e ci chiede di seguirlo. I legalisti, i perbenisti, i cristiani di facciata pieni di orgoglio e pregiudizio si credono migliori (sono i farisei di questo tempo).

Gesù è pieno di misericordia e perdona, egli ascolta ogni paura, ogni ansia, ogni dolore e ci chiama a seguirlo sulle strade della vita. A Gesù interessa poco la forma, la confezione, i fiocchetti, Gesù guarda l’intenzione, il cuore e ci chiede di essere autentici, di amare la verità, di non aver paura di essere sinceri. La verità, infatti, ci rende liberi … forse pagheremo qualche prezzo ma avremo sempre la possibilità di guardare in volto tutti perché non abbiamo nulla da temere. Liberi e forti, seguiamo il Maestro.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ti sono perdonati i peccati

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,1-8
 
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore.

Solo Dio può perdonare i peccati e Gesù è Dio. Egli solleva il paralitico cioè l’uomo paralizzato dal peccato, purifica il suo cuore, gli ridona la forza e il coraggio di vivere che proviene dalla Grazia di Dio.

Nessun uomo peccatore pentito resta nel peccato, la misericordia di Dio raggiunge tutti, nessuno escluso. Così accade nel vangelo di oggi e così accade nelle nostre piccole vite nella semplicità di gesti e parole che Gesù continua incessantemente a dispensare.

La provvidenza di Dio, senza limiti, ci raggiunge nella nostra condizione, qualsiasi essa sia, e il male sarà “costretto” ad abbandonare il nostro corpo perché al bene non si può resistere. Possiamo riprendere il nostro lettuccio, quello sul quale il male ci ha disteso e rigenerati dall’Amore ricevuto possiamo andare per le strade del mondo a condividerlo. Coraggio!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

I due indemoniati

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,28-34

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

Parola del Signore.

Oggi il vangelo ci presenta due “indemoniati” che Gesù libera dal maligno. Immaginiamo che i due, abbiano, poi, cambiato vita e che ne abbiano anche dato testimonianza. Si tratta di un’esperienza non comune e a volte, se ci è capitato di esserne testimoni, ci saremo certamente meravigliati. Come è potuto avvenire questo cambiamento? Ma, sappiamo bene che nulla è impossibile a Dio. Gesù, infatti, ha il potere di liberare l’uomo dal male e ridargli dignità.

In ogni caso le persone che sono state liberate spesso ne danno testimonianza. Sono persone perdonate che hanno praticato l’inganno, la falsità e la malizia. Sono persone che hanno vissuto certamente con una sofferenza interiore e che ora desiderano Amare e fare del bene. L’Amore di Dio, infatti, ha vinto il male che le avvolgeva e le ha rese platealmente libere. È questo il cuore del Vangelo di oggi e il grande messaggio che entra nella nostra vita quotidiana per invitarci a costruire un presente pacificato. Il mondo, però, questo mondo, rifiuta il bene e crede di poter fare da solo come se Dio non ci fosse e così, infatti, faranno gli abitanti di Gadareni che cacciarono Gesù dal loro paese.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Pace a voi!

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,24-29
 
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Parola del Signore

La nostra “critica’ a Tommaso cade spesso sul senso della sua incredulità. Ma, diciamoci la verità, noi come ci saremmo comportati? In ogni caso siamo di fronte al fallimento di quel progetto che ogni discepolo di Gesù aveva vissuto. Il loro Maestro sul quale avevano riposto ogni speranza era morto in croce. Tanti erano fuggiti e ora, impauriti, si erano ritrovati insieme. Il corpo di Gesù era stato collocato in un sepolcro. Tutto finito. Si, poi si era detto che era risorto. Risorto? Ma chi lo aveva visto? E che era questa storia che era apparso. No, Tommaso non poteva credere al racconto dei suoi amici. Un racconto davvero inverosimile. E allora? Allora Gesù otto giorni dopo torna e questa volta c’è anche Tommaso (rileggiamo il dialogo con Gesù,). Ecco, ora anche Tommaso; ha visto, ha toccato e, solo ora, crede. «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

E noi siamo come Tommaso oppure ci vogliamo fidare e affidare a Gesù, l’unico Maestro. Vogliamo fidarci della sua promessa? Che tipo di fede abbiamo? Gesù ci scruta e ci conosce. A lui non possiamo mentire!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi accoglie voi accoglie me

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,37-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Parola del Signore.

Accogliere è uno dei segni che ci viene chiesto di realizzare nella nostra vita. Per realizzarlo è necessario certamente lasciare i nostri desideri personali per dare spazio e, quindi, vita alle relazioni con l’altro.

Accogliere, infatti, significa anche essere aperti alle relazioni con gli altri nei quali viene a trovarsi trasfigurato quel Gesù di Nazareth che ci ha donato la Legge dell’Amore sulla quale ha fondato la sua proposta di vita rivoluzionaria.

Signore dacci la forza di accogliere e amare il nostro prossimo vedendo Te, che sei l’eterno, in lui. Dacci la grazie di saperci donare agli altri, di servire il prossimo nella Verità di non cedere mai alle lusinghe e/o ai ricatti di questo mondo sempre pronto a catturare la nostra buona fede.

Signore dacci anche la forza di smascherare il male, l’inganno, le falsità, i tradimenti e ogni altra azione di chi si crede furbo e tenta di mettere in atto azioni e adotta comportamenti per approfittarsi della nostra buona fede. Nessuno deve essere ingannato dalle finzioni e dalle falsità di un mondo corrotto. A volte è molto difficile fa finta di niente e, infatti, per amore della verità non possiamo ignorare l’esistenza del male, dei falsi amici e dei furbi che credono di usare il loro potere per continuare a fare il male. Gesù oggi ci chiede di accogliere i giusti, di servire i poveri, di amare l’altro ma anche di respingere e rifiutare il male, l’inganno, i falsi amici e i furbi (che si credono anche migliori).

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Avvenga per te come hai creduto

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,5-17

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie”.

Parola del Signore.

La fede è davvero capace di compiere “miracoli” e il “Miracolo” più grande è il cambiamento della nostra vita. Ma cosa significa in verità cambiare Vita? Forse le prime cose da vivere sono la necessità di respingere i desideri del possesso e del potere. Entrambi questi desideri sono al centro delle invidie e della cattiverie che l’uomo mette in atto. Ci sono persone così tanto attraversate dal male che sono capaci di compiere azioni tanto cattive e tanto malvagi, a volte, prive di una reale ragione ma poste in essere al solo evidente scopo di umiliare e dimostrare la loro potenza, il loro potere e la loro ricchezza. Sono persone che si annidano in ogni ambiente e vivono la loro miserevole esistenza con questi obiettivi attirandosi però le critiche della maggioranza che però resta perfino incapace di reagire. Non è così che vive e si comporta il centurione del racconto di oggi. Egli infatti si preoccupa della salute del suo servo e con umiltà chiede al Signore un aiuto perché CREDE che il Signore lo possa guarire. E così nella realtà accade e Gesù, infatti, gli dice: «Va’, avvenga per te come hai creduto».

Anche noi possiamo vivere la stessa esperienza del centurione se avremo la sua stessa fede. La fede, infatti, cambia la vita e le cambia le nostre priorità. Al primo posto ci sarà il bene e il bene se fatto con umiltà e Amore cambia la vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️