Taci, calmati!

Ci sono tempi nei quali il vento soffia forte, soffia così forte che ci scuote fin dentro le viscere e ci agita fin dentro le midolla. È un vento che fa paura, un vento così potente che abita i sogni e turba le coscienze. Ed è in queste circostanze che il cuore implora la pace, chiede alla tempesta di fermarsi, spera che ogni agitazione si plachi.

Ma chi può per davvero minacciare il vento e dirgli “Taci, calmati!” ha il nome dell’Uomo che salva: Gesù. Ed è Lui che anche in questo momento ci ripete: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

   Parola del Signore

Terra e seme

Nascosta in un piccolo seme c’è tutta la forza e la potenza necessaria a far nascere un grande albero. Ma c’è bisogno di tempo, di impegno, di pazienza contadina, di umiltà vera e profonda. C’è bisogno di verità e di amore per noi e per gli altri. C’è bisogno di restare stupiti di fronte a questo meraviglioso creato. Questa è la grande ricchezza che il Signore ci consegna dandoci il potere di contemplarlo per essere davvero felici. Quando lo capiremo potrebbe essere troppo tardi!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

   Parola del Signore

Lampada ai miei passi

C’è stato un tempo nel quale per illuminare il buio c’era solo la luna e poi un tempo nel quale la sola fiammella di una candela o la lampada a petrolio offrivano luce alla mensa.

C’è stato un tempo nel quale la fiamma del focolare dava luce e calore accompagnando le parole nelle brevi serate che anticipavano il riposo. In quel tempo la sera era già notte, le strade buie e solo le parole riempivano il silenzio. Parole che davano luce alla vita come la Parola che offre luce ai passi dell’uomo. Ma Gesù ci mette in guardia dicendo: “Fate attenzione a quello che ascoltate”. La Parola ascoltata, infatti, porta frutto nella nostra vita e in quella di chi ci vive accanto, cambia la nostra vita e mostra che una vita nuova e bella è davvero possibile.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

   Parola del Signore

Il seminatore

Questa mattina abbiamo pensato di non commentare il vangelo del giorno ma di elevare, con voi tutti, un inno di lode al Signore per ringraziarlo del dono della sua Parola. Per farlo condividiamo un inno di lode che ciascuno di noi proclamera’ per ringraziare Dio dei tanti doni ricevuti e dei quali spesso non ci accorgiamo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Venite, applaudiamo al Signore, *
  acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
  a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.)

Poiché grande Dio è il Signore, *
  grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
  sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l’ha fatto, *
  le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.)

Venite, prostràti adoriamo, *
  in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
  il gregge che egli conduce. (Ant.)

Ascoltate oggi la sua voce: «Non indurite il cuore, *
  come a Merìba, come nel giorno di Massa
  nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: †
  mi misero alla prova, *
  pur avendo visto le mie opere. (Ant.)

Per quarant’anni mi disgustai di quella generazione †
  e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
  non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
  Non entreranno nel luogo del mio riposo». (Ant.)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

   Parola del Signore

Una cosa nuova

Gesù oggi da vita ad una cosa nuova e ci fa suoi fratelli se facciamo la volontà di Dio. Fare la volontà di Dio è il modo per essere fratelli di Gesù e, quindi, anche tra noi. Eccolo il Regno di Dio. Questa è un gran bella scoperta. Scoprire che possiamo essere fratelli di Gesù e anche tra noi se viviamo praticando la volontà di Dio. E quale è la volontà di Dio? La volontà di Dio è vivere l’Amore. Vivere la passione dell’Amore facendo del bene. Amare è saper danzare quando non c’è musica, restare in silenzio quando molti direbbero tante parole, lasciare andare o andar via per rispetto, ascoltare senza fare domande, parlare senza accusare. Amare è perdonare sempre.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

   Parola del Signore

Spirito buono

La lotta tra il bene e il male è lo spettacolo più antico del mondo. Gli attori sono invisibili ma mettono in subbuglio mente e cuore. I due protagonisti sono capaci di agitare l’esistenza umana per farla diventare un inferno. La lotta si fa sentire nello stomaco e, a volte, imprime ritmi veloci al battito del cuore e allo stesso respiro.

Lo spirito o gli spiriti del male iniziano a farsi sentire in sordina, si insinuano nelle pieghe della vita e una volta penetrati dentro l’esistenza si avvinghiano alla preda con tentacoli le cui ventose stringono forte impedendo di volare.

Lo spirito buono, invece, si avvicina con timore, ci accarezza e con delicatezza invita a percorrere strade che aprono la mente e il cuore su orizzonti di serenità.

Quando lo spirito buono, però, incontra gli spiriti del male la lotta ci agita, il cuore inizia a saltellare e uno strano turbamento invade il corpo e la mente rendendo la vita sempre più complicata.

Per affrontare la battaglia lo spirito buono ha bisogno di alleati potenti, di un aiuto forte, di un sostegno autorevole. Per vincere la sua battaglia sul male lo spirito buono deve, perciò, affidarsi della fonte del bene. Deve fidarsi della straordinaria Potenza del bene assoluto che ci parla con tenerezza sussurrando parole umili, piene di pazienza, dense di semplicità e cariche di pace. La Potenza del bene ha il destino di vincere sugli spiriti del male placando ogni agitazione, ogni tentazione negativa per donare vita buona.

Lo spirito buono sta alla porta del cuore e con rispetto bussa e poi aspetta che noi gli apriamo. Lo spirito buono attende con pazienza e umiltà. Non si impone con la forza ma si avvicina a piccoli passi rendendo l’azione del male sempre meno forte e mostrando che la vita buona è bella. Lo spirito buono perdona ogni cosa e lo fa sempre. Tutto crede, tutto spera, tutto perdona. Lo spirito buono vuole darci pace, vuole che la nostra vita sia bella, desidera prendere dimora nel nostro cuore perché le nostre azioni possano splendere. Cosa aspettiamo a farlo entrare nel cuore e nella mente? Cisa aspettiamo a farci aiutare a cacciare via il male?

Coraggio diamo spazio al bene e la nostra sarà una vita nuova, una vita bella, una vita intensa fatta di cose semplici, di cose vere, di cose che fanno gioire il cuore e sbocciare fiori in ogni stagione. Perché dobbiamo rinunciare a vivere la bellezza? Perché perdere la vita rincorrendo desideri impossibili che il male ci mette nel cuore per distruggerla? Liberiamo la vita da questo male, facciamolo subito, facciamolo adesso. Possiamo farlo, dobbiamo farlo e per questo preghiamo lo spirito buono di aiutarci a volerlo. Abbiamo una sola vita che è Adesso!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

   Parola del Signore

Vieni con me

L’aria era elettrica e le onde lasciavano una schiuma che subito svaniva. La riva del mare di Galilea era piena di persone ed un uomo passava osservando ogni cosa. Volti scuri, rugosi, barba incolta e sguardo assente. Poche speranze, mani callose e tanto lavoro che il sudore cercava di lenire. Difficile capire se avevano ancora sogni o speranze.

È mattina alta e Gesù passa e vede il senso di rassegnazione che abita alcuni di loro che di mestiere erano pescatori. Cerca persone che vogliono seguirlo. Il suo sguardo incontra quello di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni e li chiama a se. Non aspettavano altro. Erano stanchi della loro vita. Accettano la sfida e seguono il Maestro. Lasciano la loro vita ordinaria per vivere un’altra vita, per iniziare una storia nuova. Tutto avviene nella semplicità di un incontro che cambia la vita. Possibile? Si, quando la fatica è tanta, quando la tristezza ci corrode l’esistenza, quando i sogni sono svaniti come la schiuma delle onde sulla riva sabbiosa, l’unica possibilità è quella di cambiare vita, di farsi abitare da nuovi sogni, dal desiderio di seguire l’unico Maestro, quello che non tradisce e riempie l’esistenza di sogni nuovi, speciali, straordinari. Seguire Gesù è l’ultima possibilità che abbiamo per fare della nostra vita un capolavoro. Ma ci vuole coraggio. Lui ci sta già chiamando e il nostro cuore lo sa … la sua luce, infatti, può illuminare per sempre le nostre oscurità e farci brillare di luce nuova.

Se accettiamo l’invito ci scopriremo capaci di fare cose che non abbiamo mai immaginato di fare. Non dobbiamo aver paura di cambiare vita, perché quella alla quale ci invita Gesù è la vita vera. Lui ci chiama ad uscire dal film nel quale siamo imprigionati e che ci da solo tristezza e dolore per vivere la realtà e riempirla di Amore. Si dell’Amore che abbiamo nascosto nel cuore, liberando le tante energie di bene che desideriamo condividere e donare. Gesù ci libera dalle catene dell’odio, del rancore, di una vita perduta per farci entrare, finalmente, nella potente luce dell’Amore che guarisce ogni malattia e ogni infermità.

Coraggio accettiamo la sfida e facciamo della nostra vita il capolavoro che Gesù ha pensato per noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Parola del Signore.

Mandati per Amare

Ci sono momenti nella vita nei quali avere fede è l’unica possibilità che abbiamo per vivere. Nel vangelo di oggi Gesù lo dice con chiarezza: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”.

Mi chiedo se ho fede; mi chiedo se credo che Gesù è accanto a me nella vita quotidiana; mi chiedo se riesco a fidarmi e ad affidarmi a Lui oppure se continuo a vivere secondo i miei desideri personali.

Facciamoci queste domande. Non è mai troppo tardi per cominciare una vita nuova, una storia nuova. Abbiamo ancora una possibilità di vivere pienamente. Il Signore ci ha donato tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere persone capaci di vivere realizzando la missione che ci è stata affidata.

La Parola che, ogni giorno, ci è donata è come un “cartello direzionale” e ci mostra la strada, ci aiuta a fare scelte responsabili, scelte per il bene nostro e per le persone che ci sono state affidate (coniuge, figli, nipoti). Non sempre le scelte giuste corrispondono ai nostri desideri, non sempre i bisogni che crediamo di avere sono veri bisogni. Ci siamo mai interrogati in merito?

Questo tempo e questo mondo ci spingono, spesso, a perseguire falsi obiettivi che, poi, ci rendono la vita triste, complicata, difficile.

Lungo la nostra strada abbiamo incontrato tanti segnali stradali e ce ne sono anche altri pensiamo al vangelo di oggi. Sono segnali che ci mostrano la strada buona eppure sembra che noi scegliamo di ignorarli, continuiamo a camminare su strade sulle quali incontriamo solo fatica, dolore, tristezza. E, invece, la vita è adesso e non riusciamo a viverla. La vita ci chiama ad affrontarla sapendo di avere con noi un aiuto grande e capace di farci affrontare ogni ostacolo. Questo aiuto si chiama Gesù. Eppure ignoriamo questa unica vera possibilità di riscatto che abbiamo e, sembra quasi, che lo stiamo facendo di proposito. Non riusciamo a guarire le nostre ferite e le nostre piaghe si fanno sempre più grandi e sembra proprio che non riusciamo ad uscire dall’incertezza, dall’immobilismo, dall’indecisione continuando a fare scelte sbagliate. In questo modo siamo noi stessi a rovinarci la vita.

Preghiamo gli uni per gli altri affinché l’illuminazione che viene da Dio ci mostri la via e, se riusciamo a cambiare vita (l’unica vera alternativa al dolore), saremo anche capaci di vivere la Pace del Signore e la gioia vera, quella che solleva il cuore da ogni fatica e assicura una vita davvero piena.

Quali sono le priorità della mia vita? Quali sono i valori ai quali mi ispiro? Quali sono le cose della vita che devo cambiare per essere felice? Dove sta la vera felicità? Nel possedere cose o nell’amare le persone che ho accanto? Cosa significa amare? Gesù ha dato la sua vita per noi e noi siamo capaci di amare l’altro (cioè almeno le persone piu vicine: moglie, marito e figli)? Vogliamo essere felici? A cosa siamo disposti a rinunciare per essere felici?

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 16,15-18

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Parola del Signore

Salire sul monte

Dopo aver tanto camminato arriva per tutti il tempo di salire sul monte. La montagna, infatti, è simbolo di solidità, luogo di silenzio la cui cima permette di toccare il cielo. Decidere di salire sul monte è come decidere di raggiungere uno spazio nel quale è più facile incontrare Dio e trovare ispirazione per le scelte davvero importanti per la vita.

Stamattina Gesù sale sul monte, spinge i suoi passi su antichi sentieri avendo nel cuore il desiderio di chiedere consiglio al Padre. Una volta raggiunta la meta avrà certamente gettato lo sguardo sull’orizzonte e alzato le mani al cielo per chiedere di essere guidato in una delle scelte più importanti della sua vita.

Tra i suoi discepoli ne scelse dodici a cui diede due compiti. Il primo, stare con Lui, condividendo il quotidiano. Gesù sceglie il suo team per affrontare il resto del suo compito. Anche Gesù ha bisogno di essere aiutato, ha bisogno di collaboratori, di persone sulle quali contare per proseguire nella sua esperienza nel mondo. Il secondo compito che affida loro è quello di andare per le strade del mondo a predicare e da loro anche il potere di scacciare i demoni. È un compito davvero importante. Vuole che i dodici portino la buona notizia nel mondo e da loro il potere di vincere il male.

Sappiamo come andrà a finire. Nel momento decisivo qualcuno lo tradirà, altri fuggiranno e altri diranno di non averlo mai conosciuto. Gesù morirà solo sulla croce.

E oggi? Anche oggi, Gesù chiama e sceglie persone che invita ad andare per le strade del mondo. Anche oggi, purtroppo, ci sono coloro che tradiscono il compito affidato e lasciano/lasciamo Gesù solo. E noi cosa stiamo facendo? Gesù chiama tutti. Chiama ciascuno di noi a portare la buona notizia del vangelo. Sembra strano ma è proprio così. Cerchiamo anche noi, allora, di salire sul monte con Gesù e chiedere di essere guidati nelle scelte quotidiane, cerchiamo di non tradire la fiducia che egli ha riposto in noi, cerchiamo di essere capaci di restare sotto la croce con Lui vivendo il nostro tempo con pazienza e umiltà fiduciosi che possiamo vincere il male che ci circonda impedendogli di prendere possesso delle nostre esistenze.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

   Parola del Signore

Toccare il cielo

I primi raggi di sole filtrano tra i rami degli alberi e così l’alba scioglie il buio aprendo la vista sull’orizzonte. Lo sguardo scopre il cielo e vorremmo tanto allungare la mano per toccarlo. Toccare il cielo almeno con un dito è un sogno che, almeno una volta nella vita, abbiamo fatto tutti.

Toccare il cielo è come toccare l’infinito, l’eterno, … è come toccare il lembo delle vesti di Gesù e accogliere la sua infinita tenerezza; è come sfiorare un altro mondo mentre siamo ancora in viaggio sulla terra; è come sentire il tepore di un amore che ci vuole avvolgere e guidare i nostri passi.

Mentre Gesù calpesta la polverosa terra della Galilea la folla si accalca per chiedere la guarigione dai mali fisici o spirituali. Gesù ne aveva già guariti molto e tutti coloro che avevano un male volevano toccarlo. Davanti a Lui ogni spirito maligno fugge via; il male non può resistere al bene. Questo vale anche nella nostra vita. Se, infatti, riusciamo a riempire le nostre azioni di bene e di pensieri buoni il male di questo mondo dovrà per forza cedere il passo è allontanarsi. Il bene ha una Potenza così forte che è capace di sconfiggere ogni male. Se abbiamo fede, ci ha promesso Gesù, potremo fare cose più grandi di Lui. È la fede, infatti, la chiave che apre la vita alla gioia; è la fede ciò che cambia il corso della vita perché apre prospettive inedite; è la fede che dona la Speranza e spinge, con fiducia, i nostri passi.

Stamattina possiamo provare ad alzare lo sguardo al cielo, allungare la mano, stendere il dito e toccare l’infinito perché la sua carica di fiducia e di Speranza ci riempia fino all’orlo caricando di energia i nostri passi e i nostri pensieri.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

   Parola del Signore