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Fedeltà

Essere “fedeli” all’Amore per qualcuno non conta nulla. Ti diranno che dire “Ti voglio bene” non conta; ti diranno che “l’Amore” è una parola; ti diranno che l’Amore si nutre di “cose materiali”. Se ascolterai con le tue orecchie queste parole sappi che non è così. L’Amore si nutre di tenerezza, rispetto, sincerità; l’Amore vive di dolcezza, di parole sussurrate, di sguardi intensi; l’Amore è volersi bene veramente. La pratica dell’Amore ci chiede di saper condividere con “Fedeltà” i talenti migliori, gli abbracci più intensi, il tempo migliore. La pratica dell’Amore ci chiede di stare alla luce del giorno e di non nascondere i sentimenti, ci chiede Verità, ci chiede Giustizia, ci chiede Tempo, ci chiede Forza e Volontà di condivisione, ci chiede di essere Autentici, ci chiede di non pretendere dagli altri, ci chiede di rispettare l’altro. Il resto, se possibile, verrà. Chi ama davvero, poi, non avrà paura di condividere ciò che possiede ma soprattutto getterà il suo cuore oltre l’ostacolo. Chi ama lo fa anche se non corrisposto perché l’Amore vero è un pensiero che vola fino al cuore dell’altro e bussa, bussa e bussa ancora. Se respinto attende, si ferma, aspetta, spera e nel frattempo prega perché il bello e il buono dell’Amore vinca la sua partita. Questi sono i frutti dell’Amore, questi sono i segni e i sogni di chi Ama. L’Amore cresce in Verità, Rispetto, Semplicità e rifiuta ogni furbizia e ogni sotterfugio che, invece, nascondono vuoti calcoli e mostrano desideri incapaci di Amare. Concertiamoci tutti sull’Amore e i nostri talenti aumenteranno riempiendo il mondo, questo mondo, di Pace vera. Se ami davvero farai centro nella vita e la tua palla andrà nel canestro giusto. Che Dio ci aiuti.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”.  “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 

Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Ecco lo sposo

Arriverà anche per noi il giorno nel quale ascolteremo il grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Spetterà a noi prendere le nostre lampade e l’olio necessario per accoglierlo. “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,1-13
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Parola del Signore.

Tenetevi pronti

È davvero molto bello questo passo del Vangelo. Il Signore ci invita ancora a pensare alle cose ultime. Il resto, tutto il resto, finisce: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 24,42-51
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore.

Vedrai cose più grandi

“Vieni e vedi” sono le parole che Filippo rivolge a Natanaele (e a ciascuno di noi) invitandolo a recarsi da Gesù. Il Maestro ben conosce Natanaele che è un uomo giusto e in onesta ricerca anche se, finora, era rimasto sotto il fico (cioè sotto il peccato). Gesù gli annuncia: “Vedrai cose più grandi …”.

Anche noi siamo invitati a lasciare le nostre situazioni di peccato e ad andare da Gesù dove liberati dai falsi problemi riusciremo a vedere ogni cosa con occhi nuovi. Lasceremo per sempre la mentalità di questo mondo capace di generare solo tristezza e sofferenza e tutto ci apparirà nuovo, semplice e vero. Chi non verrà a vedere e seguire Gesù seguirà la sua strada ma questa non è e non sarà più la nostra. Gesù ci aprirà gli occhi del cuore e tutto ci apparirà miracolosamente nuovo e bello. Carichi di viva speranza Gesù ci invita a cambiare la nostra vita lasciando che gli altri liberamente facciano la loro vita. Gesù ci libera da ogni condizionamento del mondo, della famiglia, del lavoro e del quotidiano per donarci la libertà dei figli di Dio. Anche i gesti e le parole con le quali il mondo vorrebbe colpirci e/o condizionare saranno per noi il nulla e il niente. Non ci faremo turbare: a chi ha Dio o lo cerca non manca nulla!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,45-51
 
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

Guai a voi

Gesù parla con durezza e si avvale di parole pesanti. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti” … e prova anche a spiegare perché …

Gesù condanna il comportamento di chi vorrebbe dimostrarsi formalmente irreprensibile. Gesù è chiaro con queste persone che, di fatto, trasgrediscono la giustizia, la misericordia e la fedeltà e ci chiede di essere chiari, limpidi e veri. Ci chiede di evitare ogni comportamento falso, di essere autentici e veri.

Vivere nella verità e senza sotterfugi non è facile anzi, chi parla con chiarezza sa che deve accettare il rischio di essere messo all’indice e spesso, purtroppo, viene anche fatto oggetto di false accuse. Tutto avviene ancora più facilmente da parte di persone che per giustificare se stessi e i loro comportamenti e/o scelte spargono veleni e menzogne, modificano la realtà credendo di poter sfuggire loro stessi alla loro coscienza. Il Signore ci chiede silenzio e vita semplice. Ci chiede di fidarci di Lui che non ci farà mancare il Suo sostegno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,23-26

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Parola del Signore.

Non temere

C’è un evento nella storia dell’umanità che squarcia il grigio di un quotidiano sempre uguale. Tutto avviene a Nazareth dove la luce del creatore scende fino alla casa di Maria per portare l’annuncio della nascita di un bambino che con la sua “buona notizia” cambierà per sempre la storia del mondo. È normale il timore e forse anche la preoccupazione di Maria. Ma quella stessa luce di Dio la rassicura: “Rallegrati … Non temere …”.

La luce che squarcia il grigio del cielo porta un annuncio straordinario, inaudito, … un annuncio che comunica la “Grazia” e la vicinanza del Signore a Maria, giovane donna di un piccolo villaggio della Galilea. A questo annuncio misterioso seguono ulteriori dettagli che lanciano il cuore di Maria in un battito più veloce ed intenso fino all’annuncio che anche la cugina, già avanti con gli anni, è incinta.

Nulla è impossibile a Dio“.

Si, proprio così. Nulla è impossibile a Dio. Maria accetta tutto senza alcun commento se non la propria disponibilità ad accogliere le notizie che provengono da questa misteriosa luce divina.

Anche noi dobbiamo riscoprire la disponibilità ad accogliere il misterioso piano di Dio al quale non possiamo opporci ma che possiamo solo e soltanto accettare. Dio ci ama e il mistero della sua luce deve diventare per noi luce di vita. La vita, infatti, scorre così veloce che opporci al suo corso servirebbe solo a rovinarla. La parola di vita di oggi è: “Accogliere e non temere“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Verranno da oriente e da occidente

La salvezza è aperta a tutti ma non tutti riusciranno ad entrare nella casa del Signore. Gesù annuncia che gli ultimi saranno primi e i primi ultimi. Bellissima l’immagine che apre a tutti la possibilità di entrare nel Regno dei cieli: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio“. L’ingresso nella casa di Dio non è precluso a nessuno e questo è un annuncio di liberazione. Non ci sono privilegiati o predestinati e ognuno sarà accolto se riuscirà entrare dalla “porta stretta” e cioè se la sua vita sarà conforme al Vangelo. Non basterà dirsi cristiani, non basterà frequentare la messa o avere tutti i sacramenti… Sarà necessario, invece, vivere da cristiani, essere testimoni della buona notizia con la vita e, cioè, Amando il prossimo nella verità… Sarà necessario essere persone vere e non mentire, non rubare, non dire falsa testimonianza e, soprattutto, stare dalla parte degli ultimi servendo chi è nel bisogno autentico… È vivendo la buona notizia che riusciremo ad entrare nella casa del Signore dove Lui ha preparato una grande festa

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30
 
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

Siete tutti fratelli

Gesù mette in guardia dal comportamento della classe sacerdotale del suo tempo. Sottolinea che “dicono e non fanno” e gli accusa perfino di legare pesanti e difficili fardelli sulle spalle del popolo. Fardelli che loro sacerdoti non sono disposti a portare o muovere neanche con un dito. Ma le parole di Gesù vanno oltre. Osserva, infatti, che i sacerdoti vivono ed operano per ambire ai primi posti e rileva che anche il loro stesso agire è finalizzato ad avere potere. Insomma sono espressione di quell’essere mondani, cioè di coloro che inseguono il successo personale. Con il loro agire non vivono mettendosi al servizio del popolo. Gesù, invece, sottolinea che il vero potere è mettersi a servizio: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo”. Il vero discepolo di Gesù è chi si fa servo e resta semplice e umile.

Quello che vale allora vale anche oggi per la nostra vita quotidiana… cerchiamo l’essenziale e mettiamoci, con umiltà, realmente a servizio dell’altro. Facciamo della nostra vita un inno alla semplicità vivendo in questo mondo ma pensando all’altro. Il tempo, questo tempo, infatti è un soffio e tutto passa e passa molto in fretta. Se possiamo fare il bene facciamolo con sobrietà, umiltà e carità … questo sarà l’essenziale. Cari amici e “fratelli tutti” il resto, tutto il resto, svanisce in un attimo. Che Dio ci aiuti a capirlo: TUTTI.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12
 
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore.

Amare

Amare è donare senza nulla attendersi, senza nulla sperare, senza nulla … Amare è anche accogliere ogni cosa, qualsiasi cosa, come “pecora muta” anche se condotta al macello.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,34-40
 
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Parola del Signore.

Tutti invitati

Siamo tutti invitati alla Grande Festa che il Signore ha organizzato. Ma, forse, alcuni non vogliono venire e non verranno. Il Signore proverà in ogni modo ad invitarci ma nonostante ciò ci saranno persone che rifiuteranno di partecipare. Alcuni non hanno interesse ad essere presenti. Altri sono presi dal lavoro e altri ancora sono impegnati e non hanno alcuna intenzione di accogliere linvito.

Il Signore continuerà a mantenere aperte le porte e ad invitare tutti gli assenti e anche i popoli lontani. Lentamente ma costantemente la sala si riempirà e la festa potrà iniziare. Tutti gli invitati indosseranno l’abito della festa, significando che avranno deciso di rispettare in tutto o in parte la legge dell’amore. Forse qualcuno tenterà di intrufolarsi barando ma sarà scoperto e gettato nelle tenebre. Alla festa del Signore, infatti, tutti sono invitati ma non si può entrare senza aver cambiato la propria vita. Sforziamoci, perciò, di fare il nostro meglio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Mattei
Mt 22,1-14 in

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già stati uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parola del Signore.