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Prendi la tua barella e cammina

Chissà quante persone di nostra conoscenza sono come paralizzate da situazioni di vita, da storie personali e/o dal peccato. Forse anche ciascuno di noi è come il paralitico del vangelo di oggi, incapaci di camminare, bloccati davanti a scelte che ci mettono davanti responsabilità. Forse ci vorrebbe qualcuno che prenda la barella sulla quale siamo stesi e ci portasse davanti a Gesù e forse noi stessi, se abbiamo ancora un po’ di dignità, dovremmo chiedere al Signore di guarirci. Chissà!!!

L’episodio che ci racconta Marco oggi, però, ci fa comprendere che la paralisi dei nostri arti è collegata alla situazione di peccato, alle mancanze che abbiamo fatto o a quelle che magari stiamo meditando di fare. Il peccato paralizza le nostre membra e impedisce perfino alla parola di uscire. Non abbiamo più nemmeno il coraggio di esprimere ciò che viviamo, siamo inermi stesi da qualche parte e ci illudiamo ancora di poter avere un’esistenza serena. Senza affrontare le nostre responsabilità da donne e uomini veri non riusciremo ad uscire dalla situazione di peccato. Solo scegliendo l’amore potremo liberarci dai lacci che ci bloccano e prendere la nostra barella e tornate a casa come Gesù ci comanda di fare. … “àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore.

Piccole parole sull’Amicizia

Questo sentimento è decisivo nella vita. Lo diciamo per esperienza. Nei momenti difficili l’Amico è un balsamo capace di alleviare anche i dispiaceri profondi, le amarezza che non immaginavi di poter assaporare e le delusioni che attraversano l’esistenza. Ma, questa è la realtà. Ringraziamo Dio per il dono dell’Amicizia e ringraziamo chi, per Amicizia, e solo per Amicizia, sa dimostrarlo concretamente. L’Amicizia è un dono raro e, quando è vera, dura per tutta una vita. Se hai un amico puoi non averlo incontrato per tanto tempo oppure vivere vite diverse e distanti ma quel sentimento che ti lega non si potrà mai sfilacciare qualsiasi cosa accade. L’amico ti rassicura e ti offre tranquillità. Sai di poter contare su di lui. Lo diciamo per esperienza e condividerlo ci sembra una segno di grande speranza in un tempo così complicato come quello che stiamo tutti attraversando.

Franca e Vincenzo, osb-cam

“L’amicizia è un regalo della vita e un dono di Dio. Attraverso gli amici, il Signore ci purifica e ci fa maturare. Allo stesso tempo, gli amici fedeli, che sono al nostro fianco nei momenti difficili, sono un riflesso dell’affetto del Signore, della sua consolazione e della sua presenza amorevole. Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita. Ecco perché «per un amico fedele non c’è prezzo» (Sir 6,15).

Papa Francesco

Un lebbroso

Ciò che impaurisce non è la “lebbra” cioè la malattia in se. Ciò che è più preoccupante è l’impurità … e di che cosa si tratta?

A dircelo è lo stesso Gesù «impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7, 20-23). L’elenco, naturalmente, è molto più lungo e non è difficile che ciascuno di noi non ne sia affetto. Queste impurità rendono la nostra vita un inferno e se non chiediamo, come il lebbroso, di essere purificati le tribolazioni e l’infelicità ci saranno compagni di viaggio. Non è scappando che potremo sfuggire alla realtà. La realtà esiste e solo noi possiamo cambiarla chiedendo a Gesù di cambiare il nostro cuore.

La cattiveria e il male tentano ogni giorno di trascinarci nel loro mondo e se noi anche incolpevolmente cediamo ci facciamo corresponsabili. L’unica salvezza è chiedere a Gesù di purificare il nostro cuore. Ogni minuto perso è un’occasione sprecata e, quando ci sveglieremo dal sonno, purtroppo, non riusciremo né a tacitare la coscienza né a vivere più una vita felice. Ma non è difficile immaginare che il “lebbroso” vive il suo allontanamento già da adesso come una pena terribile. E non potrebbe essere che così. Lo spettro del male gli fa e gli farà compagnia per sempre e il tormento è e sarà unico compagno di viaggio. Chi tradisce l’altro, in realtà, tradisce se stesso. Un errore imperdonabile.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore.

Tutti ti cercano

Nella sinagoga aveva guarito un uomo posseduto dal male e poi a casa di Pietro la suocera dalla febbre. La sera, dopo il tramonto, guarì molti affetti da malattie e poi, ancora, scacciò da altri i demòni. Merita di essere evidenziato che impediva ai demòni di parlare perché lo conoscevano. Il male di fronte al bene resta paralizzato. È una realtà che ciascuno può sperimentare. Nessuna forma di male o di cattiveria (egoismo, furbizia, gelosia, desiderio di primeggiare, ecc.) può resistere alla mitezza e all’amore che il bene diffonde. Ecco perché tutti cercano Gesù. Egli è il bene assoluto. Non c’è nessuno che ha un Amore più grande.

Colpisce, inoltre, che anche Gesù ha bisogno di pregare (e noi preghiamo?). È così che al mattino presto, prima dell’alba, egli si ritira in un luogo deserto a pregare.

Quando anche i suoi discepoli lo cercano e poi lo trovano Gesù invita a seguirlo per tutta la Galilea per annunciare la buona notizia. Forse, e diciamo, forse in tanti di noi abbiamo dimenticato che questo è il nostro compito: predicare la buona notizia e scacciare il male e, il male, può essere vinto solo dall’Amore. Questa realtà vale per tutti. Nessuno può sfuggire a questa Verità pena fare entrare se stessi in una spirale di tormento che renderà i suoi giorni un inferno. Se non decidiamo di Amare e di farlo senza alcun tornaconto saremo noi stessi ad infliggerci dolore e sofferenze. Decidiamo di Amare e un sorriso di pace, finalmente, si schiuderà anche nel nostro cuore.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore.

Spirito che divide

La prima iniziativa del demonio è dividere e separare e Dio permette che Satana operi per imparare a fidarci di Lui, ad abbandonarci alla sua Parola,

Il male esiste, il demonio opera incontrastato – bisogna dirlo a chiare lettere e senza paura – e non è bene, dinanzi alle difficoltà nelle quali possiamo incorrere, escludere che ci sia il suo zampino. Egli desidera rompere la nostra amicizia con Dio Padre e le sue trame, le seduzioni che suscita, le voci interiori che ci martellano di prendere strade diverse da quelle che Gesù ci propone ed insegna, servono proprio a far sorgere in noi il desiderio di vivere una vita alternativa rispetto a Dio. Gesù sbaraglia il regno di Satana e prima ancora di mandare i suoi a “scacciare i demoni” (cf. Mc 16,17) Egli stesso interviene per liberare gli ossessi e quanti altri, nelle maniere più diverse, sono vittime del male.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,21b-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore.

Credere al Vangelo

Credere e cambiare vita. Più che salire in alto Gesù ci invita a scendere in basso, più che puntare al comando Gesù ci invita a servire, più che accumulare Gesù ci invita a condividere. Questo è il cambio di vita che Gesù propone e non impone.

Dio, infatti, è colui che dona, che perdona e che è totalmente buono. E, uno così, è uno che ama.

L’invito che Gesù rivolge a Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni è quello di diventare “pescatori di uomini”. I pescatori tirano fuori dal loro ambiente i pesci dandogli la morte, i pescatori di uomini, invece, tirano fuori dal mare dei loro problemi i propri simili per donargli vita. Questo è lo stesso invito che Gesù rivolge a noi e, se per farlo dobbiamo soffrire non importa il servizio che ci è chiesto, infatti, è un dono, una condivisione … Chi, invece, non accetta l’invito a cambiare mentalità continuerà a pensare solo ed esclusivamente a se stesso restando preda dei propri egoismi. Accettare l’invito di Gesù richiede la nostra volontà e la nostra disponibilità ad accogliere amore per dare amore.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

stava in preghiera

L’immagine di Gesù che prega è, per noi, fortemente emozionante. Lo immaginiamo in un luogo solitario, in silenzio, senza parole ma con il cuore e la mente aperte ad accogliere l’ispirazione dello Spirito Santo.

Anche noi, con la Parola tra le mani cerchiamo un dialogo con il Padre e attendiamo che la sua potente voce ci aiuti a sciogliere i nodi che legano molte storie della nostra vita che siamo incapaci e impotenti a risolvere.

La preghiera fatta con lo stile che Gesù ci insegna è l’unica via possibile, l’unica via vera per illuminare la nostra vita ed evitare di fare errori dei quali poi potremmo pentirci per sempre. Pregando con sincerità, il Signore ci guiderà e avremo la forza, il coraggio e la possibilità di vivere una vita vera e pacificata.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,15-16.21-22
 
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

Cinque pani e due pesci

Il Gesù che, con cinque pani e due pesci, riuscì a dar da mangiare ad una multitudine di donne e uomini è qui vivo, per donarci il suo Amore e per ricevere il nostro. Questa relazione d’Amore tra noi e Dio si concretizza nell’Amore per gli altri. Lo stesso amore di quel giovane che, a richiesta, dona i cinque pani e i due pesci che consentono a Gesù di sfamare le folle.

Oggi, allora, chiediamo anche noi la grazia di saper donare Amore in tutto il viaggio della vita. Spesso siamo stanchi, tentati dalle cose e da egoismi di vario genere che ci impediscono di vedere bene. Rischiamo così di dire o di fare cose sbagliate.

Ricordiamoci tutti che la nostra vita appartiene a Dio ed è nelle sue mani. Noi siamo solo strumenti del suo Amore. Senza di Lui non possiamo nulla.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,34-44
 
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».

E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore.

Il regno dei cieli è vicino

Camminiamo nella vita avvolti dal buio, siamo incapaci di vedere la luce eppure una luce c’è e tenta di sconfiggere la nostra cecità.

Il Dio bambino ci invita a cambiare vita. Se vogliamo possiamo farlo.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 4,12-17.23-25
 
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Parola del Signore.

Abbiamo visto la tua stella

C’è una stella da vedere solo se hai occhi; c’è una stella a cui ispirarsi solo se il tuo cuore sa ancora vedere; c’è una stella che splende nella notte silenziosa e che ci chiama ad andare verso la fonte di ogni bene.

Molti sono gli ostacoli, molte le insidie e le trappole e come i Magi anche noi possiamo incontrare il nostro Erode che ha paura di perdere il suo potere. Anche noi possiamo incontrare abili ingannatori.

Il male si maschera da buonista ma l’inganno di Erode fallirà. Il male da qualsiasi parte venga è destinato ad essere sconfitto. Chi è l’Erode che tenta di ingannarci? Dentro ogni donna e ogni uomo c’è l’eterna lotta tra il bene e il male. Nessuno è totalmente l’uno o l’altro. Tutti, però, nelle nostre scelte, possiamo far vincere il bene o il male. Siamo noi i responsabili di cosa sceglieremo di fare. Tutti dobbiamo scegliere da che parte stare. Non è una lotta facile ma la dobbiamo affrontare. Il combattimento degli spiriti attraversa tutta la nostra esistenza. Sempre.

Con umiltà allora volgiamo lo sguardo al Dio bambino, Lui certamente porterà luce e pace nella nostra vita. Nessuno, infatti, potrà sfuggire alla forza del bene.

La Speranza, infatti, non potrà mai finire perché l’Amore è più potente di ogni male. I tentacoli del maligno potranno avvolgere la vita ma la stella del Dio bambino continuerà a splendere nel cielo fino a che ciascuno di noi decida di guardare in alto per ritrovare la via di casa portando doni alla capanna dove il Signore ci chiama e aspetta.

“Il male non avrà l’ultima parola, ma l’amore, la misericordia e il perdono”, papà Francesco.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.