Tutti gli articoli di eremo

Questa è la porta

Il discepolo di un filosofo aveva peccato e poiché voleva essere perdonato, il filosofo gli disse: Non ti perdono se per tre anni non porterai i pesi degli altri. Quando ritornò dopo tre anni dopo aver scontato la sua colpa, il filosofo gli disse: Non ti perdono ancora, se per altri tre anni non pagherai coloro che ti oltraggiano e ti insultano. Una volta che il giovane ebbe adempiuto anche a questo, e gli furono rimesse le sue colpe, il maestro gli disse: Ora vieni ed entra in Atene, per impararvi la sapienza. Là c’era un vecchio saggio, che sedeva presso la porta e insultava tutti quelli che entravano per metterli alla prova. Ma quando fece la stessa cosa con il giovane che entrava in quel momento, questi si mise a ridere fragorosamente. Allora il vecchio gli disse: Che fai? Io ti insulto e tu ridi? Il giovane gli rispose: Non vuoi che rida, dopo che per tre anni ho pagato la gente per subire quel che oggi subisco da te gratuitamente? Allora il vecchio gli disse: Entra dunque in città, poiché ne sei degno. L’Abate Giovanni era solito raccontare questa storia e vi aggiungeva di suo: Questa è la porta di Dio, attraverso la quale, fra molte tribolazioni e oltraggi, i nostri Padri sono entrati lietamente nella Sua città.

La saggezza del deserto: ” Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo, osb-cam

Vendetta e Perdono

Uno dei confratelli, essendo stato offeso da un altro, andò dall’Abate Sisois e, raccontandogli l’offesa subita, aggiunse: Voglio vendicarmi, o padre.

Il vecchio iniziò a chiedergli di lasciare a Dio la vendetta. Ma quello disse: Non desisterò se prima non sarò stato vendicato adeguatamente. Il vecchio gli rispose: Poiché hai deciso questo una volta per tutte nel tuo animo, preghiamo ancora; e alzandosi in piedi iniziò a pregare: Dio, ormai non ci serve più che tu ti occupi di noi, perché, come dice questo fratello, vogliamo e possiamo vendicarci da soli. Avendo udito ciò, quel fratello, gettatosi ai piedi del vecchio, chiese perdono, promettendo che non avrebbe mai litigato con colui contro il quale era in collera.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo, osb-cam

Tra Marta e Maria

Un fratello forestiero andò dall’Abate Silvano, sul monte Sinai, e vedendo che i confratelli lavoravano, disse loro: Perché vi occupate di un cibo che perisce? Maria infatti ha scelto la parte buona [Lc 10, 38-42]. Allora il vecchio disse al suo discepolo Zaccaria: Dagli un libro da leggere e prima di tutto mettilo in una piccola cella. Ma all’ora nona quel fratello guardava nella strada se per caso il vecchio lo mandasse a chiamare per mangiare. E dopo che fu trascorsa l’ora nona andò dal vecchio dicendogli: Forse oggi i confratelli non hanno pranzato, padre? Quando il vecchio rispose di sì quello disse: Perché non mi hai fatto chiamare? Allora l’Abate Silvano gli rispose: Tu sei un uomo       spirituale e non hai bisogno di questo cibo; noi invece, in quanto fatti di carne e ossa, abbiamo bisogno di mangiare e perciò lavoriamo, mentre tu hai scelto la parte buona. Infatti tu leggi tutto il         giorno e non vuoi ricevere il cibo materiale.       Dopo aver udito queste parole, quello iniziò a pentirsi e a dire: Perdonami, padre.

Allora Silvano gli rispose: Dunque Marta è necessaria a Maria, infatti grazie a Marta anche Maria viene lodata.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Il vecchio monaco

Un giorno un giudice della provincia sentì parlare dell’Abate Mosè e si recò a Sceta per vederlo; quando annunciarono al vecchio il suo arrivo, egli si levò per fuggire in una palude; quel giudice con i suoi lo incontrò e gli chiese: Dicci, o vecchio, dov’è la cella dell’Abate Mosè? Ed egli rispose loro: “Perché volete cercarlo? E’ stolto ed eretico”. Il giudice, quando giunse alla chiesa, disse ai chierici: Sentendo parlare dell’Abate Mosè, sono venuto a vederlo; ed ecco che mi venne incontro un vecchio diretto in Egitto al quale domandai dov’è la cella dell’Abate Mosè; ed egli ci disse: “Perché lo cercate? E’ stolto ed eretico”. Ma i chierici ascoltandolo si rattristarono e dissero: Com’è il vecchio che vi ha parlato in questi termini di quel santo? Ed essi risposero: Porta un abito vecchissimo, è alto e scuro. E i chierici dissero: E’ proprio l’Abate Mosè poiché non voleva che lo vedeste, per questo vi ha parlato così di sé. Il giudice se ne andò rafforzato nella fede.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri’ scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo osb-cam

Mercante di parole altrui

Un giorno un fratello andò dall’Abate Teodoro di Fermo e passò tre giorni a chiedergli di ascoltare la sua parola. Ma quello non gli rispose ed egli se ne andò triste. Allora un suo discepolo disse all’Abate: Padre, perché non hai parlato? Ecco che se n’è andato via triste. E il vecchio disse: Credimi, non gli ho parlato perché è un mercante e vuole vantarsi delle parole altrui.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla

Franca e Vincenzo, osb-cam

Non conosciamo i nostri limiti

Un anziano diceva: Per questo non facciamo progressi, perché non conosciamo i nostri limiti e non abbiamo pazienza nel compiere l’opera che abbiamo intrapreso, ma vogliamo entrare in possesso della virtù senza alcuno sforzo.

La saggezza del deserto: ,”Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Rinunciare al mondo

Un confratello rinunciò al mondo e diede ai poveri ciò che possedeva, ma mantenne poche cose in suo possesso. Si recò poi dall’Abate Antonio. Il vecchio, quando l’ebbe saputo gli disse: Se vuoi diventare monaco, vai al villaggio, compra della carne, mettila sul tuo corpo nudo e così torna qui. Una volta che il fratello ebbe fatto ciò, i cani e gli uccelli lacerarono il suo corpo. Giunto dal vecchio questi gli chiese se aveva fatto ciò che gli aveva ordinato. E mentre quello gli mostrava il proprio corpo straziato, sant’Antonio disse:

Coloro che rinunciano al mondo e vogliono tenere del denaro vengono assaliti e sbranati dai diavoli proprio in questo modo.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Vita fraterna

L’Abate Anastasio aveva un libro scritto su pergamena finissima, che valeva diciotto soldi, e in esso aveva sia il Vecchio che il Nuovo Testamento in versione integrale. Una volta un fratello venne a trovarlo e vedendo il libro se ne andò con esso. Cos il giorno in cui l’Abate Anastasio andò per leggere il proprio libro e trovò che non c’era più, capì che il fratello l’aveva preso. Ma non gli mandò dietro nessuno, per chiederne notizia, per timore che il fratello potesse aggiungere una bugia al furto. Poi il fratello scese nella città più vicina per vendere il libro. E il prezzo che chiese fu di sedici soldi. Il compratore disse: Dammi il libro, affinché possa scoprire se vale tanto. Con ciò, il compratore portò il libro da vedere a sant’Anastasio e disse: Padre, dà un’occhiata a questo libro, per favore, e dimmi se pensi che dovrei comprarlo per sedici soldi. Vale dunque così tanto? L’Abate Anastasio disse: Si, è un bel libro, vale tutto quel prezzo. Così il compratore ritornò dal fratello e disse: Ecco il tuo denaro. Ho mostrato il libro all’Abate Anastasio che ha detto che è bello e che vale almeno sedici soldi. Ma il fratello disse: E’ tutto ciò che ha detto? Ha fatto altre osservazioni? No, disse il compratore, non ha detto altro. Beh! disse il fratello, ho cambiato idea, e dopo tutto non voglio vendere questo libro. Allora andò di corsa dall’Abate Anastasio e lo supplicò in lacrime di riprendersi il libro. Ma l’Abate non volle accettarlo, dicendo: Va’ in pace, fratello, te ne faccio dono. Ma il fratello disse: Se non lo riprenderai, non avrò mai più pace. Dopo quell’episodio il fratello abitò con l’Abate Anastasio per il resto della sua vita.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla.

Franca e Vincenzo osb-cam

Niente collera

Un confratello interrogò l’Abate Isidoro, il più anziano di Sceta, dicendo: Perché i demoni ti temono così tanto? Il vecchio gli disse: Da quando sono diventato monaco, cerco di non lasciare che la collera salga fino alle mie labbra.

La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese “Aquila e Priscilla”.

Franca e Vincenzo, osb-cam