Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Il Signore apprezzA i miseri

Anche se il male sembra allargare sempre più i suoi tentacoli abbiamo la concreta possibilità di difenderci e di essere liberati chiedendo l’intervento del supremo bene.

Dio è difesa e baluardo, roccia che custodisce, ancora di salvezza.

È questo il tempo per chiedere di essere liberati dal male ed evitare che l’abisso ci sommerga. Il Signore, infatti, ascolta gli umili che chiedono aiuto e ringraziano. Il male non prevarrà!!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Nel tempo della benevolenza, rispondimi Signore.


Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.
Non mi travolga la corrente,
l’abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca.

Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

Il Figlio del falegname

Oggi come ieri non sappiamo riconoscere i “profeti” a causa, soprattutto, dei pregiudizi che ci impediscono di accogliere l’altro. Questo episodio della vita di Gesù ci aiuti a riflettere con maggiore intensità sui nostri pensieri, le nostre parole e i nostri giudizi spesso, troppo spesso, guidati da simpatie personali o da opportunismo che ci impediscono di ascoltate e cambiare la nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

   Parola del Signore

Il Regno dei cieli

Piccolo ma capace di diventare grande e di offrire riparo a chi decide di fidarsi e affidarsi al mistero della sua presenza. Il regno dei cieli non si mostra tra le evidenze del mondo ma offre possibilità di riparo o di crescita a chi lo cerca per essere protetto e poi poter crescere e vivere un’esistenza pacificata.

Se siamo attenti, insomma, se ci facciamo buoni osservatori delle cose di questo mondo anche noi possiamo scoprire nelle cose piccole e invisibili il mistero grande che offre vita e vita buona. Un bel programma per i nostri giorni e per una vita bella.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

   Parola del Signore

Un tesoro nascosto

Un tesoro nascosto 🙄, una perla di grande valore 🎆, una rete gettata in mare🎏⛵🐟🐠🐡🦐🦞🦀🦑… Gesù parla di sogni e nuovi orizzonti; egli ci racconta la verità sul Regno dei cieli e lo fa nel quotidiano dei nostri giorni in questo mondo; ci mostra di un uomo che vende tutti i suoi averi per trasferirsi nel campo dove ha trovato un tesoro di grande valore; ci racconta del mercante che cerca perle preziose e che ne trova una di così grande valore che lo spinge a vendere tutto ciò che ha pur di avere la possibilità di comprarla. Eppoi quella rete che raccoglie ogni genere di pesci.

Queste parole semplici ci invitano a comprendere quanto valore abbia nella vita e per la buona vita dell’uomo il Regno dei cieli.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Parola del Signore.

Servire

Per commentare il vangelo di oggi abbiamo scelto di condividere questo breve e bello aforisma:

Dormivo e sognavo che la vita era gioia;
mi svegliai e vidi che la vita era servizio.
Volli servire e vidi che servire era gioia. (R. Tagore)

Lo stesso Gesù, infatti, dice agli Apostoli di essere venuto per servire, cioè per fare il diacono (servo) e non per essere servito.

Chiediamoci allora se noi siamo capaci e disponibili ad essere “servi” senza aspirare a ricoprire i primi posti. 🙃 Coraggio!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,20-28

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

Ascoltate

Sono almeno quattro gli ostacoli che impediscono che Parola porti frutto: 1) quando non ascoltiamo di certo non comprendiamo; 2) quando qualcuno ci perseguita; 3) quando i nostri vizi prendono il sopravvento ; 4) quando incontriamo il seminatore di maldicenza e menzogna (succedeva anche a Gesù. Egli seminava la buona Parola e i soliti soloni del tempio spargevano calunnie e falsità per screditarlo).

Tutto ciò accadeva ieri e, purtroppo, accade ancora non solo a chi cerca di seminare la buona Parola ma anche a chi cerca di impegnarsi nella società per il bene comune.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

   Parola del Signore

Miei discepoli

Siamo tralci e per portare più frutto abbiamo bisogno di essere potati. Nessuno, infatti, è “buono” come potrebbe credere. L’unica vite buona è Gesù e a noi non basta dirci suoi tralci per essere come Lui è stato in vita.

È la vita di Gesù che ci mostra la via da seguire. Egli pur accusato ingiustamente, pur giudicato colpevole con accuse false e frutto di gelosia e orgoglio ha scelto di sacrificarsi fino a morire in croce. Il male lo ha colpito nel corpo e in tanti si sono accaniti su di Lui mentre attorno regnava l’indifferenza. Dio non permetta che anche noi, oggi, facciamo come scribi e farisei, o, che restiamo indifferenti di fronte alle ingiustizie o ai soprusi che distruggono la vita di chi sta accanto noi.

Invochiamo lo Spirito affinché ci aiuti da un lato ad imitare Gesù che si è lasciato portare al calvario e dall’altro ci impedisca di essere indifferenti. Il gioco del male appartiene a Lucifero. Ogni malvagità genera altro male. Gesù, però, lo ha impedito mostrando di accogliere il male e rispondendo con l’Amore e il perdono. Purtroppo quando c’è l’inganno si può perfino diventare incapaci di capire cosa si sta facendo e diventiamo preda del male che ci fa tradire anche i nostri buoni propositi. Che Dio ci aiuti e lo Spirito Santo venga in nostro soccorso.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Ho visto il Signore

Gli Apostoli si nascondono mentre Maria Maddalena corre alla tomba. Il suo è un segno che esprime sete d’amore. L’inaspettato si fa presenza umile e poco riconoscibile ma una voce che la chiama le rimbalza nel cuore e il Maestro si mostra per donare una vita nuova.

Ora Maria ha una missione da compiere e una vita nuova piena di coraggio da vivere. Anche noi abbiamo un’attesa da riempire, una storia nuova da scrivere, una sete da spegnere. Il vuoto merita di essere riempito di senso. Abbiamo una missione importante che ci attende, una meta da raggiungere.

L’esempio della Maddalena che sa osare, sfidando anche i forti e i potenti, ispiri il nostro cuore ad avere più coraggio diffondendo l’amore. È questo il fuoco che può infiammare il mondo e spargere semi di fiducia capaci di ridare anima a noi e a chi ci circonda.

Questo fuoco ci spinge ad osare per scrivere pagine nuove oltre ogni pregiudizio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore

Ecco tua madre

C’è un legame così forte e così potente che supera anche quello fondato sui vincoli di famiglia. È il legame con il Signore. Quando a guidare i nostri passi è l’Amore tutto attorno a noi si colora d’infinito e il volto di Gesù si fa trovare quasi all’improvviso. Lo riconosci ovunque vai e dovunque stai. Dio si fa compagno di viaggio e si mostra nella quotidianità dei giorni chiedendo di essere accolto.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,46-50
 
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
 
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
 
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
 
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore

Generazione malvagia

Anche in questo tempo come allora ci si rivolge al Signore per chiedere “un segno“. A Gesù ciò non piace e reagisce con parole dure. Chiama i Giudei del suo tempo “generazione malvagia e adultera pretende un segno”. E noi? Io? Anche noi chiediamo un segno oppure siamo capaci di vivere il dono della vita godendo di quanto il Signore ogni giorno ci offre?

Il modo di pensare di questo tempo non ci aiuta. Siamo spinti a puntare al successo credendo di essere migliori di altri, vogliamo appagare solo i nostri desideri, ci isoliamo escludendo gli altri. Ci manca la Vita, quella che coltiva le amicizie vere, che con pazienza accarezza un fiore, con dolcezza parla e ascolta gli altri, siamo presi, invece, dal nostro egoismo e finiamo per “consumare” la vita rincorrendo falsi miti.

Oggi alziamo gli occhi al cielo e cerchiamo di guardare oltre noi e le nostre prigioni. Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere il Suo segno per il mondo e a non vivere da condannati ma da risorti.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

   Parola del Signore