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Tutto quello che aveva

Ogni istituzione che tradisce la ragione profonda per la quale era nata è destinata alla distribuzione. Del tempio di Gerusalemme e del suo tesoro non è rimasta pietra su pietra.

I detentori del potere ne avevano fatto un covo di ladri e, grazie alla loro posizione, schiacciavano i più piccoli escludendoli e sfruttandoli, succhiando il sangue della loro vita. Così accade alla povera vedova che dona tutto quello che ha mentre, al contrario, era lei che doveva essere aiutata con le ricchezze custodite nel tempio.

Gesù vede tutto questo scellerato comportamento dei potenti del tempio e lo condannerà profetizzando la sua distruzione cosa che, purtroppo, avvenne.

La storia ci aiuti, oggi, ad evitare errori irrimediabili anche nelle nostre povere vite conservando integro il tempio del nostro corpo da ogni corruzione e, allo stesso modo, ci aiuti a leggere il presente con un atteggiamento critico e libero.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

   Parola del Signore

Maestro, hai parlato bene

Oltre questa vita c’è una vita più forte, indistruttibile, eterna. Questa è la promessa del Dio di Gesù Cristo. Non si tratta di risorgere ma di vivere fin da subito l’eternità … vivere l’oltre adesso e per sempre. Questo è il grande mistero che Gesù trasmette.

Il Dio di Gesù Cristo, il nostro Dio, è il Dio dei vivi e in lui viviamo in eterno.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

   Parola del Signore

Sta scritto

La casa del Signore è la casa dove si prega, dove si vive la comunione, dove l’amore è il cuore della relazione. Dove non si prega, dove manca la comunione e dove non ci sono vere relazioni questa non è la casa del Signore.

Non basta, infatti, avere un edificio adibito alla preghiera perché il Signore lo abiti. Non basta la forma esterna ma è necessario che in quell’edificio si viva la comunione e l’amore.

E, peggio ancora, se in quel luogo troviamo persone che cercano di dominare gli altri, di escluderli o che, addirittura, tentano di abusare del loro ruolo per arricchirsi è certo che li, il Signore, non c’è e non potrà mai esserci.

La casa di preghiera, infatti, la riconosciamo subito e faremo del tutto per entrarci e rimanere con i fratelli e con il Signore. Nella casa di preghiera nessuno domina l’altro ma tutti collaborano per vivere la pace del Signore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

   Parola del Signore

Non indurite il vostro cuore

Nonostante tutto Gesù si commuove e piange. La sua compassione si esprime attraverso gesti eloquenti. Vedendo Gerusalemme, (le nostre città e la nostra vita) egli versa lacrime di compassione. Eppure non possiamo perdere la speranza. I cristiani, ciascuno di noi, siamo chiamati ad esercitare la virtù della speranza e abbiamo il dovere di vivere la comunione con gli altri. Da soli non possiamo fare nulla abbiamo bisogno degli altri e dell’aiuto del Signore che ci aspetta lungo la via.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

   Parola del Signore

Oltre le nostre paure

Quante volte siamo preoccupati, stanchi, delusi e vogliamo mollare tutto e tutti? Ci comportiamo come il servo che, ricevuta la fiducia del padrone, nasconde la moneta ricevuta, cioè non vive la sua condizione.

Il Signore ci ha chiamati, invece, a metterci in gioco e a giocare, con intellingenza e responsabilità, il nostro presente. Non si tratta di assecondare i nostri sogni e i nostri desideri, a volte superiori alle nostre reali possibilità. Si tratta di imparare a concentrare le nostre attenzioni e la nostra stessa vita su ciò che abbiamo e che, al momento stabilito, dobbiamo lasciare a chi viene dopo di noi. Dobbiamo vigilare perché molti desideri vengono dalle tenebre che vogliono distruggere la nostra vita mentre il Signore ci ama e vuole invece che noi viviamo felici.

Questa è la nostra vera responsabilità.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

   Parola del Signore

Oggi è venuta la salvezza

È Gesù che salva. È Lui che ci viene incontro. È, sempre Lui, che offre ad ogni donna e ad uomo, la possibilità di trovare la pace.

Lui ci ama e non vuole perdere nessuno perché ama tutti e, per questo ci invita a scendere (a farci umili) … per incontrare Gesù ci basta stare in casa dove Lui si fermerà.

Quando riusciremo ad accorgerci della sua presenza e riusciremo di lasciare tutto il nostro superfluo, le nostre ambizioni umane, i nostri propositi di grandezza Gesù, guardandoci negli occhi ci dirà: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza. … Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Questa salvezza è la “pace” che il Signore Gesù e solo Lui può davvero donarci.

Nulla è impossibile a Dio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

   Parola del Signore

La tua fede ti ha salvato

Confermato. È la Fede che salva. La Fede cercata, accolta e vissuta salva la vita. Questa è, infatti, l’unica vera svolta nella vita. Una svolta che dona la possibilità di vedere e vedendo bene è possibile seguire Gesù e glorificarlo.

La Fede, infatti, ci permettere di fare ogni giorno le scelte giuste, le scelte buone, le scelte che ci fanno camminare nella vita imitando Gesù che è l’unico vero Signore della nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

   Parola del Signore

Servo buono e fedele

Tutti noi abbiamo ricevuto in dono la vita (il talento più grande e di maggior valore che potevamo avere). Cosa ne stiamo facendo? Sappiamo che questa vita è a immagine e somiglianza di Dio e, quindi, come la stiamo vivendo? Viviamo con questa consapevolezza? Viviamo portando nel mondo l’immagine di Dio? Cerchiamo di somigliarli? Scopriamo che quando il “padrone” verrà sarà molto esigente e ci chiederà conto di cosa abbiamo fatto della vita che abbiamo ricevuto in dono. Sinceramente è una parabola molto difficile da accogliere ma ha il pregio di essere un avviso potente alla nostra vita. Un richiamo forte che ci chiama a cambiare portando a frutto questa vita, la nostra vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Cercare ancora

Essere perseveranti. Non mollare. La vedova insiste e chiede giustizia. Prosegue nel domandare. Continua a credere anche quando non percepisce segni di accoglienza.

Passa il tempo. Ad un certo punto accade che quella vedova sola ed indifesa ottiene la giustizia che tanto aveva invocato.

Non perdiamo la speranza. Continuiamo a cercare e il Signore non resterà indifferente … Probabilmente già ci ha ascoltato da un pezzo e noi non siamo neanche capaci di accorgercene.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

   Parola del Signore

È in mezzo a voi!

Tutto chiaro, tutto semplice, tutto ordinario. Gesù e il suo Regno sono nel quotidiano. A noi basta vivere il tempo che ci è dato chiedendo allo Spirito di aiutarci a vedere la presenza del Signore nell’ordinario. Egli, ci dice Paolo, sta in mezzo a noi e ci mostra il Regno. Un Regno nel quale l’accoglienza è legge e nel quale l’Amore è la pietra preziosa che mostra la via.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

   Parola del Signore