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Così accadrà

Gesù accende un faro sulla nostra vita quotidiana. Egli evidenzia come la vita quotidiana del tempo di Noè e la nostra sia molto simile. Si pensava e si pensa a mangiare, bere, prendere moglie o marito. Della relazione con Dio non si parla. Ieri come oggi la fede viene messa da parte. Gesù ricorda che al tempo di Noè venne il diluvio e morirono tutti. E oggi? Quale sarà il nostro “diluvio”? Forse la guerra nucleare o qualche altra diavoleria? Gesù, insomma, lancia l’allarme ma ci chiediamo se c’è qualcuno pronto a raccoglierlo, se c’è qualcuno che ancora ha fede? Gesù al suo ritorno troverà la fede sulla terra?

Ieri sera in una riunione in parrocchia si è parlato proprio di questo. Abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati proprio su questa situazione rilevando come anche da noi, purtroppo, questa è la realtà. Cosa possiamo fare? Come cercare di coinvolgere e ricostruire una comunità? Forse è arrivato il tempo di pensarci tutti insieme e provare a mettere in campo iniziative per ridare cuore alle vite, recuperare rapporti, relazioni, abbracci veri, parole autentiche e a vivere una rinnovata fraternità. Non è mai tardi per ricominciare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

In mezzo a voi

È come passare dal buio alla luce, come aprire gli occhi e scoprire cose meravigliose, come accorgersi di abitare in un mondo splendido. Vedere il regno di Dio ha proprio questo effetto. Si tratta di farsi illuminare dal bello, meravigliarsi e notare lo splendore nel quale siamo immersi. Purtroppo solo pochi riescono a farsi rapire da questo stupore ed è così che la tristezza, l’inganno, la falsità si impadronisce dei nostri giorni. Il regno di Dio, invece, è entrare, finalmente nella vera dimensione della vita dove i problemi sono risorse, le difficoltà occasioni per vivere l’Amore di Dio, gli ostacoli opportunità per instaurare buone relazioni.

Oggi guardiamo l’alba che vince il buio e fa spegnere le luci artificiali e seguiamo il suo esempio mettendo in campo almeno qualche azione, qualche comportamento, qualche parola capace di essere luce per l’altro che incontriamo e così scopriremo anche noi il segreto del regno di Dio dove il bene e l’aiuto fraterno sono i tesori della vita nascosti in preziosi scrigni che attendono di essere scoperti e condivisi. Questo è il vero e unico segno del regno di Dio dove l’Amore vince e vince sempre ❤️.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25
 
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Parola del Signore.

Nuovo tempio

La casa di Dio non è fatta di mattoni. La casa di Dio dalla quale il suo Amore si irradia nel mondo è, infatti, il corpo umano. Chiunque accoglie Gesù nel cuore è un Tempio che custodisce l’Amore e dal quale questo Amore si diffonde nel mondo.

A rivelarci questa Verità che è una autentica rivoluzione è Gesù stesso ma i Giudei non comprendono. Siamo anche noi Giudei? Crediamo anche noi che Gesù abbia bisogno di un Tempio? Dobbiamo, invece, essere consapevoli di essere noi i custodi di Gesù e del suo Amore e che è nostro compito diffondere il suo Amore. Non basta avere Fede, non basta Sperare occorre Amare perché Amando dimostriamo di avere Fede e di Sperare. Senza accogliere l’Amore di Dio e senza donarlo noi dimostriamo di non avere Fede in Gesù e di non avere neanche Speranza. Non tutto e non sempre tutto deve andare male. Ci sarà un tempo nel quale avremo chiarezza di tutto questo. Quando questo tempo arriverà e ne avremo piena coscienza noi vivremo consapevolmente alla presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo… il Grande mistero di un Dio che è Amore si dispiegherà completamente e vi sarà gioia infinita. Anche noi vivremo da risorti ma non in un altro pianeta o in un’altra dimensione della realtà bensì in questo mondo. Questa rivoluzione umana è quella propria a cui appartengono i “risorti”. Si tratta di entrare nella nuova vita che sappiamo essere presente sempre e pienamente nei pensieri di Dio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-22
 
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore.
 

Servi inutili

È Gesù stesso a dire di essere venuto a “servire” cioè a fare il diacono, perché il diacono è un servo che deve Amare l’altro con libertà, cioè con cuore libero. Essere a servizio dell’altro e disponibili ad offrirsi per il bene dell’altro, questo è l’esempio che Gesù mostra con la sua vita. Oggi puntualizza che “siamo servi inutili“, cioè servi non utili a noi stessi ma utili agli altri.

Il programma di vita che Gesù ci indica presuppone l’essere umili e piccoli; ci chiede di evitare di ritenerci migliori degli altri; ci suggerisce di scegliere sempre l’ultimo posto e di essere sempre pronti a fare tutto ciò che dobbiamo fare e facendolo dire: “Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.

Per fare un esempio siamo come un flauto dentro il quale per suonare dobbiamo permettere a Gesù di soffiare. Solo il suo soffio, infatti, ci potrà permettere di diffondere una dolce melodia attorno a noi, solo il suo soffio dentro di noi ci consentirà di fare davvero quanto dobbiamo e di essere pienamente “servi inutili“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Le cose piccole

Questa immagine mostra una fonte d’acqua. Dalla terra esce uno zampillo d’acqua fresca che per secoli ha dissetato la popolazione del luogo assicurando la vita e donando futuro. Una piccola sorgente se paragonata al pianeta Terra e qualcosa di infinitamente piccolo se messo in relazione con l’universo. Eppure in questa piccola sorgente al centro del villaggio la vita ha potuto continuare e costruire per secoli e millenni futuro per tantissime generazioni. È un po’ come il granello di senape che è capace di dare vita ad una pianta dai cui frutti si ricava una salsetta che da sapore alle pietanze. Tutto per dire che basta una fede come un granello di senape o come un piccolo zampillo di acqua per donare gusto e sapore alla vita, per vivere da risorti e gioire della presenza di un Dio che si mostra in ogni circostanza della vita.

Oggi auguriamo a voi che ogni mattina leggete queste brevi riflessioni e a noi con voi di essere come una piccola fonte che disseta o un granello di senape che unito agli altri dona gusto alla vita semplice e umile che siamo chiamati a vivere.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,1-6
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Parola del Signore.

Dio dei vivi

C’è sempre qualcuno anche oggi, come i sadducei al tempo di Gesù, che in qualche modo ci attaccano e vogliono ingabbiarci dentro un grovigli di parole o rinchiuderci dentro labirinti che appaiono senza uscita. Questo è il momento di alzare lo sguardo; è il momento di sollevarci oltre il pantano e volare alto. Il nostro è un Dio dei vivi, un Dio che ci accompagna oltre le assurde combinazioni costruite per metterci in difficoltà. Sullo sfondo delle azioni del male c’è, come sempre la gelosia, l’invidia e il desiderio di fare del male per trascinare gli altri in fondo ad abissi senza uscita. Ricordiamoci che l’unica cosa che vince sempre è l’Amore. L’Amore guarda il futuro e costruisce sempre futuro. L’Amore è l’unica vera possibilità di evitare l’abisso, l’unica risposta al male, l’unica verità che non tradisce mai. Non facciamoci sfuggire l’occasione di amare e la vera gioia sarà sempre con noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20,27-38
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Parola del Signore.

Dio e la ricchezza

Tra Dio e la ricchezza c’è una distanza e una differenza immensa. Dio non ha alcuna necessità della ricchezza. La ricchezza, infatti, è la negazione di Dio. Il ricco crede di essere Dio e di poter comprare ogni cosa. Dio, invece, guarda al cuore ed è nel cuore che c’è tutta la ricchezza di cui una persona ha bisogno. Dio conosce profondamente il nostro cuore e saprà parlarci proprio nel cuore dove abita il nostro Dio, il Dio di Gesù Cristo. Se perciò anche noi siamo come i farisei di cui si parla oggi nel brano del Vangelo e cioè siamo attaccati al denaro e pieni di noi stessi, se anche noi, come quei farisei, ci facciamo beffe di quello che dice Gesù sarà bene conoscere e meditare sulle parole che Egli rivolge ai farisei di ieri e di oggi: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,9-15

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

Parola del Signore.

Figli della Luce

I figli della Luce sono i figli dell’Amore, sono coloro che vivono facendo della propria vita un inno al bene. Ma, in questa parabola, sembrano degli ingenui, mentre i figli del mondo sono presentati come dei furbetti che rubando se scoperti sono ancora più scaltri nell’utilizzare parte della ricchezza ingiustamente accumulata per ingraziarsi persone alle quali, in caso di bisogno, si potranno rivolgere per non finire soli e abbandonati. Ebbene questi figli del mondo che sono dei disonesti vengono alla fine anche lodati per il modo con il quale agiscono e per come si sono serviti delle ricchezze accumulate. Questo esempio che Gesù ci propone appare certamente paradossale e, in un certo senso lo è, e, infatti, ne restiamo anche, in parte, spiazzati. In ogni caso siamo chiamati a concentrare la nostra attenzione sui gesti finali del disonesto che pur se utilizza la ricchezza ingiustamente accumulata per proteggere il suo futuro, nelle azioni concrete, è costretto ad aiutare gli altri nella loro condizione di difficoltà. Gesù, insomma, sembra non tenere conto delle ragioni che spingono il disonesto a fare del bene ma pone in evidenzia il positivo del suo agire verso chi ha bisogno. Non è che Gesù giustifica la disonestà anzi la evidenzia come sbagliata ma tiene conto del fatto che anche se la ricchezza proviene da un comportamento non buono il suo utilizzo pratico, in questo caso, ha determinato azioni di bene. Anche rispetto a questo particolare (cioè rispetto allo scopo per il quale il disonesto agisce) il giudizio di Gesù non sembra essere buono anche se gli effetti concreti portano azioni di bene. La furbizia insomma non è proprio da lodare. Meglio restare, se ci si riesce, semplici e appassionati figli dell’Amore che non significa essere dei fessacchiotti (come direbbe Totò) ma significa, invece, vivere da cristiani autentici.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Parola del Signore.

Rallegratevi con me

È meraviglioso ascoltare questo brano nel quale Gesù si interessa della sua pecora smarrita. Noi ci sentiamo proprio come la pecora smarrita, abbiamo la speranza che Lui verrà a cercarci in ogni istante della nostra vita e lo farà fino a quando non ci avrà ritrovato .E quando ci ritroverà ne saremo felici noi ma con noi lo saranno anche gli angeli di Dio che faranno festa in cielo. Non siete d’accordo con noi? Non pensate che sia meraviglioso un Dio che viene a cercarci continuamente e che fino a quando non ci avrà trovato non finirà mai di cercarci? Questa notizia ci riempie il cuore di una grande gioia perché la speranza si fa certezza di essere Amati e lo siamo davvero.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-10
 
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Parola del Signore.

Risorgeremo

Ci sono segni nel cielo, parole sussurrate, emozioni che scuotono e visioni che dovrebbero parlare al nostro cuore. Ci chiediamo se siamo ancora capaci di riconoscere questi segni, se riusciamo ad ascoltare nel profondo, se siamo in grado di emozionarci ancora e se riusciamo ad avere vere visioni … sembrerebbe di no. Eppure intorno a noi c’è una palpabile nostalgia di infinito, una insoddisfazione che rende la vita triste e i sorrisi solo apparenza. È il peccato di questo tempo che ci rende ciechi, sordi e incapaci di avere emozioni vere e sentimenti profondi. Gesù oggi ci ricorda che il Padre promette la risurrezione a chiunque “vede” e “crede” al Figlio. E noi cosa vogliamo fare?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.