Il Regno di Dio è vicino

Le Parole di Gesù sono per noi forza e sostegno. Ascoltarle ci mette in condizione di affrontare il quotidiano e ci aiuta ad attraversare il deserto del quotidiano dove, nonostante le apparenze, siamo chiamati a seminare opere di bene, parole buone e gesti di amore. Opere, parole e gesti che sono semi che, ne siamo sicuri, germoglieranno anche nel deserto colorandolo e spargendo profumo di speranza. Gesù ha affidato a noi tutti il compito di rendere fecondo questo deserto e se Lui si è fidato di noi anche noi dobbiamo e possiamo fidarci di Lui che ce lo ha promesso.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Parola del Signore.

Risollevatevi

Ogni giorno ha la sua alba, ogni vita la possibilità di ricominciare; ogni relazione ha un inizio e ogni cuore il desiderio di incontrare l’altro.

Siamo chiamati dalla vita ad attraversare il dolore, a subire gli assalti del diavolo, a non cedere alle tentazioni e agli spiriti del male. Ma in questi momenti, in queste battaglie non siamo soli. La solitudine ci potrebbe indebolire e scoraggiare ma in realtà c’è sempre il Signore accanto a noi. Mai dobbiamo dubitare della sua presenza e sempre, costantemente, invece, dobbiamo chiedere suo aiuto.

Il Padre ci invita a rialzare la testa guardando oltre le meschinità umane, oltre il male che c’è… oltre ogni ostacolo. Non c’è dolore e non c’è sofferenza che può durare per sempre. L’unica cosa che dura all’infinito è l’Amore del Padre e la nostra liberazione è più vicina di quanto possiamo immaginare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,20-28
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Parola del Signore.

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome

Gesù ci insegna che anche se perseguitati, traditi o odiati dal mondo nemmeno un capello del nostro capo sarà perduto.

Lui ci darà parola e sapienza per attraversare il deserto e rifiutare il male, per non cedere alla tentazione e salvare la vita. “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,12-19
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore.

Badate di non lasciarvi ingannare

Se davvero vogliamo evitare di ingannare ed essere ingannati dobbiamo essere disponibili a cambiare vita. In questo senso ci sembra proprio che “Ricominciare” sia la parola chiave. Da sempre, infatti, ci sono tre ingredienti sicuri con i quali e dai quali ripartire: la Fede (ma non basta), la Speranza (che qualcosa davvero possa cambiare) ma è con il terzo che tutto può davvero ricominciare… l’Amore… Si a dircelo è stato l’unico Maestro per TUTTI e si chiama Gesù Cristo… Lui non sbaglia! Non sbaglia mai! Forse ci possiamo proprio Fidare e Affidare.

Preghiamo affinché il vento e la pioggia di questa notte rinnovi profondamente e fin dalle radici le nostre povere esistenze.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-11
 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Parola del Signore

Fare la volontà del Padre

Le parole di Gesù ci obbligano sempre a fare scelte chiare. O si va da una parte o si va dall’altra. Gesù non è un tiepido. Egli, oggi, ci dice con parole chiare che, per essere suoi fratelli, occorre fare la volontà del Padre suo. Non sono i legami di sangue a farci sentire fratelli in Cristo. C’è qualcosa di più forte che deve coinvolgere tutta la volontà della nostra persona. Ed è così che se ci fermiamo davvero a riflettere su queste parole possiamo comprendere meglio la distanza tra molti, nostri, modi di pensare e il pensiero di Gesù. Ma questo non ci deve abbattere anzi deve stimolarci a camminare ancora verso di Lui con la speranza che seguire Gesù, in pienezza, è davvero l’unica possibilità che ci resta per giungere ad abbracciarlo e per vivere la vita eterna iniziando fin da subito a farlo. Questa non è follia ma realismo cristiano e si sa che i cristiani per questo mondo sono pazzi. 😉

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,46-50
 
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.

Ricordati di me

Oggi condividiamo la lectio divina tenuta ieri sera da Sr Michela Spera dal Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma. Per ascoltare clicca qui

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Parola del Signore

Dio dei viventi

“… che ne sarà della nostra vita? Apparterrà al nulla, alla morte?
Gesù risponde che la vita appartiene a Dio, il quale ci ama e si preoccupa tanto di noi, al punto di legare il suo nome al nostro: è «il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (vv. 37-38). La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà”.

Papa Francesco

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20,27-40
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Parola del Signore.
 

La mia casa sarà casa di preghiera

Gesù alza la voce e mette all’indice sacerdoti e scribi che hanno trasformato il tempio in un mercato. Gesù annuncia con parole forti e chiare che al centro della vita c’è la preghiera fondata sulla sua Parola, Parola che dona vita vera. Gesù cambia totalmente le vecchie liturgie del passato e propone di avere Fede in Lui che ci ha lasciato il suo Spirito che è vera forza per la vita quotidiana. Una forza che la preghiera ci aiuta raccogliere in un clima di silenzio. Ma c’è un luogo specifico dove pregare? Ogni luogo è idoneo e, forse, è la casa domestica il posto principale. Le nostre case le dobbiamo considerare il luogo ordinario della preghiera, quello nel quale il 🔥 dello Spirito Santo deve penetrare in ogni angolo del nostro corpo e invadere il ❤️ perché anche la nostra testa sia disponibile a realizzare azioni di Amore condividendo la vita concretamente. Il frutto della preghiera infatti lo possiamo trovare solo in una vita nuova, in una vita da Risorti, in una vita donata in pienezza imitando Gesù.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,45-48
 
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Parola del Signore.

Verranno giorni

Chi è stato almeno una volta in Terrasanta quasi certamente avrà visitato la Chiesa del “Dominus flevit” luogo dall’ quale si gode una vista spettacolare di Gerusalemme. Qui la tradizione colloca l’episodio del vangelo di oggi. Gesù guarda la città, ha davanti la maestà del tempio e il brulicare frenetico delle donne e degli uomini del suo tempo. Si sofferma ad osservare e sul suo volto scendono le lacrime. Non maledice la città e i suoi abitanti come certi interpreti frettolosi hanno scritto ma è addolorato perché immagina il male che vi si compie e le conseguenze che il popolo subirà. Poche volte Gesù piange e questa è una di quelle. Qui egli esprime in maniera totalmente umana la sua compassione e così esprime il suo ennesimo appello alla conversione. Forse possiamo immaginare anche noi lo sguardo di Gesù che si posa sulle nostre città, sui nostri paesi e vedere come ci si vive e, purtroppo, non sarà difficile nemmeno immaginare il pianto di Gesù sulla nostra attuale realtà. Se pensiamo che sia così, forse possiamo ancora tentare di cambiare qualcosa. Forse possiamo aggrapparci all’offerta di salvezza che Gesù ci propone.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,41-44
 
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Parola del Signore.

Servo buono

Il Signore Gesù non ci considera servi ma ci vuol far capire che siamo figli di un Padre buono. Siamo figli, … figli amati. Non abbiamo nulla da temere, nulla di cui avere paura. Gesù ci vuole incoraggiare e spingere a costruire futuro a mettere a frutto i doni che abbiamo ricevuto e a decidere di Amare. Amare, infatti, è l’unica unità di misura per capire e valutare i frutti che un giorno potremo presentare al nostro Signore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Parola del Signore.

Aquila e Priscilla