Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Andrò da mio Padre

Oggi abbiamo due figli che, pur comportandosi in maniera diversa nascondono una stessa convinzione. Il figlio minore che è andato via sperperando la sua parte di eredità chiede di essere accolto come servo. Il figlio maggiore, geloso, si considera servo del Padre. Ebbene, se stiamo attenti al vangelo, scopriamo che il Padre, invece, non considera i due come servi ma li ha sempre voluti e trattati da figli e, pertanto, ha sempre sperato e atteso il ritorno del minore che accoglie da figlio e, allo stesso modo, ha sempre considerato il maggiore un figlio e non un servo. Un ultimo appunto: il figlio minore è il peccatore e il pubblicano che è in noi; il figlio maggiore è l’uomo religioso o il sacerdote e lo scriba che si considera meritevole di premio per aver adempiuto alle prescrizioni della legge. Tutti e due i figli hanno in loro questa stessa mentalità del rapporto con Dio come quella di un Padre padrone e un servo, mentre Dio, in realtà è un Padre che vuole una relazione con tutti noi come figli e ci ama da Padre misericordioso.

A queste nostre povere parole aggiungiamo la lectio di dom Innocenzo Gargano tenuta questa sera presso il monastero Sant’Antonio Abate sull’Aventino di Roma e curata da dom Innocenzo Gargano.

http://www.camaldolesiromani.com/wp-content/uploads/2022/03/4a-Quar-C-26-03-22.mp3

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-3.11-32
 
In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci.  Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.  E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore.

Abbi pietà di me peccatore

Due uomini salgono in alto per pregare. Entrano nel luogo e, il primo prega mettendosi in mostra ed esaltando ciò che fa. Egli davvero rispetta tutte le norme eppure c’è qualcosa che non va; il secondo, resta in disparte e con grande umiltà si dichiara peccatore e chiede pietà.

La scena del vangelo di oggi non ne parla ma a pensarci bene in quello stesso luogo ci siamo anche noi e anche noi dobbiamo cercarci un posticino. Dove ci mettiamo? Quale posto ci scegliamo? E da dove stiamo cosa vediamo? Ed ora che cosa possiamo e vogliamo dire di noi al Signore? Con quali parole vogliamo e possiamo parlare di noi a Maria?

Proviamo a farlo adesso. Sarà una buona occasione per un esame di coscienza in questa Quaresima e … chissà!

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
 
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Non temere

Dio è vicino a tutti ma non tutti lo vedono e lo accolgono. L’uomo non guarda, non ascolta e non segue la volontà di Dio. Anche questa generazione, anche noi, si sta e ci stiamo comportando come e forse anche peggio di chi ci ha preceduto e, quindi, sta, stiamo vivendo la vita come se tutto fosse nelle nostre mani. Cari amici non è così. Noi non siamo in grado di decidere niente e siamo destinati a fallire se non ascoltiamo Dio e se non facciamo la sua volontà.

Nel giorno della festa dell’Annunciazione il vangelo ci racconta della visita dell’Angelo a Maria. Maria ha ascoltato la voce e la Parola di Dio, Maria ha accolto la volontà di Dio nella sua e Dio l’ha scelta come la Madre di Gesù. Di fronte a questa missione incredibile Lei ha risposto con una semplicità disarmante: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

E noi, io, sono capace di ascoltare e accogliere davvero la volontà di Dio per me? So che cosa Lui mi chiede? Ho mai provato ad Ascoltare la sua voce?

Cari Amici, diciamoci la verità, siamo sordi, ciechi, muti, zoppi e intolleranti. Crediamo di poter fare tutto ciò che ci passa per la mente dimostrando così la nostra totale incapacità a sentirci Figli di Dio, salvo poi, quando le cose ci vanno male, (e non può essere diversamente) chiedere “miracoli” che non potremo mai ricevere. Torniamo umani; torniamo con i piedi per terra; torniamo ad Ascoltare la Parola e ad accogliere Dio nella nostra vita e allora SI che riceveremo la visita dell’Angelo il quale ci dirà: “Non temere...”.

Questo tempo di Quaresima ci aiuti a cambiare strada e a tornare a vivere non secondo i nostri desideri e la nostra volontà ma secondo la volontà di Dio. È Lui che dobbiamo seguire se vogliamo essere davvero felici.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Il sospetto che distrugge

C’è un Dio che ci vuole felici, un Dio che vuole guarire il nostro mutismo per permetterci di costruire una relazione con Lui. Ma, che strano? Nel vangelo di oggi, mentre Gesù cerca di fare il bene ridando voce ad un muto, c’è chi insinua idee velenose sospettando che il bene che viene fatto ha altri scopi e proviene dal demonio. A pensarci bene capita anche nel nostro quotidiano che qualcuno, di fronte ad altri che fanno del bene, lancia il sospetto che chi lo sta facendo nasconde altri scopi. È il seme dell’invidia che prova ad avvelenare ogni cosa e a diffondere maldicenza e chiacchiericcio, tutte cose che distruggono le relazioni. Gesù, invece, si propone di costruire buone e belle relazioni che sono davvero fondamentali nella vita di ogni persona. Cerchiamo di accantonare sospetti, maldicenza e invidia che distruggono la nostra felicità e quella degli altri.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,14-23
 
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Parola del Signore.

Pienezza

Gesù non abolisce la Legge ma chiede che ci sia una osservanza vera e piena della sua verità; ci chiede di andare oltre le apparenze, di avere una vita di fede piena e di seguire Gesù, cioè di amare davvero. Con chiarezza ci chiede di amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi. Si tratta di essere miti e umili cuore, di amare con dolcezza e di non giudicare. Molto importante sarà non reagire verso coloro che tentano di ingannarci; non replicare a chi ci provoca; evitare situazioni ambigue o rischiose. La vita è così breve che non vale la pena prendersela troppo e rovinarsi il tempo che ci è stato offerto.

Guardiamo il cielo … l’orizzonte quasi sempre ci aiuta a leggere con distacco certe situazioni presenti che rischiano di rovinarci la bellezza che circonda la nostra esistenza.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,17-19
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore.

Perdono, misericordia e Amore

Perdonare sempre è il grande messaggio del vangelo di oggi ma ricordarsi che noi per primi siamo stati e siamo continuamente perdonati da Dio Padre. Ogni volta che preghiamo il Padre con le parole che Gesù ci ha insegnato noi chiediamo il perdono e ci impegniamo a perdonare agli altri e dobbiamo essere consapevoli che il perdono che abbiamo ricevuto e riceviamo è molto più grande di quello che siamo chiamati a donare agli altri. Ancora una volta questo gesto del perdono si unisce con la necessità di chiedere la misericordia di Dio e con l’impegno ad essere misericordiosi come il Padre lo è stato e lo è con noi. A guidare ogni cosa c’è l’Amore che è il cuore del messaggio di Gesù e che ci chiede di Amare sempre e comunque soprattutto i nostri nemici e più ancora chi compie azioni malvagie contro di noi, chi agisce con furbizia credendo di non essere scoperto. Questo è il cristianesimo ed è quello che siamo chiamati a fare imitando la vita di Gesù. È una scelta di vita che costa molto ma è il banco di prova della nostra fede e della misura della fiducia che abbiamo in un Dio che non ci lascia mai soli.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,21-35
 
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”.  Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore.

Rifiutati

Fa sempre impressione leggere e rileggere questi versetti di Luca. Gesù è rifiutato dai sacerdoti che insieme ai frequentatori della sinagoga lo cacciano fuori dalla città. Nulla di nuovo, purtroppo, sotto il cielo. Anche oggi ci sono storie analoghe; sono vicende davvero tristi che ci fanno capire come il cuore dell’uomo, nonostante tutto, continua ad essere preda di invidia, egoismo, ricerca del potere e, quindi, del male. Spesso ascoltiamo parole che invocano la fraternità, che spingono a cercare di costruire relazioni. Poi, però, registriamo comportamenti che vanno nella direzione opposta.

Speriamo che questo cammino di Quaresima ci aiuti, tutti, a cambiare.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4, 24-30
 
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

Lascialo ancora un anno

La Quaresima è tempo di conversione e occasione per cambiare il cuore. Il vignaiolo, cioè il Signore, chiede ancora tempo per concederci l’opportunità di portare frutti e Lui stesso si prenderà cura di noi. Non lasciamoci sfuggire questa nuova possibilità per cambiare vita.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Intanto chi vuole può ascoltare la lectio di dom Innocenzo Gargano tenuta ieri sera presso il Monastero di Sant’Antonio Abate a Roma … Clicca qui

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
 
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.

Giuseppe sposo giusto capace di sognare

Giuseppe, sposo di Maria è il giusto che anticipa la misericordia di Dio che è la nuova giustizia. Giuseppe è anche l’uomo del “fare diversamente” rispetto a scribi e farisei che “dicono ma non fanno”. Egli è un uomo davvero puro di cuore che fa della misericordia il centro della sua giustizia. Giuseppe, infatti, ascolta i sogni e si fa guidare dallo Spirito e salva la vita della sua sposa Maria e di Gesù. Davvero Giuseppe con il suo Silenzio operoso ha offerto un significativo contributo alla realizzazione dei disegni di Dio Padre.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1, 16.18-21.24a

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Parola del Signore.

A voi sarà tolto il Regno di Dio

Dio preferisce gli scartati, preferisce gli ultimi, i perseguitati. Chi è che scarta, o rende ultimi o peggio perseguita? A compiere queste azioni orribili sono sempre gli uomini del potere che hanno fatto del denaro e del successo il loro idolo. Sono donne e uomini che ingannano gli altri, fanno finta di aiutare il prossimo e, in realtà, vogliono solo denaro, potere e successo e perseguitano chiunque può ostacolare il raggiungimento dei loro desideri.

Stiamo attenti a non cadere noi stessi nella stessa trappola. Restiamo umani e avremo il Regno di Dio fin da subito che sarà tolto ai ricchi e potenti, alle caste sacerdotali di ogni tempo e di ogni luogo, ai governanti che truffano il popolo.

Dio che ama l’uomo terrà fede alle sue parole e alle sue promesse.

Potranno tentare di uccidere il corpo ma non potranno mai avere la nostra vera essenza, MAI. Resteranno eterni illusi dalle loro fantasie.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Parola del Signore