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Guai a voi dottori della legge

Oggi il commento è curato dall’eremita Mirella Muià dell’Eremo dell’Unità di Gerace.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,47-54
 
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Parola del Signore.

Guai a voi

I farisei perseguitano le persone, “vanno alla loro caccia” per portarli alla propria convinzione religiosa; non a quella di Dio, ma alla propria; per convertirli, non in figli di Dio, ma dell’inferno. Il loro orgoglio non eleva al cielo, non conduce alla vita ma alla perdizione. Che grave errore!

«Guide —li chiama Gesù— cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (Mt 23,24). È tutto scambiato, sconvolto; il Signore ripetutamente ha cercato di stappare le orecchie e ad aprire gli occhi ai farisei, però dice il profeta Zaccaria: «Ma essi hanno rifiutato di ascoltarmi, mi hanno voltato le spalle, hanno indurito gli orecchi per non sentire» (Za 7,11). Allora, al momento del giudizio, il giudice emetterà una sentenza severa: «Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,23). Non è sufficente saperne di più: bisogna sapere la verità ed insegnarla con umile fedeltà. Ricordiamoci del detto di un vero maestro di sapienza, San Tommaso d’Aquino: «Mentre esaltano la loro propria bravura, i superbi avviliscono l’eccellenza della verità!».

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,42-46
 
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

Parola del Signore.

Date in elemosina

Al Signore poco importava il “cosa dirà la gente”. Gesù non è mai stato attento alle forme e con purezza di cuore e sincerità ha sempre fatto e detto ciò che era giusto fare o dire. Piaccia o no il cristiano è colui che con franchezza dice e fa le cose giuste anche se questi gesti o queste parole potrebbero non trovare consenso.

Se siamo testimoni di Cristo, dobbiamo sapere che la verità sempre è e sarà verità succeda quel che succeda.. Questa è la nostra missione tra gli uomini con i quali condividiamo la vita, cercando di mantenerci sempre limpidi seguendo il modello di uomo che Dio ci rivela in Cristo. 

In questo senso si fa elemosina, cioè si è uomini di carità, uomini che amano davvero.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,37-41
 
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Parola del Signore.

Il segno di Giona

Giona è uno dei profeti minori che, inizialmente, pur avendo ricevuto il mandato da Dio di predicare la conversione agli abitanti di Ninive non lo fa e fugge. Mentre era in viaggio su una barca sopraggiunge una tempesta. Egli confessa di non aver adempiuto al comando del Signore e viene gettato in mare finendo nel ventre di un grosso pesce dove resta tre giorni e tre notti. Giona, infatti, prega e chiede perdono e il Signore ha misericordia di lui e lo fa vomitare. Poi andrà a predicare nella città di Ninive i cui abitanti si pentono del loro comportamento ottenendo la misericordia di Dio. Questo perdono di Dio non piace a Giona che ha parole dure verso il Signore. Allora Dio ha nascere in fretta una pianta di ricino accanto a Giona per proteggerlo dal caldo e il giorno dopo la fa seccare. Anche adesso Giona protesta nuovamente ricevendo come risposta da Dio una domanda: ”

«10 Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: 11 e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?» (Giona 4,10s)

Il Libro di Giona si conclude con questa domanda. È l’unico libro della Bibbia che termina con una domanda. Lascia in sospeso la risposta di Giona e quello che potrebbe accadere con lui. Attraverso questa conclusione aperta, il Libro di Giona metteva in discussione gli Israeliti di allora sul loro modo di trattare gli stranieri, i nemici o altri popoli, e su come si comportavano davanti alla misericordia di Dio.

E noi come ci comportiamo con chi ci ha fatto del male? Perdoniamo oppure non crediamo nella possibilità che questa o queste persone possano cambiare?

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,29-32
 
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.

L’eremita Mirella Muia commenta le lettura di domenica 10 ottobre 2021

Osservare la Legge non da pienezza, non da soddisfazione e gioia alla vita. Il giovane ricco, infatti, sente che qualcosa non va e si mette a cercare Gesù. Ed è così che apprende che per essere davvero felici occorre altro. Cosa? Gesù, come sempre, è esplicito, schietto e sincero. Prima di offrire una strada, il Suo sguardo incrocia quello del giovane e in questo incontro la Parola concede una strada: donare.

E’ nel dono la pienezza, la soddisfazione e la gioia. E’ nel donare che si può ricevere quella felciità che da senso alla vita e la rende unica. Tanto unica e vera che il cuore si riempie dell’Amore di Dio. Quando questo accade l’impossibile si realizza e anche un ricco e un potente riescono ad entrare dove i poveri sono già stati accolti.

Lasciare tutto il superfluo schiarisce la vista e rasserena ogni turbolenza dando all’esistenza terrena quella felicità che nessuna’altra cosa al mondo potrà dare.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Qui sotto puoi ascoltare il commento sulle lettura di questa domenica dalla voce dell’Eremita Mirella Muià, dell’Eremo dell’Unità di Gerace.

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore.

Beato chi ascolta E osserva la Parola

Ascoltare, custodire e mettere in pratica la Parola ci fa discepoli e, come Maria, ci rende beati, cioè felici di vivere una vita bella.

Dopo aver letto e Ascoltato il vangelo di oggi ci chiediamo:

  • Ho mai pensato che Maria fosse stata troppo privilegiata?
  • Quali difficoltà provo a mettermi in ascolto della parola di Dio?
  • Quali difficoltà provo a metterla in pratica?

Buona meditazione

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,27-28
 
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Parola del Signore.

È GIUNTo a voi il Regno di Dio

L’invidia sta quasi sempre alle radice degli insulti e delle false accuse che si inventano per denigrare l’altro. Questa forma di male fa scaturire azioni aggressive e, a volte, violente. Il male dell’invidia crea un clima di intolleranza e di reciproca esclusione che rende la vita un inferno.

È proprio l’invidia, infatti, a spingere le false e gratuite accuse contro Gesù. Egli si difende e prova a replicare ma di fronte all’odio e all’invidia ogni ragionevole pensiero non trova spazio. Ed è così che, purtroppo, accade anche nelle nostre realtà dove l’invidia è alla base dell’astio, del livore, del malanimo, della rabbia e del risentimento che si subiscono o che si prova verso qualcuno.

Di fronte a questa realtà la vita buona del vangelo suggerisce il silenzio e l’ affidarsi pienamente e totalmente nelle mani dell’unico Maestro Gesù.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 11,15-26

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.

Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.

Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Parola del Signore.

Piena di Grazia

Maria è la donna “piena di Grazia”, la donna che il Padre sceglie di riempire della Sua Grazia per donare al mondo il Figlio che porterà la salvezza.

La Grazia è il dono di Dio che contiene tutti gli altri, quello del Figlio suo (RM 8,32). Dio dona e chi riceve trova grazia e compiacenza dinanzi a lui.  È una iniziativa totalmente gratuita, non dovuta ad alcun merito.

La Grazia, perciò concede alla Fede di produrre opere e tra queste quelle che Lui ha preparato perché l’uomo potesse produrle. È chiaro che la Grazia richiede una nostra collaborazione. C’è chi prepara e dona (Dio) e chi riceve e fa (l’uomo e la donna creature libere di decidere cosa fare della Grazia che hanno ricevuto in dono). La grazia è così la nascita a una nuova esistenza, quella dello Spirito che anima i figli di Dio. Dio continua a donare la Sua Grazia. Un esempio per tutti è l’Eucarestia. L’Eucarestia è, infatti, l’alleanza dell’amore e della grazia di quel ‘pane di vita’ che la Chiesa, oggi, custodisce per la folla e per il mondo intero. 

Franca e Vincenzo, osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

Parola del Signore.
 

Insegnaci a pregare

Pregando il Padre nostro proviamo anche a rispondere a qualche punto di domanda e daremo un senso nuovo alla nostra preghiera.
1.“Senti” Dio come padre/madre? O ci “pensi” ogni tanto?


2.Chiamare Dio Padre/Madre significa accogliere il dono della fraternità universale, con l’umanità, con la natura, con l’universo: ti indignano i “brandelli di umanità ferita”? O ci passi sopra, con indifferenza? Ti indigna lo scempio ecologico causato dalla smania di profitto, o lo assumi come “prezzo da pagare” per essere moderno?


3.Come è la tua preghiera? Ne senti l’esigenza? Come essere uomini e donne di preghiera oggi? Perché esserlo?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4
 
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Parola del Signore.

La parte migliore

Si è sempre creduto che le due sorelle Marta e Maria siano l’esempio della vita attiva e di quella contemplativa e che quella contemplativa sia una dimensione superiore.

Studi recenti, invece, ci dicono altro. In particolare se ci fermiamo ad osservare Maria e facciamo attenzione alla situazione comprendiamo che mentre Marta serve Gesù e sembra dare a Lui la colpa del mancato servizio di Maria dall’altra parte Maria è seduta a terra che Ascolta il messaggio di Gesù. Quello di Maria è l’ascolto di chi Accoglie la più straordinaria novità della storia. È da questo Ascolto profondo che nasce e si sviluppa nel cuore e nella mente di Maria la libertà della propria vita. È questa libertà che è “la parte migliore che non le sarà tolta”.

Maria nell’ Ascolto della Parola riceve la libertà che la fa persona e la libera da ogni schiavitù. Questo dono grande che Gesù offre Maria è accolto e prende la sua vita. Da ora in poi Maria cammina su strade nuove. Nessuno potrà dominarla o renderla schiava perché la liberazione che ha ricevuto la fa persona.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,38-42
 
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore.