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Donna grande è la tua fede

C’è una differenza radicale tra la religione e la fede. Si può, infatti, essere perfetti religiosi e cioè persone che osservano alla lettera pratiche e partecipano più o meno intensamente a riti e non avere un briciolo di fede. Si può anche essere uomini di fede, cioè persone che si consegnano completamente nelle mani di Dio e che non si sentono legate ai riti o alle pratiche devozionali fini a se stesse. Gesù tiene in grandissima considerazioni gli uomini di fede perché questi sono uomini di Dio, persone vere pronte a vivere il bene e il male della vita fidandosi e affidandosi a Dio. Gli uomini di fede sanno che nulla dipende da loro e che c’è un Dio che guida e protegge, che non abbandona nessuno dei suoi figli e che è capace di accogliere il nostro dolore. Cerchiamo di essere uomini di fede che si fidano e affidano a Dio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 15,21-28
 
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
 Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore.

Non avrete mai il nostro odio

Manifesto dell’estate dall’Eremo di famiglia “Aquila e Priscilla”.

Non vi faremo il dono di odiarvi.

Tertulliano testimonia che i primi cristiani prendevano le parole di Gesù così sul serio che i pagani esclamavano, ammirati:

“Guardate come si amano!” (Apolog. 39)

Un racconto sconvolgente, scritto più di duemila anni fa, illustra quello che rendeva i cristiani un popolo capace di cambiare il mondo mediante il cambiamento del cuore.

“I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano. Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si sposano ed hanno figli, ma non ripudiano i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Anche se non sono conosciuti, vengono condannati; sono condannati a morte, e da essa vengono vivificati. Sono poveri e rendono ricchi molti; sono sprovvisti di tutto, e trovano abbondanza in tutto. Vengono disprezzati e nei disprezzi trovano la loro gloria; sono colpiti nella fama e intanto viene resa testimonianza alla loro giustizia. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore. Quando fanno dei bene vengono puniti come fossero malfattori; mentre sono puniti gioiscono come se si donasse loro la vita. I Giudei muovono a loro guerra come a gente straniera, e i pagani li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire la causa del loro odio. Insomma, per parlar chiaro, i cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo. L’anima si trova in ogni membro del corpo; ed anche i cristiani sono sparpagliati nelle città del mondo. L’anima poi dimora nel corpo, ma non proviene da esso; ed anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo che si vede; anche i cristiani li vediamo abitare nel mondo, ma la loro pietà è invisibile. La carne, anche se non ha ricevuto alcuna ingiuria, si accanisce con odio e fa’ la guerra all’anima, perché questa non le permette di godere dei piaceri sensuali; allo stesso modo anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto nessuna ingiuria, per il solo motivo che questi sono contrari ai piaceri. L’anima ama la carne, che però la odia, e le membra; e così pure i cristiani amano chi li odia. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono detenuti nel mondo come in una prigione, ma sono loro a sostenere il mondo. L’anima immortale risiede in un corpo mortale; anche i cristiani sono come dei pellegrini che viaggiano tra cose corruttibili, ma attendono l’incorruttibilità celeste. L’anima, maltrattata nelle bevande e nei cibi, diventa migliore; anche i cristiani, sottoposti ai supplizi, aumentano di numero ogni giorno più. Dio li ha posti in un luogo tanto elevato, che non e loro permesso di abbandonarlo” (Lettera a Diogneto, paragrafi V e VI).

Non illudiamoci pensando che la violenza sarà la risposta cristiana al male che minaccia, ha minacciato e minaccerà noi personalmente o il mondo intero. Seguire la logica e la mentalità della violenza rappresenterebbe la nostra vera sconfitta.

Amate i vostri nemici. Fate del bene a chi vi odia. Pregate per chi vi maltratta e vi perseguita.

Non abbiamo più tempo da concedervi abbiamo cose più importanti da fare: Amare!!!

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi,

Si mise a camminare sulle acque

Spesso ci siamo trovati ad attraversare mari agitati. Il vento soffiava forte e la nostra piccola barca era sommersa dalle onde. La paura era tanta. Abbiamo tremato e impauriti ci siamo stretti pregando perché il vento cessasse. Chi è che non ha fatto o forse sta facendo un’esperienza come questa?

L’esperienza ci dice che non possiamo fermare il vento e non possiamo placare le acque agitate. L’unica possibilità è quella di raccogliere le ultime briciole di coraggio, farsi forza e sperare che il Signore tenda la mano e ci salvi.

Verranno giorni nei quali tutto sembrerà andare contro e le sorprese, purtroppo, non mancheranno ma noi dobbiamo essere pronti a continuare a camminare in direzione ostinata e contraria sapendo di essere esposti al gioco della menzogna e della falsità e questo nella migliore delle ipotesi. C’è anche, purtroppo, l’abbandono dei vili che nascosti dietro facce perbene affondano i loro artigli. Sai chi sono ma scegli di non replicare. Accogli ogni loro azione e lasci fare. Il male, non ci si illuda, non potrà mai trionfare davvero. La sua è solo fugace apparenza, fragile azione destinata a perire con chi la pone in essere. Il Figlio di Dio non permetterà che il male trionfi e placherà, come solo Lui sa fare, gli effetti negativi delle azioni viscide e maligne che tentano la nostra poca fede.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,22-36
 
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Parola del Signore

Alzò gli occhi al cielo

Quante volte anche noi alziamo gli occhi al cielo e pronunciamo parole di benedizione contemplando il creato. È da atteggiamenti come questi che nasce nel cuore una nuova consapevolezza e tutto attorno a noi è più bello perché, finalmente, riusciamo ad emozionarci di fronte alla grandezza di un Dio che ci ha donato tutto questo. Quando, invece, il cuore si fa rapire da miraggi evanescenti diventiamo ciechi e tristi. Guardiamolo allora questo cielo e facciamoci raggiungere dal sogno di Dio per noi e nulla, proprio nulla, potrà rovinare la nostra vita e la nostra pace.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,13,21

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore.

Beati i perseguitati per la giustizia

Se viviamo davvero in cerca della giustizia, se offriamo la vita per la causa della giustizia è scontato essere perseguitati da coloro i quali, invece, abusano ed eludono la giustizia. Infatti, queste persone, oltre a non rispettare la giustizia, agiscono per eliminare coloro i quali lottano per dare giustizia. Se ci guardiamo intorno sono tante le persone credenti o meno che sono rimaste vittime di attentati mortali solo perché hanno lottato e agito per portare la giustizia dove questa non c’era. Sono i nuovi martiri. Donne e uomini che con coraggio hanno parlato e agito per difendere il bene supremo della giustizia e sono rimasti vittime di azioni violente, calunnie e spesso sono state uccise. Ma, dobbiamo riconoscerlo, la loro testimonianza è stata ed è un potente esempio per tutti noi e Gesù riconosce loro la condizione di beati. Un nome per tutti: Rosario Angelo Livatino. Egli è stato un magistrato italiano, assassinato dalla Stidda su una strada provinciale ad Agrigento ed è venerato come beato e martire dalla Chiesa cattolica. I potenti non sopportano la voce dei profeti che denunciano ingiustizie e menzogne.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,1-12
 
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore.

Io credo che tu sei il Cristo

Se crediamo che Cristo è il Figlio di Dio venuto nel mondo tutta la nostra vita cambia. Sappiamo infatti che qualsiasi cosa ci accada Lui è accanto a noi e che risorgeremo nell’ultimo giorno. Niente ci potrà fare paura. Dio è con noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,19-27

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Parola del Signore.

Cose nuove e cose antiche

Non tutto il passato va cancellato. Lo scriba, cioè l’uomo, che al tempo di Gesù conosceva la Legge antica e la interpretava una volta diventato discepolo di Gesù sarà capace di tirar fuori dalla Legge antica le cose importanti che, unite alle nuove insegnate da Gesù, possono guidare, oggi, le nostre scelte quotidiane. Non tutte le interpretazioni dell’antico testamento vanno abolite e Gesù infatti dirà di non essere venuto ad abolire ma a dare compimento alla Legge antica. Quindi Gesù dà alla Parola di Dio dell’antico testamento una nuova luce capace di essere per noi guida bella per una vita bella. La scrittura, quindi, va letta, meditata e capita perché è per noi un aiuto vero e concreto per le nostre vite cristiane.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,47-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore.

Il tesoro nascosto e la perla preziosa

Possiamo scoprire il regno dei cieli in due modi.

Il primo: incontriamo Gesù “per un caso” e questo incontro ci cambia la vita. Lasciamo le nostre abitudini precedenti e viviamo il resto della vita con Lui e per Lui.

Il secondo: conosciamo già Gesù, ma non ci basta. Desideriamo capire di più, conoscerlo ancora di più e stare con Lui come la cosa più grande e preziosa della vita. Iniziamo a cercarlo e quando lo abbiamo trovato non lo lasciamo più per restare con lui per sempre.

Ma ci sono anche altre categorie di persone. Sono coloro che non lo incontrano né per caso né perché lo stanno cercando. Altre che vivono la loro vita solo facendo finta di essere Amici di Gesù mentre in realtà la loro relazione con Lui è solo di facciata. Altri ancora, invece, ne fanno a meno e poi ci sono coloro che ne negano perfino l’esistenza.

E noi a quale di queste categorie apparteniamo?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,44-46
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore.

I giusti splenderanno come il sole

Il male esiste ed è sempre pronto a seminare la zizzania, cioè a rovinare la crescita del buon grano. È inevitabile che ci sia il male; è impossibile fermarlo. Il maligno tenterà sempre e continuamente di disturbare la vita bella. Il maligno svolge la sua iniziativa in ogni situazione concreta cercando di separare e dividere, di rovinare relazioni e rapporti, di suggerire azioni e comportamenti egoistici e spingere ad odiare, rubare, schiacciare l’altro pur di emergere. Il male suggerisce sempre azioni cattive, pensieri negativi e tristezza. È il male, e il male distrugge e offusca mente e cuore. Il male annebbia la vista e impedisce di essere felici facendoci credere che bastiamo a noi stessi e che non abbiamo bisogno degli altri. Il male rende la vita un inferno. Cosa possiamo fare per impedire al male di agire nei nostri cuori e nella nostra vita?

In realtà non possiamo impedire al male che esista e che agisca possiamo però impedire che si impadronisca della nostra vita e non c’è dubbio che il nostro cuore saprà guidarci suggerendoci azioni e comportamenti di bene dando forza alla pazienza, alla sopportazione, all’accoglienza anche del male, a non reagire ad alcuna provocazione di qualsiasi genere. Possiamo, inoltre, pensare e fare anche azioni positive mettendo in atto comportamenti positivi gratuiti, di attenzione agli altri (anche a chi ci ha fatto o ci fa del male). Possiamo continuare ad Amare anche se attaccati e rifiutati e questo Amore sarà ancora più vero perché è un vero dono gratuito. Vinciamo il male con il bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,36-43
 
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Il coraggio dell’equilibrio

Abbiamo bisogno del “coraggio di essere equilibrati”, di restare a mediare gli opposti, di non replicare agli urlatori di mestieri, ai venditori di sogni a buon mercato. Abbiamo bisogno di ridare valore a soluzioni che mettono al centro lo spirito del vero bene comune. Occorre lasciare andare chi non ci sta e recuperare l’equilibrio e le forze sane e vitali della nostra Italia. Occorre serietà, semplicità, essenzialità e coraggio. Non è questione di vecchi o giovani ma solo e semplicemente di cuori che sanno vedere e hanno il coraggio di dire le cose con verità e poi ognuno faccia ciò che crede. Via i Papete, le donne della provvidenza, le statue di cera, gli urlatori della piazza … tutti mistificatori … Ridiamo “cuore agli occhi” e ridiamo “forza al SERVIZIO” per il bene comune che non mette se stesso al primo posto. Non ci sono donne o uomini della provvidenza ma persone che collaborando con idee semplici e umili si mettono a servizio restando con i piedi per terra. Tutto questo non solo al governo del paese, ma in ogni ambito della vita sociale e culturale. Ce n’è bisogno anche nella nostra Amata Chiesa che è “santa e peccatrice”.
Ce la faremo!
Si, ce la faremo perché il tempo degli opposti, degli urlatori e dei ciarlatani e finita. Hanno fallito.
Per salvarsi occorre il “coraggio dell’equilibrio”.
Costa ma aiuta la vita!